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Autore: scarlett_midori    12/06/2016    1 recensioni
«Così rovinerai ciò che hai dipinto...» si preoccupò il moro, ma l'altro scosse la testa.
«No, Mick, ora inizio a creare davvero.»
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ian Gallagher aveva dedicato la sua intera vita all'arte. Fin da bambino si era rinchiuso nella sua camera, circondato da libri sull'arte, pennelli, tempere, matite, quaderni, tele. 
Immaginava sempre di poter  dipingere via tutte quelle emozioni che non riusciva a tirare fuori veramente. 
Non aveva esattamente un bel carattere, a volte, ma amava i suoi fratelli, amava l'arte ed amava Mickey Milkovich.
Il ragazzo era stato spesso modello inconsapevole dei disegni del rosso, specialmente quando giaceva addormentato e tranquillo, steso sul letto, nudo o avvolto dalle lenzuola.
Ian troppo spesso si era trovato a riprodurre l'immagine del fidanzato, forse sperando di rendere quel momento, che stavano vivendo, eterno. 
L'arte è l'unico mezzo per rendere la vita e la felicità eterna, aveva detto un poeta, qualche secolo prima ed il rosso non aveva mai dimenticato quella frase. Era il suo monito, a volte la sua ispirazione nei momenti peggiori.

Quella volta le cose non erano andate diversamente. Quando Ian si era svegliato erano le quattro del mattino. Il cielo fuori dalla finestra era buio e Mickey era ancora addormentato. 
Sembrava felice solo quando dormiva, ormai. 
Il ragazzo gli passò una mano tra i capelli lisci e scuri, lasciando che le dita scivolassero e lo accarezzassero... E poi scorressero tranquille sulla sua pelle bianca.
Aveva sempre ammirato il suo collo, nel punto in cui si scontrava il candore delle pelle e l'oscurità data dai capelli. Ma quello scontro non era mai abbastanza e Ian, quindi, si divertiva a lasciare segni rosso-viola, causati dall'intensità dei suoi baci, dei morsi. 
E mentre pensava a tutto quello e le dita stavano già disegnando figure indistinte sulla pelle del ragazzo dormiente, un'idea sembrò farsi strada nella mente dell'artista. Fu come essere colti da un desiderio improvviso, impossibile da ignorare. 
Scivolò via dalle lenzuola, ma prima si ricordò di scuotere un po' la spalla di Mickey, sperando che il ragazzo si svegliasse.
«Gallagher...» farfugliò infatti, poco dopo, il volto assonnato e la voce impastata a causa del sonno.
«Stai bene?» Nel suo tono di voce, ora, c'era un accenno di preoccupazione. 
Quando apparve dalla penombra della camera,  
Ian aveva in mano tutto l'occorrente per dipingere.
Mickey lo guardò abbastanza male, ma forse era solo il suo solito sguardo.
«Ma che cazzo di ore sono?» sbottò e poi il rosso lo sentì imprecare quando si accorse dell'orario. 
«Mick...»
«Perché mi hai svegliato, Gallagher?» chiese e poi guardò i pennelli.
«Mi lascerai fare?» sussurrò l'altro e si avvicinò al letto.
«Non voglio fare niente di strano» lo rassicurò e gli posò una mano sulla gamba quando gli fu vicino.
Appena vide che l'espressione sul volto del ragazzo fu più tranquilla, intinse il pennello nelle tempera rossa e lo passo sul petto di Mickey.
«Che cazzo...» sussurrò, ma non aggiunse altro, curioso di vedere cos'altro il rosso avrebbe fatto. 
«Sembrerà stupido, ma... Lascia che io ti renda la mia opera d'arte.»
Nessuno aggiunse altro a quel punto. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, Mickey si stese sulla schiena, lasciando al compagno la piena libertà di fare di lui ciò che più desiderava. 
Ian cominciò a dipingere figure indistinte e pezzi di paesaggi, sull'addome e sul petto dell'altro, come se il ragazzo fosse la sua tela bianca. 
Mickey, nel frattempo, sentiva il pennello scivolare sulla pelle e rabbrividiva un po' a quel nuovo tocco.
Era rimasto incantato dallo sguardo di Ian mentre creava, mentre dava sfogo alla creatività. Si sentiva onorato di poter accogliere tutto quello... 
«Gallagher...» mormorò ad un tratto, sperando di non aver rovinato quel magico e strano momento. 
«Sì, Mick?» 
«Cosa stai dipingendo?»
Ian non rispose... 
Continuò a posare il pennello, prima nel colore, poi sulla pelle del ragazzo. 
Quel momento sembrò infinito, forse indefinito... Mickey si riprese un po' dal torpore solo quando sentì le labbra del fidanzato sulle proprie. Rispose subito al bacio, posando anche le mani sul suo volto.
Inaspettatamente, il rosso gli salì 
sopra, macchiando la sua pelle nuda e bianca di colore.
«Così rovinerai ciò che hai dipinto...» si preoccupò il moro, ma l'altro scosse la testa.
«No, Mick, ora inizio a creare davvero.»
I due corpi si fecero sempre più vicini, fino ad aderire l'uno all'altro. Ian non aveva smesso di baciare il fidanzato, mente gli accarezzava le gambe color verde mare e poi si faceva spazio tra di esse. 
I loro movimenti sembravano un tutt'uno con il colore. Nei punti in cui non si era ancora asciugato bene, i due potevano sentirsi scivolare, ma poi si aggrappavano l'uno all'altro, senza lasciarsi più andare. 
Ian era entrato dentro Mickey e aveva cominciato a muoversi lentamente, come a voler far durare quel momento per sempre. 
I due petti si scontravano e si coloravano a vicenda, creando forme indefinite.
Nell'aria gli unici rumori erano i respiri affannati dei due e i ripetuti "ti voglio, ti voglio", "non lasciarmi mai".
Le labbra non trovavano mai pace, sentivano il bisogno intenso di darsi quei baci pieni di desiderio e amore. Perché sì, un bacio era quello: valeva come un intimo gesto d'amore. Valeva allo stesso modo ciò che Ian aveva combinato quella mattina: riversare con la tempera il proprio amore per Mickey, nel modo più puro che aveva, forse nel solo modo che conosceva.
«Ho dipinto noi, Mick. Solo ed unicamente noi» gli disse alla fine, rispondendo alla domanda postagli molto prima dall'altro.
Quando sollevò leggermente il corpo che stava rabbrividendo, vide una miriade di colori sulla pelle di entrambi; colori che si completavano e scontravano senza fine...
«È bellissimo» sussurrò Mickey passando una mano sulla pelle decorata dell'altro.
«È bellissimo perché è noi.»

   
 
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