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Autore: Destyno    18/06/2016    0 recensioni
In cui Ezrael incontra quello che sarà il suo migliore amico... amica? Boh. Gli angeli sono piuttosto fluidi riguardo a queste cose.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A tale of dorks'
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Ezrael ha quarant’anni, quando si incontrano per la prima volta.
Se lo ricorda bene, quel giorno: è l’otto aprile del 1300 dopo Cristo. E, per la prima volta nella storia dell’Inferno, un vivente attraverserà i tre regni dell’Oltretomba.
E, ovviamente, Ezrael si sveglia in ritardo.
Quando arriva nel luogo dove i dannati sono torturati, è già tardi. L’umano e lo spirito che lo accompagnano se ne sono già andati. Gli incubi e le succubi sono tornati alle loro faccende, alla loro solita routine, che è la stessa da tutta l’eternità ed è solo raramente interrotta da evocazioni o interventi della Provvidenza.
Entrambe cose che il giovanissimo incubus non avrà modo di provare per molto tempo. O almeno, è quello che pensa lui.
Con un sospiro, si dirige verso il suo usuale posto di lavoro: il portiere all’ingresso del primo cerchio, pronto a prendere i nominativi di ogni anima che in vita ha peccato di lussuria.
Passano un paio d’ore, quando qualcosa di insolito accade. Per la seconda volta nel giro di un giorno, qualcuno che non dovrebbe scende all’Inferno.
«Ehi, ehi» Ezrael allunga la mano verso l’intruso, pur senza toccarlo «Che vuoi qui?»
L’angelo lo guarda altezzoso. O almeno così pensa Ezrael, visto che gli angeli non hanno gli occhi.
«Devo aprire le porte della Città di Dite. Fammi passare»
«Ancora?» borbotta Ezrael, sbuffando «Parola mia, quelli là trovano sempre delle scuse per non fare il loro lavoro… dai, dai, passa pure»
La luce vorticante che è l’angelo pare esitare, mentre l’incubus si fa da parte.
«Cosa c’è?»
«… non so la strada»
Il demone sospira.
«Guarda, ti accompagno io. Ehi, ehi! Lilim!» una demone dalle zampe caprine, poco più in là, si gira «Puoi venire qui un momento?»
La demone sbuffa, scambia qualche parola con l’anima di fronte a lei e poi si avvicina.
«Che c’è?» chiede, scocciata.
 Ezrael sfodera quello che – spera – è il suo sorriso migliore.
«Non è che potresti coprire per me? Devo accompagnare uno dei Piani Alti alla Città di Dite, sai com’è…»
«Lo sai che se Minosse mi becca ammazza prima me e poi te, vero?»
«E dai!»
«Urgh. D’accordo, per oggi ti copro io. Ma vedi di non farci l’abitudine, scansafatiche!»
«Grazie!» grida Ezrael, che è già partito in quarta verso i cancelli infernali, con un angelo confuso che lo segue «Te ne devo una!»
Si rivolge poi alla sfera di luce, con un ghigno divertito sul volto.
«Benvenuto all’Inferno, angioletto! Io sono Ezrael, comunque»
«… io mi chiamo Iraziel. Piacere di conoscerti.»
 
*
 
«Allora…» Ezrael gira intorno ad una roccia piuttosto grande che blocca il passaggio «Come ti sembra?»
«Come mi sembra cosa, scusa?»
«L’Inferno, non è ovvio? Scommetto che tu sei abituato a ben altro, là sopra…»
L’angelo tentenna, prima di rispondere.
«Beh, è molto più buio, per dirne una. Però… è strano, ma non sembra poi così male. Cioè, da come ne parlava Gabriel pareva che mi avessero spedito qui a morire» esita un istante ancora, prima di continuare «Alcuni dei miei amici erano convinti che i demoni avrebbero cercato di uccidermi. Mikael voleva che portassi anche l’armatura, oltre alla spada…»
«È solo perché sei nell’Inferno giusto. Beh, “giusto” dal tuo punto di vista, suppongo» l’incubus si gira, ma chiude gli occhi quasi subito, infastidito «Ehi, non potresti abbassare un po’ la luce? Ho degli occhi delicati, qui»
«Oh, scusa» mormora Iraziel. La luce si condensa in una figura dai tratti androgini, con lunghi capelli biondi e un paio di delicate ali piumate sulla schiena «Una forma corporea dovrebbe aiutare. Ma cosa dicevi riguardo alla parte “giusta” dell’Inferno?»
«Lasciamo perdere. Guarda, siamo quasi arrivati alla città di Dite.»
 
