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Autore: Moondreamer94    11/06/2016    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di diciotto anni, che conduce una vita ordinaria tipica di ogni adolescente della sua età, fino a quando un tragico avvenimento ed un insolito incontro cambieranno la sua vita per sempre...
Ciao a tutti, questa è la mia prima storia! Spero che sia di gradimento, e non esitate a recensire!
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Allora Green, hai sentito quello che ho detto?” Eccola di nuovo, la voce della Jenkins, la professoressa di scienze, e stava spiegando una alquanto noiosa lezione sulle rocce della terra nel laboratorio della scuola. Arielle si destò velocemente dai suoi pensieri rivolti all’amica in ospedale e farfugliò: “Ehm…sì, sì certo” “Sembri distratta, Green. Capisco la tua situazione, ma cerca di fare uno sforzo. D’accordo?” Annuì. ‘certo, come se fosse facile ricominciare a vivere dopo un trauma del genere’ pensò.  “Ok ragazzi, allora fate come vi ho spiegato. Mettetevi a gruppi di tre o quattro, ci sono un paio di pezzi per ciascuno. Non fate casino, mi raccomando.” Quella volta si trattava di praticare un piccolo taglio su alcuni frammenti di rocce particolarmente malleabili. Arielle si mise in gruppo con altri due compagni, non molto distante da Florence Lilly, la ragazza più popolare della classe che caricava di enfasi qualsiasi azione facesse, tanto era piena di sé; Florence impugnò il coltello, ma nella nonchalance con la quale mirò il colpo da dare al pezzo di argilla beccò invece  il palmo della mano: ‘Aoh!’ strillò, e il coltello cadde rumorosamente a terra. La ragazza si scostò con un’espressione schifata, il taglio che si era procurata era piuttosto profondo, e il sangue sgorgava a fiotti. Il capannello di ragazze che di solito circondava Florence si scostò di colpo. “Proof, devo andare in infermeria” urlò, e la Jenkins accorse subito da lei. Fu allora che Arielle si sentì strana. Le narici le si dilatarono, accogliendo dentro l’odore acre del sangue fresco. In quel momento provò una sensazione che non provava da tempo ormai: fame. Istinto a nutrirsi, accompagnato da una capriola dello stomaco. Di colpo iniziò a correre in mezzo ai tavoli, animata da una furia cieca, fissando gli occhi sul palmo aperto sanguinante della mano della bionda Florence. Si rese conto di ciò che stava facendo quando era a mezzo metro dalla compagna, e si calmò. ‘Green, che ti prende?’ disse la prof vedendo che Ari strabuzzava gli occhi mentre fissava la ferita di Florence. ‘niente prof, scusi…ehm…volevo solo aiutarla’ ‘Ah va bene..lodevole la tua compassione verso il prossimo, Green. Ma credo che Lilly sappia cavarsela benissimo da sola. Lilly, intanto prendi questo fazzoletto e va’ dall’infermiera che ti disinfetterà il taglio.’ Florence scostò la mano bruscamente e rivolse uno sguardo stupito ad Arielle, poi girò i tacchi e uscì velocemente dalla stanza. ‘Ma che diamine mi succede? Io che corro verso la ragazza che odio di più in classe? Però mmh, il suo sangue ha un buon odore. Ma perché sto parlando di sangue?? No sono solo scossa, forse mi ricorda l’incidente…’ pensava Ari mentre ritornava al suo tavolo.

