Tra segreti, matrimoni combinati e
tradimenti.
Come
tutte le mattine, il mio taxi si ferma davanti le porte trasparenti della sede
della Daito, la potente ditta di produzioni teatrali e cinematografiche
conosciuta in tutto il Giappone per la quale lavoro.
Scendo
veloce dal mezzo, mi sistemo gli occhiali sul naso e porto con me una valigetta
ventiquattrore, oltre la mia borsetta personale.
Le
porte scorrevoli dell’edificio si aprono al mio passaggio, mentre sento il
famigliare ticchettio dei miei tacchi sul pavimento lucido dell’ingresso;
saluto colleghi e qualche capo di sezione, scorgo impiegati che fanno la fila
agli ascensori per raggiungere i loro uffici ai vari piani dell’edificio.
Tutto
consueto, normale routine di tutti i giorni.
È un
bel lavoro, il mio. Mi piace e mi gratifica.
Ho
diverse responsabilità, essendo la segretaria personale del presidente della
Daito, ma non sarebbe così se non avessi la fiducia completa del mio superiore,
guadagnata sul campo a suon di notevoli sacrifici. Per questo posso dire, senza
timore di apparire presuntuosa, che sono arrivata fin qui solo per meriti
effettivi e il mio lavoro è apprezzato e tenuto in gran conto.
Il
mio capo, il signor Masumi, sarà già al suo posto di comando. Uomo complicato
il mio principale; non mostra mai il suo vero volto, eppure io ho capito di lui
cose che nessun’altro immagina, cose che apparirebbero ai più sorprendenti.
Conosco i segreti che il suo cuore nasconde, e li tengo per me, com’è giusto
che sia, perché il mio ruolo m’impone il silenzio e la discrezione. E io sono
la discrezione fatta persona, e Masumi Hayami lo sa.
È una
mattina concitata, attraversata dall’irrequietudine. Sembrano tutti eccitati
per qualcosa.
Sono appena arrivata al mio piano e vengo assalita da un
brusio molesto e quasi fastidioso. La cosa strana è che non capisco subito da
cosa è generato. Attraverso i corridoi che portano ai vari uffici, e trovo
subito quello che non va; un paio di ragazze hanno gli occhi arrossati e il
nasino affondato nei fazzoletti, e piangono così tanto che paiono disperate.
Dio
mio, penso. Che sarà successo?
Avranno
ricevuto qualche rimbrotto per un lavoro fatto male, o non corretto?
Niente
del genere, e quello che mi sento dire, mi sorprende oltre il limite.
“Signorina
Mizuki, ha saputo? Il signor Hayami, si sposerà!” mi dice una delle giovani
impiegate. Continua a piangere e a fregarsi i grandi occhi scuri col
fazzoletto. La notizia sorprende anche me; tutto mi sarei aspettata, ma non
questo, e mi spiazza maggiormente ciò che mi accade intorno.
Che
succede? Erano tutte innamorate di lui? Di quell’uomo, all’apparenza così
freddo e inaccessibile? Faccio fatica a crederci, e non lo dico per negare
l’attrattiva che può esercitare uno come lui, nella sua posizione di potere.
Oh, certo, è un uomo di gran fascino, chi lo nega, ma non immaginavo che avesse
fatto una simile strage di cuori. E pensare che non ha mai degnato nessuna di
loro di uno sguardo, tanto che era girata la voce che fosse anche misogino.
Che
sciocchezza.
Il
mio capo avrà tanti difetti, lo riconosco: in quello che fa è il migliore, ma è
testardo, ostinato fino all’inverosimile, spregiudicato, qualche volta
addirittura incapace in alcune situazioni particolarmente delicate, come il
comportamento controproducente che assume con quella giovane attrice, ma non è
un misogino. Io so cos’è un misogino, mi è capitato d’incontrarne qualcuno
nella mia vita, ahimè che disgrazia; i soggetti in questione non assomigliavano
proprio al signor Masumi.
Ma
chi sarà la fortunata? Adesso anch’io sono curiosa, eppure sento un moto di
rabbia salirmi al petto; ho la strana sensazione che il presidente si stia
dando la famosa zappa sui piedi da solo. Vengo subito informata dalla stessa
ragazza di prima, che continua a disperarsi.
“Pare
si tratti della nipote di un importante personaggio dell’alta finanza, una
certa Shori Takamiya. Ma che ci avrà trovato in quella? Pensare che se solo
volesse, con uno schiocco di dita, qui tutte cadremmo ai suoi piedi…”
singhiozza in maniera imbarazzante. L’idea di una così scarsa personalità
femminile, succube del maschio dominante è troppo anche per me. Un po’
d’orgoglio, diamine!
Non
si dovrebbero mai versare lacrime per nessun uomo, non ne vale la pena.
Scuoto
la testa energicamente e impongo alla ragazza di ricomporsi e di tornare a fare
il suo lavoro; la vita privata del signor Hayami, non riguarda nessuna di loro,
e non riguarderebbe neppure me, in fondo.
Allora,
perché in qualche modo mi sento coinvolta?
Perché
ho voglia di dire al signor Masumi che sta facendo la cosa sbagliata?
***********
Entro
nell’ufficio del mio capo con una tazza di caffè che depongo sulla scrivania, e
un taccuino per prendere appunti. Masumi Hayami mi dà disposizioni per la
giornata; ci sono telefonate da fare, appuntamenti da prendere, relazioni sugli
spettacoli da mandare alla stampa. Poi colloqui di lavoro, contratti da
firmare, un attore da contattare, un impegno da cancellare, o spostare.
Lo
osservo: pare tranquillo e concentrato come sempre su quello che sta facendo,
non alza neppure lo sguardo dai fogli che ha sotto gli occhi, ma so che è
consapevole della mia presenza.
Potrei
già andarmene, ma resto ferma dove sono, in attesa.
