Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Yusaki    14/04/2009    6 recensioni
Dipendenza da One-shot, una raccolta che racchiude pensieri ispirati all'anime e al manga di xxxHolic in momenti i cui protagonisti sono sempre Doumeki e Watanuki con i loro pensieri. A volte leggeri, a volte tristi...ma sempre una raccolta, solo su di loro. Pericolo di Spoiler! Attenzione!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Si lo ammetto, questa volta sono stata veloce, non sono neanche sicura che siano passate 24 ore! Colpa della mia vena sadica, che aveva voglia di soffrire un po’ con questo capitolo.

Ma prima, le recensioni!

 

Ayla: Il fascino di Haruka-san sta rapendo un po’ tutte mi pare! Tornando alla storia, in effetti all’inizio ho cercato di attenermi ancora di più all’anime in modo che risultasse ancora più netto il contrasto con la dichiarazione finale d’amore a Doumeki!!*__* Oh, Watanuki-chan perché ci fai penare così? Perché non ti dichiari e la fai finita una volta per tutte?? Dopotutto noi desideriamo solo il tuo bene! Emh, questa Shot è un pochino più lunga, e presto spero di riuscire a continuare anche L’incantesimo di Cupido…ho già la trama in testa, ma non riesco a metterla su carta come vorrei!T__T

 

Doremichan: io ho adorato fargli dire quella frase!*__* Con l’aiuto preziosissimo del meraviglioso Haruka-san (Oi, stai cercando di ingraziarti mio nonno? N.d.Doumeki/Ma nooooo, che vaiii a pensareeee!!! N.d.Yusaki) forse ci riusciremo prima di quanto crediamo! Lo spero davvero!

 

Ikarikun: Mi piace il pagamento da dare a Yuuko-san, e mi piace che ci aiuti! Telecamere alle mano, e Wata-chan è spacciat…nel senso che non ci sfuggirà! Ikarikun cara, infiliamo le scarpe da corsa e inseguiamolo!!! *__*

 

Lav_92: Le Clamp sono sempre irreperibili proprio per evitare che fan esasperati piombino loro in casa a minacciarle con katane e incantesimi strangolanti! Haruka-san…hai nominato Haruka-san? *__*  HARUKA-SAN WE LOVE YOU!!!!

 

Naco chan: ecco un’altra Shot! Ma come avevo detto è un po’ lugubre, spero ugualmente di accontentarti!ç__ç Questo capitolo poi è nato tutto dalla mia mente, quindi niente Spoiler. Per quanto riguarda la riflessione della One-shot precedente…beh, era spoiler solo la discussione su Himawari!XD Se fossimo già al punto che “Watanuki-chan finalmente si è reso conto” non sarei ancora qui a cercare di mettere sale in zucca a questo cuccioloso esserino!!!

 

 

Si comincia! Avvertenze: Triste, con un vago lieto fine e tanta atmosfera cruda.

 

 

 

 

Raiting: Giallo (Si parla di incubi, perdita, dolore…)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Watanuki aprì gli occhi, improvvisamente consapevole di essere cosciente. Il gelo di quella notte non buia, a causa della luna piena, lo aveva ricoperto fino a penetrargli il corpo con mille soffi freddi.

Aveva paura. Immotivatamente paura.

C’era qualcosa nel buio che sapeva di lacrime.

Quelle sensazioni lo sconvolgevano, non ci sarebbe dovuto essere nessuno con lui, invece sentiva piangere disperatamente; qualcuno stava soffrendo, in modo indicibile, di quelle sofferenza che scatenano in chiunque un moto di pietà e dolore.

I singhiozzi disperati lo riempivano maggiormente di angoscia, e il suo corpo sembrava volersi allontanare da essi, scappare per non sentirli più, rifugiarsi lontano dove niente di quella voce avrebbe potuto raggiungerlo. Tuttavia ne era anche attratto, con quel misto di orrore e senso di colpa per non capire chi stava soffrendo in quel modo. Si accorse così, tentando di muoversi, che l’oscurità rischiarata attorno a lui pareva vibrare, pulsare, lampeggiare, spingerlo fuori da se stessa in un invito preciso.