Quindici minuti dopo, la lezione era finita ed era ora di pranzo. Seduta ad un tavolo della mensa, Arielle mangiò meno del solito. La zuppa che aveva davanti a sé le faceva ancora più schifo. Continuava a tornarle in mente l’odore del sangue di Florence, in maniera insistente. ‘Qui c’è qualcosa che non va’ pensò. Si alzò di scatto lasciando la zuppa praticamente intatta e si diresse di corsa verso l’uscita della scuola. Avrebbe dovuto assistere ad altre due ore di lezione, ma chissenefrega. ‘Non è possibile, il cibo mi fa vomitare, e io…io ho fame…di sangue. Ma che mi è preso? Forse ho una malattia mentale. Magari mi conviene fare una visita da uno psichiatra. No…io so che non c’entra lo psichiatra. C’è altro. Magari è qualcosa di soprannaturale? Forse mi conviene fare qualche ricerca. Biblioteca…ma sì. Magari da qualche parte c’è la testimonianza di qualcuno a cui è accaduta la stessa cosa che succede a me. Sì, andrò alla Biblioteca del quartiere.. Adesso.’ E anziché proseguire nella corsa verso casa, scese dall’autobus aspettando la coincidenza per la biblioteca.
Dopo un numero interminabile di fermate si trovò proprio davanti alla Biblioteca. Entrò. ‘Buongiorno signorina’ l’accolse una voce chiara, della giovane segretaria all’ingresso. ‘Buongiorno a lei’ ricambiò Arielle, prendendo una mappa dell’edificio. Quattro piani, piano uno: storia e attualità. Piano due: letteratura inglese. Piano tre: annali. Uhm…vediamo’ La ragazza si ritrovò così a vagare per i saloni immensi della biblioteca, interamente tappezzati da alte colonne di volumi, alcuni dei quali stantii e ammuffiti dal tempo e dalla storia che era passata loro sopra. Giunta al piano tre fu incuriosita dalle numerose copie di quotidiani e settimanali che erano contenuti in quegli scaffali altissimi. Ne prese uno e iniziò a sfogliarlo. 
’17 gennaio 1849. Caspita, è un sacco di tempo fa! Vediamo, cronaca nera… Dramma nel quartiere di Chelsea, una giovane coppia trovata morta dissanguata in casa. Le perizie avvenute poche ore dopo il misfatto accertano la morte per dissanguamento di Edward e Mary Johnston ritrovati questa mattina riversi nel loro letto. Unico altro particolare, un’impronta sulla loro gola, simile a un morso insanguinato, apparentemente inspiegabile se non con l’attacco di qualche animale, ma sembrerebbe improbabile data l’integrità dei corpi…23 aprile 1851. In tutta la città sono ammontate a 27 le sparizioni, unite a 4 cadaveri ritrovati dissanguati e senza vita: due clochard per le strade di Westminster, un bambino di 8 anni e una ragazza di 20, tutti con i 4 strani fori sul collo. Si sta pensando a una qualche organizzazione segreta o massonica che uccide in questa maniera come per lasciare un messaggio, ma gran parte della popolazione è convinta che si tratti di un fatto spiegabile solo col soprannaturale…20 novembre 1855 Dramma al cimitero centrale, 12 tombe trovate vuote I familiari degli scomparsi non riescono a spiegare il fatto, e le porte del luogo sacro non mostrano alcun segno di scardinamento o di forzatura, come se i morti stessi avessero deciso di andarsene a zonzo chissà dove…troppe cose da spiegare, al momento nessuno è stato in grado di dare un senso a tutto ciò…10 dicembre Durante una delle molte visite sul luogo della profanazione la sconvolgente scoperta, i corpi sono di nuovo nelle loro tombe, e altro fatto alquanto rilevante è che non mostrano alcun segno di corruzione, hanno il viso florido e rilassato, e alcuni recano dei tagli profondi in corrispondenza dei polsi. 