Nemici ovunque. Caldo infernale. Anima di
un Lord da recuperare. Dopo Anor Londo,
i quattro Re di New Londo, Seath
il senzascaglie e Le Catacombe di Lord Nito, adesso tocca a ciò che rimane di Lost
Izalith e prendere l’anima dalla Culla del Caos, ciò
che rimane della Strega. Ho affrontato le sue figlie, i suoi mostri, le sue
rovine labirintiche, i suoi spiriti protettori, ma adesso sono finalmente a
pochi passi da lei, per completare così il mio lavoro e per finire ciò che ha
iniziato Quelaana e tutti i valorosi cavalieri
attenenti alla profezia.
Prima di addentrarmi però, sono intento a
cercare una scorciatoia che mi porti subito alla Culla. L’ultimo falò che ho
trovato è a chilometri lontano da qui e se voglio finire subito questa faccenda,
devo trovarne uno ancor più vicino. E forse credo di essere vicino. Ho fatto
una deviazione dalla gigantesca coltra di nebbia che divide me e la Culla del
Caos, passando per un lungo ponte mal ridotto difeso da una decina di quelle
mini statue animate raffiguranti gargoyle. Non c’ho
messo molto a sconfiggerli, ma come al solito c’ho quasi rimesso le penne a
causa del fuoco che sputano incessantemente dalla bocca, come se la lava che
circonda Lost Izalith non
fosse abbastanza pesante per la testa e per il corpo. Oltrepasso uno di quei
grandi portoni che portano al ponte e in lontananza scruto una figura a me
familiare: uno di quei dannati demoni della titanite.
Non ho tempo per pensare a lui, ma non
appena compio un altro passo, ecco che quella cosa mi vede e con il suo bastone
lancia uno di quei dardi fulminanti. Me ne accorgo e senza troppi problemi lo
evito, facendo una capriola verso destra. Ma quella statua animata continua ad
avanzare, ma per mia fortuna i demoni della titanite
non hanno ne la testa e ne la gamba sinistra e quindi posso pensare al da
farsi. Non ho tempo per occuparmi di lui e di certo se non sto attento
rischio di perdere la vita per l’ennesima volta. Ma ora che ci penso, questi
demoni proteggono sempre qualcosa, che sia un oggetto o un passaggio.. che sia
ciò? Devo subito sapere cosa c’è dall’altra parte. Intanto il demone avanza ed
io faccio lo stesso, scattando velocemente verso la creatura. All’improvviso
però il demone fa un enorme balzo in avanti per tentare di schiacciarmi, ma per
fortuna riesco a saltare in tempo con una veloce capriola in avanti. Lui va di
gran lunga in avanti e con il respiro ancora serrato continuo a correre sempre
dritto, sperando che non mi raggiunga. Corro e corro, fino a quando mi accorgo
di aver raggiunto finalmente l’altra sponda del ponte e il demone stranamente,
non continua a seguirmi e torna alla posizione da sentinella di prima..
sicuramente è perché non sono più nel suo raggio di azione.
Cerco di riprendere fiato, il caldo e il
peso dell’armatura giovano molto sulla mia resistenza, devo ricordarmi di
cambiare l’armatura d’élite. Ma finalmente posso andare avanti e vedere a cosa
portava il ponte.
Pensavo che il demone nascondesse un
tesoro o un oggetto importante, ma per il momento vedo solo un lungo e buio
corridoio, con i muri rovinati, gli scalini in pietra ormai lasciati in
abbandono dal tempo, il pavimento perforato di tanto in tanto da quei strani
rami che circondano Lost Izalith
e il soffitto incredibilmente alto. Cammino e cammino, sperando che questo
corridoio mi porti da qualche parte. Subito però scendo da una rampa di
scalini, che mi porta a qualcosa. Sento subito qualcosa che si muove e dal
buio, vedo spuntare tra quelle grosse radici, dei piccoli e disgustosi insetti,
grandi quasi quanto un piede. Non mi attaccano, ma saltellano in lungo e il
largo in tutto il corridoio, ma poi spunta una figura. Sguaino la mia fidata Claymore e la punto in avanti verso quella persona,
ma dalla poca luce riesco a intravvederlo, una persona a me ben familiare.
Vestito bianco, corazza tra i polsi e le gambe, vestiti, scudo e petto
raffiguranti il sole e una spada unica.. Solaire?
