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Autore: rora02L    07/06/2016    5 recensioni
Racconto, dal punto di vista del conte Dracula, del suo primo incontro con Martha e della sua proposta di matrimonio...
Partecipante al contest "Mostruosamente Dolce" di AceDPortogas. Questa è la mia prima storia in questo fandom, spero vi piaccia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dracula, Martha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Love at First Zing.


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“ Your Zing will come, my love... cherish it. ” — Martha

Le Hawaii avevano un fascino tutto loro, con quel caldo sole che ti faceva sempre sentire in pericolo, ma che lasciava un piacevole tepore la sera, quando potevo finalmente uscire dalle mie camere.
Era una notte di luna piena, ricordo che quella sera si sarebbe svolta una festa attorno al fuoco e decisi di parteciparvi.
Per arrivare alla spiaggia, mi trasformai in pipistrello e volai affannato verso l’oceano, dato che ero in ritardo e non volevo perdermi i balli ed i festeggiamenti tipici, ero desideroso di vedere le danzatrici hawaiane con le loro strane gonnelle d’erba secca. Ma mi imbattei in un altro pipistrello, sbattendo la testa contro la sua.
Cademmo a terra, tramortiti dal colpo. Ci ritrasformammo entrambi in vampiri e fu allora che vidi la donna più incantevole della mia lunghissima vita da conte solitario. I suoi capelli erano seta scura, ondulati come le onde del mare e morbidi quanto neri. Aveva gli occhi d’ossidiana brillante ed un viso dolcissimo, con delle sottili labbra eleganti coperte dal rossetto nero.
Dentro di noi scattò qualcosa e capimmo entrambi che c’era qualcosa tra di noi. Qualcosa di speciale ed unico, che accade solo una volta nella vita e che la cambia per sempre. Lei era il mio Zing… ed io ero il suo.
La vidi allora arrossire, scusandosi: “Mi dispiace, ero di fretta e non ti ho visto…”
Io allora risposi cordiale: “Ma la prego, signorina… sono io che devo scusarmi per averla urtata.”
Nei nostri volti c’era stampato un sorriso radioso, ci sentivamo persi nello sguardo l’uno dell’altro e volevamo conoscerci meglio.
La ragazza allora mi allungò una mano, presentandosi: “Io sono Martha.”
Le presi delicatamente il polso e le bacia il dorso della pallida e morbida mano: “Io sono il conte Dracula, incantato.”
Lei ridacchiò, commentando: “Posso chiamarti solo Drac?”
Le sorrisi bonario e risposi: “Puoi chiamarmi come più ti piace, Martha…”
Le chiesi allora dove fosse diretta, scoprendo che anche lei voleva vedere la festa intorno al falò, dicendo che aveva sentito parlare dei balli e dei giochi col fuoco che si svolgevano, per non parlare di fuochi d’artificio finali, che concludevano la serata.
Allora le proposi di andare insieme alla spiaggia e lei accettò: ci ritrasformammo in pipistrelli e riprendemmo a volare nel cielo stellato, esibendoci in acrobazie aeree che esprimevano già il nostro zing fulminante e travolgente.
La serata fu molto piacevole, Martha guardava tutto incuriosita dal mondo degli umani, nonostante non ci appartenesse.
Mi raccontò che aveva sempre desiderato andarsene dalla Transilvania ed esplorare il mondo, mentre io avevo deciso da poco di cambiare aria, a causa della perdita di mia madre. Lei mi fece le sue condoglianze, mettendomi una mano sulla spalla e guardandomi coi suoi profondi occhi scuri.
Sembrava potessi perdermi e ritrovarmi in quella oscurità brillante di vita e di gioia, di curiosità e di amore per il mondo. Martha era molto diversa da me, aveva voglia di provare ogni cosa e, nonostante fosse sola anche lei, non si perdeva d’animo.
Mi invitò a ballare e danzammo a piedi nudi sulla spiaggia, al suono degli ukulele e dei canti locali. Ogni minuto che passavo con lei era speciale e sentivo di essermi ormai innamorato perso di quella vampira fino a qualche ora prima sconosciuta
. Il peso della solitudine che sentivo nel cuore aveva lasciato spazio alla speranza e all’amore che quella giovane donna stupenda aveva portato nella mia esistenza.
Quando la festa finì, andammo tutti vicino alla schiuma del mare, tra la spiaggia e l’oceano, per guardare i colorati e scoppiettanti fuochi d’artificio. Martha ammirava lo spettacolo rapita, indicando i colori nel cielo e cercando di coinvolgermi. Ma io ero rapito da un altro spettacolo molto più bello. Finalmente i nostri sguardi si incontrarono ed i nostri corpi fremettero, sapendo quello che poco dopo sarebbe accaduto.
Chiudemmo entrambi gli occhi, avvicinandoci lentamente fino a baciarci: il mio cuore scoppiò come un fuoco d’artificio, facendomi sentire finalmente vivo e pieno d’amore.