Ci
sono parole che premono dietro la mia bocca per uscire.
Finalmente,
lui alza la testa per guardarmi.
“Che
cosa c’è Mizuki?” Mi domanda quasi con rassegnazione, come se si aspettasse
qualcosa da me: una critica, un’osservazione, una domanda mirata a ciò che lo
riguarda.
Mi conosce bene Masumi Hayami, ma anch’io conosco lui,
meglio di quanto possa sospettare. Ho capito di lui cose che nessuno conosce.
So che a volte il mio intuito lo infastidisce, ma io non abuso mai del mio
senso critico, e so quando non devo interferire, ma a volte proprio non riesco
a stare zitta, e farmi i fatti miei. Come adesso.
“Ho
saputo che intende sposarsi…”
Ho il
difetto di essere diretta; lui lo sa bene, eppure ancora sobbalza alle mie
frecciate precise.
Non
questa volta, però.
“Non
c’è ancora nulla di certo, Mizuki. È stato solo un incontro formale;
d’altronde, non posso restare scapolo in eterno. Mi serve una moglie, per il
bene della Daito…”
Parole
fredde, senza emozione. Quest’uomo è disposto a sposarsi, esattamente con lo
stesso entusiasmo che metterebbe in un incontro d’affari.
“Già,
di solito, infatti, ci si sposa per il bene di un’azienda… non per amore.”
“Colgo
del sarcasmo…” ribatte Masumi, e io trattengo la voglia di ridere.
“Non
immagina quanti cuori ha spezzato con questa notizia – ironizzo - qui, erano
tutte innamorate di lei…”
“Non
mi dica che ho spezzato anche il suo, non ci crederei Mizuki…” mi dice
ridacchiando, alzandosi dalla poltrona, per fermarsi davanti alla vetrata. Ha
in mano la tazza di caffè e la sorseggia ogni tanto.
Ho
solo un attimo d’imbarazzo, ma rispondo subito a tono.
“Non
è del mio cuore che mi preoccupo, né di quello delle altre ragazze infatuate di
lei; è del suo, più che altro, che m’interessa… non mi fraintenda; mi sto
chiedendo se è davvero questo ciò che vuole.”
“A
parte che la cosa non la riguarda, ma non capisco esattamente cosa intende.
Cosa dovrei volere?”
“Cosa
farà con le sue rose viola?” chiedo senza esitazione.
Masumi
Hayami sa benissimo cosa intendo: il suo segreto che solo io conosco.
Possibile
che quest’uomo non si renda conto dei sentimenti di Maya? Non lo vede che è
innamorata dell’uomo che le manda le rose? Crede davvero di poter continuare a
lungo questa farsa?
Lo
vedo girarsi, lentamente. Mi fissa un istante, e mi pare di scorgere una velata
tristezza nel suo sguardo.
“Quello
che ho sempre fatto. Non cambierà nulla.”
Che zuccone.
A
volte vorrei aprire quella sua testa e vedere cosa c’è dentro.
Come
fanno certi uomini, a pensare di poter tenere il piede in due scarpe, non lo
capirò mai.
Quello
che ho sempre fatto, ha detto. E come pensa
di riuscirci? Come pensa di poter soffocare i suoi sentimenti per Maya? Io so
che la ama, con la disperazione che deriva dal non essere ricambiati. Sarà per
questo, che ha accettato di incontrare la donna che dovrebbe diventare sua moglie.
Non ci vedo proprio nessun’altra ragione, né credo che lo faccia davvero per il
bene della Daito. A quanto ne so, non è la prima volta che Eisuke Hayami preme
sul figlio, per indurlo a compiere un tale passo, ma prima Masumi aveva sempre
rifiutato. Se ora ha ceduto, ci deve essere un motivo molto serio. Forse è
stanco, oppure scoraggiato dagli atteggiamenti di Maya.
Sono
in pausa pranzo, e penso alle ultime novità, seduta in questo locale, dove
vengo a mangiare quasi ogni giorno. È un buon posto e non è troppo lontano
dall’ufficio. All’improvviso, una voce fin troppo famigliare mi riporta un po’
bruscamente alla realtà.
“Signorina
Mizuki?!”
Alzo
lo sguardo e incontro gli occhi di Maya che mi fissano. Sono un po’ sorpresa di
trovarla qui. Ha in mano un paio di copioni, ma non so bene di cosa trattano i
soggetti. Posa una mano sulla spalliera della sedia di fronte al mio tavolo, e
mi chiede se può sedersi.
“Ma
certo Maya, mi fa piacere. È bello ritrovarti, ti trovo in forma.”
La
vedo arrossire, poi mi ringrazia. Il suo ultimo spettacolo con Ayumi Himekawa
ha avuto un grosso successo di pubblico, e l’ha riportata alla ribalta. La
osservo con calma; noto una giovane ragazza, che nonostante l’età ha ancora
un’aria piuttosto infantile. Dovrebbe avere circa 19 anni, ma sembra molto più
piccola, e il suo abbigliamento non ha nulla in comune con quello delle sue
coetanee. I suoi maglioni non hanno forma, e spesso hanno colori e fantasie
assurde che fanno a pugni col resto, tutto completato da pantaloni sportivi, ma
anonimi, o gonne improbabili che mi chiedo in quale grande magazzino recuperi,
calze spesse e scarpe da ginnastica.
Decisamente, il look non è mai stato il punto forte di
Maya, una cosa di cui lei non si è mai curata troppo, mi chiedo se per
disinteresse o per scarse disponibilità economiche.
“Non ti offendi Maya, se ti do un suggerimento
disinteressato? Dovresti curare meglio la tua immagine, potresti essere molto
più carina, e la cosa non guasterebbe.”
Lei abbassa un attimo lo sguardo, poi liquida tutto con
un’alzata di spalle.