27 gennaio 1857 due uomini si aggiravano nell’ora compresa tra le 3 e le 4 del mattino nei pressi di Regent Street, avvistati da una coppia che vive nella via dalla finestra della loro casa: uno era steso a terra, e serrava in un morso il polso dell’altro..si possono così spiegare i tagli sui polsi dei corpi del cimitero centrale, e si sta cercando di ricollegare tutti i misteriosi fatti degli ultimi anni…Si sospetta un rituale di una setta oscura, ma tra la popolazione cresce il sospetto di qualcosa di più potente: creature della notte, che suggellano patti di sangue, emerse dalla tomba per un ultimo, disperato appello ai vivi… ‘Oh, cazzo!’ urlò Arielle ansimando. Probabilmente quei giornali erano stati archiviati in biblioteca perché ritenuti pieni zeppi di fandonie. Ma forse non era così. Di scatto tirò fuori uno specchietto e scostò i capelli, cercando di capire se anche lei avesse quei segni sul collo candido. Ed eccoli lì infatti, ormai cicatrizzati ma visibili..come aveva fatto a non accorgersene prima? Forse aveva pensato che fossero ferite riportate in seguito all’incidente..probabile. Era ad un passo dalla verità, e doveva sapere, doveva sapere tutto. Il sangue, il morso, il cimitero, troppe cose in comune. Si alzò e continuò a sbirciare tra gli scaffali, ed uno di essi attirò la sua attenzione: recava un cartellino con la scritta ‘1700’ e conteneva diversi volumoni di colore nero. Iniziò a leggere i titoli: ‘Streghe: come riconoscerle, Arti occulte, Creature di ogni genere, ecco, forse qui c’è qualcosa che mi può interessare’ Con uno sforzo (il libro era enorme) tirò fuori il libro, che risultò essere stantio e ammuffito, come gli altri del resto, si accasciò sotto lo scaffale e lo aprì. ‘Uhm, vediamo un po’..creature del giorno, umani, creature magiche…creature della notte... licantropi, demoni…non morti’ Un groppo le salì alla gola. Iniziò a leggere alla voce ‘Non-morti’: ‘A seguito del morso, per completare la trasformazione, l’umano necessita di fare tre sorsate del sangue del demone dopodichè, in base alla quantità di sangue asportato, il tempo del decesso più variare, da tre giorni a tre mesi, caratterizzato dallo sviluppo degli istinti post-mortem…Pallore,pelle fredda al tatto, sete di sangue…Forza, resistenza a traumi anche gravi, eccezionale sviluppo dei cinque sensi, grazia sono alcune delle loro caratteristiche…come cenere cadono al cospetto di un raggio di sole…potenti e vivi nella morte, vampiri. Antidoti e diversivi: aglio, croci. Per ucciderli, piantare un palo di frassino nel cuore e per un’ulteriore precauzione bruciare i resti.’ ‘Oh cavolo, allora è vero, è tutto fottutamente vero. Ci sono altre creature oltre agli umani. Ma chi può avermi morso? Ma certo, mentre ero in coma farmacologico la settimana dopo l’incidente. Non avrei potuto accorgermene. Anzi sì..si forse lo so. Gli occhi azzurri che ho visto quando sono stata sbalzata fuori dalla macchina…non erano allucinazioni. Erano di un vampiro…lui deve avermi morsa. Forse mi ha salvato la vita…bevendo il suo sangue ho acquisito un po’ di poteri vampireschi che hanno permesso al mio corpo di sopravvivere…devo ritrovare il proprietario di quegli occhi ‘ Arielle aveva i brividi e la tachicardia, con fatica si alzò e rimise il libro a posto, bofonchiò un arrivederci alla segretaria e si incamminò verso la fermata del bus. Arrivata a casa, si sentì male. Era debole, debolissima. Si accasciò per terra ed avvertiva un senso di oppressione al petto. Il suo respiro era affannoso, il battito del suo cuore era sempre più lento, lei lo percepiva. E percepiva ancora quella famelica sete di sangue. ‘Lo sento, sto morendo. O meglio, mi sto trasformando. E’ così. Devo andarmene da qui, non posso tramutarmi qui. Non ho le forze, ma devo scappare’ e mentre lo pensava, arrancò fino alla porta di casa e uscì fuori. Era già sera.
   
 
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