Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh! Arc-V
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Autore: Alice_nyan    30/05/2016    3 recensioni
{Sora Shiun’in (Sora Perse); Yuri} {Missing Moment} {Academia} {1469 parole}
Con le braccia tese in alto verso uno scaffale e la schiena perfettamente perpendicolare al suolo, allungava le dita dei piedi e alzava i talloni nella speranza di guadagnare qualche misero centimetro in più che la Natura non era stata abbastanza gentile da donargli. E che rabbia poi, quando riuscì solo a sfiorare il cardamomo dell’ultimo ripiano, lì, in alto rispetto a quella testolina azzurra che si tanto ingegnava per poter sopperire alla propria ingenerosa statura!
Piccoli gemiti i suoi, di fatica e rabbia, che si tramutarono molto presto in un ghigno malefico, quando, con le boccette delle spezie avvolte dalle esili braccia e posate disordinatamente sul petto, pregustava l’immagine del volto di Yuri.

Alice_nyan
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sora Shiun’in/ Sora Perse, Yuri /Joeri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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.Vendetta in Cucina.

 “Cosa stai facendo?” Sora lo squadrò interrogativo mantenendo uno sguardo osservatore ad ogni movimento dell’amico. Seduto su una sedia attorno ad un piccolo tavolo rotondo, era da ormai una decina di minuti che lo seguiva con gli occhietti verdi a qualche metro di distanza.
“Preparo un the.” fu la risposta secca del poco prolisso Yuri che, muovendosi con scioltezza tra i mobili e le pentole della cucina, allungò una mano all’interno di una scatola in legno e ne estrasse una bustina di carta colorata. Successivamente si diresse in direzione dell’angolo cottura interessato al più piccolo dei cinque fornelli elettrici disponibili, sul quale era riposto un pentolino ricolmo d’acqua bollente.
“E a cosa fai il the?” chiese il turchese scuotendo da una parte all’altra la testa e muovendo curioso le gambe impazienti – quanto lui – di ottenere una risposta esaustiva.
“Ai frutti di bosco.” rispose, aprendo la busta contenente un sacchetto di foglie e bacche senza dargli particolare importanza e riponendola all’interno di una teiera in porcellana dalle preziose decorazioni accuratamente impresse sulla rigonfia superficie esterna.
Guardò l’altro ragazzo, sembrò esitare per un momento, ma prese ugualmente una tazzina sola e la poggiò sul tavolo.
Versò attentamente l’acqua all’interno della teiera e, nell’attesa, decise di prendere anche un cucchiaino per poter sorseggiare la bevanda. Cercò inutilmente con gli occhi, poi compiendo alcuni silenziosi giri attorno al tavolo, il contenitore delle posate.
“Lo zucchero è lì.” lo informò l’amico, deciso ad aiutarlo.
“Bevo solo the senza zucchero.” lo liquidò arricciando il naso: l’effetto che gli dava il solo pensare a quella consistenza dolciastra e stomachevole lo portò ad assumere un’espressione a dir poco stizzita; l’altro la notò con dapprima curiosità e ingenuità, poi, dopo aver rimuginato qualche secondo di troppo, interpretandola come un palese affronto personale.
Solo allora Sora collegò quanto accaduto. Il the non era per lui, né tantomeno lo avrebbero bevuto insieme. Yuri, quell’egoista, lo stava preparando per sé!
Figurarsi! Io ADORO lo zucchero!
Prima che i tre minuti necessari per l’infusione terminassero, Yuri – che nel frattempo aveva fissato l’orologio da polso contando i secondi trascorsi – venne chiamato da una guardia: il Professore aveva qualche domanda da porgli ed era necessario che si presentasse subito da lui.
Così Sora, ridacchiando per l’incredibile colpo di fortuna e l’occasione sfruttabile, rimase da solo, a far compagnia al the.
“Ah, Yuri, Yuri!” cantilenò col sorriso stampato sul volto, compiacendosi ed eccitandosi per tutte quelle maliziose idee che gli continuavano a pizzicare la mente.
Si avvicinò al luogo da lui stesso indicato qualche minuto prima e prese il contenitore in vetro dello zucchero. A suo parere un cucchiaio intero ricolmo di quell’ingrediente non era abbastanza per vendicarsi, quindi errò per la cucina alla ricerca di qualcosa di più esemplare.
Vaniglia, cannella, noce moscata... Prezzemolo e salsa di soia, sì! Oh! Dulcis in fundo, peperoncino! E poi? Poi? Humm... Vediamo: aglio, curry...Certo! Sale e pepe! Quale? Rosso o bianco? E se il nero fosse più forte? Tanto meglio, sì, sì!
Con le braccia tese in alto verso uno scaffale e la schiena perfettamente perpendicolare al suolo, allungava le dita dei piedi e alzava i talloni nella speranza di guadagnare qualche misero centimetro in più che la Natura non era stata abbastanza gentile da donargli. E che rabbia poi, quando riuscì solo a sfiorare il cardamomo dell’ultimo ripiano, , in alto rispetto a quella testolina azzurra che si tanto ingegnava per poter sopperire alla propria ingenerosa statura!
Piccoli gemiti i suoi, di fatica e rabbia, che si tramutarono molto presto in un ghigno malefico, quando, con le boccette delle spezie avvolte dalle esili braccia e posate disordinatamente sul petto, pregustava l’immagine del volto di Yuri.
ROSSO!
O ancor meglio viola, per la furia. Ed anche un po’ verde, colore del disgusto.
