Kaely
Vedeva già i flash, infondo alla strada, delle
macchine fotografiche dal suo finestrino oscurato. Il suo battito cardiaco
nelle ultime ore aveva raggiunto livelli preoccupanti. La limousine iniziò a
frenare. L’autista gli aprì lo sportello e lei facendo scivolare lentamente la
sua gamba, arredata di tacco vertiginoso, fu abbagliata dai mille flash e
assordata da altrettante urla. Appena fatto qualche passo due giornalisti gli
piombarono davanti, con pronti i microfoni su cui c’era stampato il logo E!.
“Miley, sei fantastica
stasera! Vuoi dirci cosa indossi?”
Indossava un vestito rosso sopra il ginocchio,
leggermente a palloncino, senza spalline e delle scarpe argento aperte sul
davanti che mettevano in evidenza le sue bellissime gambe, con una pochette
oro.
“Grazie. Questo è un vestito di Rebecca Minkoff “
Era sicura
che quella frase l’avrebbe ripetuta almeno altre cento volte quella sera.
“E dicci,
come trascorre tra te Justin?”
Se
l’aspettava quella domanda ma sperava fino all’ultimo che non gliela avrebbero
fatta.
“Oh, beh va
bene. Stiamo bene insieme.”
Anche se in
realtà non stavano affatto bene, lui era sempre assente e la vecchia scintilla
che si era creata fra loro cominciava a spegnersi. Ma non aveva voglia di
pensarci e tantomeno parlarne con dei giornalisti affamati di nuovi gossip.
“E cosa dici sull’affermazione da parte di Katy Perry rispetto al riprodurre il bacio saffico avvenuto
tra Madonna e Britney?”
“Oh beh siamo amiche, e sono sicura stesse
scherzando. È tipico di lei fare affermazioni simili. Nulla di cui
preoccuparsi!”
Dopo aver
soddisfatto parecchi paparazzi iniziò a firmare autografi, i fan urlavano
complimenti a squarciagola e anche loro con i flash non scherzavano.
Dopo che tutti avevano preso posto il presentatore
annunciò l’apertura dei Kids Choice Award 2008.
Lei era nominata in due categorie: Best Tv Actress
e Best Tv Show.
Dopo un’ora e mezza venne annunciata la categoria Best New Artist
e vinse la sua amica Katy Perry. Quando salì rimase
stupefatta dal bellissimo abito che indossava ma anche dal suo portamento e da
lei stessa. Si era fatta davvero molto carina dall’ultima volta che l’aveva
vista. Trascorsa un’altra mezz’ora finalmente era arrivato il turno dia
annunciare la Migliore Attrice Tv.
“… and the winner is…
Miley Cyrus!” annunciò la
voce forte e squillante del presentatore.
Presa da un impeto di gioia si alzò in piedi
pronta a ricevere tra le mani l’ambito premio. Si augurò di non cadere con
quelle scarpe. Salita sul palco ringraziò tutti i fan, nel farlo scorse Katy in mezzo al pubblico che la fissava intensamente.
Fortunatamente continuò senza incepparsi. Dopo la condussero dietro alle quinte
per dirgli di riprendere posto passando dalle scale infondo. Appena seduta riflettè su quanto accaduto. Era felicissima di aver vinto
quel premio, ma soprattutto pensò alla strana sensazione che gli aveva
provocato Katy. Trascorsi alcuni minuti si convinse
che era l’emozione di averla rivista dopo tempo. Nell’altra categoria in cui
era nominata purtroppo non vinse ma era comunque contenta di aver avuto
successo almeno in una categoria.
Decise di non andare all’After Party, era troppo stanca. Quindi prese la limousine che l’aveva
portata e disse all’autista di accompagnarla a casa.
Levata ogni minima traccia di trucco si sfilò il
vestito e indossò il suo pigiama preferito che consisteva in una maglia
extra-large bianca. Si addormentò con il sorriso sul viso, ma qualcosa in fondo
a lei le diceva che aveva tralasciato in particolare importante.
La mattina seguente si era svegliata di
buon ora e si era preparata per raggiungere la palestra.
Le due ore di pilates
furono faticose ma piacevoli. Tornò a casa per l’ora di pranzo. Suo padre era
sempre stato abile con i fornelli, dote che purtroppo non le aveva trasmesso,
quindi era sicura che in cucina la stava aspettando un bel piatto rifocillante.
