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Autore: Shine_Angel_Liberty    16/06/2016    0 recensioni
Stavo navigando sul mio computer, e mi sono ritrovata davanti questa storia che ho scritto alle medie, e mi son detta: ma perché non la pubblicò? ed ecco qui questa meravigliosa-certamente- fantastica- proprio- storia creata apposta per la mia prof di italiano delle medie, che ci aveva dato un fantastico compito per casa.
Spero apprezzerete. ^^
La storia di un ragazzo che ha mandato tutto a quel paese per cercare altro nel mondo, dove solo il mare può determinare il suo confine.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mare sarà il mio confine

 

Il sole era appena sorto, ma nel porto della città di Rain Drop tutti gli abitanti, i pescatori e i marinai del luogo erano già al lavoro. L’aria cosparsa di salsedine e il calore che emanava il sole, seppur fosse appena l’alba, rendeva tutti di buon umore. Il luminoso chiarore che diffondeva il sole si rifletteva sulla superficie delle acque pulite del mare azzurro, illuminando quella piccola cittadina in riva ad esso. Quella giornata di inizio estate stava iniziando molto bene, ma non per tutti.

Era giunto mezzogiorno ormai, e tutti gli scolari che erano a scuola ne attendevano con impazienza il termine, dal momento che quel giorno le lezioni sarebbero finite e le vacanze sarebbero iniziate. Tra tutti c’era un ragazzo che aspettava la campanella con più ansia degli altri.

Era un ragazzo di sedici anni, dai capelli corvini e gli occhi color cioccolato, vestito con abiti rattoppati alla meno peggio, ma perlomeno puliti.

L’unica cosa che rendeva un po’ particolare il suo aspetto, era una conchiglia di piccole dimensioni appesa a un nastro a mo’ di ciondolo e di un colore azzurro profondo che ricordava il fondale degli oceani. 

Appena la campanella suonò balzò in piedi, raccolse lo zaino e si fiondò fuori dall’aula, non per uscire dall’edificio, ma per dirigersi davanti alla porta di un’altra classe. Si appoggiò vicino alla porta per riprendere fiato e, mentre tutti gli studenti uscivano, si mise a giocherellare con la conchiglia che portava al collo, finché una ragazza dai capelli neri lucenti e gli occhi azzurri, non uscì. Il ragazzo arrossì ma si ricompose subito e si diresse verso di lei.

- Ciao Katie! - disse lui, tentando di risultare disinvolto, come se la conoscesse benissimo, anche se in realtà era la prima volta che le rivolgeva parola - Ultimo giorno di scuola eh? Sai, quest’estate pensavo di.. -

- No grazie, incapace! Non credo che Katie ci tenga a stare con un marinaio d’acqua dolce che è sommerso di debiti e che si porta quella stupida conchiglia al collo! -

Questa frase fece raggelare il ragazzo, sapendo chi era stato a proferire quelle parole. 

Era proprio il fratello maggiore di Katie, Mike, a dirle; mentre lei in quel momento lo stava squadrando con aria altezzosa. Se un attimo prima sperava di avere un appuntamento con la ragazza di cui si era perdutamente innamorato dalle elementari, adesso avrebbe voluto solamente non farsi più vedere da lei e da nessun altro per il resto della sua vita. 

E pensare che ci aveva messo tanto tempo per trovare il coraggio di parlarle, dal momento che lei sapeva chi era, solamente perché ogni volta che veniva preso di mira dai bulli, lei era lì ad assistere. 

Sull’orlo delle lacrime, prese lo zaino e corse via lontano da tutti quelli che lo stavano additando e schernendo, verso casa sua. Se il posto dove abitava si potesse chiamare casa. Erano più che altro quattro pareti ammuffite e sopra ad esse, era posto un tetto da cui cadevano le tegole. Ci abitava solo lui, dal momento che era orfano, ed essere solo in queste situazioni non lo aiutava di certo.

Si buttò sul proprio letto, pensando a come si fosse potuto innamorare di una persona come lei. Probabilmente perché era il suo opposto, perché aveva tutto ciò che a lui mancava: una famiglia, la possibilità di divertirsi, amici… poi ripensò agli insulti riguardanti la sua conchiglia, la sua amata conchiglia, unico ricordo dei suoi genitori. A quel pensiero uscì da casa arrabbiato e si diresse verso il molo, dove la sua misera barca lo attendeva per un altro giro a caccia di pesci; che quando arrivava lui, si smaterializzavano. 

