Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: irispaper29    04/06/2016    1 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sospiro per l'ennesima volta. Ok, potrò sembrare esagerata e intollerante, ma ho le mie ragioni.

Le abbiamo provate tutte. Nico mi ha detto un mucchio di parolacce che non pensavo conoscesse, lo giuro, dovrò chiedere ad Annabeth di lavargli la bocca con il sapone quando saranno tornati a casa. Percy ha riempita di insulti, ma sembravano talmente incerti e falsi che sono scoppiata a ridere. Sono troppo buoni, non riuscirebbero mai a farmi del male, Percy in particolare. E' un pessimo bugiardo.

Annabeth, capendo di non avere alcuna chance sul fronte psicologico, ha preferito provare con metodi più...scientifici. Ma neanche quelli hanno funzionato. Nessuno riesce a farmi piangere.

-Scusa, Alex-dice Percy. -Non...non ci riusciamo, vero? Neanche una lacrima?

Scuoto la testa-Non è colpa tua Percy. E' che...semplicemente non ci riesco.

Guardo Josh, che, nonostante abbia accettato la mia decisione, non demorde. Non parla con me, non cerca di aiutarmi. Semplicemente non mi ostacola. Si vede che la mia idea non gli piace.

-Josh-lo chiamo. -Ti prego, provaci. Abbiamo bisogno di te se vogliamo portare a termine la tua missione.

Lui non dice nulla. Ma cos'è, un ragazzino? Quanti anni ha? Mi sta tenendo il broncio. A volte non posso fare a meno di chiedermi come ho fatto a innamorarmi di un ragazzino viziato e capriccioso.

-Ok, va bene, tu non mi aiuterai. Fai come ti pare-dico, infastidita, appoggiando la schiena alla fredda parete della cella.

Cerco di riflettere. Cos'altro posso fare? Josh non vuole seguire il mio piano, e io non riesco a piangere. Ho provato persino a tornare con la mente al periodo in cui Luke mi voleva bene, ma non ha funzionato. E' come se avessi pianto troppo per lui, e mi fossero finite le lacrime. Può succedere? Le lacrime possono finire?

-Ti odio.

Queste parole echeggiano nella grotta, interrompendo i miei vaghi pensieri e quell'atmosfera silenziosa che ci avvolgeva.

Un brivido freddo percorre la mia schiena mentre mi volto perso la fonte di quel terribile suono. Anche gli altri la fissano, sorpresi.

-Guardati-mi fa Searel, accucciata sul pavimento, le braccia intorno alle ginocchia, lo sguardo freddo e carico di odio. -Sei patetica. Così debole.

-Searel...che ti prende?-Percy è alquanto confuso, come tutti noi, del resto.

-Che mi prende?-ride lei, in modo sprezzante. -Che mi prende? Sai cos'ha fatto, Percy? Lo sai? Prima è sparita per anni, e poi è tornata, all'improvviso, sentendosi in diritto di stravolgere la mia intera esistenza. Come osi difenderla? Non aver pena di lei. Non lo merita.

-Searel-mormoro, avvilita. -Cosa...

- E tu, Alexandra, come osi stare li, a piagnucolare, dopo tutto quello che mi hai fatto? Prima che tu tornassi, la mia vita era semplice ma perfetta. Avevo tante cose. Un posto tutto mio all'università, una bella casa, un fratello che amavo e che soprattutto mi amava. Mi sarei laureata in medicina, Ben sarebbe stato fiero di me. E ora è tutto sparito, ed è colpa tua!

Le sue urla mi stanno facendo impazzire, credo. Ho un nodo alla gola. Perché lei ha ragione, e io lo so. Sono una persona orribile. Ho distrutto la sua vita, e non ne avevo il diritto.

-Searel, lo so-sussurro con voce roca. -Hai ragione, ma ti giuro che mi dispiace.

-Oh, non fare la vittima adesso-grida, alzandosi in piedi, gli occhi rossi. -Come hai potuto farmi questo?

Non riesco neanche a ribattere, ora. Non oso parlare, non ne ho il diritto. E poi, non potrei comunque. Non ci riesco, a parlare. Quel nodo è sempre più stretto.

-Cosa ti ho fatto?-continua, imperterrita. -Dimmi, cosa diavolo ti ho mai fatto per meritare tutto questo? Perché infliggermi questo dolore e condannarmi a un'esistenza vuota e misera come la tua? Perché togliermi tutto?

-Non ho mai voluto fare del male a nessuno...-dico con labbra tremolanti, e lo penso davvero.

-Smettila, la fai star male-ordina Annabeth, afferrandole il polso, ma la figlia di Apollo non le da ascolto e la scansa, liberandosi dalla stretta.

-Sta zitta, Annabeth-sibila. -Lo so che lo pensi anche tu. A te com'è andata? Cosa ti ha fatto, per distruggerti?

