Film > Altro - Disney/animazione
Ricorda la storia  |      
Autore: Nerd_Girl_97    05/06/2016    1 recensioni
[Mr Peabody & Sherman]
“Purtroppo le macchine del tempo non esistono!” Avevo pensato una volta, mentre formulavo tale pensiero.
Però tutto cambiò, lo stesso giorno in cui trovai mio figlio Sherman.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mio più grande riconoscimento



“Ti voglio bene, Mr. Peabody!”
Questa frase risuona ancora vivida nella mia mente, imperterrita, quasi come un ritornello.

Ancora mi sconvolgono quelle stesse parole pronunciate da mio figlio alcune ore fa: nessuno, neppure uno dei più grandi personaggi della storia che tanto ammiravo, mi aveva mai detto una cosa del genere!

Ricordo che fin da quando ero un cucciolo, nessuno mi si era mai rivolto a me con affetto. Gli altri cani mi avevano sempre tenuto in disparte perché, nonostante fossimo della stessa specie, non mi consideravano comunque uno di loro a causa della mia personalità così diversa dalla loro.

E anche con gli esseri umani i rapporti non erano dei migliori.

Così trovai un modo per sfuggire a tutto questo tramite la lettura, e fu proprio grazie ai libri che scoprì l’esistenza di tutte quelle persone famose di cui vanto la conoscenza: Gandhi, Einstein, Leonardo da Vinci e così via. Queste persone le sentivo molto vicine a me, perché avevo una cosa che mi legava a loro: ovvero, la diversità.
Ognuno di loro, nella propria vita, aveva sperimentato la solitudine e il sentirsi incompresi dal resto del mondo, proprio come me. E da ciò, cominciai a considerarli i miei unici veri amici, e non ci fu mai una volta in cui non avessi desiderato con tutto il cuore di incontrarli dal vivo.

Ma sapevo che non sarebbe mai stata possibile una cosa del genere, dato che si trattava di persone decedute da anni, o addirittura, da secoli!

Eppure alcune volte, quando mi soffermavo ad ammirare nei libri le immagini che ritraevano i volti dei miei idoli, protendevo una zampa verso di loro, nella speranza di riuscire a cadere dentro al libro e di ritrovarmi li insieme a loro. Però, poi ritornavo in me e ci rinunciavo: tanto non sarebbe servito a niente.
L’unico modo per rendere possibile ciò, sarebbe stato possedere una macchina del tempo.

“Purtroppo le macchine del tempo non esistono!”
Avevo pensato una volta, mentre formulavo tale pensiero.

Però tutto cambiò, lo stesso giorno in cui trovai mio figlio Sherman.

Era un giorno come gli altri: io me ne stavo tranquillo a passeggiare per le strade di New York, pensando ai fatti miei.
All’improvviso scoppia a piovere, per fortuna avevo un ombrello con me, così mi potei incamminare verso casa senza correre il rischio di prendermi un raffreddore. E proprio mentre ero a pochi passi da casa, sentii un pianto.

Ma non era il pianto di un adulto: era il pianto di un bambino!

In un primo momento, non seppi che cosa fare: se continuare la mia strada oppure fermarmi a controllare la situazione, alla fine optai per la seconda e mi avvicinai pian piano al suono, scoprendo che proveniva dall’interno di uno scatolone. Lo aprii e trovai al suo interno un neonato umano: aveva un piccolo ciuffo di capelli rossi come il fuoco, gli occhi di colore marrone scuro coperti da un grosso paio di occhiali da vista, e aveva infine un foglietto attaccato addosso.
Su di esso c’era scritto il suo nome: Sherman.

Il bambino, appena mi vide, smise all’istante di piangere e protese le sue minuscole braccine verso di me, ridendo divertito e allo stesso tempo sollevato di vedere qualcuno accanto a lui.
Il suo dolce faccino nascosto dietro a quegli occhiali mi fece così tenerezza, in qualche modo mi ricordava molto me: anch’io ero stato un esserino così piccolo e indifeso, senza nessuno al mondo, che nascondeva tutto questo dietro a degli strambi occhiali.
Istintivamente, lo presi in braccio e, spinto da una strana forza di compassione, lo portai via con me senza pensarci due volte. Non so spiegarmi come, ma avevo capito che  aveva bisogno di me, e più tardi capii che anche io avevo da tanto tempo bisogno di lui.

E da qui, ebbe inizio la mia battaglia legale in tribunale per poter adottare il piccolo, che alla fine, dopo tante discussioni, riuscì a vincere.

Da quel giorno, diventai a tutti gli effetti il padre di questo bambino, e di conseguenza lui diventò mio figlio.

Fu proprio grazie a lui, se io riuscii a costruire il più grande dei miei successi e al contempo stesso la più grande di tutte le invenzioni della storia: la Macchina del Tempo.

Tutto cominciò quando mostrai a Sherman un libro sui più grandi personaggi della storia, per trasmetterli fin da subito il mio stesso desiderio di conoscenza e la stima che riversavo nei loro confronti. Notai che, nonostante la sua giovanissima età, il bambino rideva e si divertiva molto mentre guardava a occhi sgranati le immagini che ritraevano i miei idoli: ricordo che in particolare, scoppiò a ridere quando vide un’immagine che rappresentava Isaac Newton mentre veniva colpito in testa da una mela.

Mi venne da pensare:
“Se ride solo vedendo l’immagine, chissà cosa farebbe se vedesse la scena dal vivo!”

A quel punto, mi resi conto che non sarebbe bastato fargli scoprire tutte le cose meravigliose fatte da queste persone, solamente facendogliele vedere e studiare nei libri. No. Doveva vederle di persona!

Così, da quel giorno studiai molto e mi misi d’impegno, riuscendo alla fine a costruire quella stupenda creazione che io amo chiamare il “Tornindietro”.
Con questa invenzione, riuscii a conoscere di persona tutti i grandi personaggi della storia che avevo tanto ammirato fin da cucciolo: arrivai a stringere un rapporto empatico con loro, sentendomi per la prima volta libero di condividere il mio genio con qualcuno simile a me!
Ma soprattutto, riuscii a farli conoscere a Sherman, con i quali imparò delle cose che mai avrebbe potuto apprendere tramite i libri.

Devo ammettere che il mio più grande sogno non si sarebbe mai avverato se non fosse stato per lui!

E’ stato lui stesso a tracciare quel sentiero che mi avrebbe poi portato alla mia più grande opera, che avrei sempre guardato con grande orgoglio insieme ai numerosi riconoscimenti che avevo ricevuto nel corso della mia carriera.

Ma in fondo sono arrivato a capire che in realtà il mio più grande orgoglio, il più bel riconoscimento che la vita abbia voluto concedermi è proprio lui: mio figlio Sherman.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Disney/animazione / Vai alla pagina dell'autore: Nerd_Girl_97