Crossover
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Autore: Odinforce    07/06/2016    6 recensioni
Una serie di one-shot ambientate su Oblivion, il mondo in cui è narrata la mia maxi-opera Interior Dissidia. Storie parallele dedicati a personaggi diversi, sopravvissuti all'eterno ciclo di guerre e che cercano disperatamente di farsi valere a modo loro. Idee scartate dalla storia originale, ma non per questo dimenticate o mai avvenute.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sempre nel mio cuore
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Silenzio, vento e polvere. Gli unici compagni di viaggio per l’uomo che vagava lungo quella strada deserta: una lunga striscia di cemento, spoglia e spezzata, inutile avanzo di un ignoto mondo distrutto. Uno dei molti tasselli di un enorme mosaico di caos sul quale il viaggiatore camminava, il mondo chiamato Oblivion. Il regno spezzato. La tomba, l’abisso in cui precipitavano tutti i mondi conosciuti per mano del suo signore, Nul.
Sasuke Uchiha era sopravvissuto alla folle opera di distruzione di quel demonio, avvenuta attraverso un numero incalcolabile di scontri e guerre. Neanche per un attimo aveva accettato la sfida di Nul, ossia combattere contro la propria nemesi in cambio del ritorno a casa. Nel suo caso, era stata una proposta inaccettabile... per non dire impensabile. Come avrebbe potuto affrontare – uccidere – il suo migliore amico?
Non dopo tutto quello che aveva passato prima di finire laggiù.
Sasuke non avrebbe fatto mai più il gioco di nessuno.
Non che ormai avesse più importanza... perché quell’uomo aveva già perso tutto.
Continuò a camminare lungo la strada, nel silenzio più assoluto, sotto il cielo coperto da eterne nuvole grigie che non lasciavano passare nemmeno uno spiraglio di luce. A malapena ricordava come fosse fatto il sole: il tempo non aveva significato su Oblivion, perciò gli sembrava di essere finito laggiù da secoli.
Si chiese per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a proseguire, prima di perdere persino la speranza.
Qualcosa attirò la sua attenzione. Sasuke aguzzò la vista in avanti e scorse una figura: una persona si stagliava a pochi metri di distanza, in piedi sull’asfalto. Esitò per un momento, poi afferrò la spada appesa al suo fianco e attivò il potere racchiuso nel suo occhio destro: lo Sharingan s’illuminò, iniettando di rosso la pupilla.
Sasuke non percepì alcun potere né ostilità da quella persona, perciò si rilassò. Affrettò il passo e la raggiunse subito, ormai consapevole di cosa avesse trovato.
Davanti a lui c’era una ragazza, sporca e malconcia. Più bassa di lui di tutta la testa, era molto giovane, non più di diciassette anni; anche lei aveva tratti somatici orientali, ma una notevole abbronzatura rendeva più scura la sua pelle; aveva lunghi capelli neri e abiti di città, una camicetta rosa sopra un paio di pantaloncini corti. La sua bellezza era pesantemente offuscata dallo shock e la stanchezza che la dominavano in quel momento; respirava a fatica, e i suoi occhi spenti sembravano persi nel vuoto.
Quando ormai parve un miracolo che riuscisse ancora a reggersi in piedi, la ragazza crollò a terra, sotto lo sguardo sorpreso di Sasuke.
Il ninja si guardò intorno. La strada era ancora deserta, non vedeva nessun altro nei paraggi. Esitò ancora per un attimo, dunque si chinò e afferrò la ragazza. Avrebbe dovuto portarla subito nel luogo sicuro che conosceva, ma poteva aspettare; Sasuke si limitò a uscire dalla strada, raggiungendo una roccia vicina dove fece sedere la ragazza. Non aveva ferite gravi, ma era evidente quanto fosse stremata; prese la borraccia e le aprì la bocca, facendole bere una generosa quantità d’acqua.
La ragazza riacquistò conoscenza, tossendo un po’ per l’acqua appena ingoiata. Notò l’uomo davanti a lei e cacciò un urlo, improvvisamente spaventata. Sasuke la trattenne con la mano, aspettandosi una reazione del genere.
