Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Lady Moon    30/05/2016    0 recensioni
Margherita è una ragazza che, dopo aver avuto una discussione con la sua famiglia, passa la notte su una nave apparentemente vuota, attraverso la quale prova diverse sensazioni. Nonostante non avesse intenzione di allontanarsi da casa ma di ritornare dai suoi, il giorno dopo si risveglia in mezzo al mare, lontana ormai dal porto, tanto da non riuscire più a riconoscerlo.
Conoscerà dapprima due marinai misteriosi, i quali sostengono di non essere soli sulla nave, nonostante Margherita non riesce a vedere nessun altro, a parte loro. Dopo aver constatato che probabilmente non tornerà subito a casa, cosa farà Margherita? Si unirà a quello strambo equipaggio? Quali avventure le aspettano? E quello strano galeone quali segreti nasconde? E' necessaria la sua presenza sulla nave? Per dove è diretta? E perché?
***
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3: Il destino di Aries.


Cornelius fece una risatina di sottecchi, Peter lo guardò, sorridendo a sua volta.

«Cosa c'è di divertente? Non è umano... cosa vuol dire ''oltre 150'...» - disse Margherita.


«Per quanto sia difficile da credere, noi qui... TUTTI, su questa nave... siamo...» - esordì William.


«Will» - subentrò Harry, cercando di troncarlo.


«QUASI MORTI! O COME MORTI! Okay?» - strepitò William, adirato. Harry sbuffò.

Il cuore di Margherita sobbalzò così tanto da farle credere che prima o poi si sarebbe come staccato. Era incredula, fin troppo, non potevano dire il vero... di sicuro uno per uno, lì, erano matti. Che siano divenuti tali per il gelo, o per i troppi anni passati lontani dalla terra ferma a lei dopo tutto non importava.


«Non fare quella faccia, miss!» - enunciò Cornelius.


«Forse Will è stato fin troppo esplicito... ma beh, vedi, a volte per evitare un'ansia eccessiva ce n'è bisogno» - concluse, sorridendole.


«Perché? Perché “quasi morti”... o “come morti”? Io non capisco, com'è possibile?...
Perché sta capitando questo proprio a me? Chi diamine siete voi!?» - gemette Margherita, andando avanti e indietro per il ponte, con le mani sulla testa, in cerca di risposte verosomili, di un briciolo di ragione, rivolta più a se stessa che agli strambi marinai.


«Di', ragazzina, lo shock ti ha fatto già dimenticare i nostri nomi? O forse sei solo un tantino confusa? Coda vuol dire “chi siete voi?”, ci siamo presentati un attimo fa!» - soggiunse Peter per sdrammatizzare, Harry rivolgeva lo sguardo al suolo.


«Voi mi state prendendo in giro. Non può essere vero. Smettetela!» - implorò Margherita, quasi con le lacrime agli occhi.


«Possiamo parlarne?» - proferì Harry, rigidamente. Margherita finalmente lo guardò, l'aveva ignorato da quando William le aveva sparato in faccia che erano un branco di marinai quasi defunti, o forse - indirettamente - un branco di pazzi su un vecchio galeone.


«So che tutto questo può sembrarti inverosimile. E so anche che hai voglia di urlare, sbattere la testa contro l'albero maestro, ma vedi, non ti servirà a niente e non cambierà le cose. Sì, noi siamo come fantasmi, se così possiamo essere definiti, ma onestamente non azzarderei ad esprimere tale giudizio, neppure io che dovrei conoscere qualche esito in più di te. Piuttosto, direi che siamo vecchi marinai che viaggiano... viaggiano per mare e hanno forse qualche anno di troppo che, se posso aggiungere, benché non sia rilevante, non dimostrano. Per ciò esiste una ragione... che i miei vecchi amici sapranno aiutarmi a spiegare. Molti anni fa, quando eravamo solo dei ragazzini, direi quasi la tua età, ci imbarcammo e diedimo avvio alle nostre avventure, avventure che non dimenticheremo mai, perché ci hanno segnato nel profondo, perché ci hanno fatto crescere, perché ci hanno reso gli uomini che siamo adesso. Crescere vuol dire pensare, capire, conoscere, e fidati, molte di quelle cose che sulla terra ferma non si capiscono, per mare appaiono nella maniera più naturale possibile, chiara, limpida, come acqua cristallina, la stessa che abbiamo avuto la fortuna di incontrare e di contemplare... 
Tuttavia non sempre le nostre avventure potevano regalarci cose belle. Ci sono stati periodi difficili per noi... come ovvio... in particolare uno, accaduto nel lontano 1863» - disse Harry, nella maniera più soave e stimolante possibile, affinché Margherita trovasse modo di ascoltare e di capire.


