Prompt: Storia con uno
strumento che diventa
“umano” + emozione: gioia.
Gruppo
facebook: Il
Giardino di Efp.
Nilin le aveva
provate tutte, ma H3O –
il suo Edge – non aveva
più dato
segni di vita da quando lei lo aveva affrontato e sconfitto. Eppure,
era certa
di non averlo ucciso.
Non
ne aveva mai avuto l’intenzione. Nemmeno quando
si era sentita spacciata di fronte ai
Leaper che Edge continuava a scagliarle contro.
Sospirò,
l’eroina Erroista,
avvicinandosi a quel groviglio di circuiti che conteneva la memoria
remixata
del Sistema Operativo H3O.
Nilin lo
carezzò, osservandolo con gli
occhi velati di lacrime.
- Giuro che troverò un modo per riportarti in questo mondo,
per farti vivere –
sussurrò – giuro che la prossima volta,
sarà quella buona...
Ad un tratto, la
porta del
laboratorio si aprì con uno scatto improvviso. Nilin si
asciugò velocemente gli
occhi e si volse, trovandosi davanti il padre, ansante.
- Cosa c’è, papà? – chiese
allarmata.
- Devi... devi vedere una cosa, vieni – fu la risposta
dell’uomo che, senza
attendere una replica, girò sui tacchi e uscì di
gran carriera dalla stanza.
Prima di
seguirlo, la giovane si
volse un’ultima volta per rivolgere a Edge un sorriso. Con lo
sguardo scivolò
sugli innumerevoli circuiti che lo tenevano in stato vegetativo,
attaccato ad
un computer gigantesco che ne monitorava ogni più piccola
vibrazione.
- Tornerò presto, Edge.
Nilin
sgusciò per i corridoi del
laboratorio, camminando alle spalle del padre, silenziosa come
un’ombra.
- Cosa devi mostrarmi? – gli chiese, curiosa.
- Forse ho trovato un modo per far tornare H3-... cioè Edge, fra noi come un comune essere umano.
Un brivido le
scosse le membra e per
poco non perse l’equilibrio.
- Dici davvero?
- Non gioire prima del tempo, figlia mia. Non so se
l’esperimento riuscirà...
il soggetto è compromesso.
- Cosa vuol dire, papà?
Charles
fermò il passo di fronte ad una
vetrata trasparente e con un gesto della mano fece segno alla figlia di
guardarvi all’interno. Nilin ubbidì e, appena lo
fece, i suoi occhi chiari
divennero grandi il doppio. Sdraiato su un letto d’ospedale
giaceva un uomo di
bella presenza, con la barba sfatta e i capelli biondissimi. Respirava
a
malapena e la sua pelle pallida era macchiata qua e là da
chiazze verdognole.
- Chi è quest’uomo? – chiese la giovane.
- Non ne abbiamo idea – rispose il padre – i miei
droni l’hanno trovato che
girovagava nei bassifondi di Neo-Parigi, senza memoria. Forse
è stato attaccato
da un Leaper...
- Anche lui lo sta diventando.
- Se Edge riesce ad impossessarsi del suo corpo e a prendere vita, il
processo
verrà interrotto.
Nilin
guardò il padre dritto negli
occhi e rimase in silenzio per alcuni istanti.
- Ne sei sicuro? – chiese infine.
Charles si
passò una mano sul viso e
per un istante parve più vecchio di quanto non fosse
già.
- No – rispose – ma non possiamo fare altro che
provare.
- Se durante il trasferimento qualcosa andrà male, H3O
potrebbe andare perduto.
La voce di Nilin
era un rantolo di
dolore.
- Sì, per questo ho voluto parlartene prima di agire. Sei
disposta a rischiare?
- Io...
Un arabesco di
emozioni le s’intrecciò
nel cuore, facendolo fremere. Aveva paura, perché
ciò che suo padre proponeva
era rischioso non solo per Edge, ma anche per l’uomo che
giaceva su quel letto.
Le probabilità di riuscita erano davvero minime, ma
c’era altra scelta? C’era
forse un’alternativa?
“Oh
Edge...”.
Nilin prese aria
e strinse con forza
i pugni. Dischiuse le labbra e, infine, parlò.
