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Autore: Darkwriterita    27/05/2016    5 recensioni
Brigitta è una ragazza normale con un'altezza anormale: 2,03 m. Seppur il suo ormone della crescita abbia attentato alla normalità della sua quotidianità, Brigitta desidera ancora diplomarsi all'alberghiero per riuscire a realizzare il suo sogno di aprire un bar tutto suo.
Purtroppo però gli alieni, che non hanno mai nulla di meglio da fare, decidono di invadere la Terra.
Solo una squadra scelta segreta di guerriere soprannaturali può sconfiggerli: le valchirie. Brigitta diventerà una valchiria, quasi, per sua volontà.
Ma naturalmente anche l'amore entrerà a completare questo assurdo quadro, riuscirà Brigitta a combattere per la Terra e per conquistare la ragazza che ama contemporaneamente?
In un delirio dove valchirie combattono al fianco dei cacciatori per sconfiggere alieni e licantropi, amori passionali e migliori amiche discutibili, la quotidianità di Brigitta verrà stravolta.
E in più il centro studi di Riccione sembra nascondere più cose di quanto sembri...
(ogni riferimento a fatti, luoghi, o persone realmente esistenti è puramente casuale, gradirei non ricevere lamentele su questo fatto)
Genere: Comico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Prologo: tutto normale… per ora

NIGHTMAREEEEEE!!!!!! NOW YOUR NIGHTMARE HAS BEGUNNNNNNN!!!!!!!!
 
Brigitta disattivò  con svogliatezza la sveglia del cellulare, si era dimenticata di cambiarla, “nightmare” non era certo una canzone adatta per svegliarsi il primo giorno di scuola, soprattutto se era di un gruppo metal come gli avenged sevenfold.
Sbadigliò e dopo qualche secondo si decise ad alzarsi, non poteva certo far ritardo il primo giorno di terza superiore, quell’anno finalmente era ufficialmente una studentessa specializzanda in sala e di questo era molto orgogliosa!
Si diresse verso il bagno, ma il sonno le annebbiava ancora la mente, così andò a sbattere contro lo stipite della porta.
 
-ahi! Ma perché devono fare le porte alte solo due metri?-
 
Per sua sfortuna Brigitta era cresciuta fino a raggiungere l’incredibile altezza di due metri e tre, col risultato che se non stava attenta andava a sbattere contro stipiti e lampade troppo basse. Per non parlare dei fulminanti torcicolli che rischiava per poter passare agilmente da un luogo all’altro, se c’erano di mezzo tetti troppo bassi, o i tremendi dolori a muscoli ed ossa dovuti alla crescita. Almeno la botta in testa l’aveva svegliata un po’.
Arrivò in bagno e si preparò per la giornata scolastica che l’attendeva, si lavò e vestì, poi si guardò allo specchio. I capelli di un rosso un po’ più scuro del classico pel di carota, morbidi e roccioluti le ricadevano con grazia fino alle scapole, prese la spazzola e con qualche colpo ben assestato li rimise a posto, a parte il solito ciuffo ribelle che come ogni volta le si andava a depositare sopra il naso. Gli occhi, talmente verdi da far invidia alle lande irlandesi, erano grandi e riuscivano a catturare magneticamente l’attenzione di chiunque. La pelle era candida e chiarissima, rotta nella sua perfezione da giusto una spruzzata di lentiggini su guance e naso. Si sciacquò la faccia, il trucco non era proprio la sua specialità, quindi non si truccava mai, per le occasioni speciali c’era la sua, teoricamente, migliore amica che le impediva di diventare la sorella gemella di joker.
Si diresse in cucina per far colazione, ma mentre passava per il salotto notò che tutti i mobili e il pavimento della stanza erano ricoperti da teloni bianchi, sospirò sapendo bene cosa significasse.
 
-Ziaaaaaaaaa! E’ la quinta volta sto mese che ridipingi casa! Potresti almeno avvertirmi la prossima volta?-
 
Una donna, bionda e sulla quarantina, vestita con maglietta verde fluo e salopette di jeans, sbucò fuori da dietro la poltrona, aveva una bomboletta di colore in mano. Rivolse i suoi occhi azzurri verso la nipote che la guardava severa, come una madre prima di rimproverare il figlio mascalzone.
 