“Se ti va, uno di questi giorni, andiamo insieme al centro
commerciale a comprare qualcosa di carino. Mi farebbe piacere.” Lei mi
ringrazia di nuovo, e annuisce, un po’ imbarazzata.
È un’attrice, magari non celebre come Hayumi, ma di una
certa fama, con un talento enorme e l’immagine per una donna di spettacolo
dovrebbe essere importante, se non basilare. Nonostante la sua aria da bambina,
Maya è graziosa, ha due occhi scuri grandi e molto espressivi, e se si
valorizzasse di più certamente si farebbe notare, e questo andrebbe a suo
vantaggio. Quando ai tempi di “Splendore nel cielo” ero la sua manager, avrei
dovuto curare di più quest’aspetto, e forse ora avrei davanti una donna un poco
più sicura di sé, che potrebbe misurarsi alla pari con un uomo come Masumi
Hayami.
Chissà
perché penso al mio capo in questo momento, ma forse la cosa non è casuale,
vista la domanda inattesa che mi sento rivolgere da Maya.
“Signorina
Mizuki, io vorrei chiederle… è vero che il signor Hayami, ecco… è vero che
presto si sposerà?”
“Non
c’è nulla di certo… ma il signor Masumi ha accettato che venisse organizzato un
fidanzamento combinato; tu come l’hai saputo, Maya?” le domando un po’ sorpresa
che il fatto sia per lei di qualche interesse, vista la scarsa stima che nutre
da sempre per il presidente della Daito.
“Ecco,
per caso ho letto la notizia su una rivista di gossip. Mi ha sorpreso un po’
che un tipo come lui… avesse, ecco… e
poi, l’altro giorno l’ ho visto per caso… era in compagnia di una donna…”
“Sembra
che ti dia fastidio. - Osservo perplessa. - L’ hai visto?”
“Sì,
stava entrando in un ristorante. Aveva un sorriso… non gli avevo mai visto un
sorriso simile…”
“Mi
sembri turbata, Maya. Il signor Masumi è un uomo come gli altri, con le sue
esigenze. Non ci crederai, ma ha dei desideri, magari anche dei sogni. Solo che
non tutti vedono questo lato del suo carattere, molte persone vedono lo
stacanovista del lavoro, l’uomo dedito solo agli affari. Esattamente, che cosa
volevi sapere, Maya?”
“Io?
Nulla di particolare… è solo che l’altro giorno, il signor Masumi è venuto
sotto il mio appartamento e mi ha chiesto di andare con lui in un posto. Così,
mi ha portata a teatro, al planetario a vedere le stelle… perfino a cena fuori…
era così strano… sembrava diverso… una brava persona…”
Un
appuntamento in piena regola? Io non sapevo nulla di questa storia. Signor
Masumi, ma cosa ha tentato di fare? E perché non è andato fino in fondo? Voleva
dire a Maya la verità? Sono così sorpresa, che perfino Maya se n’accorge, e
quando cerco di farle notare quello che era, lei nega con forza.
“Un
appuntamento, signorina Mizuki? Ma no, cosa va a pensare?”
“A te
cosa sembrava, Maya? Un uomo ti porta a teatro, a cena, vuole trascorrere del
tempo con te… solo con te… io direi che si è trattato proprio di un
appuntamento, non c’è dubbio.”
“Cosa?
Ma no! Perché mai il signor Hayami dovrebbe volere la mia compagnia? Mi
detesta, e io detesto lui. No, si sbaglia signorina Mizuki.”
Oh,
Maya.
A
volte, la sua ingenuità è disarmante.
Non
posso dirle come stanno le cose, ma se soltanto potessi parlare… un indizio
solo, per farla arrivare a comprendere… ma no, non posso concederle neppure
quello.
“Non
ha ragione di detestarti, Maya, credimi. Ti posso assicurare che il presidente
Hayami, ha molta stima per te, più di quanto tu immagini. Non posso dirti
altro, devi arrivare da sola alla verità. Prova a riflettere con calma. Io
adesso devo andare…”
Mi
alzo dalla sedia e prendo la mia borsa da cui estraggo il portafoglio per pagare
la mia consumazione.
“Il
mio invito per fare shopping è sempre valido, Maya. Chiama quando vuoi, il mio
numero ce l’hai.”
La
saluto e me ne vado.
Maya
resta seduta al suo posto con l’aria pensierosa e turbata. Forse ho gettato un
sassolino nell’acqua, ma qualcosa devo pur fare per cercare di sbloccare questa
situazione.
********
Stiamo viaggiando in auto da almeno dieci minuti;
accompagno il signor Hayami allo studio dove si tengono le prove di un film
promosso dalla Daito. Come sua segretaria, mi capita spesso di doverlo
accompagnare ad incontri di lavoro, alle prove degli attori e addirittura alle
prime degli spettacoli.
O come in questo caso, sul set di un film.
In
fondo, questa è la parte più piacevole; è in questi frangenti che Masumi Hayami
si sbilancia di più, forse perché la circostanza permette una maggior
confidenza.
“Le
riprese non proseguono come dovrebbero; il regista ha qualche problema con la
prima attrice, che si rifiuta di girare la scena d’amore com’è impostata nella
sceneggiatura.”
“Questi
continui contrasti tra regista e attrice stanno rallentando troppo le riprese;
non voglio rimandare l’uscita della pellicola per i capricci di una prima
donna. Sarà il caso di avvisare la signora Hakiko, che se continua così, la
produzione si vedrà costretta a sostituirla. Faccia un elenco di nominativi che
possano fare al caso, e li sottoponga al regista.”
“Va
bene, signor Hayami. C’è altro?”
“Fissi
un appuntamento per l’intervista con Utako Himekawa, la settimana prossima.”
Segno
tutto sull’agenda degli appuntamenti, e prendo nota di tutte le direttive
ricevute. Sono tranquilla, quando decido di azzardare la domanda, che sono
certa, giudicherà troppo indiscreta.
