Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Pandora86    13/06/2016    4 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
 
Capitolo 73. Avalon – Seconda Parte – Cavaliere e Guardiano
 
 
“Gabriel” ripeté Perce, sicurissimo di essersi espresso in un sussurro appena udibile.

D’altro canto, era fin troppo difficile parlare in quella dimensione, valutò. Figuriamoci poi, provare a modulare la propria voce.

Cosa ci faceva Gabriel lì, con lui, invece di dormire sereno accanto a dove credeva fosse rimasto il suo corpo?

Tuttavia, Perce non doveva dimenticarsi chi fosse Gabriel e cosa rappresentasse. Evidentemente, il Guardiano aveva avvertito chissà cosa e lo aveva raggiunto.

Non era forse sua, la voce, che lo aveva guidato fino a quel momento?

Sì, sicuramente era andata così! Gabriel doveva aver intuito le sue difficoltà e lo aveva raggiunto!

A quel pensiero, un moto di gioia inspiegabile lo invase. Tuttavia, valutò anche che Gabriel non aveva avuto nessuna difficoltà a raggiungere il luogo dove si trovavano ora. A differenza di lui che, invece, ci era arrivato faticosamente e, soprattutto, involontariamente!

Inoltre, aveva la conferma dell’ipotesi di poc’anzi: quel viaggio che, fortuitamente e chissà come, aveva intrapreso da solo era proprio il viaggio di cui parlava Gabriel e che avrebbero dovuto affrontare insieme.

Poco importava, comunque! Anche se con qualche differenza iniziale, il viaggio era intrapreso e Gabriel era lì, con lui.

Concentrandosi, mise a fuoco i particolari della figura del Guardiano. Provò ad allargare la sua visuale e a cogliere i particolari.
Notò che Gabriel indossava un lungo mantello nero e alla sua mano spiccava, più brillante che mai, il rubino rosso.

Quel particolare tono di rosso incuteva timore, valutò Perce. Oppure, era in quella dimensione che i colori gli apparivano diversi.

Diversi eppure uguali.

Fatto stava che l’anello, in quella dimensione, sembrava emanare potere proprio e brillava cupo e minaccioso.

Si concentrò sulla mano di Gabriel, notando che era poggiata sulla spalliera della poltrona sulla quale la Dama era seduta. Quel particolare lo colpì; Gabriel non faticava a muoversi in quella dimensione e riusciva a toccare gli oggetti circostanti, proprio come se… proprio come se avesse un corpo.

No, questo era impossibile!

Il corpo di Gabriel dormiva accanto al suo. Forse non dormiva, visto e considerato che Gabriel lo aveva raggiunto lì, ma comunque era accanto a lui, nel suo letto.

Oppure… Gabriel aveva raggiunto quella dimensione con il corpo?

Lo guardò, sperando che riuscisse ad aiutarlo in quella situazione dove non trovava né capo né coda.

“Concentrati” parlò allora Gabriel e Perce, se ci fosse riuscito, avrebbe scosso la testa.

“Sei qui!” riuscì a dire per poi spostare il suo sguardo alla Dama che lo guardava sorridente in silenzio.

“Sì!” confermò Gabriel. “Sono qui con la tua stessa essenza!” gli spiegò e Perce si rasserenò.

Però… se anche Gabriel era un’essenza, come poteva allora toccare la poltrona?

Inoltre, Perce, questa volta, aveva visto chiaramente le sue labbra muoversi quando aveva parlato. Com’era possibile se il suo corpo si trovava altrove?

Fu Gabriel, ancora una volta, a trarlo d’impaccio.

“Guarda alla tua sinistra e tutto ti sarà più chiaro” disse solamente muovendo appena la mano per indicargli la direzione desiderata.

Perce si concentrò.

Fino a quel momento, da quando l’improvviso buio si era diradato, era riuscito solo a vedere ciò che aveva dinanzi.

Sapeva di essere in una stanza, così come sapeva che, suddetta stanza, aveva delle pareti che la delimitavano.

Tuttavia, già era stato abbastanza difficile osservare i dettagli delle prime cose che aveva visto.

Come avrebbe fatto a guardare a sinistra?

“Punto per punto, cavaliere” parlò ancora Gabriel e Perce ebbe il sospetto che, in quella dimensione, i pensieri della sua mente fossero udibili, dato che non sapeva con certezza quando parlava o quando si limitava semplicemente a pensare.

“Percorri la stanza punto per punto, fino ad arrivare alla destinazione desiderata” continuò Gabriel. “Lì, troverai le risposte che cerchi e che segneranno l’inizio di questo viaggio”.

Perce analizzò le a fondo le parole del Guardiano capendo che aveva pienamente ragione.

