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Autore: fly90    29/05/2016    1 recensioni
Una ragazza dall'aspetto singolare, due entità nascoste nel profondo dell'anima che la porteranno a dover affrontare una battaglia dall'esito tutt'altro che scontato.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lara, lo sguardo perso nel vuoto, se ne stava immobile nel letto d'ospedale.

Sembrava non cosciente del mondo intorno a lei.

L'infermiera che si occupava di lei da ormai una settimana le accarezzò i lunghi capelli abbozzando un sorriso.

Ora piccola facciamo la medicazione ok?” le disse ben sapendo che la ragazza non avrebbe risposto.

A dire il vero molti trovavano stupido parlarle ma lei era sicura che la giovane la stesse ascoltando e che la capisse nonostante fosse lontana anni luce da lei con la mente.

Aveva sempre pensato che, per sfondare il muro immaginario fra lei e gli altri, occorresse creare un contatto.

Per questa ragione parlava a Lara costantemente, la accarezzava, cercava di rassicurarla in ogni modo.

Ogni piccola cosa poteva “risvegliarla” in qualche modo riportandola alla sua vita di sempre.

Lasciò vagare lo sguardo sulla guancia orribilmente ustionata provando un moto di rabbia verso il responsabile di tale cattiveria.

Chi mai poteva odiare qualcuno a tal punto da rovinarla per sempre?

Spostò la lunga treccia bionda all'indietro e si voltò a prendere l'occorrente per pulire la lesione.

Dovresti mangiare qualcosa. So che il cibo dell'ospedale non è il menu migliore che ci sia in giro ma almeno ti serve per rimetterti in forze e uscire da qua il prima possibile.” continuò a parlarle mentre le passava delicatamente la garza imbevuta sulla ferita.

La giovane continuava a guardare il vuoto senza dare segno di recepire le parole.

Sai, ho un fratello della tua stessa età, una vera peste. Sono sicura che ti piacerebbe se lo conoscessi. È un tipo molto divertente.” si lasciò sfuggire un sorriso mentre pensava a Paul, il suo fratellino.

Lara prese a dondolare avanti e indietro.

Tesoro, ancora un po' di pazienza. Lascia che mi occupi di te.” le disse mentre la bloccava con un braccio.

La ragazza si immobilizzò all'istante irrigidendosi.

In quei giorni aveva capito che essere afferrata la spaventava.

Si chiese per l'ennesima volta cos'aveva subito per lasciarla in quello stato.

Passò la crema sulla carne viva cercando di essere il più delicata possibile ma Lara sembrava non sentire dolore.

Le applicò una benda pulita e si tolse i guanti posandoli sul carrello dietro di se.

Sei stata bravissima.” le disse accarezzandole i capelli con dolcezza cercando di reprimere il groppo che aveva in gola.

Vedere quella ragazza così piccola e fragile in quel letto d'ospedale le faceva male al cuore.

Avrebbe fatto di tutto per tirarla fuori dal limbo in cui era caduta.

Torno a trovarti appena finisco il turno.”

Sospirò guardandola ancora un momento prima di uscire dalla stanza.


**


Il suono della porta che si chiudeva fu seguito dal silenzio assoluto.

Lara riprese a dondolarsi avanti e indietro alzando lo sguardo e puntandolo sulla porta dove appena un istante prima c'era Vera.

Le piaceva quell'infermiera, era gentile e le parlava di continuo, era come se sapesse che lei la sentiva.

Vera era l'unica cosa positiva in quella sua vita fatta di silenzi e paura in cui era piombata, come un raggio di sole che squarcia le nuvole.

Un brivido le percorse la schiena mentre lentamente portava una mano alla guancia lesionata.

Non aveva avuto ancora modo di vedersi e non sapeva se ne avrebbe mai avuto il coraggio.

La sua vita era finita.

Lasciò vagare la mente in quel mondo oscuro e pauroso in cui era piombata.

Un lamento strozzato le uscì dalle labbra mentre lo sguardo impazzito di Ariell le si scolpiva nella testa.

Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo omicida, la paura e il dolore che ne erano conseguiti.

La sensazione della carne che bruciava, la sua carne, non l'avrebbe mai lasciata.

Vide il palmo arrossato e bollente che si avvicinava al viso, sentì un dolore cocente al viso e calde lacrime le caddero dagli occhi.

Ogni notte la sognava, sognava Ariell che l'aggrediva.

Il suo sguardo aleggiava nella stanza buia, maligno, perfido, pronto a incenerirla in un istante.

Ormai non riusciva più a dormire e quelle volte che la sedavano cadeva in uno stato d'incoscienza, purtroppo persino in quello stato riusciva ancora a vederla.

Non ne sarebbe mai uscita.