Un ultimo sorrisetto lo accompagnò fino al tavolo, sul quale lasciò le confezioni in vetro. Fissò neghittoso per qualche istante la tazza e poi, senza più ripensamenti, vi lasciò confluire tutta la propria vendetta.  Dopo aver versato per metà del the, riempì lo spazio disponibile con granelli raggrinziti, foglie secche e polverine irritanti, per poi mescolare grossolanamente il tutto e lasciare che le acque si placassero nell’attesa di poter vedere l’opera conclusa.
E come per miracolo ottenne una soluzione omogenea.
No, no, non se ne accorgerà!
E mentre finiva di dare le ultime mescolate al composto – più per curiosità che per una ragione precisa –, l’amico sbucò dalla porta.
“Ti ho beccato, svergognato!”
Fortunatamente era stato accorto e aveva avuto la prontezza di riportare le boccette al loro posto, ma i dubbi lo attanagliarono ugualmente, pur avendo fatto il possibile per non essere sgamato. Sora avrebbe tanto voluto rispondere qualcosa, dare anche solo segno di aver capito, ma rimase così sconvolto che la sua stessa mente non sapeva cosa pensare.
Il suo servizio da the! Non lo lascia nemmeno sfiorare e io ho in mano la teiera!
MALE.
E se... Dennis! Dennis avrà fatto la spia e avrà spifferato al Professore che anche ieri mi sono intrufolato nelle sale della cucina (anche se, effettivamente, la punizione per tutti i dolci che ho rubato l’ho già avuta col mal di pancia)!
MALISSIMO.
E se... Oh Dio! Se avesse visto tutto sin dall’inizio?
ANCORA PEGGIO.
Strinse i denti e contrasse involontariamente i muscoli aspettando una reazione da parte dell’altro.
Yuri si avvicinò con aria funesta, anche se manteneva un atteggiamento di fredda superiorità, e gli si parò davanti oscurando l’intera visuale.
“Ti chiedo scusa.” biascicò Sora pensando a questa come la maniera più indolore di liquidare la faccenda, pur bruciando ogni briciolo di orgoglio che aveva in corpo.
“Scusa?” accigliò un sopracciglio con sguardo irritato “Mi chiedi scusa? Dopo quello che hai fatto?”
Silenzio.
“Sei stato tu... tu...” strinse a pugno la mano destra, portandola al petto “la mia uniforme e tutti i miei vestiti...”
Uniforme?Vestiti?
Ah, sì, dimenticava anche quello.
Yuri si voltò di spalle e si tenne dritto in piedi cercando di mantenere la sua solita espressione calma e composta; ma questo gesto non poteva presagire nulla di buono.
“Sono diventati tutti, dannatamente, indiscutibilmente, rosa”, sibilò tra i denti con un certo tono d’odio, “rosa, mi capisci?!”.
Perse il controllo di sé: si voltò e alzò di scatto la mano destra intenzionata a dargli uno schiaffo in pieno volto; ma, con uno sforzo immane dettato dalla sua grande forza di volontà, si fermò prima che il palmo si posasse pesante sulla sua guancia, lasciando il braccio a mezz’aria.
Sora, sbalordito, serrò gli occhi e portò istintivamente le manine a fare da scudo al viso. Scampato dalla punizione corporale, assunse un’espressione umile e sommessa mentre fissava il pavimento. Poi, senza esitare, sgattaiolò via coprendosi gli occhi con le mani come se stesse per piangere. E che attore! Perché appena svoltò l’angolo, dopo essersi accertato di non essere seguito, si attaccò al muro ghignando e aspettando con impazienza che l’intero piano ordito venisse portato a compimento.
Certo, era terribilmente scosso dal comportamento dell’amico, – perdere le staffe solo perché i tuoi vestitini ti diventano dal fucsia al rosa, bah! –  ma pensò alla vendetta come la migliore delle consolazioni.
Nel frattempo Yuri si era quasi pentito di aver usato quelle parole contro un compagno oltretutto più piccolo: si sedette con vergogna su una sedia e portò le mani a reggere il mento, abbandonandosi ad un flusso di pensieri intricatissimo che andava dalle proprie considerazioni personali su quell’orribile colore, all’autocommiserazione, fino ad un’attenta analisi di antropologia filosofica.
Il rosa proprio no – meglio nudo che vestito di rosa – ma andare in giro nudo mi farebbe abbassare di livello – sarebbe una soluzione troppo drastica – l’uomo è malvagio dentro.
Il suo sguardo cadde accidentalmente sulla tazza di the ancora fumante: la prese tra le mani pensando di essere davvero fortunato ad avere sottomano un po’ di quel taumaturgico elisir.
Gli occhi di Sora non si staccarono un momento dalle sue labbra che si posavano sui fini bordi del contenitore. Yuri sollevò leggermente il braccio per ingoiarne un po’ e quando lo fece, pochi secondi dopo aver ricevuto i messaggi che le papille gustative avevano inviato alle proprie sinapsi, rimase immobile, paonazzo, con le guance a pesce palla pur di non vomitarlo, o almeno non in maniera così esplicita.
E lo ingoiò.
“Puah! CHE SCHIFO!” sbatté sgarbatamente la tazza sul tavolino in ebano e scattò in piedi.
Un’esplosione di sapori mai sentiti prima d’ora, un vortice di acre, dolce, salato, una mescolanza di erbe e spezie esotiche che solitamente provava solo singolarmente; un pizzicore sulla superficie irregolare della lingua, che si ritraeva, si stendeva, si contorceva per capire se ciò che tastava fosse fluido o viscoso, a tratti perfino solido.
Attese qualche secondo mentre cercava di allontanare quello strano sapore tossendo e ingoiando saliva, con le mani attorcigliate al collo con grande enfasi; ed infine, facendo mente locale, gridò su tutte le furie: “SORA!!!”
 