*
 
Ezrael sorride, battendo lentamente le mani.
«Sei un ottimo attore»
«Eh, grazie» ridacchia Iraziel «Beh, credo che ora io debba tornare…»
«Sicuro?» l’incubus abbassa lo sguardo. L’angelo è molto più simpatico dei suoi conoscenti demoni «Che ti hanno detto ai… Piani Alti?»
Iraziel ci pensa un po’ su.
«Ora che mi ci fai pensare, nessuno mi ha detto esplicitamente di tornare subito dopo…»
«Beh… che ne dici di restare un po’ quaggiù? Possiamo seguire l’umano e Virgilio e vedere che combinano…»
L’angelo sorride.
«Beh, perché no? E intanto, davvero conosci Virgilio?»
«Ci chiacchiero qualche volta, quando non ho voglia di lavorare. Il Limbo è seriamente troppo pieno di brava gente, è davvero uno spreco di anime»
«Vero? Volevo proporre a Gabriel un programma di reincarnazione ma “No, ma che dici, non siamo mica induisti qui”» borbotta l’altro, scimmiottando l’arcangelo «È un’idiozia bella e buona, te lo dico io. Solo perché qualcuno non ha avuto la fortuna di nascere nel posto giusto o al momento giusto gli viene negato il paradiso! Dannata burocrazia…»
«Ah, non ti dico quaggiù. Lo sai che non possiamo nemmeno salire a tentare gli umani di nostra spontanea volontà? Abbiamo bisogno di un’evocazione o di un “permesso speciale” da parte dei Piani Alti» il demone sbuffa «Voglio dire, ma che diamine? Siamo demoni, perché non possiamo fare il nostro maledetto lavoro?»
«La situazione è la stessa anche da me. Abbiamo bisogno di permessi per scendere sulla Terra, oppure deve esserci assegnato un umano a cui fare da custodi. Capisco l’Ineffabilità del Grande Piano e tutto il resto, certo, però-»
«Ehi, ehi, vacci piano, angioletto» Ezrael ride «Non vorrai mica Cadere, uh?»
 
*
 
«C’è stato un terremoto mille e trecento anni fa e ancora non l’avete aggiustato?»
«Zizì, quel Malebranche racconta un sacco di balle. Il ponte è stato riparato la settimana scorsa»
 
*
 
«Guarda! Guarda! L’ha preso in braccio, l’ha preso in braccio, ti dico che si amano alla follia»
«Due uomini? Ezrael, è sodomia, e poi Dante ama Beatrice»
«Pff, come no, infatti quando Virgilio gli ha coperto gli occhi con le mani Dante era proprio virile. E poi che diamine, sii un po’ più aperto di mente, è sempre amore!»
«Urgh»
«E poi il signor Non-Muoio-Spesso-Ma-Quando-Lo-Faccio-Non-Lo-Faccio-E-Causo-Un-Terremoto-All-Inferno mi pare passasse più tempo con gli uomini che con le donne»
«Ezrael!»
«Voglio dire, avere qualche dubbio è cosa legittima»
 
*
 
«Nel nome dei sette cieli, cos’è quello
Ezrael si stringe nelle spalle.
«Satana. O, come lo chiamo io, il Tappo» si strofina le braccia nude, rabbrividendo «Certo che è freddino qui, eh?»
«Siamo nella Giudecca, mica in Spagna»
«Grazie, signor Ovvietà»
«Aspetta, che stanno facendo?»
«Credo vogliano scalarlo, ma non ne sono sicuro»
«Ew» commenta Iraziel.
«Concordo. Scommetto che non si depila dalla Caduta» annuisce l’incubus «Oh, spero proprio che non guardino in basso, una volta passata la cintola. Non dev’essere una bella visione»
Entrambi rabbrividiscono.
«Beh,» inizia Iraziel, mentre lo scudo di luce sacra che li protegge dal vento comincia a brillare un pochino meno intensamente «credo che sia giunto il momento di separarci»
Ezrael sospira.
«Già, la mia pausa è durata anche troppo. Spero solo che Minosse non mi abbia beccato…» sorride, con l’aria un po’ scanzonata di chi è abituato alle sgridate di un demone superiore dell’Inferno «È stato piacevole accompagnarti fin qui. Sei simpatico, per essere un angelo»
Iraziel sorride in risposta.
«E tu sei interessante, per essere un demone. Prego di incontrarti ancora, caso mai scendessi all’Inferno»
«Lo stesso vale per me. Meno la preghiera, ovviamente»
Gli porge la mano. Dopo un istante di stupore, l’angelo gliela stringe.
«Allora… ci vediamo.»
«Ci vediamo.»
Poi la figura bionda si trasforma in una palla di luce e sfreccia via.
Ezrael sorride.
«Minosse mi ucciderà»
Senza smettere di sorridere, gira i tacchi e si dirige verso il primo cerchio, fischiettando un allegro motivetto per cui un musicista, molti anni dopo, venderà la sua anima.
Ma questa è un’altra storia, principalmente perché Ezrael è troppo sfigato per occuparsi di contratti di questo genere.
   
 
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