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Autore: JacobStark    19/06/2016    4 recensioni
ATTENZIONE, IL CAPITOLO 7 E' STATO RICARICATO A CAUSA DI UN PROBLEMA DEI SERVER
Davanti a lui c’era una ragazza dall’aria stranamente familiare, profondamente addormentata nonostante le urla di Akane. La dormiente era rossa di capelli, ben dotata, snella ma muscolosa e cosa più importante, o imbarazzante, Ranma sul momento non seppe dirlo, era completamente nuda.
Ma la cosa che riuscì a pietrificare il ragazzo fu un’altra. Perché il volto, il volto era quello di lui in forma di ragazza!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1

Ranma e Ranma

 

 

 

 

 

A casa Tendo, da quando un certo ragazzo con il codino era arrivato, non c’erano stati molti giorni normali. La maggior parte di essi erano infatti conditi da eventi folli, scontri al limite del plausibile e  un continuo afflusso di personaggi strani che affluivano nel dojo di arti marziali indiscriminate di casa Tendo.

Ma nulla, nulla avrebbe potuto preparare la famiglia Saotome a quello che sarebbe successo da quel mattino in poi. Ma andiamo con ordine. Ci sono tante cose da raccontare, matrimoni a cui assistere, amori inaspettati da veder sbocciare a Aristcrat Kuni da lasciare a bocca asciutta. Per di più con i mille impicci di casa Tendo faremmo meglio a spicciarci a iniziare a questa storia, altrimenti non affittiamo più.

Dunque, quest’ennesima disavventura di Ranma ed Akane comincia una bella mattina di primavera, nel malinconico sfiorire dei ciliegi, circa una settimana prima della la visita di Nodoka.

 

 

 

Come la solito Akane si svegliò, cercando per istinto P-chan, ma non trovando traccia del piccolo maialino. Si ricordò che, tanto per cambiare, il piccolo cucciolo era scomparso da qualche giorno. Si chiese cosa potesse fare un maialino piccolo come lui quando spariva per settimane. Si alzò e si diresse in bagno, cercando di sbrigarsi in caso Ranma, il suo pseudo fidanzato, avesse deciso di entrare in bagno senza bussare, cosa non così improbabile. Quel maleducato insensibile si era macchiato di crimini ben peggiori di quello, come quando si era infilato nella sorgente termale per rubare la tecnica segreta di Happosai. Anche se Akane doveva ammettere le aveva fatto piacere che si fosse messo in pericolo per impedire al vecchiaccio di molestarla.

Quando si accorse di essere arrossita al pensiero di Ranma nudo o quasi che la proteggeva si diede della stupida. Non era da lei fare pensieri del genere. Riprese a lavarsi il più in fretta possibile, cercando di lavasi via dagli occhi l’immagine di quel giorno con l’acqua fredda. 

A proposito del vecchiaccio, ora che ci pensava, aveva costretto suo padre ed il signor Saotome ad accompagnarlo ad allenarsi, anche se dai suoi intenti si capiva che, probabilmente, andava a molestare donne in un’altra città, e che probabilmente suo padre lo aveva invitato a rompere le scatole altrove solo per evitare che tutti a Nerima sapessero che il loro maestro era un pervertito maniaco della biancheria. Lei a Ranma avevano dei test scolastici, e lui non era stato costretto a seguire quel folle. Meglio così, avrebbero avuto qualche giorno di pace.  

Dopo essersi lavata scese in soggiorno per mangiare, dove venne interrotta da sua sorella Kasumi, che, con il suo solito tono calmo e dolce gli chiese: “Akane potresti andare a svegliare Ranma? Arriverete in ritardo a scuola.”  

