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Autore: jekikika96    11/06/2016    0 recensioni
Questo è il racconto dell’amore vero.
Non quello dei romanzi, passionale e avvolgente che travolge come un’onda , ma quello
che spinge due persone a passare la propria vita insieme, quello che si nasconde nei piccoli
gesti, nei sacrifici fatti l’uno per l’altra, ed è più come un placido fiume che scorre lento...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il Distinto Signore e il vero amore Questo è il racconto dell’amore vero.
Non quello dei romanzi, passionale e avvolgente che travolge come un’onda , ma quello che spinge due persone a passare la propria vita insieme, quello che si nasconde nei piccoli gesti, nei sacrifici fatti l’uno per l’altra, ed è più come un placido fiume che scorre lento.
Il nostro protagonista è un uomo, anzi un distinto signore, di cui non abbiamo bisogno di conoscere nome o età. Il Distinto Signore nella sua giovinezza si innamorò di una donna, bella e semplice.
Come di consueto, dopo i dovuti corteggiamenti, i due si sposarono.
La loro vita insieme non fu ne monotona ne avventurosa. Andavano avanti, amandosi discretamente, trattandosi con rispetto e comprensione, com’è giusto che sia.
Il Distinto Signore raggiunse soddisfacenti obbiettivi nel lavoro e con la sua amata Moglie ebbe dei figli, molto amati anch’essi.
Quando poi, i figli crebbero e il Distinto Signore capì di non aver più bisogno di lavorare fece una scelta.
Decise, per amore verso la Moglie, di usare il denaro messo da parte per costruire una grande casa nel loro paese natale, così come la donna aveva sempre sognato.La casa venne perfetta. Era spaziosa, così da poter ospitare in futuro i figli con le loro famiglie, e si ergeva sul fianco di una collinetta, circondata da ulivi.
La natura però è crudele e purtroppo la Moglie non poté godere a lungo della sua nuova agognata casa.
La malattia arrivò come un fulmine a ciel sereno, che pian piano si trasformò in tempesta, oscurando il sole.

All'inizio la Moglie perdeva la cognizione del luogo e del tempo, ma per tempi così brevi da non creare grande disagio. Con il passare del tempo però era sempre più spaesata, sempre più confusa.
Regredì allo stato di bambina, nonostante tutto però, era ancora consapevole e cosciente e ricordava il marito, i figli e anche i nipoti.
Poi le cose peggiorarono sempre di più.
Il Distinto Signore se ne prese cura da solo finchè ne fu in grado, ma gli anni passavano anche per lui, e finì con l’essere costretto a ricoverarla in una clinica specializzata.
Nonostante le costanti ed esperte cure della clinica la malattia avanzava, inesorabile.
Un po’ alla volta la moglie dimenticava i volti e i nomi delle persone meno vicine a lei. Gli amici di vecchia data, i nipoti ultimi nati, erano macchie scure nella sua memoria. Passò poi alla madre e i figli, anch’essi vennero dimenticati. L’ultimo ad essere dimenticato fu Il Distinto Signore. Dopo di lui la Moglie divenne un guscio vuoto.
Nonostante l’avesse dimenticato Il Distinto Signore era ancora lì. Perché alla fine lui c’era sempre stato. Lui aveva scelto quella ragazza come sua compagna di vita e come aveva giurato davanti a Dio, le sarebbe rimasto accanto fino alla fine.
Il Distinto Signore era molto impegnato e molto rispettato nel suo paese, eppure cascasse il mondo a pranzo e a cena lui doveva essere con lei, all’inizio a farle semplicemente compagnia, in seguito a nutrirla, a raccontarle cosa riempiva le sue giornate.
Continuò ad andare tutti i giorni anche quando della Moglie che lui conosceva non vi era più nulla.
Continuò ad andare anche quando non poteva mangiare ne respirare da sola.
Continuò ad andare finché una notte scoprì che era finita.
La Moglie aveva smesso di soffrire, e la sua anima era in pace, mentre aspettava con pazienza di riunirsi al Distinto Signore.

Ora il nostro protagonista si immerge nei preparativi del funerale.
C’è da avvisare i figli, gli amici e il prete, per celebrare la messa funebre.
Il giorno del funerale il Distinto Signore accoglie tutti coloro che desiderano dare l’estremo saluto alla Moglie con calore. Bisogna celebrare la sua vita, non solo piangere la sua morte. Con dolcezza e discrezione il Distinto Signore infila una busta nella giacca della moglie, prima che la bara viene chiusa.
In mano ha una busta uguale, la porta vicino al cuore.
E’ una lettera.
Parole, inchiostro che impregna la carta, che racchiudono tutto l’amore che il distinto signore avrebbe voluto poter comunicare alla Moglie, ma il destino glielo aveva impedito.
La legge ad alta voce, sul pulpito della chiesa, librando le parole nell’aria, in modo che raggiungano l’orecchio della sua amata.
Il distinto signore ripercorre la loro vita insieme.
Scrive di quanto avesse rispettato e capito i sacrifici della Moglie che gli avevano permesso di seguire la sua carriera.
Scrive della luce nei suoi occhi, del sorriso perenne che celavano, che l’aveva fatto innamorare.
Scrive che anche che per colpa di quella dannata malattia ha visto quella luce affievolirsi sempre di più, fino a spegnersi.
Ma assicura con voce spezzata dall’emozione che ricorderà solo le cose belle, che la sua amata resterà nei suoi pensieri come la ragazza bella e semplice, con gli occhi luminosi.
Alla fine chiude la lettera e riprende il suo solito aspetto da Distinto Signore.
Nel suo cuore soffre, la donna che lo ha accompagnato per metà della sua vita se n’era andata, portandosi via una parte della sua anima.
Ma sa anche che lei lo sta aspettando per potergliela restituire. 
  
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