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Autore: __aris__    07/06/2016    0 recensioni
Storia scritta per il gioco estivo del Giardino di EFP.
la sfida era: scrivere in un fandom dove sono presenti solo dieci storie.
libro Il Fantasma di Canterbille
Non sono uno spettro così cattivo come posso sembrare.
Non dico di non aver mai fatto impazzire qualcuno dal terrore (che fantasma sarei altrimenti?) e non dico nemmeno di non essermi divertito in più di un’occasione. Ma cos’altro potrei fare? Sistemate le mie ossa e i costumi, una volta lucidate le catene come potrei mai passare il tempo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l-arte-di-spaventare





La verità?
Non sono uno spettro così cattivo come posso sembrare.
Non dico di non aver mai fatto impazzire qualcuno dal terrore (che fantasma sarei altrimenti?) e non dico nemmeno di non essermi divertito in più di un’occasione. Ma cos’altro potrei fare? Sistemate le mie ossa e i costumi, una volta lucidate le catene come potrei mai passare il tempo?
Forse è proprio perché ho tanto tempo libero che sono così terrificante. Impiego tutte le ore del giorno per pianificare se urlare o sussurrare, l’entrata in scena o l’uscita; così ho finito per coltivare uno spiccato senso della teatralità. Dopo tutto mi è sempre piaciuto molto il teatro! Ad ogni modo, con tutto il tempo libero di cui dispongo, posso concentrarmi sui dettagli. Perché un conto è essere spaventati da un semplice fantasma che cammina, un altro e ricevere la buonanotte da uno spettro che regge la propria testa tra le mani.
Quella fu una notte memorabile! La povera Duchessa sbiancò più di un cadavere prima di svenire. E il modo in cui cadde a terra mi ripagò di ogni minuto che aveva impiegato a prepararmi: lei, sempre così aggraziata e flessuosa, sembrava diventata di legno.
C’è perfino chi si è suicidato per merito mio. Ma nessuno di cui valga la pena dispiacersi.
Dopo secoli posso dire, con grande soddisfazione, di essere davvero spaventoso. Ma non l’ho fatto con cattiveria. Non sempre almeno. Semplicemente perché non potevo fare diversamente: è la mia condanna a impormi di percorrere i corridoi con i piedi incatenati due volte a settimana o che mi impedisce di dormire. E io, invece, vorrei tanto dormire.
 
   
 
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