Quello che pescava lo vendeva al mercato ma non bastava. Perché era vero che era pieno di debiti, che spesso andava a letto senza aver mangiato, ma loro cosa ne sapevano? Non lo avevano mai provato quindi perché loro stavano lì a criticare? Essere poveri è ragione di scherno? Pensò con rabbia. E’ già tanto se vado a scuola e se ho dei vestiti decenti per andarci e quando non sono lì sono a lavorare mentre loro fanno la bella vita. Perché il mondo era così ingiusto?

A quel pensiero i suoi occhi si velarono di tristezza, pensando a quello che la vita non gli aveva dato e che invece gli aveva tolto, pensando che non sarebbe mai riuscito a realizzare il suo sogno. Sì, perché anche un ragazzo povero come lui aveva un sogno: navigare. Navigare oltre i “confini” della baia e vivere avventure, nel mare, verso l’infinito. Esplorare e lasciarsi dietro tutte le cose negative che gli erano capitate fino ad oggi. E poi..

- Blue, attent… -

- SPLASH! - 

Blue, che aveva la testa altrove ( da come avrete capito ) finì in acqua prima ancora che l’avvertimento del marinaio giungesse alle sue orecchie. Per fortuna, essendo un abile nuotatore, nuotò fino alla sponda e tornò sul molo.

- Tutto ok? - chiese l’uomo.

- Sì, sto bene, ero solo un po’ distratto. - disse Blue forzando un sorriso.

Si alzò in piedi e notò con sollievo che nessuno o pochi lo avevano visto e allora iniziò ad armeggiare con la corda che teneva attraccata al molo la barca. Appena la slegò ci salì sopra e mise in moto “L’onda”, come l’aveva chiamata Blue, e partì verso l’orizzonte. 

Come gli sarebbe piaciuto andare alla ricerca di nuovi mondi, ma la barca non era molto resistente e se avesse superato la costa e dirigendosi nei punti dove le correnti erano più forti si sarebbe sicuramente sfasciata. Prenderne una migliore purtroppo era escluso, anche se per anni aveva messo da parte tutto quello per poteva sacrificando a volte anche il pranzo o la cena, a volte anche entrambi. Ma aveva raggiunto appena la metà della cifra di cui aveva bisogno ( senza contare che doveva pagare debiti a quasi ogni persona che conosceva ).

Sbuffò sconsolato ma il suo viso si illuminò quando vide un grosso banco di pesci dirigersi verso il suo peschereccio. Buttò la rete in acqua e aspettò una ventina di minuti, dopodiché la issò e con soddisfazione vide che era piena.  

Passò tutto il pomeriggio a raccogliere pesci, fino a quando la stiva non fu completamente piena.

Finalmente la fortuna girava dalla sua parte!

Stava per avviarsi di nuovo al porto, quando notò una cosa strana: sul fondale si vedeva spuntare chiaramente una luce bianca. Il primo pensiero di Blue fu che probabilmente quella luce era dovuta al riflesso del sole sulle acque, ma si dovette subito ricredere, infatti si trovava nel punto dove il mare era meno trasparente, anzi, anche piuttosto torbido, e anche molto fondo; circa cinque-sei metri. 

E che cosa fa un ragazzo quando vede qualcosa brillare sotto acqua, senza considerare il fatto che non ha il respiratore, l’attrezzatura e che il livello del mare è di sei metri? Ma che domande; ovviamente si butta in acqua!

Questo fu quello che Blue fece. 

Potrei scrivere che è annegato per mancanza d’aria, o uno squalo che passava da quelle parti se lo sia divorato. Ma, per fortuna di Blue, non sono così cinica e malvagia e la sua avventura non finirà così presto.

Mentre noi stavamo parlando, Blue era giunto a circa metà della strada che lo divideva dal misterioso bagliore. Era un buon nuotatore, ma non avendo attrezzatura necessaria era molto difficoltoso nuotare in quelle acque piene di correnti, per di più fredde, dove non vedeva bene e doveva dosare il respiro.

Aveva ormai quasi finito le scorte di ossigeno e stava per desistere, quando un forte bagliore lo distrasse. Perché quella luce non veniva dal punto dallo stesso punto di prima, anche se anche in quel momento si vedeva distintamente un qualcosa di molto luminoso, e non arrivava dalla superficie del mare. Proveniva dalla sua conchiglia! La guardò stupito per qualche secondo mentre essa brillava sempre più intensamente, fino a quando divenne talmente luminosa che Blue dovette chiudere gli occhi per non rimetterci la vista. Quando li riaprì, la conchiglia aveva smesso di sembrare così…anormale come era stata pochi secondi prima. In compenso adesso era lui quello avvolto da una leggera luce luminosa che lo circondava da testa a piedi.