-Oh, buongiorno cara, scusami ma mi sono svegliata sta mattina e ho notato la splendida illuminazione sul salotto, così ho voluto approfittarne prima che la luce scomparisse-
 
Brigitta sbuffò, sempre così era con sua zia, bastava darle una bomboletta in mano e una buona illuminazione che incominciava a trasformare qualsiasi luogo in un’opera d’arte di strada. Ella era infatti una delle artiste contemporanee più famose e ricercate della modernità, famosa per la street art, ma anche per dipinti e sculture, tutti caratterizzati da forme originali e fumettistiche, accompagnate con colori fluo e motivi caleidoscopici. Famosa in tutto il mondo Rosalinda Ciurringhi era una delle artiste più pagate del secolo e idolatrata per essere un autentico genio, peccato non sapesse badare a se stessa, per questo la nipote viveva da lei, dopo i disguidi avuti coi genitori.
Brigitta preparò tutto l’occorrente per la colazione e chiamò la zia, si sedettero e come ogni mattina mangiarono insieme. E naturalmente Rosalinda iniziò a parlare come un treno in corsa.
 
-Allora cara, ricomincia la scuola pronta? Tranquilla, eri la migliore della classe l’anno scorso e i prof ti adorano, ti basterà un po’ d’impegno e supererai anche quest’anno, dimmi i ragazzi continuano ad andarti dietro come gatti in amore o api col miele di castagno? Quanti ti hanno regalato dei fiori ignorando che sei allergica? Ah, gli uomini, tutti uguali, incomincio a capire perché tu appartenga all’altra sponda-
-Zia, non riesco a capirti se parli così veloce-
 
Disse la teenager sorseggiando tranquillamente il suo caffè latte, l’unica cosa che al mattino la metteva di buon umore.
 
-Va beeeeeneeeee, allora dimmi… alla fine ti sei dichiarata?-
 
Latte e caffè attentarono alla vita della ragazza con troppo ormone della crescita. Dopo che si riprese, guardò male la zia, per poi accasciarsi sul tavolo con aria triste, per le pene d’amore nemmeno il caffè latte poteva fare qualcosa.
 
-Oh… mi sa che ti ha rifiutata-
 
La ragazza annuì, ricordando l’imbarazzo di due settimane prima, quando avvenne il misfatto.
 
-Probabilmente, data la tua bellezza e ai ragazzi/animali da riproduzione che ti vengono dietro, nessuno immaginerebbe che una come te possa essere rifiutata da qualcuno-
-Puoi essere bella quanto vuoi, ma se i gusti non coincidono allora non c’è nulla da fare-
-Uuuuuuh, ma solo etero ti capitano? Insomma quante ce ne sono state finora? Ludovica, Marianna, Gertrude, Roberta, quella di cui non mi ricordo il nome, Adriana e ora Denise, mi sa che sei un po’ sfortunata in amore, questa volta avevi perfino avuto il coraggio di dichiararti, tutte le altre ti hanno involontariamente spezzato il cuore mettendosi con omoni virili-
-Zia, per favore-
-Ti ha rifiutata con uno “scusa ma sono etero” giusto?-
-ziaaaaaaaaaaaaaa!!!!!-
-Ok, scusa-
 
Brigitta era ormai completamente depressa, si era ripromessa di non ripensare più a quel momento, di pensare solo al futuro e riprendersi in fretta, per concentrarsi solo sui suoi interessi e la scuola, voleva accantonare il discorso “cuore” per molto, molto tempo. E invece era bastato riparlarne due minuti con sua zia per far tornare a galla tutto il dolore.
 
-Non abbatterti Bi, non era quella giusta dai su col morale-
 
Sua zia le prese il braccio e con una penna, presa chissà dove, disegnò delle ali sul polso della nipote, Brigitta adorava le ali, le davano un senso di libertà che tanto avrebbe desiderato.
Sua zia era così, esprimeva il suo affetto alle persone disegnando piccoli e grandi capolavori per loro. La ragazza sorrise, rivolse il suo sguardo all’orologio, era tardissimo, ringraziò sua zia per poi prendere lo zaino e catapultarsi di sotto.
Uscita vide fuori dal cancello una ragazza, alta circa sul metro e settanta, dalla pelle di una meravigliosa tonalità caramello e capelli neri così belli e lucenti che avrebbero fatto invidia alle promotrici della pantene. Non era altro che la sua “migliore amica” messicana Carmelita. Che la salutò con un sorriso e uno svish dei suoi lunghissimi capelli.
 