Non doveva fare altro che seguire il perimetro della stanza e poi continuare, fino ad arrivare a ciò che il guardiano voleva mostrargli.

Già! Come faceva, però?

Ancora una volta, Gabriel venne in suo soccorso.

“Scegli un punto, uno qualsiasi”.

Tuttavia, neanche questo sembrò bastare. Sentiva l’agitazione crescere e, piano piano, cominciò a diventare tutto sfocato.

Il viso di Gabriel, così nitido, iniziava ad avere dei contorni sfocati.

"Concentrati, e non perdere la calma”.

Ancora la voce del Guardiano. Perché, però la sentiva così lontana. Perché il volto di Gabriel divenne, improvvisamente sfocato?

Nessun particolare lo distingueva. Proprio come una foto che, scattata in movimento, assume contorni irregolari e quindi indistinguibili.

Si possono intuire le figure e i paesaggi, se già si conoscono, ma non i particolari. Se poi la persona non conoscesse nessun dettaglio della foto in questione, allora sarebbe impossibile risalire alle immagini conservate al suo interno.

“No” disse Perce al culmine dell’agitazione e non seppe se era riuscito a dirlo oppure lo aveva semplicemente pensato.

Non di nuovo il buio. Non dopo che aveva visto finalmente dove si trovava. Non dopo essere arrivato a quel risultato così faticosamente.

Eppure, il volto di Gabriel sparì poco a poco e, con esso, anche i particolari della stanza.

Una nebbia intensa iniziò ad offuscargli la vista e Perce di sentì senza speranza.

Cosa sarebbe successo, ora?

Dove sarebbe finito?

Provò a ritrovare la calma mentre la nebbia assumeva tonalità sempre più scure.

Gabriel lo avrebbe aiutato.

Gabriel gli aveva dato delle indicazioni e lui avrebbe dovuto seguirle alla lettera per trarsi d’impaccio.

Scegli un punto, così aveva detto.

Scegli un punto e percorri il perimetro della stanza.

Sì, ma come avrebbe fatto, adesso che il buio aveva preso il sopravvento?

Il concetto era semplice. Tuttavia, una cosa era capire il concetto, un’altra era metterlo in pratica.

Perché era tutto così dannatamente difficile in quella dimensione?

Perché si trovava così in difficoltà?

No, non doveva lasciarsi prendere dal panico! Doveva rimanere lucido e pensare. Si pensare e basta, visto che solo quello gli era concesso fare. Però, forse, era venuto finalmente il momento che lui cominciasse a pensare nel modo giusto. Nonostante fosse in una situazione di panico, non riuscì a non fare un paragone con i Guardiani e la loro mente superiore. Loro, non avevano solo
il controllo del tempo, ma anche della propria mente. I Guardiani che, con la loro eccezionale mente, potevano avere tutto a bada avendo il pieno controllo di ogni situazione.

Mente.

Sì, più che il corpo, era la mente a distinguere i Guardiani.

Perché loro, controllavano il loro corpo tramite il potere della mente. Non cambiavano struttura, per spostarsi nei tempi e nei luoghi? O meglio, la loro struttura era sempre la stessa che si scomponeva e si ricomponeva facilmente, proprio grazie al potere della loro mente. Un potere con il quale nascevano. Un potere che non avevano difficoltà a controllare, perché erano già predisposti a esso.

Lui, invece, come avrebbe fatto a fare una cosa del genere?

Eppure, si trovava in quel luogo per un motivo. Inoltre, nonostante ci fosse arrivato da solo, si trattava del luogo che Gabriel stesso aveva intenzione di raggiungere.

Provò a concentrarsi.

Una volta, parlando dell’immortalità, Gabriel gli aveva spiegato che la mente era come un contenitore elastico. Più si assimilavano informazioni, più essa si espandeva. Tuttavia, più si espandeva, più si aveva difficoltà a controllare tutte le informazioni incamerate.

Un’altra differenza tra Guardiani e Umani: i primi, avevano una mente predisposta all’immortalità; i secondi, invece, no!

Eppure, lui, Perce o Sir Parsifal in un lontano passato, non era un uomo come tanti.

No, non lo era affatto. Quindi, se si trovava lì – se Gabriel aveva avuto intenzione di portarlo lì, si corresse mentalmente – allora poteva avere la situazione sotto controllo.

Improvvisamente, gli vennero in mente le parole di Gabriel, in uno dei loro primi incontri. Anzi, a voler essere precisi nel loro primo incontro nei loro rispettivi ruoli.

“Per capire, dovresti perdere le tue percezioni visive, sonore, tattili e olfattive, e poi riacquistarle subito dopo”.

Così gli aveva spiegato Gabriel in risposta alla sua domanda.



 “È stato doloroso?”

“È stato doloroso dopo”.
 

