Nota: La poesia è tratta da un continuo scambio di sguardi. Non a caso la parola guardi e sguardi sono il perno su cui ruota tutta la faccenda.
3. In un timido sguardo, guardi.
Io ti guardo e tu mi guardi
Mentre tu altrove guardi
E trafitto dai tuoi sguardi
Imperterrita, guardi.
Mi giro intorno, cercando cosa guardi
Chissà, magari saranno solo sguardi
E invece no, qualcosa guardi
E in un timido sguardo io ti guardo.
Mi alzo e ti rivolgo uno sguardo
E chissà perché tu non mi guardi.
Mi accosto lentamente, per non sembrare un guardone
Ma forse sto solo facendo la figura del cogli***.
Ora forza, ne prendo atto: sono solo sguardi!
E chissà perché adesso mi guardi.
Mi convinco che son pazzo, forse non è ancora troppo tardi.
Lei mi guarda e mi chiede: Scusa cosa guardi?
Rimango immobile folgorato
Chissà perché lei mi ha pure parlato
E ora cosa dico? Cosa faccio?
Le rivolgo uno sguardo e poi parte il fattaccio:
Sono solo un timidone,
Attratto dai tuoi sguardi!
Perdonami, non sono un guardone.
Come un pugno nello stomaco, tu in silenzio mi guardi.
E trafitto dai tuoi sguardi
Fuggo via, prima che tu da lontano mi guardi.
E adesso mi convinco sempre più
Che se tu guardi e lei non guarda
Meglio farsi una passeggiata al lago di Garda.