Si lasciò trasportare e di colpo fu fuori. Da dove e da cosa non avrebbe saputo dirlo.

I suoi occhi vedevano uno scenario che non ci doveva essere.

Lui si era addormentato in una delle stanze del tempio di Doumeki, in un futon profumato di bucato…bianco e morbido.

Lì non c’era niente di bianco, neppure la luce delle pallide stelle sopra di lui riusciva a creare riflessi candidi nella distesa nera, sotto ai suoi piedi. Qualcosa, tuttavia, brillava, rifrangendosi su enormi pozze di sangue.

Cominciò ad aggirarsi, sempre più impaurito, intorno alle rovine di quello che doveva essere stato un castello, circondato da un’annerita distesa d’erba. Come disegnandosi attorno a lui i corpi esanimi di sconosciuti presto incupirono ulteriormente l’aria, satura di ceneri.

Volti, volti vuoti di sconosciuti.

Voleva correre, ma più si sforzava di sfuggire da quell’incubo più le sue gambe parevano rallentare, e per quanto cercasse di procedere in altre direzioni le sue gambe lo portavano verso i singhiozzi che ancora spezzavano l’aria.

Sembrava quel pianto l’unico segno di vita, una vita sola e disperata sul punto di spegnersi per sempre.

E infine vi arrivò, ad un albero annerito dal fuoco, di un fulmine, forse. Non aveva niente di bello, o di maestoso, ne avrebbe saputo dire a che specie apparteneva; a identificarlo solo anneriti arti legnosi, protesi verso l’unica forma vivente in quel panorama disperato.

Watanuki si avvicinò, spinto da quella forza misteriosa che l’aveva guidato sin dall’inizio.

C’era tanto sangue sul manto scuro del ragazzo, che piangeva dandogli le spalle, esili. Il capo sussultava, trasmettendo il tremito lungo tutto il corpo dalle membra pallide, fino alla dita, altrettanto nivee, che stringevano spasmodicamente un corpo senza vita.

Di quella salma vedeva unicamente una mano, abbandonata lungo il corpo, il sangue ancora abbastanza vivo da creare una scia fino al terreno.

Quel braccio, quella mano, inerti contro l’altrettanto inerte terra, sembravano risucchiare ogni forma di calore o vita dal suo corpo, chiamando la morte con una forza impressionante, succhiando via persino l’unica luce delle stelle.

Con un brivido percorse l’incarnato di quel morto, cercando di vedere il suo viso; come se avesse percepito uno sguardo profanatore, il ragazzo che piangeva si voltò verso di lui.

Due occhi blu colpirono l’occhio blu, e il dorato, di Watanuki.

Occhi blu che rilucevano di lacrime, ma dietro di esse vi era solo un opaco velo spento di chi ha la morte nel cuore.

Watanuki vide se stesso, il se stesso di quel sogno terribile, fissarlo vuotamente, e spostarsi per lasciargli vedere ciò che tanto disperatamente teneva fra le braccia.

Non avrebbe avuto neppure bisogno di guardare in faccia quella persona, l’aveva saputo fin dall’inizio, fin da prima di guardare quel viso tanto conosciuto. Fu ugualmente straziante, orrendo nei modi più torturanti e peggiori.

Risalì con gli occhi le dita, la mano, il braccio, per scorgere le spalle ampie, il corpo forte chiuso da vesti e protezioni di cuoio, un guerriero coperto di ferite, una terribile che squarciava in due il petto, arrivando fin quasi al collo. Ma il suo volto…il volto di Doumeki era intatto, impassibile e perfetto, perfino nella morte, con quell’espressione che tanto aveva detestato.

Promettimelo” gridò all’improvviso l’altro Watanuki, richiamando la sua attenzione.

Sentiva di starsi svegliando, il suo spirito lasciava quel luogo di disperazione allontanandosi da quei due corpi avvinghiati.