“Va  bene, ma perché tocca sempre a me?” disse scocciata la ragazza, risalendo le scale per andare a svegliare il ragazzo. Si accostò alla porta, bussando e chiamando, nel tentativo di non dover andare a scuotere il ragazzo dal suo letargo, conscia che la vista del volto di Ranma da addormentato aveva lo stano potere di causargli un subbuglio interiore, dato che, quando aveva la bocca chiusa e non diceva cattiverie, era davvero carino. Almeno di faccia. Scacciò quei pensieri con un gesto della mano ed aprì lo scorrevole, ritrovandosi davanti ad uno strano spettacolo: Ranma era si nel suo letto, ma allo stesso tempo il fouton era occupato anche da un’altra figura, più minuta di lui, con i capelli rossi e forme palesemente femminili, avvinghiata a lui.   

Immediatamente un brivido risalì la spina dorsale di Akane Tendo. Il terribile sospetto che si trattasse dell’ennesima fidanzata sbucata dal nulla la assalì, e così fece la prima cosa che le venne in mente. Colpì il ragazzo con tutta la sua tremenda forza. “PORCO!!” gridò, scappando via dalla stanza sull’orlo delle lacrime. 

 

Dal canto suo Ranma non capì cosa cavolo fosse successo finché non si guardò attorno dopo essersi ripreso dal colpo della sua “fidanzata”. Davanti a lui c’era una ragazza dall’aria stranamente familiare, profondamente addormentata nonostante le urla di Akane. La dormiente era rossa di capelli, ben dotata, snella ma muscolosa e cosa più importante, o imbarazzante, Ranma sul momento non seppe dirlo, era completamente nuda. 

Ma la cosa che fece pietrificare il ragazzo fu un’altra. Il volto, il volto della ragazza di fronte a lui, era quello di lui in forma di ragazza!

Sapeva che era successo, in passato, che Happosai gli avesse fatto il brutto scherzo di dividerlo in due, ma c’era qualcosa di diverso questa volta. La persona davanti a lui era così vera, così reale, che non poteva essere lo spettro della sua parte femminile. Pochi secondi dopo la ragazza aprì gli occhi, trovandosi davanti un scioccato ed allibito Ranma, che la guardava come fosse un’aliena. E la sua reazione non fu molto di versa da quella che avrebbe avuto lui in forma di ragazza se un’uomo si fosse infilato nel suo letto. Gli diede il colpo più forte del suo repertorio. Ranma non si era mai colpito da solo, ma doveva ammettere che anche con la sua forza, ridotta in quanto femmina, i suoi pugni erano più pesanti di quelli di Akane. La ragazza poi tirò la coperta verso di sé, per coprirsi il corpo nudo, lanciando un urlo molto simile a quello di Akane: “MANIACO!!!” rifilandogli un’altro schiaffone in volto. 

 

Questo prima di rendersi conto che il manico era lei. O meglio, era lui. Insomma, davanti hai suoi occhi c’era Ranma in versione maschile. Si era svegliata perfettamente conscia di essere donna, senza neanche chiedersi come fosse possibile. Uno scherzo di Happosai? No, ricordava le sensazioni che provava quando si trasformava in ragazza, me ora era diverso. Sentiva una vergogna, un pudore, che non aveva mia o quasi provato nella sua vita da quando si trasformava. Non gli era mai capitato. Si sentiva una donna, una vera donna, per la prima volta. Il terrore si impadronì di lei. La confusione, la paura e l’incapacità di comprendere cosa le stesse succedendo le fece girare la testa, al punto che svenne.

 