~

Portai la mia amata fidanzata alla mia dimora, dicendole di fare come se fosse stata casa sua. Martha era molto felice di essere nel mio castello, ma ancora non sapeva cosa avevo in serbo per lei. Avevo deciso di prepararle una cena romantica speciale, per festeggiare l’evento. Ma anche… per chiederle di sposarmi, per passare così la mia eterna vita da vampiro con lei, la più bella e dolce delle vampire.
La amavo profondamente e sapevo che solo accanto a lei sarei stato felice, come non avevo mai potuto essere.
Prima di incontrarla, vivevo la mia vita da vampiro in solitudine e non conoscevo la compagnia. Ma con lei, era cambiato tutto.
Mi aveva presentato dei mostri amici, mi aveva fatto capire che non dovevamo nasconderci, perché potevamo essere una comunità… una famiglia. Ed io volevo che lei fosse la mia famiglia, per sempre.
Così avevo ingaggiato Quasimodo e la sua troupe per la cena, volevo fosse perfetta. Ed avevo chiamato i miei amici per fare un po’ di musica, a Martha piaceva molto ed io avevo deciso di cantare per lei in quella occasione. Nonostante io sia un conte, non volevo fare una cosa esageratamente sfarzosa perché Martha era semplice e dolce come nessun’altra e le piacevano le feste intime, con le poche persone a cui voleva bene.
Sistemai la tavola al lume dei candelabri e ritoccai il menù che uno dei gargouille dello chef mi aveva portato. Avevo scelto i piatti preferiti della mia metà ed ero soddisfatto di come avevo organizzato la serata: volevo fosse tutto perfetto.
Ricontrollai il mio anello di fidanzamento, tramandato di generazione in generazione. Si trattava di un cerchietto d’argento con incastonata una pietra scarlatta, apparteneva prima di Martha a mia madre e a sua madre prima di lei e così per svariate generazioni di vampiri.
Il momento era arrivato: sentii il cuore battere all’impazzata nel petto, nonostante fossi morto da ormai secoli.
Ma quando vidi la mia amata entrare nella sala che avevo allestito per la cena, ornandola con candele profumate e petali di rosa canina rossa, rimasi incantato. Portava un mantello di seta nero come la notte ed un vestito aderente scuro e lungo fino a toccare terra. Il suo volto cadaverico era illuminato dai raggi della luna, come i suoi capelli cupi. Ma i suoi occhi erano come due fari, irresistibili.
Mi avvicinai e le baciai dolcemente il dorso della mano, invitandola a sedersi al piccolo tavolo imbandito che avevo preparato per noi.
Martha allora mi chiese come mai avessi preparato quella cena elegante ed io risposi, sorridendo compiaciuto: “Lo vedrai presto, mia cara.”
Schioccai le dita ed un gargouille cameriere si presentò al nostro tavolo, versando nei nostri calici di vetro una ottima annata di sangue, appositamente conservato per occasioni simili. Poi si diresse in cucina, per portare gli antipasti. Martha iniziava ad insospettirsi e mi chiese: “Drac, non è che hai combinato qualche pasticcio per cui stai cercando di farti perdonare? Non capisco proprio il motivo di questa cena e-“ Alzai una mano per fermarla, prendendole poi la mano dolce e pallida, accarezzandola: “Mia carissima ed amata Martha, stai tranquilla: voglio solo che la tua prima notte nel mio castello sia la più fantastica di sempre.”
Lei allora mi sorrise, rassicurata. In quel momento, entrarono i miei amici coi loro strumenti: la tastiera del lupo mannaro Wayne, la chitarra di Frankenstein, la batteria dell’Uomo Invisibile ed il basso della mummia Murray. Io allora lascia il tavolo per unirmi a loro, dato che ero il cantante della serata. Ed avevo preparato una canzone speciale per la mia amata.