« Stai calma, non voglio farti del male » la rassicurò, tenendo salda la presa. « Puoi sentirmi? Capisci quello che dico? »
La ragazza si rilassò gradualmente, riprendendo fiato. I suoi occhi erano ancora colmi di paura, ma nel frattempo rispose alla domanda.
« S-sì. »
« Bene » disse Sasuke. « Come ti chiami? »
« Mi... mi chiamo... Reiko. »
« Io sono Sasuke, molto piacere. Da che parte stai? »
« Co-cosa? »
« Da che parte stai? » insisté il ninja. « Scusa, ma devo chiedertelo. Sei un eroe o un nemico? »
Reiko non sembrò capire, limitandosi a fissarlo incredula.
« Non capisco » sussurrò. « I-io non sono... un eroe. Non sono nessuno. »
« Uhm... »
Sasuke non replicò. Continuava a scrutarla con il suo Sharingan, per capire se poteva fidarsi davvero. Dopo tutto quello che aveva passato in quell’inferno, non ci si poteva aspettare che un tipo come lui credesse subito alle parole di una sconosciuta appena incontrata... anche se questa aveva sembianze di una ragazzina ferita e spaventata. Perciò rimase in ginocchio di fronte a lei, osservandola con il suo inquietante occhio rosso.
Ci volle un buon minuto di pazienza per convincere Sasuke della buona fede di Reiko. Lei non mentiva, e la sua aria sconvolta non era mutata di una virgola per tutto il tempo. Lo Sharingan continuava a non rilevare nulla in lei: nessun chakra, né altre energie interiori che potessero conferirle qualche potere. In definitiva, Sasuke aveva davanti a sé una normalissima ragazza.
Il ninja si rilassò, disattivando lo Sharingan.
« Perdona i miei modi bruschi » disse. « Di questi tempi non è saggio abbassare la guardia facilmente. Pensiamo a te, piuttosto... Reiko, giusto? Che cosa ti è successo? »
« Io... non lo so » rispose la ragazza. « Non so che diavolo sta succedendo. Fino a poco tempo fa ero a casa mia, poi un’ombra gigantesca mi ha travolto... e mi sono ritrovata in questo posto assurdo! »
« Da quanto tempo ti trovi qui? »
« Io... da tre giorni, credo. Oh, è così difficile... mi sembra di aver dimenticato un sacco di cose, persino lo scorrere del tempo. »
« Già, ti capisco » commentò Sasuke. « Un’altra cosa, Reiko. Sei arrivata qui da sola? O eri con qualcuno? »
Gli occhi di Reiko si riempirono di lacrime prima di rispondere.
« Io... da sola! » esclamò. « Però... ne sono sicura... so che qualcun altro è arrivato qui. Io... lo sto cercando disperatamente. Ho vagato finora su queste... strade, in cerca di... di lui... »
Sasuke estrasse un fazzoletto dalla tasca e glielo porse. Reiko lo prese subito e si asciugò le lacrime.
« Va bene » dichiarò il ninja, tagliando corto. « Se sei da sola, allora questo facilita le cose. Ci riposeremo un po’, dopodiché ti condurrò in un posto sicuro. »
Reiko lo fissò per alcuni istanti, e annuì dopo aver asciugato ogni lacrima dal suo viso.
« Grazie » fece Reiko, restituendo il fazzoletto.
Sasuke sedette davanti a lei, trovando posto su una roccia vicina. Lanciò un’occhiata al cielo: anche se era perennemente coperto dalle nuvole, era evidente che il sole stesse per tramontare. Presto avrebbe fatto buio. Il ninja raccolse dunque un po’ di legna dal terreno e ne fece un mucchio sullo spazio tra lui e Reiko.
« Non è che per caso hai un accendino, vero? » domandò lui.
« Uhm, no, mi dispiace. »
« Peccato. Vorrà dire che mi toccherà dare spettacolo di nuovo. »
Sasuke sollevò quindi la mano, tenendo alti l’indice e il medio.