La sua voce gracchiante le riempiva le orecchie dandole l'impressione che la testa potesse esplodere da un momento all'altro.

Non riusciva a parlare anche se avrebbe tanto voluto, era come se il suo cervello non riuscisse più a comandare la bocca.

Avrebbe voluto dire a Vera tutto ciò che aveva subito ma, per quanto tentasse le parole le rimanevano incastrate in gola lasciandola frustrata e indifesa.

Ogni giorno scivolava sempre più in quel mondo inospitale, tagliata fuori da tutto e senza possibilità di scappare.

Sarebbe impazzita a breve.

I suoi genitori non facevano che piangere straziandole il cuore già provato.

Così aveva incominciato a chiudersi completamente, non provava più nulla se non paura.

Prese a dondolare ancor più velocemente mugolando tremante.

Strinse le braccia attorno al corpo nel vano tentativo di proteggersi da quei ricordi orribili.

Andò avanti così finché Vera non tornò alle 20.00 per salutarla.

La trovò seduta sul letto ormai del tutto disfatto con le mani intorno al corpo e le lacrime ormai secche a solcarle le guance ceree.

D'impulso l'abbracciò stretta.

Lara si strinse in quell'abbraccio come ad un ancora di salvezza lasciando che la donna alleviasse un po' del dolore profondo che sentiva dentro.


**



Si, sto bene. Sono appena stata dal dottore e mi ha detto che è tutto a posto.” disse Ariell per la terza volta.

Maddy l'aveva pregata di chiamarla non appena avesse avuto notizie del suo occhio.

Ma te l'ha spiegato il perché ha quell'aspetto?” chiese ancora scettica l'amica.

Si, ho solo avuto qualche problemino con la pressione. Ti ho detto che sto bene. Smettila di preoccuparti o vengo lì e ti picchio!” sbuffò spazientita.

Adorava Magdalena ma, talvolta, era peggio dei suoi genitori, non faceva che preoccuparsi per lei in continuazione.

Forse era perché la vedeva come una specie di bisognosa di protezione a causa del suo malessere dovuto all'eterocromia, o forse perché semplicemente le voleva un gran bene, fatto sta che però a volte Ariell si sentiva come una bambina e ciò la irritava molto.

Non era una bambina e di sicuro sapeva badare a se stessa.

È vero che a causa della malattia aveva spesso sofferto, specie nelle relazioni sociali, ma in fondo non aveva fatto altro che renderla più forte.

Ok ok. Scusami. È solo che mi preoccupo per te piccola irriverente che non sei altro.” scherzò Maddy per calmarla.

Beh, smettila di farmi da mamma. Ho bisogno della mia pazza amica e non di una chioccia al momento.” la rimbeccò lei tagliente.

Va bene. Come vuoi.” rispose l'amica piccata.

Ma che diavolo sto facendo?

Si chiese Ariell cercando di sbollire l'irritazione improvvisa.

Le cose andavano peggiorando di giorno in giorno, ormai per un nonnulla si arrabbiava, rispondeva male, era nervosa.

Decisamente qualcosa in lei non andava.

Scusami Maddy. Sono solo stanca e non mi sono ancora ripresa completamente dalla faccenda di Tomas e Lara.” si giustificò prendendo un grosso respiro.

Lo so. Vedrai che col tempo andrà meglio. A proposito, ieri ho sentito che Jen è stata in ospedale...” sussurrò Maddy stoppandosi.

E...come sta?” chiese Ariell titubante col cuore che batteva a mille.

Ancora sotto shock, non parla e non sembra dare nessun segno di miglioramento.” terminò lapidaria l'amica.

Non volevo che le capitasse una cosa del genere. Insomma io sono ancora arrabbiata con lei e la odio per quel che ha fatto ma non avrei voluto che subisse questo.” confessò mestamente Ariell.

Non poté fare a meno di ripensare a quando lei stessa l'aveva irrimediabilmente ustionata.

Poteva sentire ancora la soddisfazione fugace che l'aveva colmata in quell'istante.

Un brivido freddo le percorse la schiena mentre pregava perché Lara non dicesse mai cos'era successo quel giorno.

Si, lo so. Non si riesce a scoprire chi sia stato. Chiunque sia è un essere orribile e merita di subire la stessa cosa se non peggio.” sentenziò Maddy con un moto di rabbia nella voce.

A quelle parole il cuore di Ariell si strinse in una morsa.

essere orribile, mostro” erano le parole che più si avvicinavano a ciò che era attualmente.

Si chiese come l'avrebbe presa Maddy se avesse saputo che era stata lei.

Le venne da piangere ma ingoiò quel groppo che le risaliva in gola, non poteva dirglielo.

Nessuno l'avrebbe capita ma, del resto, nemmeno lei stessa riusciva a capire cosa stesse succedendo.

