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Autore: Tsuki82    02/06/2016    4 recensioni
...le si era scagliato contro come un lupo affamato...e finalmente seguì l'incoscienza, l'oblio...e rimase solo il nero ignoto del nulla...
Non si può mai sapere quando il caso giocherà la sua ultima carta ma ciò che ci rende migliori alla fine sono i ricordi e se questi vengono a mancare che cosa potrà mai succedere? Si può vivere vagando tra la gente come uno sconosciuto e non capire perché tutti si voltano a guardare? E quanto è vicina la pazzia in questi casi?
Scopritelo con me, in un viaggio che sconvolge le regole di un uomo e di una donna che si cercano all'infinito. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter
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I mesi trascorsero inesorabili e ben presto arrivò il periodo Natalizio. Le strade si riempirono di addobbi e prematuri Babbi Natale che vendevano dolci o biglietti omaggio per serate e anche qualche bellissima donna in una versione fin troppo osé di Babbo Natale che richiamava gente nei vari locali.
Le vide di tutti trascorrevano come sempre. Kaori passava al Cat’s Eye ogni giorno dopo il lavoro: era diventata una segretaria, nella ditta televisiva di Uragami, e si trovava bene.
Da quello che raccontava, Miki e Kazue erano certe che fosse felice. Il lavoro le piaceva, Uragami era un vero gentiluomo, pieno di fascino e carisma, e la piccola Mayuko, sempre più peperina, ne approfittava ogni volta per farla andare a cena a casa loro.

Kazue ne era contenta e più di lei Kasumi. Ogni volta che arrivava Ryo al locale gli saltava addosso proponendogli appuntamenti galanti, fregandosene  se Kaori guardava o ci restava male.
“In guerra e in amore tutto è permesso!” aveva detto a Miki quando l’aveva ripresa per il suo comportamento sfacciato.  Solo Umibozu e la mercenaria percepivano il vero stato d’animo di Kaori.

Nel frattempo, Saeko aveva chiuso definitivamente il caso. Dopo aver messo sotto torchio la gang mafiosa e recuperata la dose di PCP venduta per comprarli, era riuscita a scoprire i legami tra Iwadate e la Union Teope.
L’uomo ne aveva fatto parte fin da quando era solo un agent, tramando con il vecchio capo anche l’uccisione di Hideyuki. Quando l’organizzazione fu debellata da Ryo, Iwadate era rimasto solo e si era fatto arrestare dopo aver attentato alla vita della ragazzina che portava in corpo il proiettile sparato da lui.
A farlo uscire dal carcere era stato proprio Kaibara, che voleva usarlo come capo della nuova Union Teope. Ma morto anche Kaibara, Iwadate aveva deciso di eliminare City Hunter prima di ricostruire l’organizzazione. Solo che aveva fatto male i suoi conti. Aveva ordinato di ucciderlo con una dose massiccia di PCP che invece gli aveva solo portato via la memoria. A quel punto, doveva far qualcosa e voleva farlo di persona, ma ci aveva rimesso la vita. Ogni suo tentativo era fallito eppure in tutti aveva lasciato una cicatrice difficile da sanare.

Adesso era Natale e le cose in qualche modo, procedevano. Un paio di giorni prima della Vigilia, Kaori aveva invitato Miki nel suo appartamento, confessandole il suo dolore. Aveva provato a guardare Uragami con occhi diversi ma, ritrovare Ryo in lui, le aveva fatto capire che non poteva sostituirlo con nessuno.
“Mi sono licenziata.” Le aveva detto, sorridendo “E finito quest’anno mi trasferirò a New York con Sayuri. Un cambiamento mi farà bene.”
La mercenaria tornò a casa con aria depressa, ma capiva fin troppo bene i pensieri di Kaori. Li aveva provati per Umibozu quando era stata abbandonata quindi, non poteva né giudicare, né consigliare. Voleva solo che quella vigilia fosse la più bella per Kaori.