Quando Ranma, quello maschio, si riprese dallo shock, la prima cosa che fece fu uscire di corsa dalla camera, sbattendo la porta. Era terrorizzato. Se quella in camera era lui in forma di ragazza, lui chi era? Sia Akane sia la se stesso donna lo avevano colpito, quindi non era una fantasma. Sentiva tutte le sue parti del corpo al posto giusto, anche se controllò comunque, per scrupolo, le mutande. Ma anche lì tutto a posto. Cosa diavolo era successo allora? Si fiondò in bagno, infilando la testa sotto l’acqua fredda. Ma non successe nulla. Non si abbassò, non gli spuntarono i seni e non si sentì diverso. Cosa cavolo era successo quella notte? Era un’altra conseguenza della sua maledizione? Oppure era un mezzo miracolo? Non si sentiva diverso, quindi magari era finalmente tornato un ragazzo normale! Ma rimaneva la domanda: cosa fare con la sua versione femminile? Non aveva idea di cosa avrebbe potuto o dovuto fare con lei. Sarebbe scomparsa? Sarebbe rimasta con loro? Magari si sbagliava, magari era solo un’ennesimo scherzo di Happosai. Ma quegli occhi, quelle espressioni, qui colpi, potevano essere solo i suoi. Era certo dell’identità della ragazza, ma come si sarebbe dovuto comportare?

Dopo un minuto buono di riflessione decise che doveva parlare con lei. Per capire almeno cosa diavolo fosse successo. Prese un grosso respiro e si diresse verso la sua camera. Bussò alla porta, ma non ricevette alcuna risposta. Si azzardò a guardare nelle stanza, ma vide la ragazza riversa per terra. Si trattenne dell’urlare e corse al piano di sotto, dove trovò un Akane arrabbiatissima, ma al momento non gli interessava. Balbettando e ansimando per lo shock riferì, “Ranma… me stessa… svenuta… chiamate aiuto”  Due su tre delle ragazze Tendo lo guardarono stranite, ma la stessa Akane riuscì a fare due più due con quello che aveva visto in camera del ragazzo e corse di sopra a confermare il nuovo sospetto che Ranma le aveva instillato in testa.

 

Sospetto che la ragazza vide confermato appena entrò in camera. Davanti a lei infatti c’era, senza ombra di dubbio, Ranma nella sua forma femminile, svenuta e pallida. E quello che era venuto a chiamarle era senza dubbio Ranma maschio. Cosa diavolo era successo? Bhe, ora doveva aiutare la ragazza, così corse a chiamare il dottor Tofu, premurandosi di avvertire che Kasumi non era in casa. Altrimenti di dottore si sarebbe rincretinito prima di arrivare, decisamente troppo innamorato della sorella. “Tranquilla Akane, arrivo il più presto possibile, per ora mettile del ghiaccio in testa e falla sdraiare per bene.” ordina il dottore. “Dottore, devo vestirla? Lei è… insomma, è completamente nuda!” “Akane, io sono un dottore. Non dovete imbarazzarvi, ma se proferisci fallo pure.”

Amane corse a guardare nei cassetti di Ranma, ma ci trovò, con suo profondo imbarazzo, solo biancheria da uomo. Rossa come un peperone, si recò in camera sua e prese uno dei suoi pigiami, che mise addosso alla ragazza, mentre le sorelle la raggiungevano e osservavano, stupite, Ranma ragazza con, al suo capezzale, Ranma ragazzo, preoccupatissimo. “Nabiki, per favore, porta Kasumi in soggiorno e non farla salire per nessun motivo” “Va bene sorellina, ma perché non dovrebbe salire?” “Ho chiesto al dottor Tofu di venire a visitare Ranma, e non voglio rischiare che le faccia del male perché troppo distratto da lei.” Nabiki assunse uno sguardo astuto “Sorellina, non ti starai preoccupando troppo per lei?” “E’ solo una ragazza in difficoltà, la aiuterei anche se fosse una sconosciuta!” disse Akane, stranamente senza arrossire. 

