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Autore: Made of Snow and Dreams    03/06/2016    1 recensioni
Ambientata in Sicilia, durante le rivolte del 1282. Presenza della mia Oc Sicilia, questo è solo un piccolo e insignificante lavoretto di esordio (?) in attesa di scrivere qualcosa di meglio.
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Mora, mora!’

Ah, l’anarchia. Quel caos primordiale, quell’odore così familiare a impregnare i vestiti candidi, a tingere di rosso gli splendidi cedri, a macchiare di onore e furore represso le mura della chiesa di Spirito Santo.

‘Mora, mora!’

Ah, l’anarchia. Tripudio di urla, di lame fendenti, di corpi trucidati, di urla stridule, concitate da quell’unico obbiettivo comune che rendeva Sicilia sempre più forte, a ogni minuto scoccante.
Osservò le cicatrici che tracciavano, sui suoi polsi smilzi e sulle sue mani pallide e callose, sentieri di sudore e fatica. Lacrime versate per quell’occupazione, sangue sputato a lavorare tra i campi, con la schiena maciullata dal sole cocente: tutto, la sua gente aveva fatto tutto, per soddisfare i bisogni di quei bastardi.
Quei bastardi ostili e mai riconoscenti, con quell’accento strascicato, irritante, odioso; odiosa era anche la presenza sua: quell’uomo alto e biondo, con quella vena romantica e sfacciata che lo portava a sfiorare il corpo delle ragazze con la stessa audacia di quel soldato francese, la loro prima vittima.

‘Morte ai francesi!’

Palermo era in fermento.
Carleone era in fermento.
A Trapani la ribellione era appena iniziata.
A Caltanissetta le voci avevano appeno esordito a incitare l’odio crescente della popolazione, ad aizzare ogni rivoltoso contro l’invasore.

‘A morte i francesi!’

Tasse gravose, soprusi, prepotenze, danni ai contadini, danni alle Comuni sicule, stupri, l’eccidio feroce alla splendida Augusta, i furti. Tutto quell’oro, quel denaro scialacquato fino al 1282 per lui, Carlo I d’Angiò, che si stava ritirando precipitosamente a Napoli. Quel vigliacco.

‘Falli smettere. Falli smettere, ma chère Sicile, e tutto si concluderà qui!’
‘Cos’è, una proposta di riconciliazione? O una minaccia?’

Sicilia avanzò ostilmente, con la mano destra a stringere l’impugnatura solida e fremente della lama, pronta a prendere il comando della ribellione; I capelli castani le ricadevano sulla schiena, ormai sciolti dalle trecce, ed il crespo evidenziava maggiormente le goccioline vermiglie che li imbrattavano. Quello stesso colore era visibile - e Francis stesso arretrò - anche sulle vesti e sul corpetto bianco.

‘Posso darti un consiglio, mio caro Francis? Lascia questa terra, libera la mia gente da voi francesi, voi oppressori, o ti assicuro che vi uccideremo tutti, dal primo all’ultimo. Voi Angioini la pagherete cara per tutti questi anni di morte!’

‘Non parlarmi così, Sicile. Dimentichi che sei solo una colonia, solo una regione. E inoltre, ho dalla mia parte Martino IV. Proprio voi siculi, che vi definite tanto devoti, non vorrete correre il rischio di essere scomunicati, giusto?’

Sicilia ridacchiò, agitando a destra e a sinistra il capo, lasciando che la calura del primo pomeriggio le cuocesse la pelle della nuca.

‘Parli come se Spagna non fosse qui, in Italia. Ha già sottomesso il mio fratellino Romano, e credo non rifiuterà quando io stessa gli proporrò di invadere la mia terra. Tutto, preferisco anche la dominazione spagnola, piuttosto che la vostra presenza!’

Lui, e quella tunica blu. Con la stoffa soffice, all’apparenza così piacevole da sentire al tatto, da scorrere con le dita, con i polpastrelli induriti dai graffi. Lui e quei grandi occhi blu, innocenti come il mare siciliano, spumeggianti come le rive delle spiagge catanesi all’alba. Quelle ciocche ondulate e dorate, splendenti come il sole del mezzogiorno, caldo e aggressivo, caldo e addolcente, caldo e ridente, come lo erano le campagne nei giorni festivi. Tra danze, musica e canti popolari -e soprattutto prima della loro venuta-, Sicilia si divertiva a parlare con i contadini, a spilluzzicare qualche spicchio di limone o di arancia, affondando il naso tra i fiori bianchi dei limoni in fiore, aspirandone la fragranza a pieni polmoni.
Lo faceva con Romano, quando i due erano insieme con sorella Napoli. E, se il loro destino era soccombere sotto le cattiverie di Spagna e Francia, era certa che lo avrebbe accettato con l’ombra di un sorriso stanco, afflitto.
Ma era così ingiusto che fosse proprio il Papa ad appoggiare Francis! Era così ingiusto che le mancasse, nel momento del bisogno, proprio l’appoggio di suo fratello Roma!
 
Era così orgogliosa di poter essere la regione rappresentativa della loro situazione economica, politica e sociale. Era così orgogliosa di poter godere di quel gusto ferroso in bocca, tra i denti; di ammirare la furia degli oppressi scagliarsi contro le stesse siciliane incinte, che custodivano in grembo i figli delle violenze perpetuate dai soldati; di occupare con i suoi fratelli le strade, le botteghe, le cantine, i palazzi, le chiese; di essere la prima a dare la caccia agli Angioini.
E, mentre i suoi occhi trionfavano di soddisfazione nel vedere l’ombra della paura aleggiare nel blu del francese, il buio si fece sempre più intenso, come a voler incoraggiare nel suo cupo abbraccio delicato la violenza.

Ahhh, ma la storia ricorderà per sempre questo giorno. I Vespri Siciliani hanno appena iniziato a fare giustizia, a riportare l’ordine.
E a me, povera regione, non resta che essere la Storia.
 



‘Mora, mora!’
‘Morte ai francesi!’
 

 
 
 



Okay.
Okay.
Okay.
E’ la mia prima fanfiction in questo fandom, e, anche se avrei preferito esordire con una SpaMano, una RusPrus (anche se Gilbert resta mio e solo mio, il mio pupo bello) o una FruUk, ho voluto presentarmi presentando a voi la mia Oc Sicilia. Lo so, lo so, è solo una regione ecc..., ma a me piace così. Spero solo che non sia una Mary Sue (in tal caso, vergogna!)…
Bene: il periodo descritto è il 1282, anno in cui ci fu la rivolta dei siciliani contro i francesi, conosciuta anche come Vespri siciliani, e qui ho pensato che Sicilia possa nutrire comunque una forma di rancore verso il povero Francis, anche ai giorni odierni. Ma che ci vuoi fare, Francia, Sicilia non ama neanche Spagna!
Anyway, mi farò viva con una fanficion con una delle tre ship del mio povero cuoricino sopra citate….e niente, spero vi sia piaciuta (?)!
Alla prossima! ^^
Made of Snow and Dreams.
  
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