Come aveva detto il re, alcuni
giorni
dopo iniziò la costruzione del laboratorio
all’interno di una montagna,
posizionata non molto lontana dalla capitale.
Scimourg era stato incaricato dal
re di
supervisionare i lavori.
Mentre Utlim era ancora occupato
con i
macchinari sotto l’edificio in montagna.
Non che la cosa lo facesse
contento, ma
la ricerca della seconda nave era diventata per tutti un incubo: le
congregazioni e le tribù la cercarono in lungo e in largo
per il pianeta,
compreso una parte del mare, ove in alcune zone era troppo profondo per
qualsiasi mezzo, fino a quel momento, inventato o costruito su quel
pianeta.
Turk aveva pensato a quella
possibilità, se non addirittura a chiedere aiuto al
Generale, ma l’idea non
piacque a nessuno di quelli con cui ne aveva parlato e la questione non
fu più
trattata.
Ma con l’andare del
tempo, la
possibilità che la nave fosse la in fondo, persa
chissà dove, inizio a riempire
i pensieri di maghi, cavalieri, alchimisti e non maghi.
Le ricerche, dopo più di
sessanta
giorni solari, furono abbandonate, per puntare sullo sviluppo del
laboratorio,
che comunque avrebbe richiesto tempo.
Intanto, nei piccoli laboratori
dispersi per il pianeta, tutto ciò che era stato trovato sul
pianeta natale
veniva studiato e sezionato, cercando di sviluppare una tecnologia
simile a
quella di cui era in possesso il Generale, visto che la prima nave era
inutilizzabile e la seconda era introvabile.
Scimourg e Utlim si ritrovarono con
il
re nell’enorme salone dopo più di cinque mesi.
“Allora Utlim, scoperto
qualcosa?”
Chiese il re.
“Mah.. secondo me i
macchinari che
avete recuperato, sire, non funzionano… anzi…
sembrano fuori uso. Ho tentato
più volte di controllare i sistemi, di ripristinarli, ma
niente. Siete sicuro
che questi macchinari funzionavano, ai tempi…”
Chiese Utlim, in modo umile.
Il re si fece serioso.
Il fatto che i macchinari
funzionassero
gli era stata trasmesso dal suo predecessore.
Ma ormai era morto e di certo non
lo
poteva togliere dalla tomba per chiederglielo.
Il silenzio scese tra i tre uomini,
mentre il rumore di sottofondo dei macchinari continua imperterrito,
ronzando
nelle orecchie dei tre.
“Avete usato tutte le
procedure?”
Chiese il re.
“Tutte… in che
senso?” chiese Scimourg.
“Una volta
c’era un manuale…” Il re si
avvicinò ai macchinari, tastando con la mano sotto il
tavolo, da cui ne tirò
fuori un voluminoso libro.
Il re incominciò a
sfogliare il libro,
con la polvere che voleva di qui e di là, facendo tossire i
presenti.
Il re si fermò a circa
metà del libro e
indicò a Utlim un paragrafo: parlava di un riavvio dei
sistemi in caso di mal
funzionamento.
Utlim si mese al lavoro e, poco
dopo, i
macchinari si riavviarono in modo completamente diversa.
Si accesero altri monitor, oltre ad
un
enorme monitor piatto appeso alla parete di fronte ai tre.
Quello che indicava era sicuramente
qualcosa di metallo, posto in mezzo ad un deserto… di acqua.
Il re borbottò, Scimourg
lancio vari
accidenti e Utlim continuò a leggere il libro, fino a
trovare quello che
cercava.
“Si può
comandare da qui la nave,
signore!” Disse Utlim ai due.
“Sì!
Così se lo muoviamo da qui, tutti
sapranno di questo e di noi. Se non lo muoviamo, bisogna inventare
qualcosa per
sollevarla, ma i macchinari mancanti si vedranno…”
Utlim fu interrotto, con una mano,
dal
re.
“I macchinari non erano
una parte della
nave, per cui nessuno ne noterà la mancanza…
erano sulla prima nave. Facciamo
così…” Il re rimase un attimo
silenzioso. “Ormai hanno smesso di cercarla, le
tempeste tra un mese ricominceranno in quella zona.. quando ne
verrà una un po’
più forte, la nave verrà sospinta da una corrente
sottomarina verso fondali più
bassi, dove verrà trovata… si, ma da chi.
È in una zona dove non ci va
nessuno…”
“Errato, mio
sire.” Scimourg si era
avvicinato all’enorme monitor. “Non è
segnato il nuovo villaggio che, per
ordine vostro, verrà costruito lì per aumentare
la pesca nella zona, visto che
la gente non ha lavoro e lì gli … sono numerosi,
in branchi. Magari una
università metterà lì una sede per
aiutare i pescatori migliorare la pesca.”
I tre si misero a ridere a
crepapelle.
“Bella idea, Scimourg.
Siete un genio.”
Disse il re, con gli occhi piangenti.
“E gli altri.. dobbiamo
avvisarli?”
Chiese Utlim.
“Sì. Metteteli
sul chi vive. Abbiamo
solo tre mesi per preparare tutto. Chiamate tutti. Prima ci muoviamo,
prima
risolviamo questa storia.” Disse il re.
“E gli altri…
quelli che sono con il
Generale?” Chiese Scimourg.
“Da quanto non li
contattiamo?” Il re
guardò Scimourg in modo preoccupato.
Utlim abbassò la testa e
Scimourg fece
lo stesso.
“Non hanno più
comunicato da quando
sono partiti da qui, con il Generale. Forse li abbiamo persi..
Forse…” Scimourg
parlava a bassa voce, prostrato.
“Contattateli e fatevi
dire cosa
succede. Forse hanno trovato il resto e la cosa non mi piace.”
Il re disse l’ultima
frase mentre se ne
stava già andando.