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Autore: LuxKatoUlisse    03/06/2016    1 recensioni
New Washington (anno 3018), futuro:
10 anni dopo dalla disastrosa quinta guerra universale, che ha visto quasi la totale distruzione di Human Nation, l'umanità ha deciso di voltare pagina ritornando alla propria vita quotidiana.
In questi ultimi anni si fa largo uno sport che ben presto diventa famoso, chiamato "il GR", ovvero "il gravity rollerblade", un'evoluzione delle auto da corsa, solo con la differenza che questi nuovi apparecchi sportivi riescono a far andare a chi li indossa a una velocità di 800 km/h.
Un ragazzo 17enne, di nome Thomas Becker, di estrazione povera e residente con gli zii, scopre presto di possedere un talento con dei vecchi rollerblade, trovati in un foro di una discarica della sua città natale (Boston), posizionati accanto a degli oggetti del passato sepolti.
Immediatamente il ragazzo si troverà catapultato in un mondo agguerrito, pieno di concorrenti che vorranno farlo fuori a tutti i costi, ma anche pieno di buoni amici che lo aiuteranno.
Il sogno di Thomas sarà quello di diventare famoso come lo era suo padre alla sua età.
Genere: Avventura, Comico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POWER GAME: L'IMPORTANTE È VINCERE!!!

CAPITOLO 1
DALLE STALLE ALLE STELLE

PROLOGO:
- No, non è questa la vita che avrei sempre voluto avere. - continuavo a ripetermi spesso in mente, mentre fui convocato alla centrale di polizia per via di una accusa ingiuriosa nei miei confronti. 

Venni accusato di corruzione e doping alle gare di corsa dei GR, ovvero i "gravity rollerblade". 
Dopo due anni di vittorie da capogiro, glorie e di fama, mi ritrovo qui ad affrontare le peggiori calunnie che mai mi erano state fatte fino ad ora e mentre attendo impaziente qui in sala d'attesa e aspetto che il tenente della polizia "Walter Rice" mi venga a chiamare, vi racconto chi sono, perché mi trovo catapultato qui e come è la mia epoca di questo futuro.
Perché vi devo descrivere il futuro? Ovvio, perché siamo nel futuro, tranquilli.
Prima di cominciare, vorrei solo dire una cosa: 
- Vai a farti fottere, Kevin Kline!


Futuro
Se non avete ancora letto (o semplicemente non vi siete interessati) dei racconti precedenti che descrivono la nostra epoca, non c'è problema; sono sicuro che riuscirò a stupirvi:
in questo momento ci troviamo nell'anno 3020 e in mille anni la Terra e l'umanità hanno avuto degli incredibili sviluppi secolari:
dopo la conquista di Marte e la costruzione di colonie spaziali su altri pianeti, il nostro sistema solare, concepito come una nazione, si chiama "Human Nation", forte è?
La Terra si chiama "New Gaia" ed è la capitale di Human Nation. Forte anche questa, vero? Aspettate di leggere anche gli altri pezzi forti:
abbiamo dal 3008 un presidente rettiliano alla Casa Bianca, megalopoli di città con grattacieli altissimi e automobili volanti (le solite tecnologie fantascientifiche che avrete sicuramente visto in tanti film di fantascienza), in internet ci si può entrare personalmente interagendo con tutti i nostri 5 sensi con il mondo virtuale, siamo interconnessi a 360° in maniera ininterrotta e la nostra tecnologia è fusa con quella degli alieni. 
Ormai è da un pezzo che effettuiamo anche viaggi nel tempo, sia per turismo e sia per scopi militari.
La nostra società?
Ormai sono secoli che non ci identifichiamo più come americani, italiani, francesi, inglesi, giapponesi o altre minchiate del genere; siamo esseri umani e condividiamo il nostro tetto con altre specie, che sono:
  • alieni (una parte dei grigi, i Nordici, i Clariani, gli Elohim, Pleiadiani, Minuscoli Marziani e dal 3005 anche con i rettiliani, diventati collaborativi con noi);
  • robot (cyborg, bionici, cyber cyp e droni autonomi);
  • mutanti (la maggior parte hanno sembianze animali);
  • creature digitali (di qualsiasi tipo);
  • ibridi (nati da relazioni di specie diverse come tra umani e alieni, umani e androidi, umani e mutanti, alieni e mutanti, ecc).
l'idea di "urbanizzazione" si suddivide in quattro livelli + 0 da noi: 
  1. livello zero: colonie sotterranee, o marine;
  2. livello uno: megalopoli di superficie;
  3. livello due: colonie del cielo (Sky lands);
  4. livello tre: colonie spaziali intorno a ogni pianeta;
  5. livello quattro: colonie digitali (ci sono alcuni di noi che hanno deciso di abitare nel mondo virtuale, distaccandosi da una società magari troppo complessa per loro).
- Naaaa, sono tutte baggianate, ma che scrivi? - state pensando voi, vero? Al posto vostro anche io la penserei in ugual modo, a giudicare dalla vostra epoca. 
Infatti la vostra è un'epoca fatta da conflitti intestini:
  • ricchi VS poveri;
  • xenofobi VS omosessuali;
  • carnivori VS vegan;
  • politici VS cittadini;
  • stato laico VS la chiesa;
  • youtubers VS haters;
  • fighi VS sfigati;
  • illuminati deviati VS l'umanità;
  • ecc...
Per via di tutte queste lotte, si ha una visione pessimista sul futuro (pessimismo mascherato dal realismo). Quando da voi si parla di futuro, concretamente lo si immagina con poche ma utili tecnologie rivoluzionarie, basate sulla comunicazione e sul virtuale: 
si evolveranno gli smartphone, il web, l'idea di selfie e via dicendo. 
Non lo so se nella vostra linea temporale avrete le stesse cose che abbiamo avuto noi, ma noi siamo stati fortunati, a partire da quel giorno in cui una razza aliena si è rivelata pubblicamente a noi.

