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Autore: whiterose87    18/06/2016    1 recensioni
Tutti conosciamo l'episodio One Agains an army...ebbene e se non fosse Gabrielle a essere ferita ma Xena? Come se la caveranno le nostre due eroine?
Questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia e se vi va commentate, recensite e criticate che male non fa!
Buona lettura.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Tutto successe in un attimo; aveva visto Dorian fermo, immobile, esposto, con la spada in pugno, mentre Xena combatteva a pochi metri lontano da lui. Lo raggiunse per metterlo al sicuro, quando dietro ad alcuni alberi vide comparire alcuni soldati persiani armati di archi, pronti a scoccare le loro frecce. Vide Xena alzare lo sguardo e girarsi verso di lei; fece un salto e se la ritrovò di fronte. Ci fu solo il tempo di sentirsi poggiare le sue mani  sulle spalle, come a portarla via da li e mentre si spostavano sentì un sibilo, qualcosa fendere l’aria e riconobbe il suono di una freccia che si conficcava nella carne: avevano colpito Xena!

A conferma di questo suo timore, lei si voltò brandendo il chakram  lanciandolo verso quel gruppo di soldati. La freccia era li; l’aveva colpita nel punto esatto in cui l’armatura lasciava un lembo di pelle scoperta, all’altezza della spalla sinistra.

Il chakram andò a segno colpendo il gruppo di uomini costringendoli alla fuga.

“Xena”!  Urlò, vedendo la sua amica cadere su di un ginocchio. Il suo corpo era teso e sudava a causa del dolore che gli smorzava anche il respiro. “Sto bene Gabrielle. Aiutami”

L’aiutò ad alzarsi reggendola e la fece sedere appoggiandola con la schiena ad alcuni massi.

“Accendi un fuoco Gabrielle” le disse passandole un bastoncino di legno.

“Cosa devo fare”?

“Bruciane la punta”.

“Ok” le disse dandosi subito da fare.

Era preoccupata, le mani le tremavano. Per lei era insolito vedere Xena ferita, in genere era sempre lei a cacciarsi in guai seri. Si muoveva non staccandole gli occhi di dosso. Dorian le era accanto.

Quando tutto fu pronto corse da lei.

“Ti fa male”?

“Un po’..ma non è questo che mi preoccupa. Gabrielle.. devi aiutarmi e… ciò che ti chiederò di fare non ti piacerà affatto.. ma devi farlo se vogliamo evitare che questa ferita s’infetti”.

“Dimmi cosa devo fare”

“Spezza il retro della freccia. Dovrai spingere fino a che… non mi trapasserà e poi la dovrai estrarre”.

“Cosa”? Le chiese con gli occhi sbarrati.

“Dopo dovrai..

“Dovrò passare questo bastoncino bruciato nella ferita…vero”? Concluse spaventata.

“Si…”.

“Per tutti gli Dei Xena..non ho mai fatto una cosa del genere e non sarà indolore”.

“Lo so ma se non vogliamo che la cosa peggiori devi farlo…per il mio bene”.

Alzò lo sguardo e lo incatenò a quello della sua amica. Aveva paura, ma avrebbe fatto di tutto per aiutarla.

“Va bene”.

“Ok, sono pronta…procedi”.

Mise le sue mani sul retro della freccia e con un colpo secco ne spezzò la parte piumata. Xena ebbe un sussulto ma non emise un gemito. Procedette spingendo la freccia fino a quando non incontrò più resistenza, provocando stavolta una fitta di dolore a Xena che abbassando la testa e stringendo i denti cercò di riprendere fiato. 

Prese la freccia, ormai fuoriuscita dal petto dell’amica e la estrasse. Xena urlò dal dolore e

affannata e con la fronte imperlata da copiose gocce di sudore, si lasciò andare pesantemente contro i massi a cui era poggiata.

 “Resisti, abbiamo quasi finito”.