Abbasso l’arma e mi porgo in avanti per
essere sicuro di ciò che vedo.
-Solaire? Amico? Sei davvero tu?- domando, incuriosito
dal come mai il mio compagno d’armi sia in questo sperduto punto di Lost Izalith. Precedentemente mi
aveva offerto il suo aiuto contro il Demone Centipede,
anche se dopo che abbiamo vinto non l’ho visto molto contento. La sua
incrollabile fede verso il sole ultimamente si è sentita meno, spero solo che
adesso stia meglio.
-Solaire, mi senti?- chiedo ancora. Stranamente
non mi ha ancora risposto, ma rimane lì fermo, a fissarmi. Ma subito vedo
qualcosa. Il suo braccio destro si alza in alto e attiva il miracolo la “Lancia
del Fulmine”, creando una lunga saetta elettrica. Ho pensato subito: c’è un
demone dietro di me? Che sia il demone della titanite
di prima? Allora mi giro di scatto, controllando il perimetro, ma non c’è
niente. Subito però, capisco a chi è rivolto quell’attacco. Sento il rumore
della lancia del fulmine, poi viene l’impensabile. Il colpo era rivolto a me e
mi colpisce, ferendomi decisamente dietro la schiena e sentendo l’elettricità
che mi consuma dall’interno. Per il colpo di inginocchio per il dolore, ma non
è tanto il dolore fisico che mi consuma, bensì il motivo della sua azione.
-Solaire! Che diavolo stai facendo!?- urlo dalla
rabbia, mentre cerco di rialzarmi e per tentare almeno di difendermi.
Ma lui non rispondo. Fa un altro passo
avanti e crea un’altra lancia elettrica dalla mano.
Se mi colpisce un’altra volta sono
fritto.. letteralmente. Lancia il colpo, ma in tempo riesco a prendere il mio
fidato scudo “cimiero ondulato” e paro il colpo con la sola mano sinistra,
senza la conseguenza dell’elettricità. A questo punto mi rialzo e riprendo la
spada da terra e mi metto in posizione da combattimento.
-Solaire, stai fermo! Non mi costringere a
combattere!- continuo a rispondere, sperando ancora di fermarlo. Non so cosa
gli prende, ma non ho intenzione di combatterlo come ho fatto con Lautrec tempo addietro. Aspetto, ma niente. Lui non dice
una parole, prende le sue armi e ingaggia battaglia. Corre verso di me e cerca
di colpirmi con la sua spada. Io mi limito a difendermi con lo scudo, sperando
ancora di poterlo calmare. Purtroppo però non la smette, continua ad attaccare.
Uno, due, tre, dieci colpi di spada colpiscono il mio scudo con furia. Ma solo
ora, mi accorgo di qualcosa. Sulla sua testa non c’è il suo ben costruito elmo
in ferro, bensì c’è attaccato sulla parte superiore uno di quei insetti
parassiti che ho incrociato poco prima. La loro forma.. è come quella di un
grande sole che risplende il mattino e riesce persino a illuminare l’intera
stanza con la sua luce. Che sia la causa della sua pazzia? Quella cosa.. sta
prendendo il controllo di Solaire? Allora forse
posso..
-Finalmente..- mentre cercavo di capire
cosa gli stesse succedendo, sento Solaire che mi
parla. Continua ad attaccare a colpi di spada, ma tra gli spasmi, gli affanni e
il dolore, mi parla con felicità, con una voce di pura soddisfazione, una
soddisfazione che forse non sentiva da tempo.
-Finalmente.. l’ho trovato. Adesso.. ho il
mio sole. Io.. io sono il Sole! Ce l’ho fatta!- come detto prima, me lo dice
tra il dolore, ma con una felicità che non ho mai visto in lui.
-Solaire... mi dispiace, ma non ti posso lasciare
in questo stato. Sei impazzito e hai perso la buona fede che avevi una volta.
Il tuo viaggio finisce qui fratello.-
Prendo fiato, cerco di liberare la mia
mente dai pensieri ed evito le lacrime. È successo contro Lautrec,
contro Vince e Nico, contro Petrus, ma questa volta
sarà dura.
Prendo in pugno la situazione e in un
attimo con un calcio rompo la guardia di Solaire e
inizio a dare i primi fendenti di spada.
