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Autore: MissyHarry    07/06/2016    2 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14.

Sound of Silence


Rock aveva dormito nelle peggiori condizioni, nell'ultimo anno: sotto la pioggia, in una capanna di bambù nel mezzo della foresta aspettando di essere salvato, in una nave scossa dalle onde e dai proiettili, in un appartamento dove dormiva anche Dutch, l'uomo dal russare più rumoroso dell'universo… Eppure, in macchina proprio non riusciva ad addormentarsi. Gli era successo anche quando ancora abitava in Giappone, di dover passare la notte nella lussuosa berlina del capo in attesa che tornasse dalle sue notti brave; eppure, sarà stato per colpa dei sedili sempre troppo scomodi, dei finestrini e del parabrezza che strappavano via ogni lembo di intimità, della possibilità che chiunque potesse fermarsi a guardare dentro… Non riusciva bene a spiegarselo, ma proprio non si sentiva a suo agio. Non che c'entrasse qualcosa la presenza di Revy, anzi; era capitato un sacco di volte che si ritrovassero a dividere la stessa stanza, e aveva sempre dormito tranquillamente. Guardò la ragazza allontanarsi verso la macchina con una punta d'invidia. "Beh?" gli chiese lei, voltandosi verso di lui una volta aperta la portiera del passeggero. "Fai il turno di guardia…?" sogghignò e si sedette, richiudendo lo sportello e abbassando il finestrino. Gli lanciò un'ultima occhiata sospettosa, e quando constatò che non si era ancora mosso si strinse nelle spalle e buttò i piedi fuori dal finestrino aperto, mettendosi comoda. "Notte" biascicò. Rock le rispose con un cenno del capo, consapevole di non essere visto. Sospirò sconsolato: forse non era solo la prospettiva di quel giaciglio decisamente poco comodo che gli aveva tolto il sonno. Era stata una giornata parecchio movimentata: il night, Eda svenuta, la ballerina svampita, Revy che lo colpiva con una pistola… Ah, già, e pure quella cazzo di granata di Dutch. Inoltre, ora aveva quasi la totale certezza che Mark fosse l'uomo che stavano cercando, e questo, sebbene dimostrasse che i suoi sospetti erano sempre stati fondati, lo inquietava parecchio. Non avevano più le spalle coperte ora, c'era un traditore fra di loro… Era logico che si sentisse teso come una corda di violino. 'E giustamente' pensò, contrariato 'l'unica notte che non ho sonno è anche l'unica volta che quella dannata è stanca da morire. Ma come diavolo farà?'


Balalaika adorava il rosso. Era il colore che le stava meglio addosso, e riusciva sempre a distenderle i nervi... Mentre Boris le aveva portato gli ostaggi, quella sera, dalla borsetta della giovane donna francese era caduto un flacone che nessuno al momento aveva trovato impellente recuperare; ma poi, mezz'ora dopo che aveva chiamato Dutch e che stava aspettando quei due dannati ragazzi, la russa l'aveva raccolto in preda alla noia. Con suo immenso gaudio, si era rivelato essere un flacone di smalto rosso Valentino… Introvabile, a Roanapur. Aveva sorriso, rimirandosi le mani. Quale migliore colore per rifarsi lo smalto per ingannare l'attesa?

La russa stava trattenendo il respiro, mentre faceva del suo meglio per stendere senza sbavature la vernice sulla mano destra. Arrivata al medio, il telefono squillò improvvisamente, facendola sobbalzare. Il pennellino dello smalto le scivolò dalle dita e le imbrattò mezza falange. Imprecando, sollevò la cornetta con estrema attenzione, cercando di non fare ulteriori danni. "Chi diavolo sei? No, aspetta" lo interruppe, alzando la mano e rimirando il danno "spero proprio che tu abbia buone notizie, chiunque tu sia. Altrimenti ti conviene mettere giù direttamente". L'interlocutore riattaccò. Balalaika alzò gli occhi al soffitto, sospirando. "Grazie a dio" borbottò fra sé e sé, tornando a dedicarsi alla manicure.