Quel sabato la famiglia Cyrus pranzò con solo due dei
suoi componenti, infatti sua madre e suo fratello avevano avuto la brillante
idea di partire alla scoperta dell’Europa. Desiderava anche lei partire ma la
scuola e la carriera erano i suoi principali ostacoli che le impedivano di
viaggiare.
Finito il pranzo, e con quello una gradevole
conversazione con suo padre, salì in camera sua per telefonare a Justin, doveva
almeno fingere che le interessasse.
Qualche mese prima, tornata single, il padre
pensando di renderla felice, le aveva organizzato un incontro con Justin. Ad
impatto sembrava funzionasse, lui era spiritoso e affettuoso nell’atmosfera
della deliziosa gelateria in cui si erano incontrati, ma in poco tempo si
dimostrò egoista e vanitoso. Quindi, per fare felice il padre doveva
sopportarlo ancora un po’.
Lui non
rispose al telefono, poco male, non poteva rimproverarle di non aver provato a
ritracciarlo.
Era incredibile, ora che ci pensava, che quel
sabato sera non avesse niente da fare, di solito li organizzava settimane
prima.
Era indecisa se restare a casa o chiamare qualche
amica, ma sicuramente non aveva nessuna voglia di fare grandi feste o che so
altro, aveva voglia di una serata tranquilla.
Scorrendo la sua numerosa lista contatti sul
telefono scorse il nome di Katy. Era da molto tempo
che non si vedevano e magari una serata tra vecchie amiche sarebbe stata
divertente.
Con grande indecisione e un’ansia che si stupì di
provare spinse il bottone verde del suo cellulare.
Beep
Non poteva pretendere che rispondesse al primo
squillo no? Allora perché era così agitata?
Beep
Magari era sul divano a guardare la tv e si stava
alzando per rispondere.
Beep
Insomma poteva essere occupata in quel momento, ma
gli stavano già iniziando a sudare le mani, ma perché si continuava a chiedere.
Dopo una lunga serie di Beep stava schiacciando il
pulsante rosso quando udì un squillante pronto
venire dal suo telefono.
Presa dal panico mise giù.
Ma insomma che le prendeva? Forse era l’emozione
di risentirla dopo tanto tempo, o forse era l’imbarazzo nel chiederle di
uscire, o forse, più di tutte, era la paura di ricevere un no come risposta.
Il cellulare iniziò a vibrare. Lei sapeva che era Katy, e dopo aver meditato in fretta e furia rispose.
“Si?”
“Ciao Miley, come stai?
Hai bisogno?” la accolse la voce calorosa di Katy.
“Ehi ciao, si si sto
bene. Ehm no, cioè si ho bisogno. Ti devo chiedere una cosa.” Iniziò a
camminare per la stanza.
“Ok. Dimmi”
“Eh si, volevo chiederti se tu hai qualcosa da
fare stasera, sai sono qui che mi annoio in camera mia…”
“Oh. Mi dispiace Miley
ma fra poco devo andare via.”
“Ah, non ti preoccupare fa lo stesso” le rispose
fingendo il disinteresse.
“Mi dispiace molto.” Sembrava sincera.
“Oh ma non importa, figurati.”
“No, ascolta ci possiamo trovare un’altra volta,
se ti va?”
“Oh, si mi piacerebbe molto” disse prontamente con
entusiasmo cancellando la delusione che l’aveva colpita prima.
“Perfetto ti va bene sabato prossimo, magari
andiamo a ballare?”
Non aveva nessuna voglia, ma accettò egualmente.
“Bene allora alla settimana prossima Miley, Smiley!” e seguì una risata.
“Ah. Ok, ciao”
“Ciao”
La conversazione terminò.
Buttò il telefono sul letto e tirò un respiro di
sollievo.
Per quella sera decise di mettersi avanti con i
compiti.
Quando fu il momento di andare a letto riuscì
finalmente a riflettere su quanto accaduto. Si accorse di quanto l’adolescenza
sia un passaggio oscuro, indeciso e spensierato. Cercò di capire il perché
delle reazioni avute poco prima ma si addormentò sentendo che quel particolare
che aveva tralasciato la sera prima si fece più fastidioso.
La mattina seguente si scoprì ansiosa
nell’aspettare il sabato seguente. Aveva una voglia straziante di vedere la sua
amica Katy. Ma perché, si chiese, doveva aspettare
fino al sabato seguente? Quindi decisa telefonò a Katy.