Sì, Perce gli aveva chiesto se avesse provato dolore nella sua trasformazione e Gabriel era stato esauriente nelle sue spiegazioni.
 

“Per capire, dovresti perdere le tue percezioni visive, sonore, tattili e olfattive, e poi riacquistarle subito dopo”.
 

Esauriente ma non comprensibile dato che Perce, dopo quella frase, ci aveva capito ancor meno. Gabriel aveva scosso la testa, senza dare importanza alla cosa. Evidentemente, si aspettava il fatto che Perce non riuscisse a capire.
 

“Per capire, dovresti perdere le tue percezioni visive, sonore, tattili e olfattive, e poi riacquistarle subito dopo”.
 

Perché quella frase continuava a ronzargli in testa?

Cosa lo accomunava, quella particolare frase, a quello che viveva in quel momento?

Lui, non aveva cambiato struttura molecolare al suo corpo. O almeno, lo sperava! Lui si trovava ad Avalon mentre il suo corpo
era rimasto, vivo e in salute, nella sua casa.
 


“Per capire, dovresti perdere le tue percezioni visive, sonore, tattili e olfattive, e poi riacquistarle subito dopo”.
 
 

Ancora quella frase. Eppure, Perce era sicurissimo del fatto che Gabriel non avesse parlato. Non sapeva a cosa fosse dovuta una tale certezza, eppure, Perce sapeva che non era così.

Quando aveva udito il suono della voce di Gabriel, in quella dimensione, era stato diverso. Il suono sembrava disperso nell’aria.

Questo, invece, sembrava ingabbiato e rimbombava, come se rimbalzasse da una parte all’altra.

Non sapeva spiegarlo con esattezza ma sapeva che era così. Quel pensiero era ingabbiato nella sua testa e prodotto dalla voce dei suoi ricordi. Era un pensiero intimo e privato.

Era lui a pensare. Sì, quella frase, non era nessun messaggio telepatico e Perce sentì di aver fatto un piccolo passo avanti. Provò a fare mente locale, cercando di isolare i pensieri inutili dai ragionamenti che lo avrebbero portato verso la giusta direzione.

Perché, in quella dimensione, era tutto un groviglio di pensieri e di suoni e Perce faticava a seguire un filo coerente. Proprio come se fosse all’interno della sua mente.

Quel pensiero lo colpì.

Poteva essere questa, una delle risposte?

Forse, per governare la mente, bisognava trovarsi all’interno della mente stessa.

Sì, era questo il ragionamento al quale doveva appellarsi, escludendo tutti gli altri pensieri che divennero, poco alla volta un incessante ronzio che, non smetteva ma che comunque non dava più fastidio.

Provò a fare mente locale e a concentrarsi sulla frase che lo avrebbe tirato fuori di lì.

Dunque, escludendo che quelle parole venissero da Gabriel – come aveva appurato – allora non poteva avere altra provenienza che la sua stessa mente.

Sì, quella frase era un ricordo, questo lo sapeva. Eppure, quel ricordo sembrava aver preso vita propria, in una dimensione dove, quello che contava era solo la mente. Forse, i suoi ricordi provavano a venirgli in aiuto. Proprio come quando si memorizza un particolare di fondamentale importanza in maniera inconscia e non voluta.

Proprio come quando si assimila un dato fondamentale, senza conoscere l’importanza dello stesso. Questo dato non andrà perso ma rimarrà lì, a vagare nella mente e, forse, tornerà quando ce ne sarà bisogno, forse no.
 



“Per capire, dovresti perdere le tue percezioni visive, sonore, tattili e olfattive, e poi riacquistarle subito dopo”.
 



Doveva trovare il nesso.

Lui non era un Guardiano.

Non era morto.

Lui era soltanto un uomo. Un uomo che aveva compiuto un viaggio ad Avalon ed era ritornato.

Come, però? Era lecito domandarselo, arrivati a quel punto.

Lui non aveva cambiato struttura molecolare.

Eppure…

Sì!

Adesso aveva capito!

Non era un Guardiano, questo era vero. Eppure, per arrivare in quella dimensione – non si sapeva come – si era allontanato dal suo corpo.

Non sapeva se stesse viaggiando nella sua mente. Non sapeva se si fosse mosso sotto forma di energia.

Forse, Avalon era un luogo raggiungibile tramite la mente. Per questo, fino ad allora, lui e gli altri non erano mai riusciti a trovare il lago. Non in quella vita, almeno.

Sì, poco importava come, fatto stava che lui, in qualche modo era ritornato ad Avalon.

Avalon, una dimensione dove i sensi non avevano alcun significato.

Lui non aveva più tatto, né vista, né olfatto, né udito.

Eppure, riusciva a pensare.

Eppure, era riuscito a vedere, anche se di poco.