Ogni colpo che gli infliggo, mi ricordo
ogni singolo momento che ho passato insieme a lui nella mia avventura. Contro i
Gargoyle, contro il Drago Famelico, contro la stessa Anor Londo e Lost
Izalith e ora, sta tutto sfumando nel sangue di
un compagno.
Tenta anch’egli di attaccare di nuovo e io
continuo. Due spade stanno per incrociarsi e solo una può riuscire a perforare
la carne dell’altro. Mi avvicino pericolosamente.. e poi avviene l’inevitabile.
Siamo vicini, ci guardiamo dritti negli occhi, ma all’improvviso dalla sua
bocca esce del sangue. La mia spada è riuscita a colpirlo, mentre il suo colpo
è andato quasi a vuoto, colpendo di striscio la mia spalla sinistra. Vedo il
sangue sgorgare dal suo petto, sul punto dove la mia Claymore
lo ha colpito perforandogli il torace. Vedo il suo sguardo: incredulo,
spaventato e vedo le sue lacrime rigargli il volto. Fa cadere la spada e lo
scudo, ormai troppo debole per i colpi subiti e inizia a cedere.
Io, preso dalla disperazione sguaino via
la spada dal suo corpo e cerco di stenderlo delicatamente sul pavimento. Mi
inginocchio accanto a lui per stargli vicino. Con il poco di rabbia che ormai
mi rimane, stacco con entrambe le mani quel parassita ancora attaccato sulla
sua testa. Ci metto un po’, ma riesco a dividerlo da Solaire
e lo butto via, lontano da noi. Il suo sangue sgorga dalla testa ai piedi,
ormai non lo si può più salvare. Cerco di trattene le lacrime e maledico me
stesso per ciò che ho commesso. Ma Solaire, mi prende
per un braccio, come se volesse consolarmi, però guarda a vuoto, ormai troppo
stanco per continuare a resistere.
-Ah, è finita.. il mio sole.. sta
tramontando. È buio.. così buio.-
Poi.. lo vedo scomparire davanti ai miei
occhi. È così che va a finire quando si perde la ragione e forse, posso dire di
averlo salvato in tempo, ma non si meritava una fine tanto miserabile.
-Finisci ciò che è stato iniziato, amico
mio.- mi dice, guardandomi con strana serenità, sorridendomi come suo solito.
Io invece rimango sbalordito, ma ancora sotto shock, ma infine scompare davanti
ai miei occhi e come ogni cavaliere di Lordran, sarà
dimenticato dal tempo stesso. Il suo elmo, le sue vesti, il suo scudo, la sua
spada e il suo amuleto.. sono tutto ciò che rimangono di lui.
Non posso rimanere qui, devo finire la mia
missione come non-morto prescelto. Mi rialzo e cerco di ricomporre il mio
spirito, ma prima raccolgo da terra tutta l’attrezzatura di Solaire
e la depongo nella “cassa senza fondo” che mi ritrovo.
Vado avanti, ma mi ritrovo davanti un portone.
Mi accorgo però che è una strana porta che ho già visto da qualche parte. Porgo
la mano sulla porta e come per magia questa si apre, dividendosi una colonna
dopo l’altra sotto il pavimento.
-Allora questa è davvero una scorciatoia.-
rispondo, guardano in lontananza una enorme radice che mi porta sopra un
edificio dove mi sono battuto precedentemente contro un demone.
Prima di andare però, mi guardo indietro.
-Te lo prometto Solaire:
ci sarà un nuovo sole a Lordran.-
Angolo dell’autore
Ciao ragazzi, grazie per aver letto la
storia e soprattutto grazie a quei pochi che hanno l’intenzione di recensirla.
Ve lo dico chiaro è tondo: io adoro il primo Dark Souls,
specialmente le Lore di ogni singolo personaggio, ma
come tutti io adoro molto Solaire. ^^ Un uomo dalla
volontà indomabile alla ricerca della fede verso il suo sole, un sole che forse
non troverà mai.. perché ci saranno dei non-morti che tenteranno di salvarlo
dalla fine che gli spetta a Lost Izalith.
Questa ragazzi è FORSE l’inizio di un grande progetto di fan fiction che ho un
mente in questo fandom. Non so di preciso quando lo
farò, ma per il momento andrò a shot e
successivamente persino a recensioni (perché dove sono io al momento sono
abbastanza attivo in quel campo).
Quindi vi ringrazio e ricordate di avere
sempre la fede verso il sole.