Magari poteva sembrare insistente e magari poteva disturbare ma questa volta
non gli importava. Dopo tre squilli Katy rispose con
la voce di chi si è appena svegliato.
“Uhmpf… Pronto”
Ora era certa di aver disturbato.
“Ciao Katy, ti
disturbo?”
“Oh sei tu Miley no
figurati dimmi”
“Ok senti ti va se ci vediamo oggi?” ora era anche
certa di aver fatto la figura dell’insistente.
“Oh, va bene ma stasera perché probabilmente
dormirò fino a tardo pomeriggio.”
“Oh si si nessun
problema. Va bene se andiamo fuori a cena nel ristorante vicino a casa mia?”
“Va bene. Alle otto ci incontriamo lì.”
“Ok. Buonanotte, e scusa il disturbo.”
“No figurati. Ciao”
All’imbrunire si preparò per la serata.
Optò per una cosa semplice: dei jeans neri molto
attillati e una maglia grigia.
Essendo soddisfatta del risultato ottenuto andò in
salotto per informare il padre.
“Ehi papà sto per uscire non mi aspettare alzato”
“Perché dove vai?”
“Vado fuori con Katy, a
cena” le rispose con un’espressione
alquanto interrogativa.
“Katy, Katy Perry? Ma è da molto tempo che non vi vedete” disse
perplesso.
“Appunto è per questo che usciamo, stai tranquillo
non farò troppo tardi” lo tranquillizzò.
“Ok ciao.”
“Ciao papà”
Avvio la sua macchina, e si diresse per il
ristorante. Arrivata nel parcheggio si guardò allo specchio per sistemare i
dettagli. Si accorse di essere in ritardo quindi corse fino all’entrata del
ristorante.
Katy era lì che
l’aspettava. Indossava un abito che le metteva in mostra le toniche gambe e
portava una deliziosa borsetta a forma di pasticcino.
“Ciao Katy!” e l’abbracciò.
Aveva un’ottimo odore e
un brivido percorse la sua schiena quando fece aderire il suo corpo a quello di
Katy.
“Ciao Miley” disse lei
calorosamente.
Finito l’abbraccio si diressero all’interno del
ristorante.
“Un tavolo per due?” chiese il cameriere.
“Si” risposero entrambe.
Il camerire le diresse
in un piccolo tavolo dove loro si sedettero.
“Allora Miley è da tanto
tempo che non ci sentiamo… Come stai?” le chiese
guardandola. Miley si sentì tutt’un tratto sotto
pressione, gli occhi di lei la colpirono intensamente e ci si perse dentro.
Dagli occhi passò alla bocca fino al collo… Sentiva
di nuovo di aver bisogno di un contatto con lei.
“Miley ci sei?” prese a
dirle Katy, si era persa nei suoi pensieri, alqualto maliziosi.
“Oh scusa. Si ci sono. Io sto bene…
Ti ho vista l’altra sera agli Award, eri belliss…
Volevo dire fantastica. Complimenti.” Stava andando in tilt!
“Oh grazie, anche tu lo eri!” Katy
non notò niente, per fortuna.
Dopo quella conversazione alquanto superficiale
seguì l’ordinazione di due porzioni di involtini primavera.
Katy nel prendere
il suo piatto, portatogli dal gentile cameriere, fece cadere una forchetta. Nel
raccogliere quest’ultima gli occhi di Miley caddero
innocenti sul seno di Katy. Sgranò entrambe le sue
pupille e si mise una mano davanti agli occhi per poi arrossire dietro di essa.
Ripresasi, cercò di attaccare in una conversazione seria e genuina. Per due ore
parlarono e mangiarono non accorgendosi che il tempo passava…
“Oh ma sono già le undici…”
disse Katy.
“Oh non mi ero accorta del tempo, comunque io non
ho più molta voglia di stare qui, ti va se andiamo a casa mia, è qui vicino
intanto continuamo i nostri discorsi…”
chiese Miley innocentemente, aveva ancora molta
voglia di continuare a parlare con lei.
“Oh per me va benissimo”
Di conseguenza si avviarono a pagare.
“Sali con me Katy?”
“Oh ok”
Il tragitto fu alquanto breve. Arrivate sulla
soglia di casa Miley raccattò da infondo alla borsa
le chiavi di casa.
