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Autore: Wladimir    07/06/2016    27 recensioni
Vi è capitato mai di uscire con vostra mamma? Ci sono uscito dopo tanto tempo. E' proprio vero la mamma è la mamma ....
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una bella giornata



 
Capita raramente, ormai, che io esca con te, mamma. Ora sono grande, ho il mio compagno, i miei amici, l’atletica, insomma  i miei impegni… Capita raramente anche che io ti parli di me,  che ti comunichi le mie decisioni o ti esponga i miei dubbi…

Non avevo però mai pensato che tu potessi soffrire per questo. Non l’hai mai dato a vedere ed io ho sempre creduto che tu avessi accettato il mio distacco come un fatto normale. No, non mi accorgevo del tuo sorriso tirato, del tuo sguardo un po’ triste, dei tuoi timidi tentativi per ristabilire tra noi il rapporto profondo di un tempo.

Ieri sono venuto con te per delle compere. Già da un po’ insistevi perché ti accompagnassi e ti ho accontentata, proprio come tu facevi con me, quando da piccolo facevo i capricci per ottenere qualcosa.

Ti guardavo e ti vedevo così piccola, così debole… si, sono proprio diventato grande e tu… invecchiata. Come è triste questa parola mamma.

La folla nel Centro commerciale si muoveva svelta, sicura. Tu eri un po’ smarrita, esitante, a volte ti fermavi e intralciavi il passaggio. Io ti sgridavo un po’, con dolcezza però! Come facevi tu con me quand’ero piccolo e ne combinavo una do l’altra.

Poi ho visto le tue mani: secche, le vene in rilievo, la pelle scura e screpolata… avrei voluto stringerle, ma non l’ho fatto, perché c’era tutta quella gente e perché mi vergognavo di farlo.

Poi per la strada mi hai detto che non sei abituata alla confusione e che lì dentro si scoppiava. Mi hai fatto tenerezza, e ti ho proposto di sederci un attimo al bar per prendere qualcosa.  Ma tu hai rifiutato, dicendo di non essere stanca. E chissà quanto avresti pagato per sederti un attimo! Invece dovevamo prendere il vestito per me e se non facevamo presto, i negozi avrebbero chiuso.

Mi sono sentito triste in quel momento, perché ho capito quanto mi vuoi bene. E io in cambio non ti do la mia compagnia, la mia confidenza, una parola buona, un gesto.

Ho rivisto i tuoi occhi nel momento in cui mi chiedi apprensiva: “A che ora torni?”. Di solito rispondo distrattamente: “Non lo so”, oppure: “Un po’ più tardi”. E ti lascio sulla porta con tanta amarezza.

Rincasando ieri mi hai detto: “E’ stata una bella giornata”. Sei così buona, mamma, e ti accontenti di così poco! Dovrei ringraziarti per ciò che sei, per tutta la vita che mi dedichi, per tutti  quei minuti che passi, ore occupandoti per me, per le tue attenzioni continue, per le tue cure, perché non chiedi mai una ricompensa e dai tutto, per amore! E più di tutto dovrei chiederti scusa per quando esco di casa e non dico dove vado, per quando ti accuso si essere antiquata e di non capirmi.

Scusami per non saperti chiedere scusa, sì, perché, a parole, è tanto difficile dirtelo… dirti che ti voglio bene. Io ti contesto, faccio il duro, ma in realtà, ti voglio così, come sei, perché sei semplice, paziente, dolce. Sì, mamma, è stata proprio una bella giornata.
 

   
 
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