Cross over: preoccuparsi per un possibile spoiler?
Questo sarebbe un continuo della trilogia del romanzo "Il ragazzo del futuro". Su questo sito sono stati pubblicati soltanto le due opere (la seconda ancora da terminare) e non è stata pubblicata la terza, ma state tranquilli; vi parlerò solo delle mie avventure e dei miei contatti. Non vi spoilerò nulla. 
Che maleducato, non vi ho detto come mi chiamo: 
il mio nome è Thomas Becker (per gli amici "Tom") e ho ora 19 anni.

Sabato, 5 giugno 3018, Boston, periferia di Belmont
Da quando i miei genitori perirono nella cruenta guerra di dieci anni fa su tutta Human Nation, vivo con i miei zii: mia zia Margaret e mio zio Giorge, fratello maggiore di mio padre. 
Come? Mi state dicendo che questi sono i due tipici nomi americani? Beh, così si chiamano i miei zii, che ci volete fare?
Scherzo, dai, ritorniamo al racconto:
la mia periferia è costituita da strade larghe a pianta romana (non vi sono curve), aventi delle case a base rettangolare senza tetti a spioventi; sono le cosiddette "case ecologiche", tutte uguali, ma aventi un numero civico diverso per ognuna. 
L'entrata è costituita da una porta spaziale che si abbassa e si alza ogni volta che entriamo, o usciamo di casa e il prezzo dell'abitazione è il più economico che ci sia. 
Ah, mi sono dimenticato di dirvi che non siamo tanto ricchi.
Come mio solito, ogni mattina mi dirigevo a lavorare in un pub della città per aiutare economicamente la mia famiglia; il sabato, invece, facevo solo mezza giornata, ma quella fu una mattinata alquanto particolare:

mentre camminavo, cominciai ad avvertire delle sensazioni alquanto strane, come se qualcuno mi stesse seguendo, ma ogni volta che giravo il capo indietro non vidi nulla di sospetto. 
Più camminavo, però, e più quella sensazione continuò a perseguitarmi, fino a quando mi ritrovai di fronte ad un uomo incappucciato che mi fece vedere un coltello laser uscire dalla sua manica destra dell'indumento. 
Come per i coltelli analogici, anche quelli digitali sono pericolosi, ragion per cui è sconsigliabile qualsiasi azione che tenti di disarmare il criminale; non mi restava altro da fare che assecondare le richieste del delinquente.

- Tieni!!! - gli risposi, mostrandogli la mia "money card" (nel futuro tutti i soldi, monete e cartacei, sono racchiusi all'interno di una card particolare). 
- Non voglio i tuoi patetici soldi, str***to - mi disse quello con tono sinistro e sorridente - Voglio la tua VITA!!!
- M***da, questo è PAZZO!!! - mi dissi in mente, con il cuore che mi battette a mille. 

Senza che me ne accorgessi, i miei piedi agirono prima della mia mente, scappando a più non posso dal criminale per poi intrufolarmi tra la folla per seminarlo.
Il mal vivente continuò ad inseguirmi come un forsennato.

- Caspita, quello dovrebbe partecipare alle olimpiadi!!! - dissi io, continuando a correre, fino a quando mi ritrovai in un vicolo cielo.