«Quel giorno il mare era agitato e stavamo quasi per lasciarci le penne. Era una tempesta. Una di quelle che compare nei tuoi sogni più tenebrosi e oscuri... una di quelle che non ti sai spiegare del perché accadono, quando ci sono delle persone in vita su una nave che fanno il loro lavoro, compiendo il loro viaggio» - aggiunse William, continuando il discorso.



 
       ***
 


«Harry! Harry! Harry! Cosa facciamo? Dov'è Seamus? E Sebastian? La nave non resisterà per molto se continua così!» - urlò William disperato, rivolgendosi all'amico Harry, mantenendo saldo il volante della nave, cercando di non barcollare. Harry cadde nel tentativo di guardarlo, era sul ponte cercando di dare una mano ad un marinaio che era caduto per via di una botte venutagli addosso. Il vento era forte, il cielo troppo buio, il mare impetuoso, la nave traballava a più non posso. Dell'acqua entrava, dell'altra usciva, i marinai non riuscivano a toglierla in tempo dal ponte che quest'ultima entrava nuovamente. Poi si udì un tuono, preceduto da un lampo iridescente e una pioggia fitta e veemente iniziò ad inondare la nave. 



«Ci mancava solo questa!» - strepitò un marinaio spaventato.


«Calma, ragazzi! Togliamo quest'acqua o rischiamo di affondare! William! Non so dove siano! Erano qui un attimo fa!» - urlò Harry, in risposta all'amico.


«Dannazione! Oh, capitano!» - ululò William, scorgendo il suo capitano, zuppo.


«Non mollate, uomini, non mollate! Chi manca all'appello, Will?» - domandò quest'ultimo, adirato.


«Nessuno... signore...» - 


«Will. Ti ho chiesto di riferirmi chi manca all'appello! Hai fatto dei nomi con Harry prima, dunque adesso servili a me!» - abbaiò il capitano.


«Io... signore... non ho fatto nessun nome» - mentì William, evitando gli occhi fissi e del color della pece del capitano.


«Se non me lo dici, non rivedrai mai più questa nave, ammesso che sopravviveremo questa notte. È una promessa, Will» - disse il capitano, cercando di sembrare sicuro.


«Se-Seamus... signore... e Sebastian...» - farfugliò William, pentendosene amaramente.


«Ah, sì? Togliti, valli subito a cercare, e di' loro che sono morti se non si fanno rivedere! Mi metterò io alla guida» - inveì, William obbedì immediatamente.

La pioggia diventava sempre più forte e i tuoni sempre più tumultuosi, i venti innalzavano le vele a tal punto da stracciarle a poco e non c'era verso di far fuoriuscire l'acqua dal ponte della nave, la quale pareva si stesse esercitando in un ballo piuttosto bizzarro. 


«Cosa faccio? Seamus e Sebastian non so dove siano e il capitano ce l'ha a morte con loro...» - disse Will ad Harry, raggiungedolo subito.


«Dobbimo trovarli subito! Prima che...» - iniziò Cornelius ma si interuppe all'istante. Agli occhi di Harry e William pareva che avesse visto un fantasma. Gli occhi erano serrati, il volto arrossato in maniera evidente, nonostante la pioggia lo inzuppasse. 
Si voltarono verso le loro spalle, dove Cornelius guardava. Non l'avevano mai vista prima: un'onda gigantesca stava per raggiungerli, stava per inghiottire la nave. Delle urla si iniziarono ad innalzare e sempre più preghiere venivano enunciate da chi aveva il coraggio e la forza di parlare ancora. 
Per tutto l'equipaggio quell'onda sembrava la porta d'ingresso per il Paradiso o per l'Inferno, ma la cosa non entusiasmava molto, anzi, rabbrividiva. Era lo specchio d'avvio alla morte


«Ragazzi...» - balbettò Cornelius... le lacrime che si confondevano con la pioggia, il cappello in mano in segno di arresa.


«No, Cornelius! Non è finita! Non ancora!» - incoraggiò Harry, stringendogli le braccia e guardandolo negli occhi, intensamente.


«NON È FINITA!» - ribadì, lo sguardo gelido quanto quella notte, forte quanto il vento.