- E sia – disse – questa potrebbe essere
l’unica opportunità per riavere Edge
con me.
Charles le cinse
le spalle con un
braccio e le diede un lungo bacio sulla fronte, cullandola un
po’.
- Andrà bene – le sussurrò –
dispongo subito il tutto e procediamo.
- Voglio essere nella stanza con lui.
- Nilin, potrebbe essere pericoloso...
- Non mi interessa. E poi, so difendermi.
L’uomo
sospirò e suo malgrado le
sorrise.
- Decisa e battagliera come sempre, eh? Sei tale e quale a Scylla, tua
madre.
Nilin
ricambiò il sorriso e, senza
aggiungere altro, entrò nella stanza.
Rimase
nell’angolo, immersa nel
silenzio ovattato che avvolgeva ogni cosa. Solo il bep
regolare dei macchinari lo rompeva di tanto in tanto.
“Presto
ti riavrò con me, Edge”
pensò, camminando avanti e indietro davanti al letto sul
quale giaceva lo sconosciuto. “Spero
di
aver fatto la scelta giusta durante il nostro scontro e che il
remixaggio della
tua memoria si andato bene... non voglio che tu soffra di
nuovo”.
- Qui è tutto pronto – gracchiò la voce
di Charles dall’altoparlante –
trasferimento del Sistema Operativo H3O nel soggetto 1 avviato.
“Non
odiarmi, Edge”.
L’uomo
s’inarcò, mentre gli elettrodi
collegati alla sua testa vi immettevano le informazioni e i ricordi che
Nilin
aveva remixato.
“Coraggio,
puoi farcela! Apri gli occhi, Edge!”.
Urla di dolore
ruppero il silenzio e
il trillo impazzito dei macchinari riecheggiò sulle pareti
bianche della
stanza, fastidiosissimo.
“Staremo di nuovo insieme, Edge,
come in
passato... ma questa volta, potremo farlo nella realtà e non
solo attraverso
ricordi ed emozioni”.
Ad un tratto,
tutto tacque.
L’uomo
ricadde supino e non si mosse
più. Il bep riprese a
scandire i
secondi, che parvero durare un’eternità.
Nilin trattenne
il respiro e si
avvicinò al letto, con il cuore che cozzava con forza contro
la gabbia
toracica. Si inumidì le labbra e allungò una
mano. Sfiorò una ciocca di capelli
dell’uomo e gliela scostò dal viso, che pareva
aver ripreso colore.
- Edge...? – chiamò con voce rotta.
- Ni-... Nilin?
- Edge!
L’uomo
aprì gli occhi, mostrando due
iridi azzurre come il cielo più limpido. La osservarono per
qualche istante,
confuse.
- Cosa... cosa è successo? – si guardò
le mani e poi di nuovo Nilin, che
sorrideva commossa e piena di gioia – io dovrei essere
morto...!
- E invece sei qui, con me – rispose la giovane.
Edge si
sollevò sui gomiti, scuotendo
leggermente il capo.
- Non mi hai mai dato retta fino in fondo – disse, commosso
– ma come hai fatto
a...
- ...Invece di ucciderti – si affretto a rispondergli
– ho remixato i tuoi
ricordi, cancellando il dolore che hai provato in tutti questi anni e
lasciando
intatte solo le belle emozioni. Ora sei un essere umano, come me
– prese un
profondo respiro, poi continuò – mi odi, Edge?
Edge
allungò una mano per carezzarle
una guancia. Chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto. Infine,
rispose:
- Odiare? Non so più nemmeno cosa significhi.
Nilin gli prese
la mano e gliela
baciò, naufragando nell’azzurro di quegli occhi
tanto magnetici.
- E cosa sai? – gli chiese in un soffio.
- Che ti ho sempre amato.
E,
finalmente, le loro labbra s’incontrarono
in un lungo e appassionato bacio.
Angolino
dell’autrice:
Ok, io e le
science-fic non andiamo d’accordo,
ma non ho resistito e ho approfittato del prompt per scrivere di questi
due,
che ho shippato fin dall’inizio. Vi lascio solo immaginare
come ci sono rimasta
alla fine. Sigh...
Spero che la
shot vi sia piaciuta! ^^’
Elly