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Autore: Alessia Krum    28/05/2016    1 recensioni
Acquamarina aveva continuato a vedere immagini, immagini brutte e spaventose, che non avrebbe mai voluto vedere. Acqua poteva pensare e vedere quelle figure, ma non stava né dormendo, né era svenuta, non era sveglia e non poteva svegliarsi. Voleva vedere e capire che cosa stava succedendo. Vide un villaggio, un piccolo villaggio sormontato da un castello. Il paesino sembrava tranquillo, ma fuori dalle mura si stava svolgendo una feroce battaglia. Persone con la pelle blu e le pinne combattevano con tutto quello che avevano e una grande speranza contro eserciti interi di mostri viscidi, squamosi e rivestiti da armature pesanti che mandavano bagliori sinistri. La battaglia infuriava. Per ogni mostro abbattuto, morivano almeno due uomini. Poi Acqua vide un uomo, protetto da un cerchio di mostri, che sembravano i più potenti e i più grossi. Quell’uomo aveva un qualcosa di sinistro e malvagio. Indossava un pesante mantello nero e continuava a dare ordini e a lanciare fiamme ovunque.- Avanti, Cavalieri, sopprimete Atlantis e l’oceano intero sarà mio! –
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
Gocciolina
 
Acqua aveva deciso di usare il giorno libero sulla Terra  per poter riposare un po’. Era a letto da due ore in più del solito e se le stava godendo tutte. Da qualche giorno non dormiva così tanto. Rimase a letto fino a tardi. Ma poi si svegliò improvvisamente e, non riuscendo più a riaddormentarsi, si alzò e uscì in giardino. Voleva ridare un po’ di vita a quelle povere piante, che non venivano bagnate da almeno un mesetto. La rilassava occuparsi di loro e lì era l’unico luogo dove lo poteva fare. Su Atlantis sicuramente non avrebbe saputo dove mettere  le mani. Andò a recuperare un annaffiatoio e iniziò a bagnare gli alberi. Poi potò la siepe, tolse le erbacce e le foglie secche dai fiori  e spazzò per terra. Certo, non era splendido come il parco della sua casa ad Atlantis, ma poteva andare. L’unica cosa a cui non era riuscita a ridare un po’ di vita era la fontana. Era di pietra e, visto che l’acqua non fuoriusciva da molto tempo, l’edera aveva deciso di crescere lì sopra. Proprio in quel momento sentì una voce che si avvicinava. Acqua riconobbe quella stridula e antipatica di Kate. Stava parlando con qualcuno, ma Acqua non riuscì a capire chi era fino a quando non la vide. La duchessa. Vestita di pizzi, fiocchetti, fiocchi e merletti, ornata di gioielli tanto grandi ed esagerati che sembrava un albero di Natale. Proprio come la figlia.
- Oh, guarda, mammina, hai visto chi c’è? La piccola povera Acqua che si diletta in giardinaggio! Proprio lei cercavo.  -
- Beh, veramente oggi ho un giorno libero, non pensavo di dover fare qualcosa… -
- Tranquilla, non ti devo far fare nulla, devo solo parlare a mia mamma di una piccola cosetta quasi insignificante…Quasi! -  e alla principessa venne in mente della questione in sospeso con lei. Ma Kate non aveva prove per accusarla. Non poteva dire che faceva finta di stare male per riposarsi. Almeno non senza prove.
- Ti ricordi mammina, quando Acqua è stata male? Mi è dispiaciuto moltissimo per lei, tu lo sai, ma l’altro giorno ho sentito una cosa che mi ha amareggiato ancora di più. Passavo per caso vicino alle stanze dei domestici e… - A quel punto Acqua non riuscì più a controllarsi: era arrabbiatissima e doveva fare qualcosa per fermare la lingua biforcuta di Kate. Ma non le venne in mente nulla. Fortunatamente, prima che la ragazza riuscisse a finire la frase, successe qualcosa. Qualcosa che Acqua non si sarebbe mai aspettata: usò i suoi poteri. E poteva controllarli come le piaceva. Decise quindi di fare uscire l’acqua dalla fontana dopo molti anni che non funzionava più. Uscì un potentissimo getto d’acqua che si rivolse direttamente ai piedi di Kate, facendola scivolare a terra sotto lo sguardo della madre, che riuscì solamente a balbettare:
- Hai…Hai visto anche tu… la fontana… - Quello che aveva fatto era stato formidabile. Non avrebbe potuto scegliere un diversivo migliore. E l’acqua, che non saliva più da molto tempo nei tubi della fontana, le aveva ubbidito e aveva fatto esattamente quello che desiderava.
Certo, dopo Acqua fu costretta da aiutare Kate e la “povera” madre che era in preda al panico, ma ne valeva la pena. E poi, si era appena salvata da una fine impietosa.
 