Ryo, dal canto suo, sembrava fare una vita da frate. Scansava ogni donna, Kasumi compresa, e accettava solo casi complicati che spesso mettevano a rischio la sua esistenza.
“Pare che voglia farsi uccidere ai suoi stessi demoni!” aveva esclamato saggiamente Umibozu.
“Sono due stupidi!” sbottò Miki in mezzo alla strada “ Si cercano e, pure avendosi di fronte, non si trovano!” La sua frustrazione era grande e in parte si sentiva responsabile. Non aveva fatto molto per loro, ma avrebbe recuperato sicuramente.

La viglia di Natale arrivò carica di gioia e regali. Kaori si era vestita bene e con il cuore gonfio di emozioni, si accingeva ad aprire la porta del Cat’s Eye, ma la presa andò a vuoto perché qualcun altro l’aveva fatto per lei.
“Allora eri tu, l’ospite tanto atteso!” disse Ryo, senza mostrare emozioni.
Kaori sembrò non comprendere così lui le lasciò il passo e la fece entrare. Il locale era pieno di addobbi e al centro, c’era un solo tavolo con due coperti e tanti vassoi pieni di leccornie.
“Che significa? Dove sono gli altri?” domandò la donna stupita.
Ryo non rispose, si limitò a passarle un biglietto scritto in una bella grafia.
Oggi è un giorno speciale, fai il bravi e intrattieni il nostro ospite fino alla mezzanotte. E’ che un regalo che devi concedere, quindi, niente lamentele. Noi andiamo da Miki e Kazue. Miki e Umi.”
Kaori rimase senza parole, poi squadrò Ryo. Indossava uno smocking bianco. Le labbra si allargarono in un sorriso malinconico, “Scommetto che è stata Reika a scegliere questo abito.” Fece sbottando in una risata fine. L’uomo accennò un sì e il silenzio cadde tra loro. Ci volle qualche secondo prima che un leggero rumore li ridestasse da quell’attimo perso. Il ghiaccio nel secchiello si stava sciogliendo.
“Senti Ryo posso chiederti un favore?” domandò imbarazzata, l’uomo accennò un sì come risposta. “Brinderesti con me un’ultima volta?”
Si guardarono intensamente prima che lui rispondesse e sentiva che quella sarebbe stata davvero l’ultima volta.
Versò in due calici dello champagne e lo porse alla donna “Certo!” disse con voce piena d’emozione. Ci volle meno di un minuto per svuotare i bicchieri, poi Kaori afferrò un pezzetto di dessert e lo guardò divertita, “Mai bere a stomaco vuoto.”
Mangiò avida quella misera porzione, cercando di controllare le lacrime.
“Senti, immagino che vorrai raggiungere gli altri, allora facciamo un pezzetto di strada insieme ma, quando arrivi da loro, di a Miki che la ringrazio. Lei saprà a cosa mi riferisco.” Fece la donna con voce leggermente tremula.

Ryo le aprì la porta e chiusa il locale. A suo discapito poteva dire di aver provato.
Il tragitto fu silenzioso ma ad ogni passo sentiva qualcosa battere nella mente.  Camminare in quel modo era rassicurante. L’odore di Kaori gli provocava nostalgia e tenerezza. Aveva il passo leggero e gentile, qualcosa che sentiva essergli mancata.
Fu una camminata piena di ricordi pure per Kaori. L’odore del muschio bianco e delle sigarette di Ryo la inebriavano. Voleva aggrapparsi a lui, fargli sapere che lo amava anche se non era più il vecchio Ryo, anche se sembrava cambiato. Lei lo amava come il primo giorno e forse anche di più. Ma non parlò, si limitò a tenersi tutto dentro e camminare.

Solo quando arrivarono vicino al parco, lei lo afferrò per un polso fermandolo.
“Io sono arrivata.” Gli disse, sorridendo “ Ci salutiamo qui e saluta tutti gli altri per me.”
“Perché?” domandò lui, corrugando la fronte, “Che devi fare qui?”
La donna abbassò lo sguardo “Devo mantenere la promessa che mi sono fatta un po’ di tempo fa. Aspettare la fine della Viglia al parco. Aspettare che arrivi.”
Ryo non chiese altro, non era nel suo stilo la curiosità morbosa. Accettò le sue parole e la salutò con la mano.
“Addio.” Sussurrò Kaori, voltandosi e dirigendosi al parco con passo svelto.