Le rispose con un sorriso stanco e provò una profonda tenerezza nei suoi confronti, al pensiero che anche in quel momento cercava di rassicurarla.

Prese il bastoncino rovente e dovette fare appello a tutta la sua forza d’animo per fare l’ultimo passo. Xena la guardò “Adesso”! E concentrandosi sul suo viso lo fece.

Sentì l’odore della carne bruciata, cosa che le provocò un conato di vomito. L’ennesimo e, sperava anche l’ultimo urlo di dolore di Xena le diede la forza di non lasciarsi andare…aveva bisogno di lei in quel momento.

Lo estrasse, ringraziando gli Dei che fosse tutto finito. Sostenne Xena che era ormai stremata. Bagnò una benda e prese a tamponarle il viso cercando di darle un po’ di sollievo quando l’amica le chiese di passarle la freccia estratta. La vide portarsela al viso ed annusarla: il suo sguardo sgomento la mise in allarme.

“Cosa c’è”?

“E’ avvelenata Gabrielle”.

“Ma…ci sarà un antidoto”?

“Si..forse ad Anfissa troveremo il necessario” le disse avendo cura che Dorian non la sentisse, cosa che la incuriosì.

Si erano trovate nel mezzo dell’avanzata dell’esercito persiano, in marcia verso Atene e se l’avessero raggiunta, l’avrebbero rasa sicuramente al suolo. In quel momento avevano incontrato Dorian in fuga e ferito.

Le truppe spartane non avrebbero potuto farcela da sole. Xena voleva provocare una frana al passo delle Termofili, costringendo così l’esercito persiano a passare per Anfissa, dov’erano dirette e dove Xena aveva un deposito di armi, sufficienti ad armare l’ intero villaggio e proteggere Atene.

“Gabrielle nella bisaccia ci sono delle erbe. Prepara un impacco con delle bende”.

“Subito. A cosa servono”?

“Rallenteranno il diffondersi del veleno”.

“Mi dispiace Xena…Gabrielle si è esposta per mettermi al sicuro mentre io…”.

“Non importa Dorian. Ora però dobbiamo andare, non possiamo restare qui”.

“Cosa vuoi fare nelle tue condizioni”? le chiese lavorando con le erbe.

“Gabrielle dobbiamo proteggere Atene”.

“Non puoi fare granchè nel tuo stato ed inoltre dobbiamo trovare l’antidoto”.

“Non c’è tempo per questo. Dobbiamo arrivare ad Atene”.

“Prima l’antidoto”.

Finì di preparare l’impacco e cominciò ad applicarlo alla ferita, per poi fasciargliela.

“Xena, prima che ti ferissero mi hai detto che avevi un piano…ora sarà cambiato. Cos’hai in mente”? le disse Dorian.

La guerriera rimase zitta un istante poi rispose “Si …le cose sono cambiate. Ho bisogno del tuo aiuto Dorian. Io sono fuori uso e non voglio che Gabrielle si esponga ad altri rischi. Avviserai tu le truppe ateniesi dell’arrivo dei persiani ma devi fare in fretta visto che il passo delle Termofili è bloccato”.

Cosa diceva Xena? La frana avrebbero dovuto provocarla loro. Fidandosi di lei resse il gioco restando in silenzio.

“Cosa? Bloccato”?

“Si…c’è stata una frana. Devi fare in fretta”.

“Certo Xena, vado subito. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per aver salvato la mia vita”.

“Và ora”.

“Addio Gabrielle”.

“Addio Dorian”.

Lo videro allontanarsi dando loro le spalle.

“Cosa significa? Perché gli hai detto che il passo è bloccato”?

“Vedi Gabrielle, il villaggio che ha menzionato quell’impostore non ha delle cascate. Inoltre gli Spartani, sin dall’età di 8 anni tengono tra le mani un bastoncino di legno per rendere robuste le loro mani. Quando ho stretto la sua non ho sentito nessuna callosità.