***
 
- Max, ho usato i miei poteri! Ce l’ho fatta! - esclamò Acqua saltando di gioia e stringendo il ragazzo fino a fargli male. Era appena tornata ad Atlantis, e un’inspiegabile voglia di andare di nuovo a scuola l’aveva invasa.
- Hai usato i tuoi poteri sulla Terra? - lei annuì - Sul serio? - chiese lui, incredulo.
- Certo, come potrei dirti una bugia simile? - Acqua era quasi offesa.
- Ma allora è una notizia fantastica! -
- Già, ed è stato anche utile. Ho fatto scivolare a terra Kate facendo uscire acqua dalla fontana del giardino. L’ho diretta proprio ai suoi piedi, in modo che cadesse subito. E l’acqua lo ha fatto. E’ stato incredibile! -
- Già, se sei riuscita a fare uscire acqua da quella fontana vecchia decrepita, è davvero un miracolo! A parte gli scherzi, sono molto contento per te. -
- Anch’io sono contenta! E non vedo l’ora di andare a scuola. -
- É strano quello che dici! Ieri sei riuscita a studiare? - Acqua sbarrò gli occhi e diventò pallida come un lenzuolo.
- Non ho studiato! Ma come si può essere così stupidi? Ora vado in camera, cerco di immagazzinare qualche informazione prima di uscire. Chissà, magari ci riesco! Ciao! - Max la vide correre via verso la sua stanza, saltellando su e giù. Era incredibile come riuscisse sempre a fare battute, anche in momenti abbastanza seri come quelli. Ma ancora più incredibile era che fosse riuscita ad usare i suoi poteri sulla Terra. Max doveva abituarsi, ne sarebbero successe di cose incredibili! Doveva tenerla d’occhio. Era una ragazza speciale. E molto.
 
***
 
Acqua raccolse tutte le sue energie. Prese un respiro e tentò per l’ultima volta. Ce la poteva fare. Ce la doveva fare. Si concentrò intensamente e sentì un’energia conosciuta scorrerle per il corpo. Ora si trattava solamente di riuscire ad utilizzare questa energia. Sembrava un gioco da ragazzi, ma fu piuttosto impegnativo. E finalmente, quando stava per arrendersi, qualcosa successe. Mossi dalla sola forza di volontà, i suoi poteri uscirono fuori. Ora la ragazza era una gocciolina. Una minuscola gocciolina in mezzo all’oceano. Acqua generò una piccolissima corrente che le scompigliò i capelli. L’insegnante sorrise. Soddisfatta di quel piccolo, ma significativo progresso, si alzò dalla panchina, salutò la signora De Orchis e si diresse verso casa. Era molto orgogliosa di quello che era riuscita a fare. Ma si rendeva benissimo conto che non era niente in confronto a tutto quello che  avrebbe dovuto affrontare.
Ma, per il momento, non vedeva l’ora di andare a letto.
Quando arrivò nella sua stanza, però, trovò sulla scrivania una bellissima collana di corallo con una grande perla al centro. Di fianco c’era un bigliettino. Diceva:
"Per la cugina più simpatica del mondo. Anzi, di tutti i mondi!
Corallina
P.S. L'ho fatta io! "
Acqua mandò un bacio alla cugina. La collana era molto bella, non ne aveva mai viste di così particolari. La indossò e si guardò allo specchio. Semplicemente fantastica! Non troppo lussuosa, ma nemmeno troppo semplice. Insomma, perfetta per lei. Si ripromise di chiedere alla cugina il procedimento per fare le collane in stile subacqueo. Chissà che facce avrebbero fatto Janissa e Kate vedendola! 
   
 
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