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Autore: FrenzIsInfected    05/06/2016    2 recensioni
Sono passati sei mesi da quando Daveigh Carroll ha ucciso Chloe Morrell. La giornalista di Spokane, insieme all'inseparabile Ellen, cerca di tornare alla vita di sempre. Ma l'arrivo di una nuova giornalista, Amanda, farà presagire che l'incubo, apparentemente concluso, è destinato a riprendere.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Il medium Distante, verso ovest, Jon Harper vide le luci di Spokane accendersi, visto l'imminente arrivo della sera.
E' ora di andare. si disse.
Scese la collinetta che lo separava dal suo rifugio, e cominciò a camminare tra gli alberi.
Jon non aveva sempre vissuto lì. Figlio unico di una coppia povera, aveva avuto a malapena la fortuna di andare a scuola. Non potendosi permettere il college, lavorò prima come meccanico, presso la minuscola e ridicola officina del padre. Alla morte dei genitori, senza un pezzo di carta tra le mani, fu preso per benevolenza dal comune di Spokane e messo a lavorare come netturbino. Dopo un incidente, però, in cui rimase ucciso un suo collega, Harper fu licenziato, e cominciò a vagare per il circondario, alla ricerca di una sistemazione, seppur abusiva. La trovò nella fabbrica appartenuta alla "Washing Gun", ditta specializzata nella produzione di lavatrici, abbandonata negli anni '90 dopo il fallimento dell'attività.
Jon ci viveva da una decina d'anni ormai, dove a fargli compagnia non c'era altro che qualche cianfrusaglia ed una tavola ouija. L'aveva trovata rovistando tra la spazzatura, arrivata da chissà dove. In biblioteca, aveva scoperto cos'era e come funzionava. Da allora, ogni tanto, riceveva persone nel suo alloggio di fortuna, rimesso in ordine e nel modo più presentabile possibile. Gli avventori, di tanto in tanto, per la sua bontà, gli lasciavano qualche soldo od oggetto, per tirare avanti, visto che viveva principalmente di elemosina.
Ora, Jon Harper era davanti all'ingresso della fabbrica. Lo varcò, e salì al piano superiore, dove un tempo vi erano gli uffici. Sui muri, graffiti di vario tipo, lasciati da qualche vandalo. Le finestre erano inesistenti, le serrande si tenevano a malapena in piedi. L'unica zona decente rimasta era l'ufficio del direttore, da cui poteva controllare anche la zona di produzione, dove svolgeva le sue sedute spiritiche.
Finora, aveva incontrato pochissimi spiriti maligni, ed era riuscito, fortunatamente, ogni volta, a chiudere i collegamenti. La maggior parte delle persone che si rivolgevano a lui erano donne e uomini che avevano perso un loro caro, oppure giovani curiosi.
Aveva anche ricevuto visite poco gradite. Più di una volta, quando ancora non si era sparsa la voce del suo stanziamento, gruppi di giovani si intrufolavano nella fabbrica, ritenendola abbandonata; giovani che fuggivano puntualmente a gambe levate quando Harper cominciava a fare rumori, e con un tubo faceva propagare la sua voce, fingendosi un fantasma, invitando i visitatori a fuggire, aiutato da trappole che aveva costruito.
Ma gli incontri peggiori Jon li fece quando, nel 2007, un gruppetto di satanisti si presentò nella fabbrica circa una volta al mese, per svolgere le loro sedute. Quando arrivavano, il senzatetto restava inizialmente nascosto nella sua stanza; poi, quando una sera uno di loro si accorse che il luogo era abitato, fuggì verso la collina che sorgeva ad un paio di miglia dalla fabbrica, per poi tornare la mattina dopo. All'ennesima visita, arrivò a piedi alla centrale di polizia, che, arrivata sul posto, colse in flagrante i satanisti mentre si preparavano a compiere un rito. Tolto questo problema, Jon non aveva avuto altre spiacevoli avventure nella sua permanenza alla fabbrica.
Ora, il senzatetto scaldava la cena, offerta dal parroco della chiesa vicina. Diede un'occhiata al giornale, fornito sempre dall'uomo di chiesa, e ne lesse i vari titoli. Dopodichè, prese un blocchetto che teneva accanto al suo sacco a pelo, e scrisse i nomi dei defunti nella sezione di cronaca nera.
Harper amava fare scommesse con se stesso. E tra le sue preferite, vi era quella di indovinare entro quanto tempo, e soprattutto se, i genitori o gli amici dei defunti si sarebbero rivolti a lui per poter entrare in contatto con i propri cari.
E proprio mentre scriveva, sentì dei passi all'esterno.
Mise via il blocchetto, prese una spranga di ferro, uscì dalla stanza, e corse ad una finestra che dava sull'ingresso principale.
Una donna guardava la struttura ergersi tetra nella lieve luce del crepuscolo.
Nuova cliente in arrivo. pensò.

  
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