Promettimelo” gridò di nuovo, un urlo di terrore e dolore “Promettimi che…sarete felici…non lo lascerai mai…PROMETTIMELO! PROMETTIMI CHE ALMENO VOI SARETE FELICI!

Watanuki tese una mano, voleva gridare anche lui, aiutare quel volto pallido e privo della luce della speranza, voleva aiutare quel se stesso dagli occhi ossessionati e il cuore spezzato, portarlo via con se dove sarebbe stato meglio.

Ma l’altro distolse improvvisamente lo sguardo da lui per posarlo sull’uomo fra le sue braccia, l’unica cosa che sembrava legarlo ancora a quella terra, e da quell’istante non lo vide più.

Nello stesso battito di cuore Watanuki si svegliò, tremante, un illusorio odore di sangue che ancora permaneva nel letto altrimenti immacolato, profumato.

Era stato un incubo orribile.

Scosso dalla paura che non voleva passare cercò a tentoni gli occhiali. Li trovò, ma maldestramente gli fece cadere, urtandogli con la mano.

Bastò quel rumore frusciante a far esplodere le emozioni provate poco prima, e cominciò a piangere.

-Che succede?- gli chiese una voce.

Watanuki al suono di quella voce pianse più forte, nascondendo il viso nelle coperte, singhiozzando senza riuscire a fermarsi, scosso da un dolore irrazionale, ciò nondimeno così vero.

Non lo sentì avvicinarsi, ma presto si ritrovò stretto in un abbraccio confortante. Si gettò subito in quel calore vitale, aggrappandosi a quelle vesti come poco prima il Watanuki del sogno aveva fatto col corpo del suo amato.

Alla fine si calmò, sotto l’influenza di quella mano che gli accarezzava i capelli come si fa con un bambino. Con il respiro ancora spezzato rimase immerso fra le braccia di Doumeki, ondate di sollievo e gratitudine lo sommersero per quella presenza forte e vicina, lasciandolo sfinito più di prima.

-Che ti è preso?- domandò di nuovo l’arciere, ma piano, stavolta, con un tono sussurrante e preoccupato.

-Non lasciarmi- singhiozzò Watanuki, la voce alterata dalle lacrime di poco prima. -Non lasciarmi andare-

Doumeki aumentò un po’ la stretta su quel corpicino sottile, facendogli capire che non aveva certo intenzione di lasciarlo lì, così solo e scosso com’era.

Watanuki lasciò che gli accarezzasse i capelli, e la schiena. Sentendosi pian piano scivolare nel sonno sotto quelle attenzioni.

-Rimani mentre dormo…- mormorò, in una flebile richiesta.

-Si- rispose Doumeki facendolo distendere nuovamente e rimanendo accanto a lui, abbracciato a lui.

Watanuki, da sopra la sua spalla, vide una sagoma, appoggiata alla porta esterna. Era un alone sfocato, un fantasma evanescente che sorrideva lievemente.

“Grazie” mormorava la figura, parlando alla sua mente. Sorrideva e accanto a lui un altro fantasma gli tendeva la mano, insieme le due nebulose sparirono nella notte…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sospesi nel tempo ci sono tanti universi, ognuno ha la sua storia, ognuno racchiude qualche storia in particolare…ho pensato che forse in alcuni Wata-chan e Doumeki-san non fossero felici, che forse non fossero neanche nati, o che non si fossero mai incontrati…o che si fossero amati, ma il tutto fosse finito tragicamente. Come in questa One-shot, dove Watanuki ha incontrato in sogno un mondo dove tutto non è felice come vorrebbe…mi sono confrontata con un’atmosfera un po’ cupa e angosciante, che non è per niente nel mio stile, quindi mi auguro che non sia venuta una schifezza totale e che sia riuscita a trasmettere almeno un po’ del dolore del “Watanuki” di quel lontano mondo perduto in qualche guerra a noi sconosciuta.

Certo scrivere di Doumeki morto è stato ancora più brutto di quanto avessi programmato, mi è presa un’ansia!!ç__ç

Insomma, per equilibrare le cose la prossima fanfiction sarà allegra e divertente!!!*__*

Recensite! A presto!!

  
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