“Le
interessa sapere che idea mi sono fatta della signorina Shiori?”
Ho
incontrato la nipote del presidente Takamiya un paio di volte, da quando ha
iniziato a frequentare il mio capo; non posso dire di conoscerla, ma le
sensazioni che ho avuto sono precise.
“Sono
sicuro che sta per dirmelo.” Ribatte Hayami, guardando fuori dal finestrino
dell’auto, apparentemente disinteressato al paesaggio, finché qualcosa o
qualcuno attira la sua attenzione. Sbircio anch’io oltre il vetro e vedo
l’oggetto del suo interesse; Maya Kitajima cammina sul marciapiede opposto, in
compagnia dell’amico e collega Sakurakoji. Il signor Hayami aggrotta le
sopracciglia con aria infastidita, non posso fare a meno di notarlo.
“È
davvero la classica giovane educata a diventare la perfetta moglie di un uomo
d’affari; è molto gentile, discreta, raffinata ed elegante… ma ho l’impressione
che non sia tutto oro quello che luccica, signor Masumi…”
Lui
si volta verso di me e mi osserva un po’ incuriosito, e vagamente scettico.
“Non
mi dica: tipico senso critico femminile verso un’altra donna? O semplicemente,
non approva la mia scelta? In effetti, avrebbe ragione, è perfino troppo per
uno come me.”
Mentre
lo dice, capisco che è davvero convinto.
“Non
intendevo quello. Mi creda, la mia non è banale critica femminile, piuttosto è
una sensazione. E comunque, non può parlare di scelta; le è stata imposta.”
“Sia
più chiara; di che sensazione parla?”
“Si
ricorda, quando l’altro giorno Maya è venuta alla Daito per parlare con lei? In
quella circostanza mi colpì molto l’atteggiamento della signorina Takamiya; la
sua gentilezza verso Maya mi sembrò artificiosa, melliflua, quasi volesse
rimarcare una sorta di possesso su di lei. Mi fece davvero una brutta
impressione… e poi, ci sono quei continui svenimenti, che spesso mi sembrano
calcolati ad arte per attirare l’attenzione… ma non escludo di sbagliarmi.”
“Lei
mi sembra prevenuta. Credo proprio sia in errore. Shori ha una salute
cagionevole, tutto qui.”
“No,
non sono prevenuta. Che motivo avrei? Il mio è intuito femminile; di solito, è
più sottile e acuto di quello maschile. Quella donna la considera già una cosa
sua, anche se ancora non c’è nulla d’ufficiale.”
“Insomma,
Shori Takamiya non le piace…”
“Ammetto
che non mi convince. Mi permetto di dirle un’altra cosa assolutamente
opinabile: quella donna non è adatta ad un uomo come lei. Siete troppo
diversi.”
Questa
volta il signor Hayami scuote leggermente la testa e si mette a ridere un po’
amaramente.
“È
adatta alla Daito, non mi serve altro… ma se vuole, Mizuki, può suggerirmi lei
una buona moglie, sono sicuro che saprebbe sceglierla meglio di me…” ribatte
con quel cinismo che nasconde altro, e io n’approfitto per spiazzarlo con una
domanda che di sicuro non si aspetta.
“Che
cosa è successo con Maya? So che ha avuto un incontro galante con lei. Aveva
deciso finalmente di rivelarsi?”
“Come
l’ha saputo?” mi domanda incredulo. All’improvviso mi sembra indifeso, e i suoi
occhi rivelano la tristezza per la prima volta.
“È
stata Maya a dirmelo, non le dico la mia sorpresa. Anche lei era turbata dalla
notizia del suo fidanzamento, sa?”
“Maya
mi detesta come sempre; per lei, resto l’uomo che ha causato la morte di sua
madre. Le cose tra noi non possono cambiare… per quanto, io vorrei…” esita, e
mi aspetto che ammetta finalmente la verità, ma non prosegue.
Si
chiude invece in un assoluto mutismo. Quando fa così, capisco che vuole solo
evitare la conversazione, e io di solito lo assecondo, ma questa volta non ho
intenzione di farlo. Devo indurlo a sbilanciarsi.
“Così
era nel passato, ma le cose col tempo possono mutare. Deve imparare a farsi
detestare di meno… sono certa, con un po’ d’impegno potrebbe riuscirci. Lo sa,
il semaforo non resta rosso per sempre… forse sta virando al verde…”
Masumi
Hayami si gira di scatto a guardarmi. Mi fissa con due occhi pieni di stupore
genuino, che mi fanno sorridere; tanto a volte appare freddo e scostante,
quanto in altre si rivela fragile e ingenuo.
“Mizuki,
cosa intende? Che… che significa? Le… lei non sta parlando di Maya, vero?”
“Di
chi altri dovrei parlare, secondo lei? Invia rose purpuree ad altre attrici,
forse?”
“Mizuki!!”
Esclama secco, e forse seccato.
Siamo
arrivati a destinazione, davanti agli studi di posa. Io scendo velocemente
dall’auto, senza dargli il tempo di rimproverarmi la mia sfacciataggine.
*****
Maya
è impegnata con le prove del suo prossimo spettacolo, quello che potrebbe darle
la possibilità di vincere il premio al Festival delle Arti. Lavoro travagliato
quello del regista Ryuzo Kuronuma; prima ha dovuto cedere il passo ad un altro
spettacolo di maggior richiamo, in seguito molti degli attori ingaggiati la
prima ora, hanno dato forfait. Ma l’uomo caparbio non si è dato per vinto, ha
formato un nuovo cast con attori dilettanti, e ora tutto sembra procedere per
il meglio.
