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Autore: VeganWanderingWolf    03/06/2016    0 recensioni
Serie di righe dedicate ad alcune lei di cui mi è rimasto il ricordo in forma di impressioni un po' sommarie, un po' crude, un po' plastiche, un po' incarnate in una sola delle loro caratteristiche, o in uno specifico periodo delle loro vite, a seconda delle persone e dei gradi di conoscenza che ho avuto di loro. 'Di nuovo', è un po' come rivederle, anche se malformate attraverso il ricordo e il tempo. - Ogni nonsense è a sé... dunque, le variazioni sono potenzialmente infinite, descrivendo una 'lei' dall'esterno, o è la 'lei' in questione l''io' che parla, e così via e così via...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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.la natura del velluto leopardato.

 

E allora dimmi, ora

Che prezzo ha avuto

Doversi conservare così intatta

Da ritrovarsi da sola

Ogni notte e ogni giorno

Non senti forse

Quei momenti in cui

Vorresti qualcuno

Al tuo fianco

Al tuo fianco giusto per te?

 

Soltanto se tu mi confessi, ora

Che costo ha avuto

Doversi sacrificare così puramente

Allo scopo di servire un uomo bambino

A cui scusare ogni partenza e ritorno

E il perdono dopo il pentimento

Non senti forse

Come se qualcosa di te fosse andato perduto

Per sempre

Nel sacrificio di ogni giorno

Giusto per aver qualcuno accanto?

 

Indossi l’orgoglio come un’armatura contro il mondo

Come tu indossi tacchi alti per far girare la testa a chi vuoi incantare

Al punto che sai mostrare i denti più nel morso che nel sorriso

E tiri fuori immediatamente la dolcezza per ottenere qualcosa

Ma ogni giorno c’è qualcos’altro per cui ti devi dimostrare di essere forte

Ma solo di notte puoi fermarti a pensare se non è solo questione di essere apprezzati dagli altri piuttosto che da te stessa

Portando addosso lo sfregio di chi ti ritiene intrattabile come un riconoscimento del tuo saper combattere

Sapendo strappare l’apprezzamento a favor di chi vuole compiacerti per auto-compiacersi, e non sai più smettere

Però ti odieranno perché non stai ai giochi che tutti in qualche modo hanno imparato

Quei giochi che ti hanno imprigionato, quando pensavi che quello fosse il trucco di volta per ogni cosa

E tra le macerie di un mondo che aspetti di veder cadere in rovina, ululi nella solitudine

E quando sarà tutto finito, potrò sorridermi senza bisogno di guardare in faccia uno specchio

 

 

-----------------------------------------------------------------------

 

N.d.A.:

raramente mi piace scrivere note  alle mie nonsense, ma in certi casi mi sembra possa essere interessante potenzialmente per voi che leggete se faccio un’eccezione. In questo caso, propongo una sorta di “guida” alla lettura un po’ esplicativa, ma metto appositamente la nota DOPO la nonsense perché vi consiglio prima di leggere la nonsense e poi questa nota. Così, se qualcuno/a ci può vedere qualcos’altro in queste parole, può continuare a mantenere la sua prima impressione/sensazione/etc. anche dopo aver letto questa nota un po’ esplicativa. I colori sono due perché questa nonsense è nata un po’ come una sorta di dialogo tra due lei diverse, o più che altro un confronto. Ci sono differenze contrastanti più o meno apparenti, ma il gioco è forse anche a specchio e dunque diventa una sorta di gioco ambiguo (nel senso sia “buono” che “negativo” del termine, se proprio dovessi dare questo tipo di “giudizi”). Dunque, in realtà potrebbe essere un dialogo in realtà tra due “modi di essere” della stessa persona, modi di essere che convivono eventualmente nello stesso tempo, oppure in due periodi diversi della vita della stessa persona? Mah, da questo punto di vista, non ho (e quindi non do) nessun tipo di indicazione.

Il titolo non mi convince del tutto, ma mi spuntò fuori così (essenzialmente da chissà dove, come sempre nel caso delle mie nonsense) quando la scrissi, e non avendo al momento niente di meglio (anche perché è ormai “andata” l’ispirazione momentanea precisamente focalizzata su questa nonsense), lo mantengo.

 

Nota per la comprensione: ‘trucco di volta’ è un mio gioco di parole (liberamente azzardato) sul termine ‘pietra di volta’ (all’incirca e sommariamente: in architettura, è la pietra centrale di un arco, quella che mantiene l’equilibrio centrale tra i due semiarchi di pendenza opposta, e anche quella “di passaggio” da una pendenza all’altra; ma il termine si usa anche al di fuori dell’architettura, in genere per indicare un momento/evento/altro che sia come una chiave per capire qualcosa che ci fa cambiare direzione/prospettiva/etc. in maniera significativa e più o meno come se avessimo avuto un’”illuminazione”)

  
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