«Ricordi cosa mi dicesti? “È questo il nostro sogno, amico, viaggiare per mare! Ed io affronterò ogni ostacolo e lo supererò, purché ci sia la possibilità di continuare a farlo, di continuare a vivere! Io non morirò prima di questo, io non morirò!”» - Cornelius riconobbe all'istante quelle parole, chiuse gli occhi, sorridendo e inspirando.


«Harry...» - disse William, non smettendo di guardare l'onda.


«Si avvicina» - 

Buio.



 
***
 


«Non capisco! Cosa è accaduto dopo? Siete stati colpiti da quell'onda, no? Dovreste essere mor... cioè lo siete “quasi” ma... come...» - borbottò Margherita, mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.


«Un anno dopo ci siamo risvegliati ma fu come se fosse passato solamente un secondo della vita terrestre. Tutto era normale, tranne le stelle e la luna. Non eravamo in quella posizione quando l'onda ci assalì, le bussole erano come impazzite, le mappe all'apparenza sbagliate. Era passato un anno sotto i nostri occhi e non ce n'eravamo resi conto. La nave era intatta, a parte le vele, che erano state stracciate. Aries era a posto, noi eravamo vivi... ma non per molto» - rispose William.


«Cosa vuol dire?» - insistette Margherita.



«Che dopo un po' di tempo ci accorgemmo che invecchiavamo, che avevamo fame e sete, ma non era come un tempo. C'era qualcosa in noi di strano, di diverso, come se le nostre anime fossero state legate a qualcosa» - disse Cornelius, allargando gli occhi. 


«E a cosa sono legate le vostre anime?» - 


«Un marinaio fu sparato da un pirata nel 1879, il mese di aprile, era un giorno piuttosto calmo, la marea era bassa. I pirati attaccarono Aries, noi la difendemmo a dovere, ma loro ci avevano teso una trappola. Quel marinaio cadde in terra, il proiettile conficcato nel suo fegato. Lo guardai, tentai di salvarlo ma cessò di respirare. Chiusi gli occhi, ero disperato... era la seconda volta che vedevo qualcuno morire, anche se non dell'equipaggio... li riaprii un attimo dopo e assistii a qualcosa di straordinario... gli occhi del marinaio erano aperti, immobili, e guardavano il cielo. Lo stesso si alzò dopo due secondi, incredulo, guarito. Il proiettile era come vaporizzato dentro di sé. I restanti pirati assistendo alla scena si getterano in mare, terrorizzati.
A cosa siamo legati? Da un fato, se così possiamo definirlo, da un incantesimo o maledizione, da una magia. Quell'onda ci ha trasformati, ragazza, quell'onda ci ha reso quello che siamo: immortali, più che morti, più che vivi» - disse Harry facendo immaginare nella testa di Margherita ogni singola scena, ogni minuzioso dettaglio.



«Incredibile... ma... non è poi così male, in fondo, no?» - disse Margherita, sorridendo, dopo ore ed ore che non lo faceva.


«L'immortalità? Il fatto di non sapere se essere vivi o morti? Chiedilo a lui, chiedilo a George cosa avrebbe preferito in quel momento: morire, oppure rianimarsi un attimo dopo, per poi poterlo rifare per sempre» - rispose Harry, scuotendo il capo.



«Non credo le piacerebbe conoscere la mia risposta» - disse una voce estranea, ma Margherita intuì subito a chi potesse appartenere. 


«Piacere, cara» - disse George, raggiungendo gli altri. Indossava una maglia blu rigata, un paio di jeans neri e nessun cappello, nessuna bandana, nessuna gamba zoppa o bastone. Era il più mingherlino di tutti, avrebbero potuto scambiarlo per un ramoscello, se fossero stati con poca luce e lui fosse rimasto immobile. Non era anziano, ma aveva sicuramente più anni di Peter. Il suo sorriso scoprì alcuni denti d'oro.


«Sai, è divertente sparire ed apparire in un battibaleno. Se l'incantesimo di quell'onda c'avesse dato solo questo “potere”, probabilmente saremmo stati tutti felici. Ah, perdonami, non ho specificato che quel marinaio colpito da una bella e fugace pallottola sono io» - sghignazzò George. Margherita incominciava a capire come mai all'inizio non avesse visto nessuno. Semplicemente non volevano farsi vedere.


«Pia-piacere, Margherita... ehm... le presentazioni non finiranno mai, vero? E, spiegatemi una cosa: come può un'onda esercitare un incantesimo? E non c'è nessun modo di liberarvi da esso?» - domandò Margherita, più curiosa ed impaziente che mai.