Arte del Fuoco: Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!
Un getto di fuoco eruppe dalla sua bocca, incendiando la legna appena raccolta. Reiko cacciò un nuovo urlo, stavolta per la sorpresa; tacque dopo un attimo, mentre un bel falò scoppiettava ora accanto alla ragazza.
Sasuke tornò a sedersi al suo posto, fissando Reiko con curiosità. Sapeva riconoscere gli sguardi, e quello che aveva visto negli occhi di lei dimostrava di sicuro una cosa: Reiko non era del tutto estranea a fenomeni del genere. Era certo che avesse già visto simili tecniche all’opera, anche se non proveniva dal suo stesso mondo. Preferì non indagare oltre, tuttavia, poiché in fondo non gli importava.
Ci fu una lunga pausa, ma alla fine il ninja riprese la parola.
« Chi stai cercando? » domandò. « Qualcuno che ti è caro, immagino. »
« Sì... » rispose Reiko. « Sto cercando Ryu. Lui è... ecco... »
« Il tuo ragazzo. »
Reiko arrossì parecchio e tacque. Sasuke notò quella reazione, e una forte familiarità invase i suoi pensieri. In quel momento Reiko assomigliava tremendamente a qualcuno di sua conoscenza... e che gli era molto caro.
« Be’, io... » iniziò a balbettare. « Lui... noi... insomma, mi sta a cuore moltissimo, ma non so se si può definire... »
« Ok, è il tuo ragazzo » tagliò corto Sasuke. « Va tutto bene, guarda che non me ne importa niente. Dunque anche lui è finito su Oblivion? »
Reiko tacque, e annuì lentamente.
« Non ci siamo incontrati, ma ne sono sicura. So che Ryu è qui. Lo sento, nel mio cuore. So che è qui da qualche parte... forse mi sta aspettando. Per questo devo raggiungerlo. Forse... riusciremo a tornare a casa insieme. »
Sasuke non replicò. Conosceva bene quella sensazione: quando ami qualcuno, il legame può essere così forte da superare ogni barriera fisica. Le sensazioni diventano certezze, e le speranze restano forti, qualunque cosa accada.
Ma Reiko non aveva la minima idea di come funzionassero le cose su Oblivion. Per quanto ne sapeva Sasuke, quel Ryu poteva essere già morto... ucciso in un ciclo di guerra organizzato da Nul. Doveva dirglielo subito: costringerla a fare i conti con l’atroce realtà il prima possibile...
« Lo hai mica visto? » domandò Reiko in quel momento. « Lo hai incontrato nei paraggi? »
« Io... no, mi dispiace » rispose Sasuke, impassibile. « Mai incontrato nessun Ryu. »
« Peccato... ma non intendo darmi per vinta. Continuerò a cercarlo, e non mi arrenderò finché non l’avrò trovato. »
Sasuke sospirò. Ora Reiko gli ricordava qualcuno di totalmente diverso. Quella determinazione era fin troppo familiare: un tipo difficile da spezzare, come dimostrato dal suo migliore amico fin da quando lo aveva conosciuto. Anche se Reiko era una normale ragazza priva di talento, era certo che non si sarebbe fermata; non avrebbe rinunciato alla sua ricerca. Portarla al sicuro sarebbe stato inutile, perché lei avrebbe ripreso subito a cercare il suo amato.
Non aveva altra scelta che accontentarla.
« Parlami di lui » ordinò. « Forse posso aiutarti a trovarlo. »
Reiko lo guardò sorpresa per un attimo, poi obbedì.
