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Autore: Luna Manar    19/06/2016    0 recensioni
Il tempo potrebbe sopravvivere alla loro promessa, ma non riuscirà mai a cancellarli.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

UNDERTOW
scritta da Luna Manar, tradotta da Alessia Heartilly

Non importava dove guardasse, era sempre la stessa cosa. Lo era sempre stata e lo sarebbe sempre stata, e ora non era diversa da settimane prima, o ore dopo.

Un altro incubo grigio, senza fine e vuoto, così come tutti quelli che aveva avuto prima. Una landa infinita dietro di lui, acque vuote davanti a lui, e niente voci, niente vento. Nemmeno un sussurro a rispondergli. Avrebbe camminato per sempre su quella spiaggia, a chiamarla, e sarebbe invecchiato. Il nome sulle sue labbra sarebbe cambiato, ma non la sensazione che gli mozzava il respiro.

L'unica compagnia di Squall in quel viaggio era l'eco della sua voce, e persino quella parve svanire quando cedette alla stanchezza e a quella che immaginava fosse follia. Voci fantasma lo stuzzicavano, ma ormai da tempo aveva smesso di sperare che fossero reali; se c'erano colori, aveva smesso di vederli; e aveva smesso di accorgersi del dolore. L'unica sensazione di cui era ancora consapevole fu il peso opprimente che alla fine lo costrinse a inginocchiarsi, al bordo del bagnasciuga.

Cominciò a piovere. Cominciò a scendere il buio, e la marea lo raggiunse. Era cambiamento, e nel buio grigio a cui lui si era così abituato quel cambiamento bruciava come fuoco. Pensò di gridare, scoprì di aver dimenticato come si faceva, ma il sollievo arrivò in modo diverso: quando l'acqua salì e l'aria si inspessì nel buio, ricordò che c'era una fine, anche se era una tragedia.

Era come se il mondo avesse atteso che lui trovasse quella piccola pace, perché fu allora che la luce lo trovò, infine. Scivolò e scintillò, un'unica stella bianca nell'abisso crescente. Usò le ultime forze per salvarla dalle onde.

Era solo una piuma, bianca e un po' logora. La chiuse nella mano, e quando lo fece ogni nome spaventato che aveva urlato nel buio gli piombò addosso di colpo. Erano stati sentiti, tutti, nella loro solitudine.

Con tutto il silenzio che aveva sofferto, ciò che alla fine lo spezzò fu una risposta.

Si portò la piuma al petto e nascose le lacrime nella pioggia; il mare lo avvolse. Faceva freddo. Sorrise comunque; era caduto nel luogo a cui apparteneva, e anche se solo per qualche momento, aveva le braccia piene e calde.

Protesse la sua luce finché poté. Spirarono insieme nel buio.

*~*~*~*~*

Squall attese che il suo corpo si calmasse, ansimando. Non era nulla di nuovo; per l'ennesima volta aveva dimenticato come respirare. Quando si sentì di nuovo gli arti, si sollevò a sedere, si asciugò il sudore dal viso e attese che gli occhi si abituassero al buio della sua stanza.

Posò esitante la mano sulla figura che gli dormiva accanto, e come sempre, trattenne il fiato finché non la sentì respirare. Sospirò e le si sistemò vicino. Rinoa si mosse quando lui la abbracciò, ma solo per accoccolarsi contro di lui.

Continuò a dormire pacifica, mentre lui la guardava senza poter riposare. Non gli importava; voleva essere presente, conscio di tutto: della sua forma, del suo calore, del mormorio dolce della sua voce quando le sistemò i capelli per poterla guardare in viso. Assorbì tutto, scolpendosi il momento in tutta la sua fragilità in un ricordo che era altrettanto tenue.

Ma era una pratica rasserenante, quasi rassicurante: voleva il ricordo della temporaneità, e della profondità che essa donava a un presente altrimenti fuggevole. Sei stata qui con me, per un po'. Nessuno può cambiare questo fatto.

Bastava, e non bastava mai. Era dove doveva essere, e avrebbe combattuto per ogni momento, senza rimpiangerne nemmeno uno. Se la storia l'avesse visto morire solo, o seguirla nel buio, lei sarebbe comunque stata lì con lui.

Il tempo forse sarebbe sopravvissuto alla loro promessa, ma non avrebbe mai potuto cancellare ciò che erano.

E così si aggrappò alla felicità, per ricordarla in un futuro che non era così caldo. Una parte silenziosa di lui credeva che quel futuro fosse inevitabile.

Non quella notte.

Accarezzò la tempia di Rinoa, svegliandola. Lei sbadigliò e si stiracchiò, e poi si ritrasse dall'aria fredda, risistemandosi contro di lui. Grugnì, assonnata, ma comunque sorridendo.

Lui tenne la voce bassa. "Tutto bene?" Conosceva la risposta, ma voleva sentirla.

"Mmmh. Tu?"

"...Sì."

Lei parve soddisfatta, e richiuse gli occhi. Con la mano trovò quella di lui e la tirò fino a quando il braccio di Squall fu in mezzo a loro, così da poterlo abbracciare come fosse un peluche. "Sono qui..." mormorò prima di riaddormentarsi.

Squall rimase in silenzio, guardandola fino a quando anche lui riuscì ad addormentarsi, in pace, finalmente. Non aveva paura di cosa avrebbe sognato, qualunque cosa fosse; quando si sarebbe svegliato, lei ci sarebbe stata, e non esisteva un futuro tanto buio da spegnere la luce che lui aveva in quel momento. Le permise di guidarlo di nuovo nelle acque più sicure della sua mente.

E persino lì, lui percepì di nuovo il desiderio della risacca.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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