2 Capitolo – Una scuola davvero magica
“Sofia, ci
sei?” Ghignò Liesel.
“S-si, è solo che mi sembra di essere capitata in un libro
di avventure…” Si giustificò la ragazza.
“Vai
tranquilla, è normale. Adesso facciamo che io, Alicia e Liesel
ti spieghiamo tutto.”
“Ehm, scusate…” Tossicchiò Alicia “Ricordate? Io devo studiare
biologia, altrimenti sono fottuta… Sono scesa perché
avevo voglia di staccare un po’. A dopo.”
Sorrise e
uscì dalla sala.
“Certo, certo…” Disse Liesel
sovrappensiero “Ma che fretta c’è? Beviamoci il nostro tè, poi parliamo.”
Le altre due
furono subito d’accordo.
Più tardi, quando
la pausa the fu finita, Liesel ed Elisabeth portarono
Sofia a fare un giro per il collegio.
“Beh,” Disse
allegramente Liesel “tanto vale cominciare
dall’esterno. Venite.”
Le altre due
la seguirono fuori dall’edificio. C’era parecchio vento e Sofia rabbrividì. Percorsero un piccolo sentiero, fatto di ghiaia, che
attraversava il prato, fino ad arrivare in cima ad una collinetta, sulla quale
era giaceva un grande gazebo verde.
Le ragazze si sedettero su una panchina di legno posta
sotto il gazebo e, voltandosi verso la facciata dell’edificio, Elisabeth
cominciò a descrivere il giardino attorno.
“Quello laggiù in fondo è il nostro dormitorio, mentre
aldilà di quella siepe si intravede il dormitorio dei maschi…
Se noti, sembrano entrambi parte di due diversi edifici, ma in realtà sono collegati… Certo, per arrivare da un dormitorio all’altro devi
percorrere circa un mezzo chilometro di corridoio, ma ci sono così tanti
sottopassaggi che credimi… bastano pochi minuti per
arrivare da una parte all’ altra” rise Elisabeth.
“Per sottopassaggi intendi…”
Domandò Sofia, interessata.
“Passaggi… segreti, direi…” Le sorrise la ragazza.
“Wow…”
“Te l’ho detto che è figo stare
qui! Non immagini neanche quanti cunicoli e posticini ignoti alla maggior parte
degli studenti e degli insegnanti ci siano!”
“E’ vero.” Intervenne Liesel.
“I pochi che li conoscono possono sgattaiolare avanti e indietro sotto il naso
di tutti, ma nessuno lo sa e non sa nemmeno di non saperlo!” Le tre
ridacchiarono.
“Ma… se dite che solo in
pochi conoscono i passaggi segreti, voi come avete fatto a venirne a
conoscenza?” Domandò poi Sofia, curiosa.
Elisabeth fece per rispondere, ma Liesel
la interruppe con un gesto della mano. Le due si lanciarono un’occhiata
d’intesa, dopodiché la rossa disse “Temo che dovrai aspettare stasera per
questa parte di storia, Sofia. Mancano gli altri ‘protagonisti’ e sono sicura
che saranno tutti felicissimi di raccontartela con me.”
Elisabeth annuì e sorrise incoraggiante a Sofia, che
ormai moriva di curiosità ma riuscì a trattenersi. “Ok.” Disse. “E stasera
sia.”
“Direi che col giardino abbiamo più o meno finito. Se
domani sarà bello, se vuoi possiamo tornarci. Ho idea che stia per piovere.”
Decise Elisabeth, osservando il cielo: si il forte vento proveniente
dall’oceano si era fermato di colpo e il cielo era diventato plumbeo, gonfio di
pioggia.
Le tre si affrettarono a rientrare nel collegio.
“Per un pelo!” Disse Liesel.
“Guardate!” Pesanti gocce avevano cominciato a cadere dal cielo come lacrime,
riempiendo l’aria di un profumo di erbe e mare che riempì il naso di Sofia in
un lampo.
“Bene, ragazze. Che il giro turistico del Wishmaster abbia inizio.” Decretò Liesel,
riavviando i capelli. Sofia si sorprese di quanto fossero incredibilmente
lunghi, perfino più dei suoi: le scendevano in morbidi ricci fino al sedere.
Elisabeth glieli accarezzò con invidia :“Sono
cresciuti ancora.” Sospirò. “Non so come fai, Liz. Io
impazzirei con tutti questi capelli.”
La rossa abbozzò un timido sorriso, ma si riscosse
subito :“Coraggio ragazze, il castello non si esplora da solo.”
Detto questo, le quattro salirono l’immensa scalinata
che portava al primo piano e girarono a destra. Il tour del castello fu fantastico
per Sofia, che ancora una volta si sorprese di come antico e moderno potessero
fondersi così bene.
Le aule erano enormi, con i soffitti alti, i muri
candidi e file di banchi ordinati; ogni aula era dedicata ad un corso, tanto
che c’erano un sacco di poster esplicativi per ogni materia.
Dal primo piano, le ragazze mostrarono a Sofia una
grande vetrata da cui si intravedeva la palestra, la quale aveva tutta l’aria
di essere un edificio di nuova generazione, unito successivamente a quello
primario che era poi la scuola.
L’area che più piacque a Sofia fu l’immensa biblioteca
al terzo piano, che sembrava uscita direttamente dal castello di “La Bella e la
Bestia”, cartone che la ragazza amava. Elisabeth e Liesel
dovettero letteralmente trascinarla fuori da lì.