“ […]I have died everyday waiting for you
Darling don’t be afraid I have loved you
For a thousand years I love you for a thousand more..”


Martha rimase molto colpita dal testo della mia canzone, ma il meglio doveva ancora venire.
La cena si svolse in tranquillità, con la musica di sottofondo, la torta urlante al caramello e scarafaggi e le luci delle candele soffuse. La invitai allora a ballare, pronto alla mia dichiarazione. In quel momento, mentre danzavo con la mia amata stretta a me, sentii il peso e l’importanza di quello che stavo per fare.
Ne ero felice e volevo assolutamente passare il resto della mia eternità in sua compagnia, ma ero anche terrorizzato all’idea che lei potesse rifiutarmi.
“Tesoro, tutto bene?” mi chiese lei, vedendomi distratto. Io iniziai ad agitarmi, rischiando di mandare a monte la serata: “Oh sì sì, emh… benissimo tesoro, ti piace la serata?”
Lei mi sorrise, elogiando ogni cosa dei quella sera, dalle rose nere appassite e le ragnatele che abbellivano il locale alla musica funebre deliziosa suonata dai nostri amici. Improvvisamente, mi guardò coi suoi profondi occhi, ammaliandomi.
I nostri volti si avvicinarono lentamente e ci scambiammo un dolce bacio, senza accorgerci che avevamo ballato fino ad arrivare al soffitto. Martha ridacchiò imbarazzata, dato che tutti i nostri amici ed i camerieri avevano applaudito al gesto e fischiato.
Con un gesto della mano, bloccai tutti i presenti: quello doveva essere un momento solo per noi. Feci fare a Martha una piroetta e poi la baciai nuovamente. Allora mi inginocchiai davanti a lei, alla luce del lampadario di vetro opaco. Martha rimase sorpresa ed iniziò a capire cosa stava per accadere: “Drac, io…”
Ma non ebbe il tempo di finire la frase: le mostrai l’anello, sfoggiando il mio sguardo dolce e seducente. Ed allora le dissi: “Mia cara Martha, vorresti farmi l’onore di diventare mia moglie e contessa, per il resto della nostra non-vita eterna?”
Lei rimase senza parole per la gioia, finché non esclamò commossa e felice: “Certo che lo voglio, mio amato Dracula!”
Le infilai l’anello al dito, felicissimo, e la baciai ancora, per suggellare il nostro fidanzamento.
Niente avrebbe mai potuto dividerci.



Angolo autrice:
Per chi non lo avesse capito, la citazione iniziale è del biglietto di Martha per il regalo di Mavis, mentre la canzone è un pezzo del testo di "A thousand years", lascio qua il link: https://www.youtube.com/watch?v=q9ayN39xmsI
Questa è la prima storia che scrivo in questo fandom, spero non risulti troppo banale o noiosa. Io mi sono sicuramente divertita a scriverla, vi ringrazio per averla letta... e magari recensita.
A presto!
Rora
  
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