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Autore: joe_stronger93    10/06/2016    3 recensioni
Dal testo
"..Non avere paura di mostrare ciò che sei! Non avere paura di mostrare i tuoi difetti e non nascondere mai i tuoi sentimenti, perchè non c'è niente di più bello di ciò che sei realmente e di quello che provi.."
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La separazione dei genitori, per un bambino, non è mai una cosa buona, io lo so bene; infatti, quando avevo circa due anni, i miei si separarono e io andai a vivere con mia madre, mentre mio padre non lo vidi più.

Ovviamente, a quell'epoca, cosa ne potevo capire? Era poco più di una neonata e faticavo persino a parlare, non che io sapessi parlare molto, spiccicavo si e no alcune parole, un po' a causa della mia timidezza, e un po' a causa della situazione pessima.

Con il passare del tempo, forse a causa di ciò che era successo o forse per qualche altro motivo, mi legai molto a lei, infatti, non volevo separarmene e, quando accadeva, piangevo a squarciagola finchè non tornava a casa, costringendo, inutilmente, le domestiche, a fare qualsiasi cosa pur di distrarmi e farmi sorridere, ma inutilmente.

Purtroppo mia madre non poteva stare vicino a me sempre, perchè doveva lavorare, ma io questo non lo capivo, essendo così piccola; alla fine lei si convinse che, con il tempo avrei capito, che sarei cambiata, cosa che, pero', così non fu.

Quando compii tre anni, arrivo il momento di mandarmi all'asilo; mia madre pensò che forse in questo modo avrei cambiato atteggiamento.

Il mio primo giorno d'asilo, come sempre, mi attaccai alla gamba di mia madre, perchè non volevo che mi lasciasse lì. Quando entrammo nella classe, notai molti bambini che stavano giocando insieme e sorridendo, poi il mio sguardo si posò su un bambino, che giocava, tutto solo, con le costruzioni; i nostri occhi si incrociarono e lui notò che stavo piangendo, mentre io notai che aveva uno sguardo freddo, e dei bellissimi i occhi color ambra, ma inespressivi; inoltre, aveva i capelli color della luna e una luna che mi parve disegnata..sulla fronte. Rimasi colpita, più che impaurita, nonostante non fosse da me; infatti ero una piagnucolona. Presi coraggio e mi avvicinai a lui,  lasciando stupite la maestra e mia madre, mentre ancora un po' singhiozzavo e mi sedetti accanto a lui, continuando a fissarlo, attirando il suo sguardo; sorrisi appena, ma lui continuò a guardarmi senza batter ciglio

-Come ti chiami?- gli chiesi

-Sesshomaru...- rispose:-Sesshomaru Taisho..- continuò

-Sesshomaru!?- feci una leggera risata:- Che nome buffo, pero' è carino; io mi chiamo Gio Mori- dissi, mentre lui fece una smorfia di assenso.

Mi accorsi delle sue orecchie, che avevano una strana forma a punta, ma, invece di spaventarmi, ne rimasi affascinata

-Cosa sono quelle?- gli chiesi

-Sono le mie orecchie da demone- rispose lui

-Un demone? Allora sei cattivo?-lo guardai ma lui non disse nulla

-Sono carine pero'- dissi sorridendo

-.Non avere paura di mostrare ciò che sei! Non avere paura di mostrare i tuoi difetti e non nascondere mai i tuoi sentimenti, perchè non c'è niente di più bello di ciò che sei realmente e di quello che provi- dissi e lui mi guardò, per alcuni secondi mi sembrò che il suo sguardo fosse cambiato

-Sei sicura di essere una bambina normale?- mi chiese guardandomi in viso
-Perchè mi fai questa domanda?- chiesi io di rimando
-Hai avuto...un pensiero molto profondo; non credevo che una bambina della tua età fosse in grado di dire certe cose- disse
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiesi
-No...Ma...- iniziò
-Me lo ha insegnato la mia mamma; ogni volta che vede che qualcosa non va, mi ripete questa frase- sorrisi guardandolo
-Capisco-Disse lui:-Perchè..stavi piangendo?- chiese, non guardandomi in viso e continuando a giocare

-Non volevo lasciare la mamma- abbassai lo sguardo

-Mpf....che sciocchezza, tutti, prima o poi dobbiamo lasciare i nostri genitori..- disse, severo

-Perchè dici così? Non è vero! Io non la lascerò mai!- dissi, ricominciando a singhiozzare e attirando l'attenzione degli altri miei compagni

-Maestra! Sesshomaru l'ha fatta piangere!- urlarono tutti; lì iniziai a capire il motivo per cui era tutto solo.

Così, mi asciugai le lacrime e gli sorrisi, mentre lui mi guardava impassibile, e mentre gli altri bambini iniziarono a considerarmi strana.

