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Autore: DanielleSkelter    20/06/2016    1 recensioni
Lei è Danielle, una ragazza di ventidue anni che è arrivata al capolinea dopo solo ottomilatrentacinque giorni dalla partenza. Un incidente le ha spazzato via l'esistenza, facendola restare in bilico tra la vita e la morte.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivi l’ultimo attimo. Dì le tue ultime parole. Fa l’ultimo respiro.
È così che si dice. È così che dicono.
Sei stato in compagnia per tutta la tua vita e paradossalmente, in quel momento, nel tuo momento, sei da sola. Da sola davanti alla vita, a pensare a quello che ti ha dato e a quello che non sei riuscita a prendere; forse per colpa della debolezza, dei pugni che sono sempre stati uniti ad altre mani.
Sei da sola, senza nessuno. Stai lì ed aspetti il tuo momento, aspetti che arrivi, perché sai che arriverà.
Lo senti arrivare dal cervello che smette lentamente di formulare i tuoi indecifrabili pensieri; dagli occhi, che si serrano secondo dopo secondo sempre di più; dai polmoni, che riescono a trattenere una quantità sempre minore di ossigeno; dal cuore, che non soffre più.
Ma tu, ragazza innamorata, quegli occhi verdi non vuoi chiuderli. Sei qui per lottare, per resistere, per sfidare questa vita tanto infame che vuole consegnarti al vuoto eterno; tu, ragazza innamorata, sei qui per vivere.
Dai il tempo a te stessa di sperare che a colmare il vuoto che ti separa dalla morte ci penserà quel ragazzo che nei fugaci ventidue anni di vita era stato il tuo tutto, il tuo ‘per sempre’ e il tuo illuso lieto fine.
La strada caotica e confusionaria ti faceva andare nel panico. Nessuno riusciva a percepire quel tuo frustrato stato d’animo; nessuno poteva. I tuoi muscoli facciali erano immobilizzati nel terrore dell’avvenire. Non volevi tutte quelle voci attorno a te, che continuavano ad urlare in cerca di aiuto. Tu ne volevi solo una di voce: la sua; dolce, flebile, familiare, che delicatamente e senza quasi farsi sentire si avvicinava al tuo orecchio come per cantarti una ninna nanna, come per dirti “chiudi gli occhi e addormentati, andrà tutto bene”, anche se magari questa volta non sarebbe andata così.
Non volevi tutte quelle persone attorno a te, che continuano a fermarsi, a guardarti, a non sapere cosa fare. Tu volevi lui, perché lui con te sapeva sempre cosa fare. Sapeva prenderti, sapeva farti sentire viva, anche se ormai il tuo corpo di vivo ha solo il ricordo.
Avevi la strana convinzione che la tua vita non sarebbe potuta finire lì, che necessitavi di altro tempo. Ma il tempo non aspetta nessuno, nemmeno un’anima fragile come la tua.
“Non chiudere gli occhi” – continuavi a ripeterti, cercando la tua stella, il tuo punto fisso. Cercando un Dio da qualche parte, a cui credere, a cui aggrapparti, perché il tuo salvagente era diventato l’onda pronta a travolgerti. Perché la tua àncora era diventata il tuo ancora e tu di tempo non ne avevi più.
   
 
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