“C’è ancora un sacco da vedere!” La rimproverò Liesel.
Le due ragazze mostrarono a Sofia varie stanze, tra
cui le sale TV con le poltrone e i divanetti colorati, le due sale Computer, le
aule studio, la lavanderia con le lavatrici e asciugatrici a gettoni, una sala
ricreazione con il ping pong,
tre tavoli da biliardo e un tavolo da calcetto e un’altra biblioteca, più
piccola della precedente, situata al quarto piano.
Liesel mostrò a Sofia la sua stanza, numero 30, che si
trovava praticamente a una decina di metri dalla sua. Angelique,
sua la compagna di stanza francese, era distesa sul letto, immersa nella
lettura di un libro.
Non era particolarmente bella, ma a Sofia piacque molto la sua aria un po’ sognante e molto
dolce. Era di altezza media, con lunghi capelli biondi e un po’ crespi, in cui
erano intrecciati dei deliziosi fiorellini bianchi di stoffa, sopracciglia
folte e occhi verde nocciola. Si presentò a Sofia con un marcato e musicale
accento francese e la riempì di domande su chi era, da dove veniva, cosa
studiava, ecc.
“Oh santo cielo, Ange. Parleremo stasera tutti
insieme, gli altri devono ancora conoscere bene Sofia. Non la riempiamo di
domande già alla seconda ora che si trova in questa scuola.” Sbuffò Liesel.
“Scusa, è talmente carina! A stasera, ragazze. Voglio
finire il capitolo.” E tornò nel suo mondo, assorta nella lettura.
Che tipa, pensò sorridendo Sofia, mentre ricominciavano il
tour.
“E ora, la creme de la creme.” Annunciò Elisabeth.
Erano giunte al sesto e ultimo piano del castello, ma non c’era altro che una
porta di legno chiusa.
“Che cosa c’è li dietro?” Chiese Sofia, curiosa.
“Il macello per gli studenti che prendono troppi
brutti voti.” Rispose prontamente Liesel, estraendo una
sigaretta dal pacchetto.
“Finiscila, Liz. Ecco.”
Quando Elisabeth aprì la porta, Sofia rimase a bocca aperta: davanti a lei si
apriva un terrazzino con le ringhiere di ferro battuto, da cui si vedeva tutto
il panorama dell’Isola di Skye nella sua selvaggia
bellezza.
“E’ meraviglioso…” Mormorò
Sofia, senza fiato.
“Vero?” Disse Elisabeth, compiaciuta. “E’ il mio posto
preferito, qui. Se vuoi ci torniamo in un altro momento. Ora è meglio scendere
a cercare gli altri. Se devo essere sincera, sono un po’ preoccupata per
Jason.”
E così scesero fino al quarto, fino ad una delle aule
studio; le ragazze si fermarono a sbirciare.
“Meno male mi sono ricordata l’aula giusta. Ecco
Alicia.” Disse Liesel e, dopodiché, entrarono.
La biondina era seduta ad uno dei tavoli, il libro di
biologia davanti, e sembrava molto assorta nella lezione che stava cercando di
imparare.
“Ciao, Ali.” Fece Elisabeth.
“Ciao ragazze.” Rispose Alicia a bassa voce,
concentrata com’era sulla pagina della respirazione cellulare.
“A che punto sei?”
“Ho quasi finito, per fortuna.”
“Hai visto i ragazzi, alla fine?” Chiese Liesel, le sopracciglia aggrottate dall’apprensione.
“Si, e purtroppo non portavano buone notizie…” Sospirò la bionda. “Datemi un minuto. Questo è
l’ultimo paragrafo.”
Elisabeth e Liesel si
lanciarono uno sguardo preoccupato, ma attesero che l’amica terminasse di
studiare la lezione, prima di riempirla di domande.
Non appena Alicia chiuse il libro, venne sommersa da
un mare di interrogativi.
“Cos’è successo? Jason sta bene?” Chiese Elisabeth.
“C’entrano i Cobra?” Fece Liesel.
Alicia le fermò esclamando un “Shhhhhhh!”
e le due tacquero immediatamente. Sofia aveva osservato la scena in silenzio.
“Allora, la questione è semplice” Spiegò la bionda
“Oggi Snake e Pedro hanno beccato Jason da solo nel cortile, così si sono
intrufolati dentro e l’hanno pestato approfittando del fatto che erano due
contro uno.”
“Come al solito la preside ha dato la colpa a Jason,
immagino.” Disse Liesel con una smorfia.
“Esatto… Non è nemmeno
conciato tanto bene: ha un occhio nero ed è pieno di lividi. Ma il peggio deve
ancora venire…”
“Poverino.” Intervenne Sofia.
Le tre la guardarono, sorprese di sentirla parlare, e
la novellina arrossì.
“Che è successo?” Chiese Elisabeth, apprensiva.
“Beh, Andrew, Oliver, Tom e Jillian
hanno raggiunto la scena appena in tempo. Da quel che ho capito, appena ha
visto l’amico a terra, Jillian ha urlato e si è
scagliato addosso a Snake.” La biondina rabbrividì al pensiero. “E lui gli ha
tirato un pugno sullo sterno, fortissimo. Credo sia ancora in infermeria per
accertamenti. Potrebbe avere delle costole rotte…”
Le ragazze trattennero bruscamente il respiro.
Sofia ascoltava in silenzio, mentre ripensava a Jillian: Nemo, Cobra… Ma chi erano in realtà?