Il
signor Masumi è sempre aggiornatissimo, non c’è dettaglio che riguardi Maya che
sfugga alla sua attenzione, e agisce di conseguenza; la vecchia sala Ugetsu è
stata completamente ristrutturata, e sul palco Maya ha trovato un mazzo di rose
purpuree. È clamoroso quello che è disposto a fare per quella ragazza, senza
aspettarsi nulla in cambio, salvo di solito, parole poco gentili. Quanta
amarezza che deve avere in fondo al cuore, pari solo alla gioia che lo
illumina, quando può ammirarla sul palcoscenico. Continuo a pensare che tutto
questo non sia giusto, e la gratitudine di Maya dovrebbe avere un riferimento.
Maya
mi ha telefonato dopo un mese.
Voleva
che la accompagnassi ad acquistare un vestito per una prima teatrale. Deve
uscire col suo partner di scena e mi dice che non ha nulla da mettersi che vada
bene per l’occasione importante. Si è scusata mille volte per il disturbo, ma
le ho detto di non preoccuparsi.
Così,
un pomeriggio che non aveva le prove, siamo andate in un negozio importante del
centro commerciale di Tokio che abbina qualità e prezzi accessibili.
“Vorrei
un abito adatto alla mia figura, che non sia però troppo appariscente; non mi
sentirei a mio agio. Lei cosa mi consiglierebbe, signorina Mizuki?”
“Io
andrei sulla tinta unita, Maya. Un abito semplice ed elegante, eviterei un
colore troppo scuro. Ti donerebbe un bluette, o una tinta ghiaccio molto
chiara.”
Rovistando
tra i capi esposti, trovo quello che fa al nostro caso. È un abito chiaro, un
grigio tortora delicato, ma Maya posa gli occhi su un modello diverso; è un
tubino di un punto di blu acceso, la gonna un po’ svasata verso il basso, la
scollatura a cuore, spalline sottili senza maniche.
È
davvero molto carino e Maya farebbe un figurone. Le dico di provarselo e lei
entra con il capo nel camerino. Mentre resto in attesa, sento la sua voce che
mi arriva ovattata attraverso la tenda.
“Ho
pensato parecchio a quello che mi ha detto lei, sul signor Hayami. Forse
quell’uomo apprezza davvero il mio talento… anche se io non sempre lo capisco…”
“Di
questo puoi esserne sicura, Maya.” Ribadisco il concetto.
“Così,
mi sono ricordata di un fatto curioso successo in occasione dello spettacolo al
teatro all’aperto, quando ho interpretato il folletto Puck. C’era anche lei
signorina Mizuki…”
“Sì,
è vero. Un’interpretazione memorabile…”
Non so perché ma ho l’impressione che Maya stia per
rivelarmi qualcosa di sorprendente. E non mi accorgo che ho trattenuto il
respiro, mentre colgo le sue parole. Avverto la sua emozione.
“Sapevo
che tra il pubblico c’era anche il mio misterioso donatore di rose; avevo
recitato con tutta me stessa e lo avevo fatto solo per lui. Alla fine dello
spettacolo, ero ferma in un angolo con la cassetta delle offerte e io speravo
che lui venisse a dirmi qualcosa… una parola soltanto… aspettavo solo che
venisse a dirmi brava e avrei saputo in cuor mio che era lui… e lo sa,
chi fu l’unica persona a dirmi quella parola?”
Maya
fa una pausa, è ancora nascosta dietro la tenda del camerino, percepisco il
fruscio della stoffa che si sfila; io continuo a trattenere il respiro, e mi
sento attraversata da un tremito leggero. Conosco già il nome che Maya sta per
dirmi.
“Masumi
Hayami, l’affarista senza scrupoli della Daito, venne a dirmi brava…
bizzarro, vero? Non ci avevo più pensato… fino all’altro giorno…”
“Già,
davvero bizzarro. – Improvvisamente penso che non avrò mai più un’occasione
come questa: dire la verità, senza tradire alcun segreto. – Se fosse stato
davvero il tuo donatore di rose? Ci hai pensato? Una strana casualità, no?”
Getto
il sasso e spero di smuovere i sospetti che Maya potrebbe avere, se li ha
davvero. Qualcosa succede, e la reazione di Maya mi fa pensare d’averla un poco
sconvolta. Si affretta a negare, balbettando frasi sconnesse, e non
convincenti. Il cuore deve esserle scoppiato in petto.
“Come?
Il mio misterioso ammiratore… il signor Hayami? No… no, ma che dice? Non è
possibile… - mi arriva il tremito della sua voce che non contiene l’emozione. -
Signorina Mizuki, cosa sta cercando di dirmi? Lei… Non crederà che…”
“Va
bene Maya, non agitarti, volevo solo farti considerare che la verità a volte
l’abbiamo sotto gli occhi eppure non la vediamo, perché ci fermiamo alle
apparenze; forse è meglio cambiare discorso.” Mi affretto a dire. Ho
l’impressione di essermi sbilanciata pericolosamente.
La
ragazza coglie la palla al balzo, ma il turbamento le resta addosso; lo sento
nella voce che si sforza di apparire sicura. Trascinata dall’argomento che la
coinvolge più di quanto possa dire, continua a parlare del signor Hayami
cercando di apparire distaccata.
“L’altro
giorno l’ ho incontrato per caso; mi sono congratulata con lui per il suo
fidanzamento… secondo lei, signorina Mizuki, il signor Hayami è contento di
sposarsi?”
Che
strana domanda.
Mi
spiazza completamente, e resto senza parole per qualche secondo.
Maya
prosegue con quel suo strano commento.
“Sembra
indifferente a quello che sta per fare… cioè, lei crede sia davvero
innamorato?”
“T’interessa
veramente saperlo, Maya?” le domando, e finalmente esce dal camerino con
addosso l’abito. Come immaginavo, le dona moltissimo. La vedo incerta e
imbarazzata, ma non credo sia per il vestito, che mostra di apprezzare. “Beh,
ecco…”
“Se è
innamorato, non è della sua fidanzata… che fra parentesi, a me non piace
particolarmente.” Ammetto infastidita.