Da quel momento in poi, cominciai ad andare più volentieri all'asilo e non vedevo l'ora di andarci, perchè c'era Sesshomaru, anche se mi fissava con quello sguardo serio, io lo consideravo un grande amico; era il pensiero di una bambina di quattro anni.

Spesso i bambini lo prendevano in giro per via della sua natura, ma a me non importava e prendevo le sue difese, lasciando tutti sbalorditi, tanto che tutti iniziarono a dire che noi due eravamo "fidanzati", io allora arrossivo e tutti scoppiavano a ridere, mentre a lui non importava nulla, e quando lo guardavo era indifferente; aveva davvero un cuore gelido.
In realtà pero', mi sembrava molto solo e triste, quindi, decisi di avvicinarmi maggiormente a lui, per parlargli e capire; eravamo solo bambini ma, più passava il tempo e più stare in sua compagnia mi rassicurava, anche se mi limitavo a seguirlo, magari tenendogli solo la maglia con una mano, mentre lui non diceva una parola e continuava a giocare in silenzio. Forse, non gli dava così fastidio. Quando prendevano in giro me, lui, con una sola occhiataccia, li mandava a posto, La maestra, quando mia madre andava a parlare con lei, le diceva del mio comportamento e del mio attaccamento a quel bambino, che non era mai riuscito a legare con nessuno; quindi, mia madre pensò che fosse una buona idea approfondire la nostra amicizia

-Perchè non lo inviti a casa per una merenda e per giocare insieme? Così starai meno sola..- disse sorridendo
-Davvero posso farlo?- chiesi timidamente

-Ma certo, invitalo domani stesso, ok? Infondo...è il tuo compleanno...- disse ed io annuii, tutta contenta.
Quindi, il giorno, dopo, quando andai all'asilo, come sempre, trovai Sesshomaru tutto solo a disegnare, quindi mi avvicinai a lui

-Buongiorno Sesshomaru!- dissi sorridendo

-Ciao- disse serio, continuando a disegnare:- Come mai così di buon umore?- mi chiese

-Posso chiederti una cosa?- gli chiesi e lui mi guardò:- Ti va di venire a casa mia oggi?- gli chiesi

-Perchè dovrei?- mi chiese lui
-Beh...oggi è...il mio compleanno...facciamo merenda insieme e giochiamo- dissi sorridendo:- Sai, a casa sono sempre sola...Perchè la mamma deve lavorare e non ha tempo di giocare con me..- abbassai lo sguardo, avvicinandomi a lui e iniziando a disegnare; dopo averci pensato un po', lui accetto:-Evviva! Sono così felice!- sorrisi con gioia e mi parve di veder sorridere anche lui.

Al solito orario, quando uscivo dall'asilo, una macchina, guidata da un autista,  venne a prenderci e ci portò a casa mia; entrambi salimmo sul sedile posteriore, senza dire una parola

-Takashi-san..- dissi rivolgendomi all'autista

-Mi dica signorina...- rispose l'uomo

-Oggi...la mamma...- iniziai io

-Mi spiace, ma la signora è impegnata..-mi disse

-Capisco..- risposi abbassando lo sguardo; una lacrima non potè fare a meno di rigarmi il volto; Sesshomaru mi guardava, con la sua solita espressione seria .

Una volta arrivati a casa, scendemmo dalla macchina e lui si guardò intorno, senza dire nulla; io lo guardai e feci un leggero sorriso

-Vieni; la merenda sarà pronta; ho una fame!- dissi, nascondendo il mio malumore

-Non c'è bisogno che fingi, si vede lontano un miglio che sei triste- disse

-N-No, ti stai sbagliando. Perchè dovrei? Oggi ci sei tu con me- dissi sorridendo

-Ma non è la stessa cosa, no!?- disse lui, facendomi abbassare il viso. Poi, ci sedemmo, davanti alla nostra merenda e, mangiando, gli raccontai tutta la storia

-..Quindi...Non hai più visto tuo padre?- mi chiese e scossi la testa:-...E tua madre non si occupa mai di te?- scossi di nuovo la testa:-A me succede lo stesso..- disse e lo guardai:- Mio padre è morto, ed io vivo solo con mia madre ed il mio fratellastro; lei non è una donna impegnata come la tua ma...Non si occupa mai di noi- spiegò Sesshomaru

-Oh..Quindi..Stai crescendo tutto da solo?- chiesi, e lui annuì.

Entrambi pensammo che, più o meno vivevamo nella stessa situazione, benchè avessimo caratteri diversi; addentammo un pezzo di torta.

Purtroppo, non frequentammo le elementari nello stesso istituto, quindi, alla fine dell'asilo, ci separammo.

A me dispiacque molto, a lui no, almeno apparentemente, ma so che anche lui ci teneva alla nostra amicizia, almeno  un po'..

 
   
 
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