 
 
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Yey yey yey!
Ringrazio A_G1 perché è troppo cortese. Col tuo fare moe gentile, conquisterai tutto il mondo! E poi aspettavi la mia fiction! Ammetto che per l’attesa il titolo sia abbastanza inconcludente e di per sé alquanto scadente, ma ci accontentiamo, eh.
Per quanto riguarda la fiction: la “d” eufonica l’ho inserita (in una parola alla fine) perché boh, ci stava bene suppongo tanto è a discrezione mia ahaha.
Il finale doveva essere diverso (ci voleva più shonen-ai, obv), e forse avrà un seguito. Ma non sperateci troppo.
E soprattutto, nell’idea iniziale Yuri doveva essere allergico alle spezie. Maaaa comprendetemi, malmenare Sora non era proprio la mia massima aspirazione (e poi Yuri non picchierebbe nessuno, (semmai quello è Yugo!) è troppo cattivo! XD).
L’antropologia filosofica studia la natura dell’uomo (buono o cattivo, insomma). In maniera ironica, volevo far capire quanto per Yuri fossero importanti i suoi vestitini fucsia [cit. necessaria] tanto da paragonare il fatto di avere l’uniforme rovinata all’etica e alla morale sulla quale i filosofi non saranno mai concordi. A nessuno avrà fatto ridere, ma a me ovviamente sì u.u.
Ho scoperto con mio sommo piacere di adorare i discorsi indiretti (sì, quelli in corsivo sono i “pensieri dei personaggi espressi senza l’ausilio di verbi che introducano il discorso e direttamente in prima persona” per chi non lo sapesse) e il TNR 11 corsivo. Troppo piccolo? C’è quel grazioso tasto per ingrandirlo!
Spero di essere perfettamente IC, ci tengo molto >.< Piccolo appunto per quanto riguarda Sora: non mi sembra sia stato dipinto come un personaggio particolarmente orgoglioso, anzi, credo che pur di raggiungere i propri obiettivi sia capace di fare di tutto, quindi non reputo il suo primo “scusa” OOC. Yuri, al contrario, potrebbe risultarlo, ma l’abbiamo visto tutti come si atteggia alla “Neo New Sawatari” e poi il vestirsi di quell’orribile fucsia mi fa riflettere *sorride*
Saluto tutti quelli che mi faranno il piacere di lasciare una recensione, quelli che mi saluteranno random comparendo con messaggi altrettanto random nella mia random casella di posta; e tutti quelli che leggeranno questa inutile e modesta ff.
Sarebbe ridondante dire che un commentino veloce veloce farebbe piacere?
Alice_nyan
   
 
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