So a cosa si riferisce. Ho trascinato io Annabeth e Percy qui, ed è colpa mia se ora sono prigionieri. Un lamento esce dalla mia bocca, lieve e strozzato. Searel lo sente, e torna ad accanirsi su di me. Ma non la fermo, perché so che ha ragione.

-Cosa c'è, piccola Alexandra? Non sopportavi la tua, di vita? Per questo pensavi fosse necessario rovinare la mia? Poverina, povera piccola. La sua povera mamma è morta, il fratello l'ha abbandonata. Non volevi sentirti sola? Avevi bisogno qualcuno che soffrisse insieme a te?

-Searel, ti prego, basta...

-Oh, non starò zitta-le sue urla furiose mi travolgono la mente, il battito accelera, come se volesse sfondare la mia gabbia toracica. -Non starò mai più zitta. Perché non te lo meriti, Alexandra. Non te lo meriti. Non fai altro che distruggere le persone intorno a te. Non meriti il mio silenzio.

Si sente un singhiozzo, un rumore molto forte. Mi guardo intorno, cercando di capire da dove provenga. Ma nessuno è in lacrime. Mi guardo le ginocchia, e vedo che i pantaloni sono macchiati di lacrime. Sono io quella che ha singhiozzato. Sto piangendo. Il cuore batte così forte che non riesco quasi a respirare. Sto ansimando, non riesco a fermarmi. Non posso respirare.

Sento delle mani accarezzare lentamente la mia schiena in modo circolare, come a volermi tranquillizzare, e probabilmente è così. Forse sono quelle di Percy, o Josh magari. Ma l'effetto è opposto. Mi rannicchio a terra, piangendo più sonoramente.

-Searel, giuro che mi dispiace-sussurro, tra le lacrime. Ed è vero. Non so cosa farei per tornare indietro e cambiare le cose.

Ma la voce che si rivolge a me, ora, non è quella di Josh, e nemmeno di Percy. Appartiene alla persona che meno avrebbe potuto consolarmi. Solo una persona non è di fronte a me.

-Lo so-dice Searel, sorridendomi. -E non è stata colpa tua, Alex. Come potrebbe esserlo? Apollo si è dato a una sveltina, e Ben non mi ha mai voluto bene. Avrei dovuto capirlo prima. Mi ha detto solo bugie, in tutti questi anni. Se mi avesse amato, non mi avrebbe mai mentito. E non mi avrebbe detto tutte quelle orribili cose. E' pazzo, avrei dovuto vederlo, ma ero accecata dall'amore per il mio gemello.

-Searel?-singhiozzo, sorpresa. Cosa diavolo sta succedendo?

-Mi dispiace molto per quello che ho dovuto fare, Alex-dice lei, abbassando lo sguardo. -Sul serio. Ma era l'unico modo per portare a termine il nostro piano.

Ma certo, il piano! Ecco perché è esplosa così, all'improvviso. Lei non è mai stata una persona violenta. Avrei dovuto saperlo.

-Grazie, Searel-mi asciugo le lacrime e mi alzo in piedi. -Solo, come hai fatto? Credevo...credevo davvero che fosse tutto vero.

-Anche noi, se è per questo-aggiunge il figlio di Poseidone.

-Mi pare abbastanza ovvio-sospira Annabeth. -Avrei dovuto capirlo subito. Searel è figlia di Apollo, il quale è dio delle arti, compresa, anche se in parte assai minore rispetto a Ermes, la recitazione. Per questo è stata impeccabile.

-Fin troppo brava. Ma è il momento di passare alla seconda parte del piano.

-Ti senti pronta, Alex?-mi chiede la figlia di Atena, preoccupata. -Se hai bisogno di un attimo per...

-No, sto bene. E poi, devo sfruttare al meglio questo pianto, o tutti i nostri sforzi saranno vani. Ora sai come aprire la cella?

Annabeth annuisce, e allora le afferro le mani, mettendole in mano le forcine. Sono il nostro piano B, la loro unica vera possibilità di salvezza, se fallisco.

-Perfetto. Ascoltami bene, ora. Se vengo scoperta, sarà la fine per tutti. Dammi qualche ora. Se fallisco, fuggite. Aprite la cella e scappate, non voltatevi. Andate al Campo e avvertite Chirone, lasciatemi qui. E ricordati della promessa che mi hai fatto.

-Non ce ne sarà bisogno-mi corregge. -Credo nel tuo piano. Ma, se qualcosa dovesse andare storto, li porterò tutti in salvo. E rammenterò ciò che mi hai chiesto.

-Grazie Annabeth-le stringo il braccio, all'altezza del gomito, in segno di ringraziamento, e lei fa lo stesso. Poi mi stacco, e mi rivolgo agli altri.