-Questo è troppo forte!!- esclamò lui. Un momento…ma lui era ancora sotto acqua!! Pensò agitato, rendendosi solo dopo conto che lui, un essere umano ( cioè un essere non dotato di branchie ) aveva appena parlato e respirato nell’acqua! Fece un altro piccolo respiro…e continuò ad aspirare ossigeno come aveva fatto prima. Si mise a nuotare in cerchio felice e respirando ogni volta come se avesse paura che l’incanto finisca.

Dopo un po’ si ricordò del motivo per cui si era buttato: scoprire la provenienza di quella strana luce. Mentre nuotava, si mise a osservare tutti i pesci che gli nuotavano attorno. Se adesso posso respirare sott’acqua, è merito della mia conchiglia, pensò felice. Chissà che faccia farebbero tutti se scoprissero che quella insignificante conchiglia o come diamine la chiamavano, faceva respirare le persone sotto acqua. Se lo avessi scoperto prima…  

Adesso, man mano che si abituava a quella strana situazione, nuotare e muoversi gli risultava sempre più semplice, e ormai, dopo quasi un’ora di “camminata” sul fondo del mare scoprì finalmente da dove proveniva la luce: una grotta completamente sommersa, coperta da alghe e coralli che in parte bloccavano anche l’entrata. 

Girò attorno ad essa per trovare un’entrata, ma dopo un po’ si arrese. L’unica parte della caverna non coperta dai coralli, da cui filtrava la luce, era abbastanza ampia da far sì che un gatto riuscisse a passare. Non di più. Si sedette su una roccia vicino alla piccola apertura un po’ deluso ma si rallegrò subito pensando che grazie a quella avventura aveva guadagnato un’esperienza irripetibile e aveva scoperto che la sua conchiglia era speciale. 

Stava per andarsene quando una voce lo chiamò. Era una voce dolce, melodiosa, ma allo stesso tempo che incuteva anche paura e disagio. 

Si voltò verso l’entrata della caverna e rimase a bocca aperta. Davanti a lui si trovava quello che lui non avrebbe mai potuto credere esistesse: una sirena. Era meravigliosa, aveva capelli sottili di un colore talmente trasparente che si poteva vedere oltre ad essi; aveva due grandi occhi color ambra che si intonavano perfettamente al colore della sua…coda. Blue rimase a guardarla così, a bocca aperta, finché ella non parlò nuovamente.

- Sei Blue, vero? - disse dolcemente. 

Blue ci mise qualche secondo a capire che stava parlando con lui e immediatamente tentò di risponderle.

- Sì, sono io, ma tu cos..chi saresti? - Blue si corresse appena in tempo: chiedere a qualcuno che cosa fosse non era molto carino…

- La guardiana della caverna. - disse lei - Solamente chi supera il mio indovinello può entrarci ed esaudire il suo desiderio più grande. -

A quelle parole a Blue si illuminarono gli occhi. Avrebbe potuto finalmente esaudire il suo più grande desiderio!

  • Ma.. - continuò la sirena - se sbaglierai ti dovrò uccidere. - 

In quel momento gli occhi di Blue si svuotarono della felicità di poco prima per riempirsi di paura. Morire?! Era un prezzo troppo alto da pagare…o forse no. In fondo, pensò Blue, non ho nessuno a casa che mi aspetta. Dubito che qualcuno si accorgerebbe della mia scomparsa e poi, nella vita bisogna pur rischiare no?

- Qual’è l’indovinello? - chiese Blue con aria di sfida e con tono falsamente sicuro.

  • L’indovinello…

Che creatura cambia 

nel corso della sfida?

Un essere che la mattina

a quattro zampe cammina,

il pomeriggio 

gliene bastan due

mentre la sera, stanco,

ad esse una aggiunge? *

 

Cantò la sirena. 

Blue rimase imbambolato un bel pezzo, disorientato e confuso. Un essere che cammina con quattro, due e poi tre zampe?!

