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Autore: Marco Monti    05/06/2016    0 recensioni
Spoiler su uno dei finali di Dark Souls 3
In questa One-Shot racconto la versione alternativa del Finale "La Fine del Fuoco" dal punto di vista di una Fiamma Sopita avida ed egoista che desidera ottenere una sola cosa: il potere delle Anime.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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In preda al furore, ferito dagli implacabili colpi dell’enorme spadone infuocato del mio nemico, vibro l’ultimo colpo con la mia lama. Ogni singola fibra del mio corpo freme e si contrae mentre il filo dell’arma squarcia quell'armatura bruciata e rovinata, penetrando fino alla guardia. Dietro quelle piastre di metallo non si cela nulla, se non l’anima contorta, intrisa di un potere immenso, che ormai mi appartiene. L’Anima di Tizzoni cade in ginocchio, collassando, il volto rivolto verso il Sole eclissato, per poi svanire in una coltre perlacea. Ed io, sotto il pesante elmo che indosso, sospiro e sorrido, consapevole di aver ottenuto una forza incommensurabile e di aver abbattuto l’ultimo ostacolo presente sul mio cammino. Ora sono arrivato alla fine e non ho dubbi su quale sia il mio fato. Improvvisamente, tra le mie mani si manifesta il bottino che ho appena usurpato: una fiamma tanto bruciante e luminosa da poter quasi accecare, avvolta da un’aura di potere ardente; le lingue di fuoco danzano ed io le seguo con lo sguardo, catturato dal bagliore di un’anima che promette di donarmi così tanta forza. Ma questo trofeo non mi basta, non ancora. Mi avvicino al falò presente al centro dell’arena. Mentre cammino sulla cenere che ricopre il terreno, calpestando i candidi fiori che sono qui cresciuti, i miei passi suonano sicuri e decisi, proprio come la mia volontà. Guardo intensamente la spada conficcata in un cumulo di ossa carbonizzate e ripenso alle parole della Guardiana, quando gli donai quegli occhi neri e vitrei.
“Ti ringrazio per questi occhi, creatura della cenere. Una Guardiana del Fuoco non può possederne, però. È proibito. Occhi così rivelano, in un lampo di luce, immagini di orrendi tradimenti. Di un mondo senza fuoco. È questo che desideri, creatura della cenere?”
Io risposi con fermezza di sì, poiche sapevo benissimo la verità. Come si può chiamare tradimento una scelta come la mia? Vincolare la fiamma è il vero tradimento, un tradimento contro se stessi! Essa non sarà mai vincolata per sempre e, presto, si spegnerà di nuovo! A cosa servono tutti questi inutili sacrifici, a cosa serve ardere e perdere la propria forza vitale per un fine inutile e precario come questo? Io, invece di lasciar bruciare la mia anima, ho deciso di renderla più forte: ho deciso di essere un Dio! E, fra poco, potrò adempiere al mio destino…
Vicino alla spada c’è un simbolo di evocazione della Guardiana. Senza esitare, evoco la fanciulla cieca. Ella mi guarda, come per cercare una conferma, poi si avvicina al falò e si inginocchia accanto ad esso. Unendo le mani, le avvicina al fuoco e, premurosamente, accoglie la Prima Fiamma tra i suoi palmi. Lentamente, l’avvicina al petto e la fissa, come un’ancella fissa il proprio rampollo. Io sono catturato da quella luce così tremolante, eppure, tanto pura e potente. Mi sfilo l’elmo per poterla ammirare meglio e, con sguardo avido e bramoso, non oso distogliere l'attenzione da quel bagliore così seducente. La Guardiana del Fuoco comincia a parlare, pronunciando parole il cui significato è quasi profetico.
«La Prima Fiamma svanisce rapida. A breve arriverà l’oscurità.»
Appena tace, la luce comincia a diventare sempre più fioca e le tenebre cominciano ad avvolgerci. Non so con certezza cosa stia succedendo, ma sono consapevole che tra non molto dovrò agire: ho una sola possibilità.
«Un giorno, essa sarà percorsa da piccole fiamme danzanti. Come braci, vincolate da antichi Signori.»
Ormai, l’oscurità ha quasi inghiottito ogni cosa. Il mio sguardo non riesce a penetrare quella densa coltre di tenebra e un senso di gelo opprimente mi attanaglia. Tutto ciò che resta è il flebile barlume della Prima Fiamma che si sta spegnendo. Fra non molto dovrò agire e sarà necessario che io sia il più preciso possibile. Quando l’eclissi non è più visibile ed il fuoco si è quasi spento del tutto, decido di agire e faccio la mia mossa. Con un movimento spietato, colpisco la Guardiana del Fuoco alle spalle, ferendola quasi a morte, sorpresa ed inorridita da un tale gesto. Lei non può capire: non posso permettere che la fiamma svanisca, ma non voglio nemmeno far ardere la mia anima in nome di un falso ideale. Terrorizzata a causa  di un atto tanto inatteso ed inaudito, ella avvicina la Prima Fiamma al suo petto, dove batte il suo cuore atterrito. La fanciulla cieca tenta di alzarsi, sollevando il capo; ma io, inesorabile, calpesto il suo cranio facendolo affondare nella cenere. Percepisco le ossa scricchiolare in modo inquietante sotto il mio peso, e posso quasi sentire la Guardiana chiedersi perché sto compiendo un simile atto, tanto meschino ed egoista. Ormai è troppo tardi: ho fatto la mia scelta e non ho alcuna intenzione di tornare sui miei passi, né potrei farlo. Tendendo la mano verso la Prima Fiamma, euforico e quasi timoroso, riesco a toccarla con la punta delle dita. Poi, colto dalla cupidigia più oscura, l’afferro con avidità. Non appena quel fuoco tocca le mie mani, le mie membra vengono pervase dal suo inaudito e strabiliante potere. Accolgo questa nuova ed eccezionale forza con un ghigno smanioso che esprime tutto il mio malato appagamento. Poi, colto da un impeto di egoistica esultanza, esplodo in una risata lugubre e tetra, che pervade il luogo arido nel quale mi trovo, ove l’aria è frigida ed inerte. Cado in ginocchio, spossato dagli spasmi di macabro giubilio che attraversano il mio corpo. Guardo il Sole eclissato che sembra sanguinare fuoco liquido e, pervaso dall'euforia, sollevo la Prima Fiamma per poterla ammirare in tutto il suo fulgore: ora che possiedo una forza così sconfinata, le potenzialità sono infinite, ho nelle mie mani il potere di creare e distruggere, potrò fare ciò che desidero e nessuno riuscirà mai a fermarmi, NON HO PIÙ ALCUN LIMITE!
Un non morto, maledetto e senza nome, non meritevole di diventare un tizzone.
Così è.
La cenere anela per le braci.
Queste parole criptiche rieccheggiano nella mia mente. Per un attimo, mi sento schiacciato dal peso delle mie spietate ed egoistiche azioni, ma poi questi pensieri vengono spazzati di via dalla consapevolezza di ciò che ora sono in grado di fare: prima di quest’ultimo, efferato gesto, ero solo un debole cumulo di cenere; ora, invece, sono molto di più. Sono più potente di un Dio, di un Signore o di tutti loro messi assieme: io sono la Prima Fiamma!
 
Infine, tutto è rivelato.
   
 
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