 

Il dottore arrivò poco dopo, e venne fatto salire, senza troppi preamboli, in camera, dove si ritrovò davanti ad uno spettacolo che non seppe spiegarsi nemmeno lui, che di cose ne aveva studiate. Davanti a lui c’erano due persone, quasi perfettamente uguali, con le uniche differenze che una aveva i capelli rossi e uno li aveva neri. E naturalmente la minima differenza del fatto che la rossa era femmina e il more era maschio. Ma quelli erano dettagli. Ono Tofu fece l’unica cosa che avesse senso. Le fece una visita medica completa, chiedendo al Ranma ragazzo di uscire, e facendosi assistere nella visita da Akane. La ragazza fisicamente stava bene, a versava in un profondo stato di shock, probabilmente, almeno secondo lui, causato dalla separazione dal vecchio corpo. Ma perché anche il maschio non aveva subito conseguenze, si chiedeva Tofu. Forse, essendo lui l’originale, Ranma ragazza si era ritrovata con mezza identità, non con una personalità intera come quella di Ranma ragazzo, che si era formata in diciassette anni di vita, ma solo con piccoli frammenti di memoria e parti di personalità, troppo frammentata e debole per comporre una vera personalità che potesse sorreggerla. “Akane, puoi chiamare Ranma ragazzo per favore?” “Va bene dottore, ma perché?” Devo parlare con lui di questa ragazza, poi rimani anche tu.” Akane uscì dalla porta, ma solo per trovare un Ranma preoccupatissimo che camminava avanti e indietro per il corridoio, con un’espressione che non gli aveva mai visto in faccia. O meglio, forse un paio di volte si, ma non così spesso. Era preoccupato. Davvero preoccupato. Quando la vide praticamente le saltò addosso. 

 

“Cosa ha detto il dottore? Chi è? Lei è me? Oppure io sono lei? Non so che pensare, Akane, dimmi che ha detto!” Ranma era terrorizzato. Aveva paura, lui si sentiva a posto, ma forse si sbagliava, forse era lui il doppio. Per la prima volta da molto, molto tempo lui era spaventato. Si vergognava, ma le uniche volte che aveva avuto così paura era quando rischiava davvero di perdere Akane. “Ranma, Ranma, dannato stupido, calmati! Il dottore ha detto che dobbiamo parlare con lui insieme, entra avanti” 

Entrambi entrarono e si sedettero davanti al dottore. Ranma continuava a fissare il se stesso ragazza, sentendo l’apprensione crescere il lui. Ascoltò tutta via con attenzione quello che diceva Tofu: “Allora, io reputo che, anche se non so come possa essere successo, Ranma ragazzo e Ranma ragazza si siano divisi. Il problema è che Ranma ragazza non ha tutti i ricordi che hai tu, ragazzo, quindi non ha la stessa stabilità psichica. Dovreste creargli voi un’identità credibile, per esempio come gemella di Ranma maschio, tanto il tuo nome è sia femminile che maschile, a seconda che si scriva in   

Kenji, per il maschile, o in Hiragana, per il femminile. Se le raccontate che ha avuto un’amnesia dovrebbe crederci, dato lo stato di shock in cui è. Ma la recita dovrà essere convincente, e vi dovranno aiutare tutti quelli che conoscono il tuo… problema, Ranma. Tutto chiaro?” Ranma maschio, ed Akane accanto a lui, annuirono, ma lui, forse non del tutto convinto chiese: “Ma Lei come sta fisicamente Dottore?” Tofu lo guardò perplesso “Tu come stai?” “Io benone, perché?” “Allora sta bene anche lei. Fino a poche ore fa eravate la stessa persona, non dimenticarlo. Buona fortuna, appena ti riprende abbastanza portatela in cinica per un controllo completo, fino ad allora la affido a voi.” 

Il dottore stava scendendo le scale, quando i due ragazzi sentirono la voce di Kasumi salutarlo, e, insieme alla risposta del dottore, anche uno schianto, segno evidente che si era distratto e che era caduto dalle scale. 

Ranma rivolse un’altro sguardo al se stesso donna, poi si rivolse ad Akane con il terrore negli occhi e la voce che tremava. “Akane, cosa possiamo fare?” la ragazza lo guardò stranita. Non era da Ranma essere così terrorizzato. “Cosa credi che potremmo fare? Seguiremo le istruzioni del dottor. Tofu, né più né meno, se non altro perché non abbiamo scelta. O tu hai un idea migliore?” Ranma abbassò lo sguardo. “No. Hai ragione, facciamo come ha detto lui.”