- Non puoi più sfuggirmi, ragazzino. SEI MIO!!! - disse lui, avanzando lentamente verso di me.
- Non te l'ha mai detto nessuno di fare un lavoro onesto? Non sei mica nell'era Digitale. - gli dissi io.
- Ti farò chiudere quella fogna che tu chiami "bocca"! SEI MORTO!!!

Mentre quel mentecatto stava avanzando verso di me, improvvisamente l'asfalto (per qualche strana ragione) si distrusse e noi due cademmo giù, fino a giungere a un sistema fognario. 
Io ebbi la fortuna di atterrare nell'acqua della fogna, mentre il mal vivente morì all'impatto con il suolo; si ruppe gravemente la testa.
Uscito dall'acqua, guardai i suoi occhi persi nel vuoto e la parte superiore del cranio fratturata con il... Ok, vi risparmio i particolari; sicuramente avrete già in mente la scena.

- Peccato che la fogna ti abbia messo per sempre fuori gioco. - dissi io al cadavere del criminale, guardandolo con disprezzo.

Prima di salire in superficie, adocchiai in lontananza quella che mi sembrava una montagna di rifiuti; che ci faceva proprio lì nelle fogne?
La montagna era formata da strani oggetti dall'aspetto antico, come alcuni giocattoli, qualche bambola, delle sedie e alcuni barattoli di pomodoro; uno di essi aveva come scadenza "13 settembre 2008". 
2008??? Ma che storia era questa???
Poi, ad un tratto, i miei occhi vennero attratti da piccoli luccichii all'interno dei rifiuti e vidi alla luce quelli che sembravano dei rollerblade bianchi del 21° secolo; tutte le rotelle erano scomparse, c'era solo una ma era rotta.
Mi piacquero subito, mi sembravano della stessa misura dei miei piedi, perciò li presi, salì in superficie su una scaletta e arrivai al mio posto di lavoro. 
Il mio capo, un Clariano dall'aspetto umano di nome "Denzer", si chiuse il naso, chiedendomi poi:

- Cos'è questa puzza???
- Un mal vivente voleva farmi fuori, ma per fortuna siamo caduti tutte e due in una fogna. - risposi io.
- "PER FORTUNA"??? A me sembra che sei appena uscito da una pattumiera di escrementi bovini durante una fiera del formaggio di paese. 
RITORNA SUBITO A CASA!!! Ti dò la giornata libera per oggi, ma giusto il tempo per ripulirti da quella... m***da.

E già... Se il mio capo fosse un numero della smorfia napoletana, sarebbe sicuramente un 71 (consultate Wikipedia se non sapete cosa rappresenti questo numero). 

Appena tornai a casa, mio zio, che leggeva dai suoi occhiali digitali un giornale virtuale, mi chiese: 

- Come è andata la giornata, figliolo? Hey, aspetta un attimo... Come mai sei già di ritorno a casa?
- Come posso spiegarti brevemente? Mal vivente, minaccia di morte, caduta nelle fogne, ramanzina del capo e ritorno a casa. - risposi io con tono sarcastico, solo per sdrammatizzare un po' la situazione. 
- Sei stato licenziato?
- No, tranquillo. Mi ha dato la giornata libera, giusto il tempo per lavarmi. 
- Cosa è questa puzza, oohh. - intervenne mia zia che stava scendendo per le scale. 
- Ti racconta tutto mio zio. Mi faccio una doccia. 
- Santo cielo, figliolo... Sei tutto sporco. Che ti è successo? 
- Tranquilla, zia, è tutto ok.

Dopo essermi fatto la doccia, tornai nella mia stanza dove avevo posato sul mio comodino i rollerblade. 
Vi ho mai detto che sono un inventore? Nel mio tempo libero mi piace costruire e inventare oggetti, ma ancora nessun ufficio brevetti le accettata qualcuna. Solo una volta mi venne accettato il brevetto della macchina della verità, versione 12.8.
Grazie a questa, senza volerlo, feci divorziare una coppia apparentemente molto unita; non sapevo se sentirmi felice, o dispiaciuto per ciò, ma l'assegno incassato mi fece tornare di buon umore.
Non è stata colpa mia se quel bugiardo cronico del marito amava andare a donne.

Ritornando a noi, esistevano già i gravity rollerblade:
in assenza di rotelle, questi hanno dei sensori che fanno lievitare in aria chi li indossa e all'epoca riuscivano ad andare solo fino a 750 km/h; io decisi di provare a superare quella soglia, così subito mi misi a lavoro.
Volevo creare i gravity rollerblade più veloci del mondo; non era affatto facile, ma volevo provarci ugualmente.
Cosa ne uscirà da questo mio intervento?


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).
   
 
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