Si sentiva sempre meno umana come se si stesse trasformando in un mostro.

Che ne sarebbe stato di lei?

Ora devo andare Maddy, ci vediamo domani a scuola ok?” disse sbrigativa.

Quella conversazione le faceva male.

Va bene. Un bacio.” la salutò l'amica prima di riattaccare.

Mancavano un paio di isolati alla sua casa e Ariell camminò con calma in mezzo alla gente, completamente presa dai propri pensieri.

Aveva cominciato a pensare di essere affetta da schizofrenia, era l'unica spiegazione possibile, l'unica soluzione per accettare l'enormità di quanto aveva fatto a Lara.

Era talmente presa che per poco non superò la casa passando oltre.

Portandosi una mano alla fronte tornò indietro e finalmente entrò in casa.

Chiuse piano la porta alle sue spalle e mosse qualche passo nel corridoio.

Non erano questi i patti. Ci avevano assicurato che non saresti mai venuta a sconvolgere la sua vita!” la voce concitata del padre le giunse cogliendola di sorpresa.

Si fermò di colpo restando in ascolto.

So che avevo giurato ma penso sia il momento che lei sappia la verità, non voglio sconvolgerle la vita ma se sono qui è perché ho i miei motivi e vi assicuro che sono motivi seri.” la voce sommessa di una donna arrivò da un punto imprecisato della cucina.

La sconvolgerà. Non puoi arrivare così di punto in bianco e pretendere di poter entrare così nella sua vita. Ha bisogno di calma e sta affrontando un momento molto difficile.” continuò il padre sempre più concitato.

Ariell si sentì confusa.

Di cosa stavano parlando?

Mosse altri due passi fermandosi appena dietro al muro e sbirciò verso la cucina.

Una donna dai lunghissimi capelli corvini legati in una coda alta era seduta di spalle e ascoltava Norman che la sovrastava, la madre era a qualche passo di distanza, l'espressione del viso pieno di angoscia.

Non posso fare altrimenti. È una cosa della massima importanza e ho tutti i diritti di conoscerla. Non voglio portarvela via, voglio solo poter creare un contatto con lei. Non potete negarmelo.” disse la donna con voce implorante ma allo stesso tempo decisa.

Caro ti prego calmati. Ho paura anche io ma credo che prima o poi lei debba sapere la verità, ne abbiamo parlato tanto in passato e sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato.” Joyce si avvicinò al marito carezzandogli il braccio e trattenendo a stento le lacrime.

No. Non lo permetterò mai io..”

Ariell confusa e innervosita dalla donna uscì allo scoperto entrando in cucina a passo di carica.

Nessuno poteva far soffrire i suoi genitori.

Che cosa sta succedendo?” sbottò guardando la madre.

T- tesoro siediti un attimo.” le si fece dappresso la donna cercando di accarezzarle il viso.

No mamma, voglio sapere cosa sta succedendo. Perché state litigando e chi è questa donna?” chiese Ariell girandosi a guardare la donna ancora seduta al tavolo.

La guardò attentamente.

Era una bella donna sulla quarantina con lunghi capelli scuri ad incorniciarle il viso tondo e grazioso, gli occhi di un verde acceso avevano un aura di saggezza, un acutezza che colpiva.

L'espressione della donna si addolcì non appena i loro sguardi si furono incrociati.

Sei bellissima.” sussurrò trasalendo come se le parole le fossero sfuggite dalla bocca.

Gli occhi le si inumidirono e le mani presero a tremarle leggermente.

Chi è lei?”le disse diretta Ariell non riuscendo a distogliere lo sguardo da lei.

Sentiva che quella donna aveva qualcosa di strano, ma anche di famigliare.

I-io...” balbettò la donna ma venne prontamente interrotta da Joyce.

Tesoro, dobbiamo parlare.” le disse guidandola verso la sedia più vicina.

Che succede? Volete dirmelo?” chiese lei spazientita ma anche nervosa.

C'era qualcosa che non le tornava in quella situazione.

Guardò il padre che la ricambiò con uno sguardo afflitto prima di posarlo a terra come se non avesse il coraggio di guardarla ulteriormente.

Quel gesto le fece scorrere l'ansia nelle vene.

Qualcosa non andava decisamente.

Tornò a guardare la donna che ora tremava ancora di più.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi qui con un capitolo un po' lunghetto...mi ha preso decisamente troppo la mano e spero non risulti noioso.

Ve lo prometto nel prossimo saprete finalmente chi è questa misteriosa donna.

Voi cosa dite?

Avete delle idee a riguardo?

Fatemi sapere cosa ne pensate e se la storia vi piace o se avete dei consigli.

Insomma ditemi la vostra se ne avete voglia.

Grazie.

Un bacione da Fly90.


  
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