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Autore: ribo_chan    10/06/2016    1 recensioni
YerIm è una ragazza di 18 anni con un figlio di 4, tutti hanno una versione diversa della sua storia, ma nessuno conosce quella della diretta interessata. Bobby è invece il suo nuovo vicino di casa, sembra un ragazzo estroverso e senza troppi problemi, ma in realtà nasconde qualcosa di ben più scuro. Questi due si incontreranno e insieme capiranno che i pregiudizi possono essere sbagliati e che dietro ad una persona c'è molto più che un semplice nome.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiwon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 1

 

Lee YerIm è una studentessa di 18 anni e frequenta l’ultimo anno del liceo più rinomato a Seoul. È una ragazza non troppo alta con lunghi capelli scuri, un viso dai lineamenti dolci e degli occhi marroni molto espressivi. Ma al suo liceo non è famosa per la sua bellezza, né per la sua intelligenza, benchè sia la prima della classe e rappresentante degli studenti. Il motivo per cui è famosa: Lee JaeBeom. Un adorabile bambino di 4 anni con gli occhi da furbetto e vivacissimo. JaeBeom, anche detto Jay, è il figlio di YerIm e tutta la scuola ne è a conoscenza. YerIm non aveva mai voluto tenere nascosto questo suo particolare, ne il motivo della sua gravidanza, perché non si era mai vergognata di suo figlio e sapeva perfettamente che non era stato uno sbaglio, o meglio lo era stato, ma lei era solo la vittima.

 

Una tiepida sera di fine agosto di quattro anni prima YerIm stava tornando a casa dopo aver passato il pomeriggio con i suoi “amici”. Non amava andare in giro di notte da sola, ma bene o male se l’era sempre cavata senza grossi problemi. Quella sera, però, avrebbe cambiato tutta la sua vita. YerIm vide una figura nera sotto un lampione, ma non si fece prendere dal panico, casa sua non era troppo lontana, avrebbe potuto fare una corsa se quel tipo avesse provato a seguirla. Non aveva però calcolato che quell’uomo era molto potente e quando gli passò vicina fu presa per il braccio e trascinata via con una mano sulla bocca perché non potesse urlare. L’uomo la trascinò in un vicolo buio e poco frequentato lontana da orecchie che potessero sentire le sue urla. Venne così stuprata e, oltre a perdere la sua verginità, era rimasta incinta. Benchè il trauma fosse stato grande e la paura le avesse impedito di raccontare tutto al padre, quando apprese quale fosse il motivo del ritardo del suo ciclo trascurò ogni timore e rivelò tutto. Il padre, che era rimasto solo ad allevare sua figlia dopo che la madre aveva abbandonato entrambi per correre dietro al primo di una lunga serie di amanti, superato lo stupore iniziale non giudicò mai sua figlia, anzi, si impegnò sempre al massimo per dare sia alla figlia che al nipote la vita che meritavano. Presto YerIm si trovò un lavoro per aiutare finanziariamente il padre e per pagarsi gli studi. Pian piano tutti i suoi “amici” se n’erano andati criticandola perché ora che aveva avuto un figlio no sapeva più divertirsi. YerIm avrebbe tanto voluto vivere una vita normale, ma come avrebbe potuto ora che era madre? Doveva destreggiarsi tra studio, lavoro e pannolini sporchi. Per riuscire in tutto aveva rinunciato quasi completamente al sonno e alla sua vita sociale. Anche a scuola era rimasta completamente sola. Tutti la conoscevano, anzi conoscevano la sua storia,ma nessuno era interessato a conoscerla per davvero. Ogni volta che cominciava un nuovo anno e le classi venivano cambiate e gli alunni ridistribuiti YerIm sperava di farsi qualche amico, ma le sue aspettative venivano puntualmente deluse.

 

Quello per YerIm era un giorno speciale: il primo giorno di scuola del suo ultimo anno. E questa volta sarebbe stato tutto diverso, aveva deciso che per quell’anno avrebbe mandato al diavolo i suoi tentativi di farsi degli amici e si sarebbe concentrata solo sullo studio per poter entrare in una buona università. Ma è proprio vero che le cose succedono quando non vuoi che accadano. La nostra YerIm non sapeva che nell’appartamento di fronte al suo si era appena trasferito un ragazzo, Kim JiWon che si faceva chiamare Bobby. Anche lui era molto solo visto che a causa del lavoro dei suoi genitori non si era mai fatto nemmeno un amico fisso. A differenza di YerIm però riusciva a farsi abbastanza amici o per lo meno a farsi notare nelle scuole che frequentava.

Il loro primo incontro fu quella mattina sul pianerottolo del loro piano mentre entrambi aspettavano l’ascensore. Bobby quando notò quella giovane ragazza con quel bambino che si tenevano per manina fu sorpreso da vedere quella ragazza che accompagnava il fratello all’asilo, fu ancora più stupito quando sentì il bambino chiamare la ragazza mamma.

