Storia di un video mancato
Daniele si portò la
bottiglietta di acqua gelata alle labbra
e ne sorseggiò il contenuto, il liquido ghiacciato scese
lungo la sua lingua e
gli rinfrescò la gola. Espirò rumorosamente, si
sedette davanti al computer ed
osservò lo schermo, semi-coperto dalle applicazioni.
Richiuse la bottiglietta e
la appoggiò accanto allo schermo del portatile,
aprì adobe after effect e
aspettò che si aprisse. Chiuse l’occhio sinistro e
ci passò di sopra la mano, ed
aprì youtube, andò sulla sua pagina e
guardò il numero degli iscritti.
“Non …
sale…” esalò. Si nascose il viso tra le
mani e
sbuffò, scuotendo la testa. Le lenti a contatto gli facevano
bruciare gli occhi
arrossati e il rumore di ambulanze in lontananza risuonò
nella sua stanza. Aprì
l’ultimo video ed avvertì una fitta al petto,
vedendo che i non mi piace si
erano duplicati. Spostò lo sguardo sui mi piace e sorrise,
anche se continuava
ad avvertire la fitta.
“Non male, sono aumentati
parecchio da ieri” si disse. Scese
e lesse i commenti.
“Bello Dani!”.
“Primo!”. “Continua
così”. “Ho riso così
forte che ho svegliato il mio cane”.
Daniele sorrise, scorrendo i vari
commenti, e si deterse le
labbra con la lingua. Si fermò su un commento lungo tre
volte gli altri.
“Bello copiare le idee
dagli altri, vero?”. Iniziò a leggere.
Espirò rumorosamente.
“Eppure nelle note ho detto
chi mi ha ispirato. Mi sono
addirittura messo d’accordo, in cambio ho fatto uno stato
pubblicità a quel
canale... Ed in ogni caso l’ho personalizzato.
Però
sparlare è sempre meglio,
vero tizio?” sibilò Daniele. Cliccò su
trova del motore di ricerca e digitò
copiato. Nella serie di commenti s’illuminarono delle frasi
in azzurro e
Daniele lesse i vari commenti.
“E poi
c’è gente che si lamenta perché a uno
dei ‘tu’ faccio
sempre dire: questa l’hai presa da facebook. Sono
ossessionati dal plagio.
Sveglia, viviamo su questo pianeta da più di duemila anni,
possibile che le
idee non si possano assomigliare?! L’importante è
dare la propria impronta, ma
chissà quanta gente in questo momento sta pensando quello
che penso io”. Prese
la bottiglietta d’acqua e la svuotò per
metà, bevendo avidamente. Richiuse la
bottiglietta e la appoggiò tra le gambe, la superficie umida
bagnò i suoi jeans
e la sedia girevole su cui era accomodato. Chiuse youtube e
aprì facebook, andò
nella propria pagina. Iniziò a leggere i vari commenti,
scorrendo la pagina.
“Vicende personali,
emoticon, emoticon… ah… dopo un
montaggio durato settimane questo si sente furbo a farmi notare una
svista
grammaticale. Bravo, geniale, sicuramente così diventerai
famoso anche tu, per
cinque secondi… uh, questa battuta la potrei usare a caro
youtuber ti scrivo”.
Sbadigliò e finì di bere il contenuto della
bottiglietta.
“uesto video è figo Lucio, ho canale. Passa!” lesse un commento tra una serie di asterischi.
Daniele sospirò, prese la
bottiglietta vuota e raggiunse un
cestino,
lasciandocela cadere all’interno.
“Questi forse sono anche
peggio dei commenti negativi”
borbottò. Si risedette alla scrivania ed abbassò
lo schermo del portatile. Si
grattò la testa con l’indice e si sporse in
avanti, prese una matita e un
taccuino.
“Il prossimo video
chiuderà la bocca a tutti. Sarà
incredibile e innovativo. Sì... Chiuderà la bocca
a
tutti” disse. Ticchettò sul
taccuino e corrugò la fronte.
“Ultimamente vanno di moda
le challenge. Potrei farne un’altra,
magari questa volta potrei… potrei… giocare ai
videogiochi bendato?” si
domandò. Mordicchiò la parte finale della matita
e alzò la testa.
“Interessante quanto filmare un vetro mentre piove e vedere quale goccia vince”. Sentì rimbombare la voce di Tu in testa.