 

Akane era allibita. Ranma le aveva appena dato ragione? Era una data da segnare sul calendario. Ma guardare come lo sguardo del ragazzo si era focalizzato sulla nuova arrivata le provocò una fitta di gelosia, che le attraversò il petto come una scheggia di ghiaccio. Ma si rese conto che non era una fidanzata gelosa quello di cui Ranma aveva bisogno in quel momento. Lui aveva bisogno di aiuto, di qualcuno in grado di dargli una mano in modo disinteressato e sincero, che sapesse come gestire quella che, a quanto pare, sarebbe diventata un membro extra della già incasinatissima famiglia Saotome. Sarebbe dunque dovuta essere lei quella persona, senza farsi troppi complessi o gelosie verso quella che, sapeva, sarebbe potuta essere una grande amica. Scese quindi a parlare con le sorelle per raccontare quanto era successo e come avevano deciso di fare con Ranma ragazza, o meglio con Ranma, come sarebbero stati costretti a chiamarla da quel momento in poi, e lasciò al ragazzo con il codino il compito di attendere il risveglio della ragazza. 

 

La ragazza aprì gli occhi. Sentì dei passi, poi una porta che si chiudeva. Altri passi. Girò lo sguardo verso la fonte del rumore. Davanti a lei c’era un ragazzo con i capelli neri e gli occhi blu. Di un blu profondo e ricco di sfumature. Un blu incredibilmente familiare. Anche i tratti di lui erano familiari, come se li conoscesse da sempre. Ma poi uno strano dubbio la assalì. Chi era lei? Che ci faceva lei in quel posto? Forse quel ragazzo sapeva qualcosa. “Chi sei? Dove sono? Chi sono?” “Ma come, non ricordi?” La ragazza si sentì smarrita. Cosa doveva ricordare? La voce di quel ragazzo era così familiare.  “No, non ricordo nulla.” Il ragazzo mise suon espressione molto tenera, che scaldò il cuore della ragazza senza memoria. “Tu ti chiami Ranma Saotome, come me, sei la mia sorellina gemella, e sei una grande artista marziale, esattamente come il tuo fratellone.” 

La ragazza lo guardava stupita “Il mio… fratellone?”

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutte/i i fan di Ranma 1/2, questo fantastico manga/anime che, lo dico senza alcuna vergogna, mi ha conquistato ed ha fatto sciogliere il mio cuore con i continui tira e molla tra i due protagonisti, oltre ad avermi fatto letteralmente ammazzare dalle risate, in entrambi i suoi formati. Questa è la prima storia che pubblico su questa pagina ed è anche la mia prima storia da oltre un’anno a questa parte, quindi vi prego siate clementi. Detto questo mi auguro che la mia allucinante avventura, ma neanche troppo per la media dell’opera, vi piaccia.

A proposito, in questa storia solo la famiglia Tendo e pochi altri sono a conoscenza della maledizione di Ranma, e la storia inizia una settimana prima della visita di Nodoka, e cambia in parte o in toto la trama dell’anime da ì in poi, ed ignora gli OAV e il film. Ho fatto questa scelta solo perché mi è più facile lavorare sulla trama dell’anime, che è un poco più semplice, dato che devo inventare da zero un pezzo di storia, cosa che con il manga sarebbe stato… difficile. Inoltre lo so che ho chiamato entrambi i Ranma Ranma, ma, come ci spiega Tofu, il suo nome è usato per entrambi i sessi, anche se viene scettico con caratteri diversi. Io, per ovviare al problema, scriverò il nome di Ranma maschio in normale stampatello, e il nome di Ranma ragazza in corsivo.

Ed ora che ho detto questo mi auguro che sia stata una buona lettura e, spero, con qualche piccola risata. Magari lasciatemi una recensiocina per farmi sapere che ne pensate.

Grazie dal vostro 

Jacob Stark

  
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