-Mami, perché non possiamo dormire anche oggi fino a tardi? Non voglio lasciarti da sola- le tirò la manica il bambino.

-Jay lo so che sei un vero ometto e ti spiace lasciare la mamma da sola, ma io devo cominciare quest’ultimo anno e tu devi farti un sacco di amici all’asilo così che la mamma possa essere felice del suo bambino popolare- si incucciò e il bambino le mise le braccia al collo e si fece prendere in braccio.

-Ugh signorino stiamo ingrassando- lo prese in giro la ragazza dandogli delle pacce delicate sul sedere facendo ridere il bambino.

Nel frattempo le porte dell’ascensore si erano aperte e i tre erano entrati. YerIm aveva notato le occhiate del ragazzo, ma aveva imparato a non farci troppo caso. Continuò a giocare con il suo bambino e a farlo ridere facendo delle voci buffissime.

Si era però accorta che il giovane aveva la sua stessa divisa e quindi avrebbero dovuto fare il tratto di strada insieme. Infatti l’asilo si trovava sulla via per la sua scuola e YerIm aveva sempre benedetto questo fatto.

 

In pochi minuti si trovavano davanti all’edificio di color pesca pieno di vita grazie alle urla dei bambini che già erano arrivati e già stavano giocando spensierati. Come sempre vicino al cancello c’erano i genitori dei nuovi arrivati che consolavano i figli che di staccarsi dalla mamma non volevano saperne. YerIm ripensò a come il suo bambino non le avesse mai fatto scene e di come avesse sempre obbedito senza farsi ripetere troppo le cose forse capendo la situazione particolare in cui si trovavano. Presa da un po’ di malinconia volle stringere il suo ometto prima di salutarlo.

-Mamma! Puoi farcela anche senza di me, fighting!- la incoraggiò suscitando la sua ilarità.

-Fighting!- ripetè lei stringendo i pugni, poi gli diede un bacino, salutò le maestre e si avviò al cancello.

Solo allora si accorse che il ragazzo dell’ascensore la stava osservando e probabilmente aveva tutto. Questo provò a fingere di essere appena arrivato, ma sapeva bene di non aver possibilità di salvarsi visto che erano usciti di casa insieme ed erano arrivati sempre insieme davanti all’asilo. Bobby cominciò a prepararsi delle buone scuse, fu però inutile visto che la ragazza lo superò ignorandolo e mettendosi su delle cuffiette. Bobby non sapeva, infatti, che YerIm era abituata agli sguardi della gente spesso di disprezzo verso di lei, una giovane madre che tutti credevano dai facili costumi che si era trovata con un figlio a causa di chissà quale scappatella finita male. Erano tutti bravi a giudicare.

 

Bobby per la prima volta dopo tanto tempo era veramente curioso di conoscere qualcuno, ma non poteva immaginare che stava per addentrarsi in un campo minato. Arrivato a scuola fu presentato dal professore in quanto nuovo studente, ma a Bobby interessava solo una persona: YerIm. Entrato in classe l’aveva riconosciuta subito e non aveva staccato gli occhi da quella ragazza poggiata sul banco ed indifferente alla sua presentazione. Fu sorpreso poi dallo scoprire che lei era una delle rappresentanti degli studenti e altrettanto sorpreso rimase dal vedere che nonostante questo lei era stata isolata dai suoi compagni. Bobby andò a sedersi nell’unico banco libero, quello vicino a YerIm.

 

Le prime tre ore passarono in fretta tra le raccomandazioni per gli esami di fine trimestre e le raccomandazioni per la scelta delle università. Quando suonò la campanella Bobby fu circondato da tutti i suoi compagni di classe che volevano sapere qualcosa in più su di lui. Tra questo gruppetto, però., YerIm non c’era. La ragazza, infatti, appena aveva scoperto di essere nella stessa classe di Bobby aveva cercato di evitare il suo sguardo e di sembrare interessata alla sua presentazione, e suonata la campanella della ricreazione era scappata fuori dalla classe fino ad arrivare al tetto per evitare i soliti sguardi delle matricole che scoprivano la sua storia e soprattutto per evitare quel ragazzo.

-Cazzo doveva proprio essere il mio vicino di casa ad essere il mio vicino di banco? Sicuramente gli staranno raccontando tutto e dovrò sopportare le sue occhiate e le sue domande per tutto il tragitto verso casa. Merda, sono proprio sfortunata!- non sapeva perché ma questa situazione la metteva più a disagio del solito. Nessuno dei suoi compagni di scuola aveva mai visto Jay e non poteva permettersi che il suo bambino soffrisse a causa di commenti cattivi fatti in sua presenza.

 

Finalmente suonò l’ultima campanella di quel primo giorno e YerIm potè tornare a casa. Approfitò del fatto che il suo vicino di casa fosse circondato da molte persone da cui si sarebbe liberato difficilmente per correre verso l’asilo a prendere suo figlio. L’asilo doveva tenere Jay oltre l’orario stabilito visto che YerIm finiva lezione un’ora dopo della fine delle lezioni all’asilo, per questo la ragazza doveva sempre affrettarsi, le dava fastidio far aspettare le maestre che erano anche troppo gentili con lei.