Si grattò il
collo e il suo cellulare iniziò a tremare. Vide i messaggi
che gli erano
arrivati, li lesse, rispose. Rimise il cellulare in tasca e
allungò le gambe,
alzando e abbassando i piedi.
“Forse potrei riassumere...". Si grattò il mento. Sentì il suo cane abbaiare, sospirò e si alzò in piedi, raggiungendolo.
La cagnolina
saltellava intorno alla ciotola.
“Hai fame, vero?” domandò. Prese le crocchette e gliele mise nella ciotolina.
Il cane rischiò di cadere
nella ciotola,
Daniele scoppiò a
ridere.
“Mi raccomando, non
vomitare, abbaiare in modo strano o
cercare allegra compagnia o mi toccherà condividere anche te
nei miei video”
scherzò. Rimise a posto la busta delle crocchette e si
diresse verso il frigo.
“Hai fatto venire fame
anche a me” disse. Aprì il frigo, ci
guardò all’interno e scosse il capo.
“Niente”
borbottò. Raggiunse nuovamente la propria
scrivania, allungò la mano verso la matita e gli
trillò il cellulare. Lo trasse
dalla tasca e accese lo schermo, notò una serie di notifiche
su whatsapp, lo
aprì ed iniziò a rispondere. Vide una serie di
video che gli condividevano,
provò a scaricarne uno, ma il cellulare gli
notificò la memoria piena. Andò
alle applicazioni ed iniziò a cancellare dati, liberando
memoria. Alzò lo
sguardo, osservando l’orologio sulla parete ed
impallidì.
“Ho perso un’ora!
Dannato cellulare” ringhiò. Lo spense e lo
gettò sopra la scrivania. Si mordicchiò il labbro
con i lunghi canini e prese
il taccuino. Fece girare la sedia su se stessa ed espirò
rumorosamente dalle
narici.
“... E se poi mi chiamano
per
lavoro?” si domandò. Si sporse,
riprese il cellulare e lo riaprì, andò su
whatsapp è disattivo l’audio. Mise il
cellulare in tasca ed iniziò a disegnare ai bordi del
taccuino, si alzò in
piedi, raggiunse il frigo e lo aprì. Ci guardò
all’interno e si soffermò su un
tubetto di maionese, scosse il capo e chiuse il frigorifero.
Gettò sul tavolo il
taccuino ed andò in bagno. Ritornò una decina di
minuti dopo con le mani
umidicce, raggiunse la scrivania e prese la matita.
“Il taccuino è
rimasto di là” si lamentò.
Tornò in cucina,
riprese il taccuino e provò nuovamente a guardare in
frigorifero, prese un
pezzo di banana avanzata, lo sbucciò, e se lo mise in bocca.
Mise l’acqua alla cagnetta, che gli corse intorno alle gambe,
Daniele la accarezzò.
Si mise nuovamente seduto alla
scrivania, il telefonino
squillò e il ragazzo rispose. Sua madre chiamò
due volte, ricevette sei
messaggi da degli amici ed infine una telefonata di lavoro.
Alzò lo sguardo verso la
finestra, la luce del sole si era
fatta rossastra ed entrava obliqua illuminando il pavimento di legno.
Si alzò
dalla scrivania con matita e taccuino, sedendosi sul divano.
“... E se facessi il
riassunto
della Divina Commedia? No, ci
sono già. Ed allora un video… un vlog!”
si decise.
“Certo, magari spiegando anche tu come fai a truccarti da solo anche se sei maschio. Non sei per niente innovativo”. La voce di Tu Donna gli ronzò nelle orecchie.
Daniele sbuffò, chiuse
gli occhi e reclinò la testa,
mettendosi il braccio sul viso.
“A venerdì manca
ancora parecchio, magari ci penso poi. Oggi
non sono ispirato” sussurrò. Il cellulare
squillò nuovamente e rispose.
“Tra mezz’ora al
centro? No, non disturbi. Però facciamo un
po’ più tardi, penso che a quest’ora ci
sia traffico”. Concluse la discussione.
“Ti aspetto, Dani, dai che beviamo a bomba!” rispose l’amico e chiuse la telefonata.
Daniele si allontanò il
telefono
dall’orecchio e se lo
mise davanti al viso.
“Finirò di scrivere il video un’altra volta” si disse. Si alzò dal divano e vide il proprio riflesso in uno specchio.
< Alle volte i migliori video,
sono quelli che non sono stati scritti, perché quando si
ripresenteranno saranno maturi e non guidati dalla tristezza di
commenti sciocchi > pensò.