«È stato qualcuno. Uno stregone, per l'esattezza, la sua famiglia è stata molto in mare, hanno sempre esercitato incantesimi nelle acque. Egli si cela agli occhi di tutti ed è potente. È costato ad Aries di sottoporsi a tale incantesimo, purtroppo» - rispose George.



«Ma sì, possiamo essere liberati» - riprese William.


«C'è una profezia che abbiamo scoperto nel corso di questi lunghi anni: un valoroso marinaio, estraneo alla nostra ciurma, amante del mare, compiendo un estremo atto di coraggio e salvando la vita ai suoi cari, libererà le anime incantenate all'immortalità e donerà loro la pace» - disse Cornelius.


«L'unico problema è che fin ora nessun marinaio del genere si è aggregato alla ciurma, e beh, siamo soli» - continuò. Peter abbassò gli occhi al suolo.


«Nessun marinaio che abbia salvato i suoi cari, o che abbia dimostrato atti di coraggio, a parte noi, è stato qui in questi ultimi anni. Noi pensiamo che sia infatti una diceria, ma non possiamo non crederci, ci dà speranza. Forse da qualche parte un marinaio ha necessità di compiere tali gesti e potremmo chiedergli di aggregarsi a noi» - convenne Peter, il quale era rimasto in silenzio per un bel po'.



«Ma perché uno stregone dovrebbe fare una cosa simile? E poi... non esiste la magia» - disse Margherita, seppure con una vena di riluttanza.

Tutti i marinai lì presenti la guardarono severi, rimanendo in silenzio. Margherita ripensò a quanto detto e ne dedusse che di certo non aveva bestemmiato; eppure per quegli uomini di mare pareva avesse appena proferito un'eresia. 


«Tu credi, ragazza?» - domandò Cornelius, serio, come non lo era mai stato prima di allora.


«Io... non lo so...» - barbugliò Margherita, a disagio, confusa.


«Se non sei sicura di una cosa, non darle retta!» - propalò William.

Harry fece un passo in avanti e sforzandosi di sorridere continuò il discorso.

«Perché uno stregone dovrebbe minacciare una nave? Semplice. È la sua natura. Mai sentito parlare di streghe cattive o di stregoni sulla terra ferma? Beh, esistono coloro che maledicono le acque, il destino di noi poveri marinai, anziché fare esperimenti ed esercitarsi sulla terra ferma» - spiegò Harry.


«A volte si cerca di far del male agli altri solo per vendetta, per rammarico, dissidio interiore» - aggiunse Peter, pensoso.


«C'è dell'altro: dobbiamo trovare una mappa, che segna un baule nascosto, una volta trovato, su una vecchia pergamena o inciso sulla sabbia all'interno di esso c'è il nome del presunto giovane. Se ci pensi, sarebbe molto utile avere un nome per una ricerca facilitata» - disse Harry.



«Wow! Dove pensate sia? E voi siete l'unica nave che è stata colpita dall'incantesimo?» - domandò Margherita, più curiosa ed interessata che mai.



«Mi auguro di sì o saremmo alla ricerca dello stesso giovane in troppi. Triste sorte ci spetta e ci ha spettato, per mezzo di chi nemmeno conosce i nostri volti. Ad ogni modo, è davvero difficile trovare quella mappa, c'è chi pensa sia su un'isola abbandonata da millenni, chi sostiene invece si nascondi in una bottiglia nelle profondità marine» - rispose George.


«Che guaio! Come farete a prenderla se si trova in fondo al mare? E se qualche nave maledetta come la vostra legge il nome prima di voi? Vi mancava solo questa!» - esaminò Margherita, seriamente preoccupata. Harry apprezzò il suo interesse.


«Guarda sempre il lato positivo delle cose, ragazza: adesso ci sei tu, che ci darai una mano nella ricerca!» - divulgò Cornelius, spalancando le braccia.















*Nota dell'autrice
Rieccomi, lettori, e buon salve! :)
Ammetto che per pubblicare questo capitolo ho sudato freddo! (Sì, non tiepido, né caldo... okay, potevo risparmiarmela questa) In breve: mi si erano cancellati per sbaglio tutti gli accorgimenti che avevo fatto e ho perso quindi molto tempo per aggiustare alcune parti per la seconda volta. T_T
Che dire, sono felice adesso di essere riuscita nella pubblicazione, e spero gradirete! Ringrazio come sempre chi mi segue e chi è arrivato fin qui.
Alla prossima,
un saluto!*

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Lady Moon