« Ryu è un grande guerriero » disse. « Ha dedicato la sua vita alle arti marziali e alla giustizia. È cresciuto in un dojo, apprendendo fin da piccolo vari stili di combattimento sotto la guida di un grande maestro. Poi ha cominciato a viaggiare per il mondo, in cerca di altri grandi guerrieri da sfidare. Per un po’ di tempo ha vissuto sulla mia isola, lavorando come boscaiolo insieme a mio nonno; è così che ci siamo conosciuti. Io gli portavo sempre da mangiare, e lui mi raccontava delle sue avventure. Mi parlava degli avversari che aveva sfidato, e delle incredibili tecniche di cui erano dotati. Monaci sputafuoco, soldati colossali, ragazzine toste e guerrieri mascherati. Mi sembravano storie assurde, ma anche Ryu non era da meno, con le tecniche che mi mostrava. Inoltre lo vedevo allenarsi nel tempo libero, dando prova della sua incredibile forza e tenacia. »
Sasuke ascoltò in silenzio, assimilando ogni informazione.
« Un giorno, Ryu dovette ripartire » continuò Reiko. « Aveva ricevuto una lettera da un suo grande amico, che lo invitava a raggiungerlo per unirsi a lui in un nuovo viaggio. Così le sue avventure sono ricominciate: fui costretta a vederlo partire, anche se ormai avevamo stabilito un legame. Decisi di regalargli il mio braccialetto » aggiunse, afferrandosi il polso destro, « affinché potesse ricordarsi di me. »
« È mai tornato da te? » chiese Sasuke.
Reiko annuì con un lieve sorriso.
« Oh sì. Con mia grande sorpresa l’ho visto tornare dopo qualche mese. Ero felicissima, perché non mi aveva dimenticato... neanche per un momento; portava ancora il mio braccialetto. Decise di restare con me; anche se il suo spirito guerriero lo aveva spinto a partire, il suo cuore lo aveva riportato a casa... da me.
« Per un po’ le cose andarono bene tra noi. Poi, un giorno... è accaduto tutto questo. »
Il sorriso di Reiko svanì di nuovo.
« Ho visto il mondo intero svanire da sotto i miei piedi, ingoiato dall’oscurità... insieme a Ryu. Non so come sia successo, né perché... ma per il momento non m’importa. Voglio solo ritrovare Ryu, poi troveremo una soluzione insieme. »
Tacque, e approfittò di quel momento per sistemarsi meglio accanto al fuoco. Sasuke restò in silenzio, valutando le informazioni appena ricevute. Qualcosa si fece subito largo tra i suoi ricordi più recenti, distraendolo per un po’ dal dolore perenne che affliggeva la mente.
« Arti marziali » disse a voce alta. « In base alle informazioni che mi hai dato, penso di sapere dove possa trovarsi Ryu. »
Reiko lo fissò sorpresa.
« Davvero? »
« Sì. Esiste un solo posto su Oblivion su cui un tipo del genere oserebbe mettere piede. Ci sono già stato, anche se non è stata un’esperienza piacevole. Ryu potrebbe trovarsi laggiù senza ombra di dubbio. »
« Fantastico! È molto lontano? »
« Lo spazio non ha alcun significato in questo mondo. Ad ogni modo, ho un potere con il quale posso raggiungere rapidamente luoghi lontani. Passeremo la notte qui, e domattina raggiungeremo quel settore. »
Reiko sorrise, incapace di aggiungere altro. Sasuke aveva appena alimentato le sue speranze, accettando di aiutarla nella sua ricerca.
Il ninja, d’altro canto, non lo stava facendo per la ragazza; piuttosto, sapeva che era la cosa giusta da fare. Negli ultimi giorni, dopo quello che Nul gli aveva fatto, aveva percorso vari settori di Oblivion in cerca di altri superstiti, salvandoli e portandoli al sicuro; era la sua missione, il suo ultimo compito cui adempiere in attesa che tutto finisse.
La notte era calata nel frattempo sopra le loro teste, e la stanchezza non tardò ad arrivare. Reiko si sistemò come meglio poteva per dormire tra le rocce; con sua gran sorpresa, Sasuke si avvicinò a lei avvolgendola con il suo mantello.
« Grazie! » fece con un sorriso. « Ma così resterai senza... come farai per stanotte? »
« Non preoccuparti per me » tagliò corto lui, riprendendo posto sulla sua roccia. « Non penso che dormirò molto, comunque. »
Reiko stava per aggiungere altro, ma s’interruppe. Solo in quel momento si accorse il tragico particolare sul corpo di Sasuke, nascosto per tutto il tempo dal mantello che le aveva appena prestato. Al ninja mancava buona parte del braccio sinistro; di esso non restava altro che una manica vuota mossa dal vento.