“A me
è sembrata molto gentile, ed è davvero bellissima… l’ho incontrata alla Daito.
Ma perché non le piace?” mi chiede con curiosità, rimirandosi in uno specchio
del negozio.
“Non
è quello che vuol far credere; quella donna dà un’immagine di sé che non corrisponde
alla realtà, ma temo che il signor Masumi non se ne avveda. Sono due caratteri
inconciliabili. Quando la cosa verrà fuori, ci saranno problemi, e se le cose
saranno andate troppo avanti, diventerà difficile e complicato annullare tutti
gli impegni presi con i Takamiya, e non parlo solo del fidanzamento.”
“Impegni
coi Takamiya?” domanda Maya, con un candore ingenuo.
Continua
ad ascoltarmi con estremo interesse, e la cosa è quanto mai sorprendente. Sì,
sto iniziando a pensare che i sentimenti di Maya verso il signor Hayami stiano
andando in una direzione inaspettata, ma lei ancora non se ne rende conto.
Potrei ironizzare sul fatto che neppure il mio capo è molto sveglio in materia
di faccende sentimentali, specie quelle che lo riguardano.
“È un
matrimonio d’interesse, quindi ci sono diverse altre questioni in ballo,
collaborazioni e accordi commerciali. Il presidente Eisuke Hayami ha pensato a
tutto in funzione della Daito; il signor Masumi non ha avuto molta voce in
capitolo, ma trovo assurdo che permetta ad altri di gestire in questo modo, una
parte così importante della sua vita. Sembra rassegnato agli eventi, cosa
strana per un uomo del genere.”
Vedo
Maya perplessa, ma anche molto incuriosita. Sto cercando di suggerirle
un’immagine del mio principale un po’ diversa da quella che si è costruita lei,
e forse ci sto riuscendo.
“Lei
deve conoscerlo davvero bene…”
“Ti
sorprenderebbe sapere quanto, Maya...”
“Rassegnato dice? Eppure il signor Hayami, parlando della
signorina Shori, mi ha detto che è una donna dolce e paziente, adatta a un uomo
come lui… certo, dovrà averne di pazienza per sopportare un tipo simile…”
Maya cerca ancora di giocare col sarcasmo, ma il tentativo
non dura, e diventa improvvisamente malinconica.
“Lo sa signorina Mizuki, mi sono sentita delusa, quando me
l’ha detto… No, ma cosa dico? In
realtà, non mi riguarda… Non badi a ciò che ho detto!”
E questa volta chiude l’argomento, palesemente troppo in
fretta per non destare i miei sospetti, poi mi regala un sorriso schietto.
“Allora, signorina come mi sta questo vestito? Crede possa
andare? Io vorrei comprarlo…”
L’assecondo e le dico che le sta molto bene, il che è
vero. Ci avviamo alla cassa per pagare, poi usciamo dal negozio. Il centro
commerciale è affollato, gente entra ed esce dai vari negozi, ma le propongo di
andare a bere un caffè in un bar lì vicino, e Maya accetta volentieri il mio
invito. C’è un’altra cosa che le voglio dire, qualcosa che ritengo importante.
“La ringrazio molto per la sua disponibilità, signorina
Mizuki; so che è sempre molto impegnata e poteva anche dirmi di no. Lei è
davvero una persona molto gentile, credo che il signor Hayami la ritenga una
collaboratrice preziosa.”
“Non preoccuparti Maya, mi ha fatto piacere accompagnarti,
e abbiamo avuto una discussione interessante, non trovi? Però Maya, c’è
un’altra cosa che vorrei farti considerare, e su cui vorrei tu riflettessi…”
Maya mi ascolta, sempre con grande attenzione.
“Riguardo al fidanzamento del signor Hayami, la tempistica
è sospetta; subito dopo la vostra uscita assieme, lui ha accettato l’incontro
con Shori. Vedi Maya, sono convinta che se le cose con te fossero andate in
maniera diversa, il signor Masumi non avrebbe acconsentito all’incontro, e
questo te lo dico in via confidenziale.”
Leggo l’evidente sorpresa nel suo sguardo, forse dubita
perfino delle mie parole, ma non importa. Io agisco solo negli interessi del
mio capo, e questo presunto matrimonio non è quello che vuole davvero.
“Signorina Mizuki, quello che mi dice è sorprendente, ma
non capisco perché debba riguardarmi… io col signor Hayami, non c’entro nulla…
e non credo che lui…”
“Maya, pensa a ‘Sogno di una notte di mezza estate’… tu
aspettavi l’ammiratore, ma è comparso davanti a te il signor Hayami, e ti ha
detto proprio quelle parole che tu volevi sentire. Credi davvero che non
significhi niente?”
Maya non ribatte, ma resta a bocca aperta; dopo, porta le
mani al volto, come a voler nascondere il turbamento. Probabilmente le ho
riempito la testa di dubbi e incertezze, ma qualcuno deve indirizzarla verso la
verità, metterla sulla via giusta e penso di essere la persona più indicata
allo scopo.
Finiamo di bere i nostri caffè, poi ci alziamo per
andarcene.
Ho acceso qualcosa che non si spegnerà nella testolina di
Maya, di questo sono sicura.
******
Sono successe molte cose negli ultimi mesi; Maya ha vinto
l’ambito Premio delle Arti, ed è partita con Hayumi Himekawa per la Valle dei
susini. Intanto, il rapporto tra Masumi Hayami e la signorina Shori si è
consolidato a dispetto di ogni mia previsione nefasta. La coppia illustre
finisce spesso sui rotocalchi rosa, che esaltano la loro presunta storia
d’amore, e parlano dell’imminente matrimonio. La macchina organizzativa si è
messa in moto a tutto regime e sembra uno schiacciasassi inarrestabile; è già
stata fissata la data, la cerimonia verrà celebrata dopo lo spettacolo
dimostrativo della Dea Scarlatta, che si terrà i primi di gennaio del prossimo
anno.