Bobby che la vide correre via provò a liberarsi da quella cerchia di ragazzi, ma questi lo trattennero.

-È vero che sei il vicino di YerIm- gli chiese un ragazzo che si faceva chiamare B.I.

-Si, perché?- rispose spazientito Bobby.

-Stalle lontano, non ha niente di buono quella ragazza, figurati che ha un figlio di quattro anni e alcune voci dicono che per avere il mantenimento dello stato si sia fatta mettere incinta per la seconda volta- cercò di fermarlo B.I.

-Io ho sentito che la versione che racconta lei sia solo una scusa, ma che in realtà viva con il suo ragazzo che a suo tempo l’ha messa in cinta- intervenne una ragazza di cui Bobby non ricordava il nome.

-Si, e il suo ragazzo è un drogato- intervenne un’altra ragazza.

-Volete smetterla di parlare delle persone che non sono presenti!- interruppe tutti JunHoe.

-Sentite, non mi importa di cosa voi diciate, prima mi farò raccontare da lei la sua versione e poi giudicherò se sia il caso di starle lontani- disse con molta tranquillità Bobby. Poi corse via all’inseguimento di quella ragazza senza renderlo troppo palese agli altri.

 

La trovò che stava entrando nel portone dell’asilo. Si affacciò anche lui e vide il bambino di quella mattina che le correva in contro con un foglio di carta in mano.

-MAMI!- urlava felice.

-Jay!- lo accolse lei a braccia aperte con un atteggiamento completamente diverso da quello che assumeva a scuola. -Come sta l’ometto della mamma?- gli chiese poi dolce.

-Oggi con Loco abbiamo fatto una fortezza di sabbia, ma Gray ce l’ha distrutta- raccontò tutto emozionato il bambino.

-Davvero? E poi come avete fatto senza la vostra fortezza?- assecondò lei il figlio.

-Per fargliela pagare lo abbiamo rincorso per tutto il cortile e lo abbiamo preso e rinchiuso nella prigione dei cattivi bambini fino a che non è arrivato il suo papà-

-E lo avete lasciato da solo?-

-No, abbiamo pranzato insieme-

-Che bravo il mio ometto!- poi rivolgendosi al maestro -La ringrazio per avermi aiutato, senza di voi non saprei come gestire questa piccola peste e la scuola. Ma lei è nuovo?-

-Piacere sono ChanWoo, mi sono trasferito qui da poco, ma i bambini mi hanno subito accolto. Lei è la sorella di Jay?- fece un inchino ChanWoo.

-No… veramente sono la madre- diventò rossa per l’imbarazzo YerIm.

-Ah ma allora è lei la tua super mamma? Hai ragione è proprio bellissima- si rivolse lui a Jay.

-Io non mento mai!- rise il bambino. YerIm intanto era diventata ancora più rossa.

-Passi una buona giornata, io e te Jay ci vediamo domani- salutò Jay con la mano.

-Grazie ancora per tutto- si inchinò lei.

 

Bobby non poteva permettersi di farsi scoprire a spiarla per l’ennesima volta, quindi decise di avviarsi verso casa molto lentamente nel caso YerIm avesse voluto parlare con lui una volta lontani da sguardi indiscreti.

-Mamma quello è l’ahjussi che stamattina in ascensore mi faceva le facce buffe- sentì la voce del bambino poco dietro di lui e si ricordò che quella mattina mentre YerIm era girata con il bambino in braccio lui si era cimentato nel provare a farlo ridere.

-Ahjussi!- si sentì tirare per la manica della divisa Bobby.

.Jay che cosa stai facendo- lo rincorse la madre.

-Ahjussi, come ti chiami?- continuò il bambino non curandosi dei richiami della madre.

-Bobby, e chiamami hyung, non sono così vecchio- il ragazzo si incucciò per essere all’altezza del bambino.

-Bobby hyung, sei un compagno di scuola della mamma?-

-Come fai a saperlo?- chiese Bobby stupito.

-Hai la stessa divisa della mamma-

-Sei intelligente proprio come la mamma- Bobby carezzò la testa del bambino.

-Jay quante volte ti ho detto di non infastidire gli estranei?- intervenne YerIm.

-Ma Bobby hyung non è un estraneo!-

-E poi non mi sta infastidendo- Bobby si alzò -Non abbiamo avuto modo di presentarci io sono Bobby e tu sei… YerIm se non sbaglio- si inchinò verso la ragazza.

-Scusa ma non ho interesse ad avere amici… adesso se permetti noi andiamo- la ragazza prese in braccio il bambino e si avviò spedita verso casa.

Jay senza farsi vedere dalla madre mimava con le labbra un “Non ti arrendere!” e Bobby rise di fronte a quella scena.

   
 
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