Dutch riattaccò la cornetta, visibilmente a disagio. Non gli capitava spesso di sentirsi rifiutare da una donna - ammesso e non concesso che Balalaika rientrasse in tale categoria… In più, essere totalmente ignorato era una cosa che lo seccava parecchio. Soprattutto se stava cercando di aiutare qualcuno. "…Beh? Non hai detto niente". Benny si era sporto verso di lui, lo sguardo carico d'aspettativa. "Ti ha congelato con una frase?" Il nero si strinse nelle spalle. "Eh. Capita." Tirò a sè una sedia e si sedette al tavolo di fronte all'amico. "A quanto pare, le cose non vanno tanto bene nemmeno a lei. Chissà dove diavolo sono quei due disgraziati… E se Mark li ha già trovati". Si prese la testa fra le mani, tirando un lungo sospiro. "Lo sapevo, io, che questa storia puzzava… Cosa diavolo abbiamo accettato a fare??" "Eddài, calmati!" cercò di sdrammatizzare l'americano "non è da te lasciarti andare così. Sembri Rock!" Si alzò e gli battè una mano sulla spalla. "Piuttosto, non è che sei preoccupato per lui? Pensi che gli sia successo qualcosa quando…?" Dutch alzò lo sguardo verso di lui. Gli occhi erano mascherati dai soliti occhiali da sole, ma si capiva perfettamente quanto fosse teso. "Non vorrei che gli fosse capitato qualcosa per colpa della mia granata… Non me lo perdonerei". Benny fece del suo meglio per rivolgergli un sorriso rassicurante. "Beh, non esagerare, adesso! È in gamba. E poi, non pensi che Revy sarebbe già tornata qua strepitante puntandoti le pistole addosso se si fosse fatto anche solo un graffietto…?"


"Rooock…" mugugnò Revy, sonnacchiosa. Rotolò sull'altro fianco per trovarsi faccia a faccia con il compagno. "Piantala con questo casino, non riesco a dormire!" Il giapponese alzò un sopracciglio. Gli ci volle qualche secondo per capire a quale terribile e fastidioso baccano si stava riferendo. Trasse un profondo respiro. "Revy, non mi sembra che giocherellare con la chiusura dell'orologio sia…" "Stai ancora parlando?!" lo interruppe lei, stizzita. "Non so te, non so cosa tu ti sia messo in testa e soprattutto non so se tu sia un cazzo di vampiro, ma io ho bisogno di dormire e per colpa tua non ci sto riuscendo!" si rivoltò nuovamente dandogli la schiena, come a rimarcare che quella era la fine del discorso. Punto. 'Sempre l'ultima parola' pensò il ragazzo, fissandole la nuca. "Beh" sussurrò impercettibilmente con un filo di voce "se non riesci ad addormentarti nemmeno tu, evidentemente…" La rossa girò la testa, punta sul vivo. "Per tua informazione, brutto stronzo" gli puntò un dito premendoglielo al petto "io ho un sonno bestiale!" gli mollò un leggero schiaffetto sulla guancia, sprezzante, e richiuse nuovamente gli occhi. Il ragazzo mosse le gambe, a disagio. Guardò l'ora: le due. E ora, che diavolo faceva per sette ore? Guardò fuori dal finestrino aperto. La fresca aria di Roanapur si stava facendo sentire, anche perché la sua giacca era ormai stata monopolizzata dalla ragazza. Passarono alcuni minuti, ma non vide nemmeno un'auto sfrecciargli vicina sulla strada. Si chiese perché tutti avessero qualcosa da fare, tranne lui...


Mark aveva detto una bugia ad Eda: lui odiava le Harley. Non sarebbe mai riuscito ad abituarsi a quelle enormi e pesantissime moto americane, utili solo a farsi notare schioppettando e assordando i passanti con quell'inutile rumore. Eppure, era l'unico mezzo che gli rimaneva, per cercare quei due. Con la falsa promessa di portare la suora alla chiesa della violenza, le avrebbe chiesto gentilmente - come solo lui sapeva fare - di fare una piccola deviazione per cercare Revy. Eda, però, era meno stupida di quanto lui credesse. Ignorando il suo tono lusinghiero sorrise, strappandogli dalle mani gli occhiali da sole che le stava porgendo. "È da tanto che non guidi un'Harley, e per altrettanto non la guiderai" sentenziò, salendo a cavalcioni sulla moto "Mi spiace, ma non la faccio guidare a nessuno. In più, devo correre di filato da Jolanda, ho un paio di cosette da riferirle. Ci vediamo!" alzò una mano per salutarlo, ed infilò le chiavi. Il biondo sgranò gli occhi, sbigottito. Aveva intenzione di lasciarlo lì? Senza nemmeno un'informazione? "A-aspetta" balbettò, tentando di fermarla. "Senti, Dutch è piuttosto preoccupato e vorrebbe proprio sapere dove è finita Revy… Secondo te, dove posso cercarla?"


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Angolo Autrice
Faccio schifo. Non aggiorno da anni. Non c'è scusa che tenga. Mi spiace. La finirò, giuro. Odiatemi.
  
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