« Oh cielo » mormorò lei, sconvolta. « Mi dispiace. Come... com’è successo? »
Sasuke le restituì la sua solita occhiata inespressiva.
« Ho pagato il prezzo per i miei errori. »
Fu tutto ciò che ebbe voglia di dire in quel momento. Reiko capì che non era il caso di insistere e si distese su un fianco, concedendosi al dolce abbraccio del sonno.
 
Il mattino seguente...
Sasuke e Reiko si svegliarono molto presto, non appena il cielo nuvoloso si degnò di dare una parvenza di luce mattutina. Il ninja attese che la sua nuova compagna di viaggio fosse pronta a partire, dopodiché agì, scostando la ciocca di capelli che gli copriva l’occhio sinistro. Reiko vide un occhio completamente viola, con sei cerchi concentrici e sei piccoli segni simili a un 6 intorno alla pupilla.
Sasuke voltò quindi lo sguardo da un’altra parte, e dopo pochi istanti si aprì a mezz’aria una sorta di buco nero, oltre il quale si poteva vedere un luogo completamente diverso.
« Entra, non aver paura » disse a Reiko. « Questo portale ci condurrà a destinazione. »
Reiko obbedì dopo una breve esitazione, passando con cautela attraverso il varco. Sasuke la seguì a ruota, e il portale si chiuse subito dopo.
I due si trovavano ora in un altro settore di Oblivion. Una landa deserta, ricoperta di terra rossa e rocce taglienti, battuta dal vento. Davanti a loro si ergeva una gigantesca costruzione: era una piramide a gradoni, alta, nera e antica, circondata da un anello di formazioni rocciose. Il silenzio era quasi assoluto, spezzato di tanto in tanto dal gracchiare di corvi e avvoltoi che svolazzavano nei paraggi.
« Che posto orribile » commentò Reiko, stringendosi nuovamente nelle sue spalle per la tensione. « Ma dove siamo? »
« La Piramide di Argus » spiegò Sasuke, indicando la costruzione davanti a loro. « Uno dei tanti settori di Oblivion, ricavato con un frammento di un altro mondo. Nul lo ha realizzato come parte della sua sfida contro i più grandi guerrieri di tutti i mondi: qui ha lottato un sacco di gente, scalando la piramide e affrontandosi in duelli all’ultimo sangue. »
« Oddio... credi allora che Ryu si trovi qui? »
Sasuke non rispose subito, cercando parole adeguate.
« È una possibilità. »
I due si avvicinarono alla piramide per qualche decina di metri, superando l’anello di rocce che ne faceva da perimetro. Fu allora che Sasuke si fermò, attirando l’attenzione di Reiko.
« Dovrai restare qui, Reiko » le disse con serietà. « Andrò avanti da solo. »
« Oh? Perché? »
« Quello che vedresti più avanti non ti piacerebbe, nemmeno un po’. Fai come ti dico, per favore. »
« Ma... »
« Devi ascoltarmi, Reiko » insisté Sasuke. « Questo posto è saturo di morte e distruzione. Non puoi nemmeno immaginare quante persone hanno perso la vita su quei gradini... e preferisco risparmiarti la vista di un tale scempio. Perciò ascoltami e resta qui. Penserò io a cercare Ryu nei dintorni. »
Reiko tacque, mentre un orribile presentimento invadeva la sua mente e il suo cuore. Sasuke si rifiutò di aggiungere altro, perciò fu costretta a obbedire alla sua richiesta; descrisse l’aspetto del suo amato con precisione, poi il ninja le voltò le spalle per raggiungere la piramide.
La ragazza si appoggiò alla roccia più vicina, cercando di non cedere allo sconforto. Sasuke era un tipo davvero enigmatico: sembrava non volerle rivelare informazioni oltre un certo limite. Arrivò dunque a chiedersi cosa le stava nascondendo... e per quale motivo.
