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Autore: CalimeNilie    27/05/2016    2 recensioni
Durante i famigerati quattro mesi di Dean en enfer, Sam si sveglia e suo fratello non è con lui.
[Angst ingiustificato]
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e io non scrivo a scopo di lucro.
Note: Il titolo viene dalla conosciutissima Demons, degli Imagine Dragons, ma non c’entra nulla con la storia. Non riesco nemmeno a vederla come colonna sonora della storia. Capitemi: non so dare titoli alle mie storie e mi affido alla musica.
La citazione nella storia “The Righteous and the Wicked” è invece una canzone dei Red Hot Chili Peppers dell’album Blood Sugar Sex Magik. E anche questa non c’entra proprio un bel niente con la trama, sono solo io che mi faccio prendere da manie di grandezza.
Spero che questo piccolo delirio vi piaccia e non mi moriate nel tragitto. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura! ^^






Where my demons hide

Quando ero piccolo avevo paura del mostro sotto il mio letto, ricordi? Almeno, questo è quello che ho detto a papà: gli ho detto che avevo paura di qualcosa che sapevo non esistere perché faceva meno paura di quello che invece esiste davvero. Papà era forte, e coraggioso, e andava incontro a quei mostri senza paura, desideroso solo della sua vendetta. E tu anche. Eri il mio fratello maggiore, il mio eroe, io sapevo che non mi sarebbe mai successo nulla di male, accanto a te.
Ma poi, sai, come vanno le cose. Scopri che il mostro sotto il letto – un mostro che non esiste – non solo ti può mangiare davvero, ma è anche quello che lo farà con più piacere. Scopri che i demoni più pericolosi sono quelli che si annidano nella tua testa.
Io ho sangue di demone in corpo, ho un’anima nera, macchiata, corrotta. E quanto sarebbe più giusto se ci fossi io al tuo posto. The Righteous and the Wicked. Uniti fino alla morte e anche oltre. Non è ridicolo, questo nostro salvarci a vicenda? Eppure, sarà anche ridicolo, ma io vorrei davvero riuscire a salvarti, solo un’ultima volta, almeno per questa notte. Un’ultima volta, per favore –
Ma nessuno si fida di me, nemmeno i demoni. I demoni mentono, e io appartengo ormai da tempo a quest’ultima categoria. Papà diceva che non si possono fare distinzioni: bene o male. O bianco, o nero. Ma sei sempre stato tu il suo figlio prediletto, quello obbediente. Io – io ero quello reticente, quello disobbediente, solo un corpo in più da difendere. E anche questa volta non ho dato ascolto a papà.
Sai, in realtà non avevo paura del mostro sotto il letto. Era tutto il resto che mi spaventava. Era il silenzio della notte, il sapere papà lontano, non i mostri. Tu diventavi il mio unico sole, unico pensiero razionale, che mi teneva ancora aggrappato a un universo privo di terrore. E poi è diventato abituale, sai, non hai mai smesso di essere il mio centro portante nel mondo. Farei di tutto per te, venderei la mia anima, se fosse possibile.
Ma i demoni mentono.
E anch’io ho mentito: sto solo prendendo tempo. Non era la lontananza di papà a terrorizzarmi così tanto, nel mio letto. Mi bastava saperti vicino, sapere che, se avessi chiamato il tuo nome, tu saresti venuto da me, come hai fatto ogni volta, e come hai continuato a fare anche quando non osavo chiamarti più, forse per paura, forse per codardia, o vergogna.
La verità è – la verità è che avevo paura del buio. Forse la più irrazionale e vera di tutte le paure, comune ad ogni cultura, o religione, comune ad ogni persona, fin dall’infanzia. Nel buio tutto si fa più leggero, e indistinto. La mente divaga verso i demoni che sotto il letto stanno in agguato.
Ma poi, ecco: passi morbidi sulle scale, una luce che filtra da una porta, un bacio posato da labbra materne sulla fronte. Un sussurro, nel buio: Gli angeli ti proteggono. Il buio non fa più paura, non più. Ma la mamma, la mamma dov’è? Io non l’ho mai conosciuta. Sono tanto solo qui, e fa freddo – chiamo il tuo nome, e tu non vieni. Io mi sento tradito, abbandonato – non viene nessuno a salvarmi, a cullarmi tra amorevoli braccia, a dirmi che il mostro sotto il mio letto non mi deve fare paura, e che papà tornerà, e che gli angeli mi proteggono.
Ma i demoni mentono.
Non ho più paura dei mostri sotto il letto, ora. Ho visto il male, quello vero, ho affrontato inverni freddi, ho sentito che chiamavi il mio nome e ho risposto. Non ho paura, davvero.
Solo – solo, ho ancora un po’ paura del buio.
E se questa notte, quando ti chiamerò spaventato, mi prendessi la mano e, sdraiandoti al mio fianco, mi dicessi che andrà tutto bene? Solo per questa notte, solo un’ultima volta, per favore –

   
 
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