Lo sweeper continuò  a camminare, pensando a come giustificarsi con Miki. Giustificarsi? Lui non doveva spiegazioni. Afferrò il biglietto della mercenaria che si era infiliato in tasca, più per vizio che per altro e si che accorse che era attaccato ad un altro biglietto che non aveva notato.
Ryo sii buono con lei stasera. Kaori presto partirà per New York e non la rivedremo mai più. Tu sei l’unico che lei abbia amato e continua ad amare e credimi ama anche questo te così diverso da ciò che eri. È solo per una serata. Non sprecare altri ricordi. Miki
Ryo si fermò in mezzo alla strada, mentre coppiette felici e passanti gli giravano attorno in un tumulto di risa e chiacchere. Ogni cellula del suo corpo stava elaborando la notizia.
Non l’avrebbe vista mai più. Quel muro si sarebbe trasformato in Oceano e non sarebbe stato possibile trovarla mai più. D’un tratto un conato di vomito gli salì alla gola e prese a sudare freddo. Si scostò sulla strada principale rintanandosi in un vicolo buio. Spalle al muro si lasciò scivolare a terra mentre l’oblio si prendeva la sua mente.

Erano passate diverse ore da quando lo aveva salutato. Si era seduta su quella stessa scalinata dove, appena diciassettenne, aveva scoperto che Ryo e suo fratello lavorano per una misera monetina da 50 cent. Sorrise a quel ricordo. Ne era innamorata già da allora. Aveva sprecato così tanti anni, preda delle sue paure, che ormai non poteva più dare a lui tutte le colpe.
Da ragazzina si era trasformata in donna, la sua donna eppure era stata dimenticata. Lasciò che le lacrime sgorgassero, rivivendo tutti i loro momenti più belli. Il vero nemico era il destino che li aveva separati per l’ennesima volta e stavolta per sempre. Mise una mano sulla bocca, per attutire un singhiozzo e tirò su col naso.
“Mancano pochi minuti alla mezzanotte e anche questa vigilia sarà passata con una promessa infranta.” Si disse inconsolabile. Portò le ginocchia al petto e si raggomitolò su se stessa. Il suo più grande amore sarebbe stato il suo più grande rimpianto.
Il ticchettio dell’orologio della piazza sembrava volerle dire che non c’era più tempo, che doveva rassegnarsi, ma non poteva. Non poteva cancellare tutte quelle speranze che per anni l’avevano accompagnata e non poteva cancellare Ryo.
No! Lui MAI!

