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Autore: chiarasacchetti_clary95    19/06/2016    0 recensioni
Jenna Flores sta concludendo un'altra giornata come tutte le altre, ma qualcosa all'uscita dall'ufficio dove lavora la spaventa.
E' stata la sua immaginazione? In una notte piovosa, Jenna si ritroverà in alcune strani situazione, che abbiano tutte un collegamento?
Per questa breve storia, ogni lettore ne trarrà una conclusione e un finale a sé. Tutto rimane sospeso per trovare un finale diverso in una mente diversa.
La storia in quanto breve, dura per 3 capitoli. Buona lettura.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entro in camera, mi tolgo l'accappatoio, mi tampono i capelli, e poi indosso biancheria e pigiama, ma non riesco a trovare l'asciugacapelli da nessuna parte. Mi viene in mente che lo aveva usato la zia, e che probabilmente lo aveva lasciato nell'armadio in camera sua. Apro piano la porta della mia stanza e sono in corridoio, la porta della camera di zia Jos è ancora come prima, semiaperta, quindi se riesco a sbrigarmi, posso riuscire a prendere il phon prima che lei arrivi. Cerco di entrare senza fare rumore, non si sente alcun suono, tranne quello della pioggia che batte sui vetri. Vedo l'armadio e mi dirigo nella sua direzione, ma proprio mentre sto per aprirlo va via la luce per colpa del temporale, e quella del corridoio, usata per orientarmi, svanisce nel nulla. Cerco comunque di aprire l'armadio, dove trovo alcuni degli oggetti di zia Jos, una piccola lampada, uno specchio, qualche pettine, e quello che sembra essere il phon. Decido di provare a collegare la presa per la corrente della lampada per farmi luce, ma appena provo ad accenderla dall'interruttore, non funziona, perché la luce non è ancora tornata. Ad un tratto la luce torna, e la lampada, che prima avevo provato ad accendere, si illumina. Accanto alla lampada, c'è lo specchio. Nello specchio si riflette un'immagine che all'inizio non comprendo bene, passano due secondi prima che io mi giri per vedere davvero cosa stesse riflettendo: dietro di me, zia Josephine era nel suo letto, con un braccio penzolante, le lenzuola bianche sporche di sangue, il viso bianco, sulla gola vi era un taglio netto, zia Josephine era morta. Non so se credere o meno ai miei occhi, mi porto le mani alla bocca, inizio a piangere, voglio urlare ma sembra che mi manchi la voce. Non posso stare qui, devo chiedere aiuto. Appena mi giro, non mi rendo conto però della presenza di una figura nera alle mie spalle che mi colpisce violentemente alla testa.
   
 
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