Nel frattempo, Sasuke aveva già raggiunto la cima della piramide con pochi balzi. Trovò il luogo esattamente come lo aveva lasciato l’ultima volta: la stessa desolazione, l’aria intrisa di morte e silenzio. Centinaia di cadaveri sparsi dappertutto, lungo i gradini della piramide fino alla cima; inutili resti dei potenti guerrieri che avevano raccolto la sfida di Nul.
Ryu era uno di loro.
Sasuke lo trovò in cima alle scale, dopo aver esaminato con calma ogni cadavere nelle vicinanze. La descrizione fatta da Reiko combaciava con ciò che aveva davanti: il corpo esanime di un giovane muscoloso dai capelli castani; indossava un karate gi bianco dalle maniche strappate all'altezza delle spalle, un paio di guanti di protezione, una cintura nera e un hachimaki rosso sulla fronte. Al polso destro, inoltre, indossava un braccialetto di perle verdi... senza dubbio, quello che Reiko gli aveva regalato prima di partire.
Sasuke rimase in ginocchio a osservarlo, mantenendo l’aria cupa. Non si era fatto illusioni, nemmeno per un attimo: era certo di trovare un tipo del genere sulla Piramide di Argus... annientato per mano di un invincibile nemico. Lui stesso era scampato per un soffio allo stesso destino, solo pochi giorni prima. Quei terribili momenti tentarono di fare breccia nella sua mente, ma restò concentrato; ormai non aveva più nulla da fare lassù.
Aveva trovato ciò per cui era venuto, non restava altro che riportare la tragica notizia a Reiko.
Era inevitabile che accadesse. I ricordi riaffiorarono nel giro di un istante: Sasuke non riuscì a impedirlo, e rivisse il dolore più grande mai provato in vita sua.
 
Lui e Naruto avevano trovato Nul dopo una lunga ricerca. Lui li aveva scelti come Eroe e Nemesi del mondo da cui provenivano, destinati ad affrontarsi in uno scontro mortale: il vincitore sarebbe tornato a casa, secondo la promessa di quel diabolico individuo senza volto.
Entrambi avevano trovato la proposta inaccettabile. Dopo tutto quello che avevano passato, Naruto e Sasuke erano certi di una cosa: non si sarebbero affrontati fino alla morte per il diletto di un tipo del genere. Perciò avevano unito le forze e dato la caccia a Nul, per costringerlo a riportarli a casa.
Lo avevano trovato lassù, sulla Piramide di Argus: l’uomo senza volto aveva appena ucciso l’ultimo guerriero che aveva raggiunto la cima, come se nulla fosse. Si era rifiutato di riportare i due amici a casa, e lo scontro fra loro era stato inevitabile.
Avevano spinto i loro poteri fino al limite. Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha, i ninja più forti della loro generazione, tali da poter distruggere intere terre con un colpo solo. Tutto questo potere si era rivelato inutile contro Nul: quel mostro era in grado di imitare e riflettere qualsiasi abilità o potere di cui fosse dotato il suo avversario. E contro i ninja più forti della loro generazione, i poteri evocati di conseguenza si erano rivelati spaventosi.
Lo scontro era stato breve, ma violentissimo, tale da portare gli eroi e il nemico lontano dalla Piramide. Sasuke era crollato a terra, esausto, alla totale mercé di Nul. Questi si stava avventando su di lui con una replica del Susanoo, gigantesco guerriero di chakra armato di spada...
Ma il colpo non arrivò mai.
Naruto si era posto in difesa dell’amico, prendendosi il colpo al posto suo.
« Naruto... nooo! »
« Ugh... scappa, deficiente. »
Naruto non aveva aggiunto altro, impiegando le sue ultime energie per salvare Sasuke. Il chakra del Demone Volpe ammantò il suo corpo, usando la sua potenza per scagliare un ultimo colpo contro Nul; il Rasenshuriken lo colpì in pieno, ma serviva solo a distrarlo. Sasuke non riuscì a far nulla, mentre una coda di chakra lo avvolgeva e con una forza enorme lo scagliava lontano, via dalla valle.