Un rumore di passi la fece trasalire, non voleva che qualcuno avesse pietà di lei. Sollevò il viso e allungò le gambe, senza voltarsi a guardare chi si avvicinava. Una persona si sedette al suo fianco e lei spalancò gli occhi.
“Ho fatto in tempo. Così me ne sono persa una sola di vigilia!” sbottò l’uomo al suo fianco.
Kaori si voltò, meravigliata e stupita. “Ryo?!” fece, mandando giù lacrime e pensieri tristi.
“Scusami se ci h messo tanto a tornare. Aspettavi da molto, Sugar Boy?” domandò, accarezzandole la testa con dolcezza.
Non aveva parole per rispondere, solo paura che fosse un bel sogno dal finale triste. Ryo sembrò leggerle nella mente. Le sorrise e teneramente la baciò, “Di solito ci si risveglia dai sogni quando baci qualcuno!” disse, sussurrandole sulle labbra.
Non poté aggiungere altro perché lei lo immobilizzò in un abbraccio intenso.
“Ryo! Ryo!” sussurrò stringendolo, “Sei tornato!”
“Ci ho messo tanto vero? Nel parco mentre ti cercavo ovunque, pensavo che forse ci avevo messo troppo, che non ti avrei trovata, che non avresti aspettato!” disse con la sua bellissima voce profonda, carica di quell’amore che gli aveva dato una nuova vita.
Kaori sorrise, scuotendo la testa, “Lo sai che ti aspetterò per sempre! Ti aspetterò per l’eternità!”  Ryo non rispose, si limitò a godersi quel profondo calore che per un attimo aveva dimenticato, poi di colpo la scostò, “Bugie! Volevi andartene a New York!” disse, mettendole il broncio, incrociando le braccia in posa da offesa.
Kaori balbetto qualche parola prima di accorgersi della trappola. Sorrise e gli sussurrò di perdonarla.
“Solo se mi dici una cosa!” sbottò lui sollevando un dito.
“Cosa?”
“Chi preferisci dei due? Lo stallone di Shinjuku o il bel tenebroso del mio passato?” chiese avido. La donna lo guardò stupita. In effetti, era una domanda difficile. Per certi versi preferiva questo Ryo e per certi altri, quell’altro lui.
Ci pensò su un attimo che durò a lungo, muovendo lo sguardo a destra e sinistra indecisa.
Lo sweeper le afferrò la testa con una mano e incatenò lo sguardo nel suo, “Schiocchina. L’uno o l’altro sono sempre io!” disse canzonandola “Come puoi deciderti tra l’uno e l’altro?”
Kaori sorrise e accennò un sì, perché lei amava tutto di quell’uomo che le aveva rapito l’anima, restituendola carica d’amore. Rimasero lì, seduti, abbracciati per un po’, poi la donna si decise a chiedere un favore.
“Possiamo estendere la nostra promessa fino a tutto il Natale? Almeno per quest’anno!” domandò speranzosa. Ryo sospirò sconfitto. Sapeva che le sue armi ormai non servivano più.
“Se vuoi!” rispose lui conciso.
Il suo sì accennato bastò a dare fondamento alla promessa e un bacio dolce e intenso la sugellò.

“Ormai è fatta! Ha appeso il cappello al chiodo!” esclamò Mick a bassa voce. Miki e Kazue si abbracciarono, felici di quel lieto fine e, trascinando via Mick che voleva continuare a fare lo spettatore, se ne andarono. Solo Umibozu si attardò un secondo. Non poteva vederli ma avvertiva le loro emozioni. Sorrise sardonico.
“Auguri….” Bisbigliò e poi con voce divertita aggiunse “Tsè! Pivello!”
Ryo gli fece un cenno con la pistola, come aveva fatto sulla radura quel giorno, perché quello era un destino a cui non si poteva sottrarre.
Perché… Lui era come la luna, anche quando non si vede lei è lì e mostra sempre la stessa faccia.

Se avete bisogno d’aiuto…. Non disperate!
Andate a Shinjuku, Tokyo, Giappone.
Fermatevi alla stazione e, sulla bacheca, scrive tre semplici lettere:
XYZ.
Perché City Hunter non morirà mai, non si perderà mai e non smetterà mai di far battere il nostro cuore….
Fino Alla Fine Dei Tempi.

 
Fine.



 
Ringraziamenti dell’autrice:
Ammetto che è stato lungo finire questa sotria e non perché non sapevo come finirla, ma perché sono quasi due anni che non ho più il pc con cui scrivere. Non sto qui a raccontarvi il perché visto che sarebbe troppo lungo, quindi passo direttamente ai ringraziamenti (come  dice Vianne1013 “Non stiamo mica ad asciugare gli scogli!”)
Vi ringrazio di cuore per i commenti e per le molteplici volte in cui mi avete chiesto di terminare la storia. Vi ringrazio tutte dal profondo del cuore. Spero di non averi deluso con il finale e che, anche se solo per un secondo, vi siate innamorati dei miei Ryo e Kaori. Citarvi tutti sarebbe lungo ma sappiate che non dimenticherò nessuna di voi. Un ringraziamento va a Vianne1013 che, con pazienza e infinita gentilezza, ha messo on line il finale per me. Grazie tesoro TI VOGLIO BENE.
Arigatou
Tsuki
  
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