“Mi ricorda i vecchi tempi questo posto” disse Katy guardandola. Per fortuna era riuscita ad aprire la
porta in quel momento altrimenti non avrebbe resistito ai suoi occhi. Doveva
calmarsi, altrimenti sarebbe esplosa.
“Papà!” urlò, voleva assicurasi dove fosse o,
meglio, che non ci fosse. Nessun cenno di risposta, perfetto.
“Ehi Katy vuoi vedere
camera mia è parecchio cambiata dall’ultima volta che l’hai vista!.”
Katy persa
nell’osservare quell’accogliente dimora fece un cenno affermativo con la testa.
Mentre Miley saliva le scale davanti a lei il suo
sguardo cadde sul suo fondoschiena, era
tondo e sodo, se fosse stato per lei in quel momento avrebbe preso Miley per i fianchi poi affondarle le mani in quei bellissimi e
profumati ricci. Doveva fare qualcosa non le bastava un semplice abbraccio.
Aperta la porta della camera di Miley si stupì del cambiamento. Aveva cambiato il colore
delle pareti e i mobili, ma sentiva ancora l’odore di quando trascorreva i
pomeriggi insieme a lei, un odore delicato e ipnotico.
“Beh avevi ragione è cambiata parecchio, ma mi
piace!” ed era vero.
Miley lanciò la
sua borsa sul letto, iniziando a sentirsi a disagio. E ora che facevano?
Sentì la porta chiudersi, si voltò e Katy aveva una mano sulla maniglia della porta.
“Katy mio padre non c’è… Perché chiudi?”
Katy alzò lo
sguardo e avvicinandosi a lei disse
“Oh non so, mi piace la tua stanza, mi piace il
suo odore…”
Ora erano a pochissimi centimetri una dall’altra.
Se Miley prima iniziava solamente a sentirsi a
disagio ora poteva dire che era talmente agitata che il cuore le faceva male. Katy affondò, come desiderava, le mani nei capelli di Miley.
“… mi piaci tu” fu sul sospiro di quelle parole
che Katy appoggiò delicatamente le sue labbra su
quelle Miley.
L’altra provò una profonda scossa lungo la spina
dorsale, sorpresa non seppe che fare, aveva le braccia abbandonate lungo i
fianchi come un’imbranata. Presa dalla semplicità di quel bacio cinse con le
proprie mani la vita di Katy, dischiudendo la bocca.
Katy non poteva
aspettare di meglio, si staccò dal bacio e guardandola negli occhi le sorrise,
anche lei fece lo stesso. Miley cominciò da dove
avevano smesso, Katy voleva di più e quindi presa
dall’impeto spinse l’altra sul letto, dietro lei.
Katy fece
scivolare una mano lungo la coscia dell’altra premendo il suo peso contro il
corpo di Miley.
All’improvviso si sentì sbattere la porta
d’ingresso alla casa.
Le due si bloccarono all’istante.
“Miley sei in casa?”
urlò il padre dal piano inferiore.
“Si, papà!” urlò Miley
in risposta, con ancora Katy sopra di lei.
“Katy vatti a
nascondere!” disse Miley sottovoce.
“Si, ma dove?”
“E che ne so, vai nell’armadio!”
“Come un tenero amante?” sbottò Katy sorridendo.
Miley si allungò e
la baciò ancora.
“Si”
Katy dopo quello
corse nell’armadio, che era abbastanza grande, pensando a quello che
l’attendeva. L’unica cosa di qui era certa era che non avrebbe dormito
facilmente quella notte.
Miley dopo un
minuto passato a ripensare all’accaduto con stampato in faccia un sorriso da
ebete disse al padre
“Papà vado a dormire sono stanca!”
“Ok, bocciolo buonanotte” rispose sempre dal piano
inferiore, il padre.
“Buonanotte” disse mentre si dirigeva verso
l’armadio.
Lo aprì.
“Beh, vuoi stare lì o riprendiamo da dove abbiamo
iniziato?” le disse sottovoce, prendendola e buttandola sul letto.
“Certe affermazioni, le dico riflettendoci alcune
volte...” sussurò Katy
mentre le sue mani cingevano Miley.
“Non ne dubito” le disse in risposta, prendendo il
viso dell’altra tra le mani e baciandola.
“Hai voglia di dormire?”
“Neanche un pò.”