Sono ancora convinta di avere ragione.
Secondo me, non c’è nessuna storia, e non c’è nessun reale
sentimento, almeno non da parte del signor Masumi. Io continuo ad avere
l’impressione che non sia un uomo felice del passo che sta per compiere, e mi
era anche venuto il sospetto che stesse meditando seriamente di annullare
l’impegno preso.
Invece, decifrare Masumi Hayami è impresa molto più ardua
di quel che si crede.
Non è convinto di quest’unione e si vede, eppure continua
comportarsi come un perfetto fidanzato, gentile e premuroso, ma questo non pare
bastare alla signorina Shiori che ha tutte le ragioni per sentirsi insicura, me
ne sono accorta perfino io.
Ricordo benissimo lo stato in cui era, quando è tornato
dalla Valle Dei Susini; io ero rimasta a Tokio a fare le veci del presidente,
quindi non so di preciso cosa sia successo laggiù.
Mi parlò di un’esperienza straordinaria, ma mai lo avevo
visto così abbattuto. Aveva una tale amarezza dentro che gli si leggeva nello
sguardo vuoto. Mi fece quasi paura.
“Sto provando a corrispondere i sentimenti di Shiori… - mi
ha confidato un giorno, in ufficio - ma se penso a Maya, tutto diventa
difficile…”
Zuccone fino al midollo.
Non reggo più, gli uomini indecisi mi fanno perdere la
pazienza, e io con Masumi Hayami, ne ho già avuta troppa. Un violento moto di
rabbia mi sale dal petto; non si può ignorare la verità quando l’abbiamo
davanti agli occhi, e se non riusciamo a scorgerla è necessario che qualcuno ci
costringa a guardarla. Intendo fare esattamente questo, e Masumi Hayami dovrà
ascoltarmi e capire la ragione.
E dopo potrà darsi dello stupido.
“Non capisco perché si ostina a proseguire questa farsa!”
Ribatto decisa, allargando le braccia esasperata, e questa
volta non ho intenzione di concedergli una scappatoia.
“Lei non ama la signorina Shiori, mi pare evidente. Si
ostina a soffocare i suoi sentimenti, causando l’infelicità di tutti, la sua e
quella di Maya. Glielo dico per l’ennesima volta: il semaforo è diventato
verde, e lei non ha più scuse per non uscire finalmente allo scoperto, ed
essere sincero verso Maya. La smetta di comportarsi da vigliacco!”
So già che questo sarà un confronto difficile, ma è
necessario. Masumi Hayami cerca di rimettermi al mio posto di subordinata, ma
non ho alcuna intenzione di permetterglielo. È alterato, interrompe la lettura
d’alcuni documenti che ha sotto mano, e sta perdendo il suo proverbiale sangue
freddo.
“Signorina Mizuki, lei è un’ottima segretaria e io sono
molto soddisfatto del suo lavoro, ma non si senta autorizzata a dare consigli
non richiesti, o a prendersi libertà che non le competono. Maya sembra
innamorata di Sakurakoji, e quelle foto apparse sui giornali parlano chiaro,
no? Non servirebbe a nulla, dirle ora la verità, salvo sconvolgerla in un
momento per lei delicato!”
“Stupidaggini!! Maya è innamorata del suo ammiratore!
C’ero anch’io e ho visto come si è comportata su quel cavalcavia! Aspettava
lei, signor Masumi!”
“Non dica assurdità, Mizuki! Non aspettava me. Non può
essere innamorata di qualcuno che nemmeno conosce! E di certo, non è innamorata
di me!”
Ha decisamente alzato il tono di voce e picchiato una mano
sul piano della scrivania, ma io non demordo. Mi ascolterai Masumi Hayami, fino
in fondo, o non mi chiamo più Saeko Mizuki.
“Invece sì, è innamorata di lei, e le dirò di più: Maya
conosce già la verità. La sua maschera è caduta da un pezzo, e lei nemmeno lo
sa… per quella ragazza non è più un segreto chi sia lei, veramente…”
Masumi Hayami mi guarda incredulo. Sono sicura che ha
afferrato il senso di quello che ho detto, ma forse è ancora convinto di aver
capito male. Mi sembra stia tremando, in preda ad un’emozione che lo coglie
impreparato. Forse è paura, forse speranza.
“Mizuki…” sussurra. Oramai ha perso la baldanza di
poc’anzi.
“No, non mi guardi con quell’aria scettica, è tutto vero!
Maya sa che è lei, il suo ammiratore segreto, è stata lei stessa a dirmelo, il
giorno della sua festa di fidanzamento al Teito Hotel. – A questo punto, lui si appoggia stremato
allo schienale della poltrona. - Si ricorda quel giorno? Ricorda quando Maya
piombò alla festa, e subito dopo corse via? Io la seguii, perché mi parve
sconvolta, e fu allora che mi raccontò tutto…”
“Le raccontò… che cosa?” mi chiede, alzandosi in piedi e
appoggiando le mani sulla grande scrivania.
Lo ricordo molto bene quel giorno.
Lasciai la sala della festa con tutti i suoi invitati
importanti, i sorrisi fasulli di circostanza, le frasi banali e fuori luogo di
Shori Takamiya sulle anime gemelle, di cui quella donna non sapeva nulla, e
raggiunsi Maya. La trovai sulla strada, ferma davanti alla vetrina di un
negozio. Non l’avevo mai vista con un’aria così triste e abbattuta. Mi fece una
pena immensa. Guardava il suo riflesso nel vetro, mentre si rivolgeva a me.
“Mi guardi signorina Mizuki; sono una ragazza
insignificante, priva di qualsiasi fascino… non posso competere con la
fidanzata del signor Hayami, neppure col mio vestito migliore… io sono questa
ragazzina – disse, indicando se stessa
nel vetro – umile e senza attrattive…”
Sentii il mio cuore pesante, e lo capii ancora prima che
ne avessi la conferma.