Avrebbe visto Naruto solo qualche giorno dopo, al Cimitero dei Mondi, quando ormai era troppo tardi. Il suo corpo era stato sigillato in un cristallo insieme a quello di sua moglie, come un trofeo da collezione. Sasuke restò impietrito a lungo ai piedi di esso, comprendendo di aver fallito.
 
Riaprì gli occhi, ponendo fine ai ricordi. Tornò a guardare il cadavere accanto a lui, ricordando l’impegno preso con Reiko. Aveva ancora qualcosa da fare.
Reiko vide Sasuke tornare pochi minuti dopo. Il ninja atterrò con un balzo davanti a lei, ma contrariamente alle sue aspettative era solo. Prima che la ragazza potesse fare domande, Sasuke tese la mano in avanti, mostrandole l’oggetto che reggeva: il braccialetto, tutto ciò che aveva potuto recuperare dal corpo di Ryu.
« Mi dispiace » disse Sasuke, tetro.
Reiko capì nel giro di un istante, e grosse lacrime vennero fuori dai suoi occhi mentre prendeva il braccialetto. Scoppiò in un pianto incontrollato, sotto lo sguardo freddo del ninja; questi non sapeva cosa fare, ma poi, in un gesto che nemmeno lui seppe spiegarsi, cinse la ragazza con il suo braccio.
Rimase così, aspettando paziente che Reiko smettesse di piangere. Avevano tutto il tempo del mondo, l’unico che era rimasto a entrambi.
Più tardi, Sasuke avrebbe portato a termine il suo compito. Avrebbe aperto un nuovo portale e condotto Reiko nel luogo sicuro: un ospedale in cui trovavano rifugio tutti i sopravvissuti al caos di Oblivion. Le avrebbe raccontato ogni cosa, per soddisfare la sua precedente curiosità su cosa gli fosse accaduto; un modo come un altro, secondo lui, per distrarla dal dolore per la perdita di Ryu.
« Grazie infinite » avrebbe detto Reiko con un debole sorriso. Dopotutto era ancora viva grazie a lui, e aveva fatto il possibile per aiutarla.
Non poteva negarlo, né avrebbe mai provato a farlo. Sasuke aveva fallito. Non era riuscito a tornare a casa, né a proteggere il suo amico... il migliore che avesse mai avuto, l’unico rimasto al suo fianco anche nei giorni più bui. Aveva perso ogni cosa: il mondo, gli amici, la famiglia. Non c’era modo di recuperarli, finché il caos continuava a imperversare su quel mondo.
Ma lui non aveva ancora finito. Il ninja era ancora vivo, e poteva ancora fare qualcosa. Dopo aver ritrovato Naruto al Cimitero dei Mondi, aveva giurato ai piedi del suo feretro di cristallo che non si sarebbe arreso. Lui non aveva potuto sconfiggere Nul, ma era certo che qualcun altro sarebbe riuscito in questa impresa. Perciò si era rimesso in viaggio subito dopo, per compiere la sua nuova missione.
« Aiutare e portare in salvo tutti quelli che incontro su ogni settore » avrebbe spiegato a Reiko, all’ingresso dell’ospedale. « Radunare il maggior numero di superstiti. La mia speranza è che qualcuno di voi trovi un modo per vincere questa guerra... e trionfi dove io e Naruto abbiamo fallito. Io continuerò su questa strada, finché avrò la forza per percorrerla. »
Reiko avrebbe capito. Anche se lei era solo una normalissima ragazza, per Sasuke significava un altro piccolo successo: alimentare le speranze degli eroi sopravvissuti su Oblivion. Un nuovo, piccolo punto a favore di coloro che ancora si battevano per sconfiggere Nul.
Perché, se aveva imparato qualcosa da quell’idiota del suo migliore amico, era proprio questo. Sasuke non si sarebbe mai arreso.
Era la sua via del ninja. 
   
 
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