Si mise le mani sulla testa, disperato. Chi vuoi che la mattina stia in piedi con quattro zampe e poi…sarebbe stato tutto inutile, pensò rassegnato. Morirò qui, sott’acqua, senza aver mai vissuto i migliori momenti della vita; la luce, là…un momento. Blue alzò la testa, scosso da un’ improvvisa illuminazione. Io quando sono nato gattonavo, a quattro”zampe”. E adesso, che sono nel “Pomeriggio” della vita, sto in piedi con due. E quando sarò vecchio…camminerò con l’aiuto di un bastone! Tre zampe!

- Ci sono, ho capito! - strillò rivolto alla sirena felice - è l’uomo! Nel mattino della vita gattona, nel pomeriggio cammina su due piedi e al tramonto si aiuta con il bastone! - concluse lui, sicuro della sua risposta. 

La sirena lo guardò e poi sorrise. Con una mano fece uno strano movimento e i coralli si ritirarono per lasciare passare il ragazzo. Blue rise, ma quando si voltò per salutare la sirena, era già scomparsa. Blue rimase un po’ sorpreso, ma subito si mise a nuotare all’interno della grotta, verso il bagliore. Quando arrivò osservò strabiliato la luce argentea che si avvicinava a lui.

- Ecco.. - cominciò lui -  il mio.. desiderio… - 

- Lo so già - disse la sfera. La bocca di Blue si spalancò dalla sorpresa.

- Tu parli?! Ma sei una sfera! E come fai a sapere qual’è il mio sogno? - esclamò Blue.

- Non è importante. - No, penso sarcastico Blue. Se un essere umano che tu non hai mai visto sulla faccia della terra sa quasi tutto di te è preoccupante, ma se la “persona” in questione è una sfera luminosa parlante si può star tranquilli!

- Il tuo più grande desiderio..è viaggiare. - continuò la sfera, lasciando sbigottito Blue. 

- E, se è questo il tuo più grande desiderio, lo avrai.- finì la sfera, iniziando a illuminarsi sempre di più. Divenne talmente luminosa che Blue dovette coprirsi gli occhi per non rimanere abbagliato, e dopo di che perse i sensi.

 Blue aprii gli occhi. Si trovava sulla spiaggia davanti a casa sua. Si stropicciò gli occhi. Era stato tutto un sogno? Eppure tutto gli era parso così reale, dalle cose belle a quelle brutte.  Si alzò e solo allora notò che era coperto d’acqua. E se il sogno…? No, pensò sconsolato Blue, i sogni sono solo sogni e anche se continuerò a illudermi, il sogno sarebbe rimarrà  tale e quale.

Si stava avviando, più triste che mai, verso casa, quando i suoi occhi si posarono sulla “cosa” che si trovava davanti alla spiaggia. Quella visione lo fece cadere a terra dall’emozione, per poi alzarsi subito e mettersi a saltare e gridare come un pazzo.

Era un galeone. Pirata. Perfettamente integro e attrezzato con tutti gli strumenti che occorrevano per la navigazione.

Blue non ci credeva: aveva la sua nave! 

Avrebbe potuto finalmente realizzare il suo sogno! Chissà che faccia avrebbero fatto gli altri!… A quel pensiero Blue divenne improvvisamente serio. No. Non avrebbe mostrato a nessuno la sua nave, perché nessuno meritava nulla dopo quello che gli avevano fatto. Sarebbe partito in quell’esatto momento. Dove? Non importava. 

Questi erano i pensieri che affollavano la mente di Blue mentre saliva la scaletta della nave. Mise in funzione l’imbarcazione e spiegò le vele. Controllò la stiva ( che era piena di provviste ) e si avviò verso il timone. Strinse la sua amata conchiglia: era a lei che doveva tutto questo! Era stata la sua unica e fidata amica. Non era mai stato solo. Posò le mani sul timone. Adesso per dove? Si chiese emozionato. Sarà il mare a portarmi, decise alla fine; sarà il mare con le sue correnti a spingermi verso nuovi mondi, nuove avventure e verso una nuova vita. 

Ormai la barca aveva raggiunto il largo e la città di Rain Drop sembrava solo un puntino.

- Perché il mare - gridò Blue al vento - Il mare sarà il mio confine! -

 

 

 

FINE



 

N.d.A.
Non è nulla di che, so solo che quando ho scritto questa cosa, io mi sono divertita molto. A chiunque sia riuscito ad arrivare fino a qui... CONGRATULATIUNS!!!


* OVVIAMENTE l'indovinello non l'ho creato io, l'ho solo modificato un po'.



Alla prossima ^^


 

   
 
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