-Ehilà lesbo-girl, incominciavo a pensare che fossi morta.-
-Quando la smetterai di chiamarmi così?-
-Preferisci “lesbica del mio cuore”?-
 
Le due si avviarono verso la, fortunatamente vicina, fermata del bus, incominciando a discutere animatamente, anche se la messicana sembrava divertirsi molto.
 
-Preferirei che non mi chiamassi con nomignoli che contengono “quella parola” nel nome-
-Uffa! Come posso fare? Ogni cosa di te urla chiaramente: “sono lesbica”! Comunque guarda che puoi anche pronunciare “lesbica”, non è stata ancora classificata come parolaccia-
-Non è questo il punto, solo che mi sembra solo una parola che esprima la nostra “diversità” agli occhi degli omofobi bigotti rimbecilliti-
-Ah, capisco, un altro dei tuoi soliti complessi mentali visto che non ti decidi a fare coming out davanti a tutti-
-Con i miei genitori dopotutto non è andata proprio benissimo-
 
Ebbene si, Carmelita e Rosalinda, erano le uniche persone a conoscere quell’aspetto della vita della giovane e ad averlo accettato, i coniugi Ciurringhi, dopo la rivelazione della figlia erano partiti per “un viaggio di riflessione” e non erano ancora tornati, dalla loro partenza erano passati tre mesi.
 
-E comunque non è vero che ogni mia cosa grida: sono les-les…. Quello insomma-
 
Carmelita la guardò con uno sguardo che non ammetteva repliche.
 
-Ceeeeeeerto, vallo a dire alle tue riviste dai contenuti discutibili nascoste sotto il letto e la biblioteca erotica segreta che hai nascosto dietro alla vecchia collezione di libri harmony che ti ha regalato tua madre, ho letto qualcosina e “il consumo” era descritto bene, hai buon gusto, per non parlare di quella volta da piccola che mi hai chiesto perché la principessa si mettesse sempre col principe invece che con la serva, e poi…-
-Ok, basta, ho capito, ma comunque, perché hai letto? Non sei etero 100%?-
-Sempre e per sempre cara, solo che volevo cercare di capire e avvicinarmi di più al tuo mondo, al tuo punto di vista, sei pur sempre la mia migliore amica e una delle persone più importanti per me-
 
Carmelita abbracciò l’amica, stringendola forte, anche se poteva sembrare ridicolo vista la differenza d’altezza,se voleva era anche dolce in fondo.
-Allora tessssoro… ti sto eccitando?-
 
Tutta l’atmosfera creatasi venne distrutta da quell’unica frase.
 
-No Carmelita, no-
-Dov’è che sbaglio?! Sono pure tettona!-
-Non è che sbagli, è che non sei né il mio tipo, né io riesco a vederti in modo diverso da un’amica, dopo quello successo con Denise non so nemmeno se riuscirò a farmi piacere qualcun’altra-
-Ma quindi mi stai friendzonando?!-
 
Esclamò Carmelita con un tono fintamente disperato, inscenando addirittura il pianto.
 
-Brigitta Ciurringhi, sii consapevole che hai appena spezzato il cuore caliente di questa pura, ma non troppo, ragazza, sei un’essere orribile!-
 
Brigitta scoppiò a ridere.
 
-Che c’è?! Ora mi deridi pure?! Che malvagità immensa che nascondi dietro al tuo bel faccino Brigitta Ciurringhi!-
 
Dopo aver terminato la frase anche la messicana scoppiò in una fragorosa risata.
 
-Finalmente ridi tesssoro, dai su, la vita è ancora lunga, và e sta volta trovatene una almeno bisex!-
-Credo che cercherò di non innamorarmi per un bel po’, 7 delusioni bastano e avanzano nella mia collezione-
 
Poco lontano da loro una losca figura, con occhiali da sole, impermeabile (anche se c’era il sole) e mascherina, proprio anti sgamo insomma, le osservava, mentre borbottava qualcosa sotto voce. I passanti la guardavano storto, eppure sembrava che, come per magia, le due amiche non la notassero nemmeno di striscio.
 
-Mi dispiace Brigitta, ma vedi, non ho certo scritto sta storia affinchè la protagonista rimanesse single, o perché fosse una delle solite commedie lovvvose, goditi la tua solitudine, per quel poco che durerà….-
 
   
 
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