Improvvisamente, il buio cominciò a diradarsi e Perce, adesso, sapeva cosa fare.

Doveva utilizzare i suoi ricordi.

In quel luogo, dove tutto era uguale e contrario, non doveva fare altro che proiettare le immagini nella sua mente, tramite i suoi ricordi.

Beh, non aveva nessun dubbio su quale immagine visualizzare per prima.

Gabriel.

Due occhi neri e corti capelli, portati leggermente a spazzola.

Labbra sottili e carnagione bianchissima.

Si stupì di come riuscisse a richiamare i particolari del volto di Gabriel con tanta facilità. Segno che quello che provava per il Guardiano era molto di più del semplice e banale amore.

Era un legame, un legame profondo. Un legame cui forse, entrambi, erano destinati.

Continuò a scavare nei suoi ricordi fino a che, il buio si diradò improvvisamente.

Non era stata una cosa lenta, come la prima volta che aveva visto i particolari nella stanza.

Ora, invece, l’oscurità si era dileguata all’istante e Perce ebbe un tuffo al cuore quando il volto di Gabriel fu chiaro dinanzi ai suoi occhi.

Vide le labbra del Guardiano muoversi e Perce non riuscì a quantificare l’emozione che riusciva a trasmettergli la figura che, calma e rilassata, stava in piedi dinanzi a lui.

“Bentornato” disse il Guardiano e Perce poté giurare di aver visto un sorriso incurvare quelle labbra. Un sorriso tutto per lui. Un sorriso compiaciuto e orgoglioso.

Sì, Gabriel era orgoglioso del suo operato e Perce finalmente sapeva cosa fare.

Nella dimensione dove contava solo la mente e niente poteva essere toccato, la dimensione senza dimensioni spaziali – altezza, volume, profondità e peso – quello che contava erano le immagini che avrebbe proiettato nella sua mente.

La Dama.

Perce sapeva che era accomodata in poltrona, alla destra di Gabriel.

E, infatti, eccola, nel suo vestito sontuoso, che Perce sapeva essere bianco.

Sì, nonostante conoscesse i colori, in quella dimensione, tutto appariva diverso. Tutto si apprendeva per la prima volta.

Capì di essere riuscito a spostare il suo sguardo, anche se non sapeva ancora come. Infatti, considerò, rimaneva ancora il mistero di come fosse lui in realtà, in quella dimensione. Gabriel sembrava esserci arrivato con il suo corpo. Lui, invece?

Com’era? Come lo vedeva il Guardiano? Energia? Una nuvoletta sfocata?

Beh, non aveva importanza. Non in quel momento, almeno!

Quello che contava, era assolvere alla richiesta di Gabriel: guardare alla sua sinistra.

Fissa un punto.

Sì adesso sapeva come fare.

Gabriel era stato il suo primo punto. Alla sua sinistra, e alla destra del Guardiano, c’era a Dama. Sì, doveva continuare così.

Doveva continuare a muoversi verso sinistra.

Punto per punto, avrebbe ricostruito la stanza. A ogni punto, ne avrebbe aggiunto un altro, e così via, fino ad arrivare a quello
che Gabriel voleva mostrargli.

Vide una parete, di un colore giallo molto chiaro. Un mobiletto dalla fattura antica con un vaso di fiori poggiato sopra.

“È proprio quello che devi guardare” lo fermò Gabriel e Perce fece quanto richiesto.

Beh, era un bel mobiletto, pensò Perce. Aveva delle gambe intagliate in maniera eccellente e sembrava molto antico. Un unico cassetto faceva parte del mobile, segno si trattava di un mobile ornamentale data la sua quasi inutilità. Però… che c’entrava il mobile?

O forse, era quello che c’era sopra il mobile a dover catturare il suo interesse.

Un vaso con dei fiori bianchi.

No!

Un momento!

Cos’era quell’oggetto?

O meglio, sapeva benissimo cosa fosse.

Però… cosa significava tutto quello?

Fu con la paura nella voce che parlò, non riuscendo a trattenersi.

“Cosa sta succedendo?”.

Non poteva essere… non era possibile. Non era possibile, quello che vedeva. Non poteva essere reale.

No! No!

Questa era l’unica cosa che riusciva a pensare.

Fu un sussurro, quello che uscì dalle sue labbra. Un sussurro che assunse i toni disperati di un’implorazione.

I toni di una preghiera.

“Che cosa significa tutto questo?”.
 
 
Continua…
 
Note:
 
Non ho molto da dire!

Spero di essere riuscita ad esprimere lo sconcerto di Perce e le sue sensazioni e di non avervi annoiato.
 
Come sempre, a voi l’ardua sentenza!

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.

Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fin qui.
 
Alla prossima,

Pandora86
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Pandora86