E’ una spia”.

“Quindi dicendogli quella bugia hai fatto comunque in modo di dirigerli ad Anfissa senza provocare alcuna frana”.

“Esatto. Ora aiutami, dobbiamo sbrigarci”.

Le tese la mano e l’aiuto a rimettersi in piedi.

Xena richiamò Argo

“Aspetta” le disse salendo per prima sulla cavalla.

“Questa è nuova” le disse con un sorriso divertito.

“Smettila Xena, sei ferita. Dammi la mano e facciamo in fretta. Dobbiamo trovare quell’antidoto”.

“Si mio comandante”! la schernì l’amica.

Partirono spedite.

Arrivate ad Anfissa, lo trovarono deserto e ormai divorato dalle fiamme.

“Cosa è successo”?

“Hanno preferito bruciare tutto piuttosto che lasciare il loro villaggio in mano ai Persiani”.

“Il deposito”?

“E’ quell’edificio laggiù”.

Alzò lo sguardo nella direzione indicatagli da Xena e vide che ai confini del villaggio  vi era un edificio più grande del solito e fortificato.

“La capanna dell’alfiato”.

“Cosa”? Le risposte distratta dai suoi pensieri.

“Vi dovrebbe essere l’antidoto”.

Cautamente Xena scese da cavallo e si diresse presso i resti di quello che prima doveva essere un negozio. La vide rovistare in giro, rischiando di essere colpita da una trave che cadde fortunatamente alle sue spalle. Dopo un po’  ne uscì con in mano una bottiglietta rotta, preoccupata.

“Niente antidoto vero”?

“No”

“Dobbiamo andare . Qui non c’è nulla che possa esserci utile. Né uomini da armare né una cura per te”.

“Gabrielle ascoltami. Troveremo il rimedio per questo veleno in Tessaglia, ma non possiamo andare via da qui. Dorian avrà già detto ai Persiani della frana e si staranno sicuramente dirigendo qui”.

“Possiamo farcela. Andiamo, prendiamo l’antidoto e torniamo”.

“Non  c’è tempo. Se partiamo ora per la Tessaglia, i Persiani raggiungeranno Atene e la distruggeranno” le disse guardandola dolcemente.

Lei lo sapeva. Non avrebbero mai avuto il tempo necessario per andare a prendere l’antidoto e tornare indietro ma non poteva lasciarla in quelle condizioni. Aveva già visto gli effetti del veleno  e sapeva che sarebbe peggiorata da un momento all’altro fino a…

“Quanto tempo ti rimane”?

“Non lo so”.

“Xena”!

“Davvero Gabrielle, non lo so. Potrebbero essere ore o giorni, non lo so. So solo che dobbiamo sbrigarci prima che il mio stato di salute peggiori”.

“Ma come pensi di poter fermare un’intera armata qui, con te ferita e sicuramente nelle prossime ore peggiorerai. Io non posso esserti di grande aiuto, non possiamo farcela”.

“Dobbiamo e non dire così…sei molto più coraggiosa e forte di quanto tu stessa possa sapere” le disse poggiandole le mani sulle spalle e guardandola dritta negli occhi.

“Siamo due matte”.

“Bè almeno ci facciamo compagnia. Andiamo nel deposito”.

Sorrise e sorreggendola si avviarono verso il deposito.

 

 

 

N.d.a: Salve a tutti! Eccoci alla fine del primo capitolo. Mi è capitato ultimamente i rivedere le repliche di Xena e nello stesso periodo ho scoperto questo fantastico sito.

Rivedendo l’episodio “One Against an Army” ho provato ad immaginare come se la sarebbero cavate le nostre due eroine se ad essere ferita fosse stata Xena e non Gabrielle.

Aggiornerò quanto prima. Il secondo capitolo è già in fase di scrittura.

Un saluto a tutti e se vi va recensite commentate e criticate!

Un bacio a tutti!

Grazie!

   
 
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