-Ora chiamerò Ben, e attuerò il piano. Cercherò di liberarvi e recuperare le nostre armi. Se non ci rivedremo, questo è un addio. Ma c'è una cosa che devo assolutamente dirvi. Sono onorata di aver combattuto al vostro fianco, amici miei. Vi ringrazio, per avermi seguita fino a qui.

Poi mi avvicino a Percy, e lo abbraccio con forza. Lui inizialmente è un po' sorpreso, ma poi mi stringe forte a se.

-Grazie, Percy, per la tua amicizia. Sei un ottimo amico, cugino. Prenditi cura di Nico, se non torno, ok?

-Tornerai, Alex-dice lui. -Io ho fiducia in te, e so che ce la farai.

Annuisco, e interrompo l'abbraccio, rivolgendomi a Searel e le afferro la mano, in segno di solidarietà, mentre le accarezzo il volto con l'altra.

-Searel, mi dispiace molto per quello che ti è successo. Ma, credimi, con il tempo il dolore passerà. Troverai una ragione per andare avanti. Anche se non sembra, sei una ragazza molto forte.

Infine, giunge il turno di Nico. Lo sguardo che mi rivolge è totalmente diverso rispetto a quelli degli ultimi anni. E' come se, per un attimo, fosse tornato quel piccolo ragazzino innocente che giocava a Mitomagia e stravedeva per quelle statuine.

-Sii forte, Nico. Percy baderà a te, me l'ha promesso-gli scompiglio i capelli, già disordinati. -Ti voglio bene, fratellino. Ed è inutile che fai il duro, so che me ne vuoi anche tu, molto in fondo.

Gli do un bacio sulla fronte, e, voltatami, mi porto la mano destra al cuore, in segno di rispetto, e i miei compagni mi seguono. Quasi mi commuovo, vedendo quell'immagine. Il nostro ultimo addio.

Solo Josh non partecipa. Mi sta ancora tenendo il broncio, immagino. Mi avvicino a lui, e gli poso una mano sulla spalla, sotto gli occhi curiosi di tutti.

-Non mi importa cosa pensi ora-gli dico. -So cosa sto facendo, e lo sai anche tu. Sto solo cercando di salvarvi tutti, Josh. Di salvare te. E sai perché non mi importa? Perché ti amo, e sapere che rimarrai in vita mi da gioia. Capisco che tu non voglia salutarmi, non ti forzerò.

Faccio per andarmene, ma lui mi afferra la mano, e la stringe con forza.

-Anche io ti amo-sussurra. -Ti prego, torna da me.

Scuoto la testa, perché so che, alla fine di tutto, sarò io a morire. Ma lui non lo ha visto, perché è non si è ancora voltato verso di me, guarda nel verso opposto. Non gli rispondo, lascio andare la sua mano, e mi allontano. Il mio sguardo cade sui prigionieri della seconda cella. Apollo e Selene non hanno parlato nemmeno una volta. Sono rimasti in silenzio, nel loro abbraccio. Sono svegli ma non si muovono, come se fossero in pace. Spero di riuscire nel mio piano. Non meritano di morire, anche se sono dei, non sono così male. Certo, Apollo ha creato un sacco di problemi, e ha scuoiato vivo il povero Marsia. Ed è un dio un po' scapestrato, un po' come un teenager tormentato dalla vita sociale del liceo. Ma Selene è sempre stata benevola verso noi mortali, ed è sempre rimasta nell'ombra. Non è una che cerca guai, sono loro a cercarla. Almeno lei merita un po' di felicità. Spero che il mio piano abbia successo, e che, soprattutto, Mnemosine non ci stia spiando, anche se ne dubito. Dopotutto, è in grado di leggere i nostri ricordi come una rivista People. Perché mai dovrebbe sentire il bisogno di spiarci

Faccio un cenno e tutti si mettono in posizione. Io sono al centro, e loro mi accerchiano, le loro espressioni mutate dalla rabbia. O, almeno, è quella l'impressione che vogliono dare. ? Cerco di far tornare le lacrime, penso a tutto quello che Searel ha detto, e non faccio alcuna fatica. Subito scorrono veloci sul mio viso, le labbra mi tremano.

-Ora basta!-urlo, dando inizio a tutto. -Siete solo degli ingrati. Non meritate nulla. Ben! Vieni, presto.

Che lo spettacolo abbia inzio.

Nota dell'autore: Salveee...chiedo perdono. Scusatemi, lo so, non scrivo da tantissimo tempo. Ma ho avuto un blocco dello scrittore e un paio di gravi problemi familiari. Oltretutto ho un nuovo ragazzo e...insomma, tante cose. Vi chiedo scusa. Spero non accada mai più. Ma non temete, perché sono di nuovo in forma smagliante!!!!
Anyway, ringrazio tutti coloro che hanno recensito in mia assenza. Vi amo <3
Bene, godetevi il capitolo ;)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: irispaper29