“Signorina Mizuki, devo dirlo a qualcuno… è un segreto che
non posso più tenermi dentro, e a lei sento di poterlo dire… Ho scoperto la
vera identità del mio ammiratore. Ho scoperto che si tratta proprio del signor
Hayami… e io, ora…” iniziò a singhiozzare, e mesta, mi avvicinai a lei.
La abbracciai per darle un po’ di consolazione, mentre mi
confessava i suoi incredibili sentimenti. E immaginai quanto coraggio le fosse
costato, fare irruzione a quella festa.
“Io ora ho capito di amarlo, ma lui probabilmente apprezza
in me solo l’attrice… mi va bene anche così; recitare per lui, regalargli una
Dea Scarlatta memorabile, è la sola gioia che mi rimane. Mi sono innamorata di
un uomo che deve sposarsi con un’altra, e mi devo rassegnare… la prego, signorina
Mizuki… non glielo dica… non gli dica nulla! Sto già abbastanza male, così…”
Masumi Hayami è visibilmente scosso, e anch’io sono
abbastanza provata. Ho come l’impressione che possa esplodere da un momento
all’altro. Si allontana dalla scrivania e lo sento emettere un sospiro penoso,
si gira verso la grande vetrata, infila una mano tra i capelli e con l’altra si
appoggia al vetro, poi abbassa la testa. Sembra stanchissimo e immagino la
potenza dell’emozione che l’ha travolto. Non trova la forza di dire una parola.
“Signor Masumi, ho tradito la fiducia di Maya, dicendole
tutto questo, ma l’ho fatto per il bene di entrambi, e spero se ne renda conto;
credo che lei stia per fare un grosso sbaglio, e se non si ferma in tempo, lo
rimpiangerà per sempre. Non può amare una donna e sposarne un’altra.”
Ho detto tutto quello che dovevo dire, nel bene e nel
male. Mi volto per andarmene e lasciarlo solo, ma mi blocco sulla porta, quando
mi sento chiamare per nome. È un sussurro, un tremito nella voce malferma. “Saeko,
io la ringrazio… lei mi ha appena salvato la vita…”
Lo spero con tutto il cuore, zuccone testardo, penso
prima di andarmene.
Spero che Maya possa perdonarmi questo tradimento, fatto
solo a fin di bene.
*****
Sollevo le palpebre alle prime luci del mattino e mi
sovviene il dolce ricordo di come si è conclusa la serata precedente. Sotto il
tepore delle lenzuola, sento due braccia forti che mi stringono. Un corpo nudo
accanto al mio. Percepisco il profumo della sua pelle calda, il suo respiro quieto
nel sonno, e labbra morbide vicine all’angolo di un sopracciglio. Un ciuffo
malizioso di capelli scuri a coprire il suo sguardo che sa catturarmi e
vincermi, e il languore mi prende ancora al solo ricordo dei nostri corpi fusi
insieme, e del piacere che ci siamo donati senza remore o pudori.
Mi sono lasciata travolgere da questa passione, e ora non
saprei farne a meno. E neppure lui.
È successo tutto quasi per caso; non eravamo altro che due
sconosciuti dentro un ascensore del palazzo Daito, che lavorano per lo stesso
fine, che hanno a cuore le stesse persone. Un uomo ombra, invisibile, fedele e
discreto messaggero d’amore, e una segretaria custode di segreti e sentimenti,
che ha dato una spinta al destino e ingannato i piani della sorte. L’amore è
nato così, tra un drink, incontri occasionali e strategie perfette, infiniti
discorsi giustificati con la voglia di restare insieme.
Si sta svegliando, lo so perché lo sento muoversi accanto
a me.
Le sue labbra si posano con un bacio sulla mia tempia.
“Buongiorno, amore mio…”
Basta la sua voce a darmi gioia. Trovo il suo sorriso e
una carezza sul mio viso.
Passeremo questa domenica assieme, e avremo tante cose di
cui parlare. Parleremo di noi, di ciò che vogliamo per il futuro, e di loro,
che sono una parte importante della nostra vita; parleremo di quello che
succederà domani, di quest’incontro che li attende. Quanta esitazione, quanta
paura. Adesso, quanta felicità deve occupare i loro cuori, nell’attesa che
diventerà impazienza.
“A che cosa pensi?” Mi chiede l’uomo disteso al mio
fianco.
“Penso a quello che sarà; loro due soli, in quella villa
sul mare…” l’ansia mi sfugge attraverso le labbra. Già mi sembra di vederli
affacciati su un balcone, lei esile figura chiusa nel cerchio delle sue braccia
forti, con l’aria che li accarezza. È un’immagine incredibilmente nitida, e mi
dà conforto.
“Andrà tutto bene. Un matrimonio infelice è stato
scongiurato. Abbiamo lavorato tanto per questo, e tu hai dato un grosso
contributo. Senza il tuo intervento, per me sarebbe stato difficile convincere
il signor Hayami a compiere questo passo decisivo verso Maya. Conoscere la
verità lo ha fatto sentire più tranquillo e sicuro. Deve ringraziare il cielo
di avere una segretaria tanto tosta…”
Bacio il mio uomo sulle labbra, e un pensiero dolce mi
attraversa.
“Forse avranno un risveglio simile al nostro…” sussurro
maliziosa.
“Il primo di una lunga serie… E lui avrà solo voglia di
continuare a baciarla…” aggiunge il mio uomo, mentre si sporge sopra di me. Una
risata bassa mi sale dalla gola, mentre le nostre labbra si uniscono. Non dico
niente, ma nel cuore ho la stessa speranza. Per me, per il mio capo e la sua
ragazzina, che ormai si è fatta donna.
Fine