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Autore: Ash Visconti    20/06/2016    0 recensioni
"Re, re, a chi lascerai il tuo regno?"
"Al migliore..."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Era lì.
Nel suo letto, delirante, immerso nel suo sudore, rovente per la febbre, così era ridotto l’uomo che aveva sottomesso l’impero persiano sostituendolo con uno più grande, questo era ora Alessandro di Macedonia.
Tolomeo scosse la testa: perché gli Dei erano così crudeli coi mortali? Perché le Parche si dilettavano a recidere prima della vecchiaia alcune vite?
Un sacerdote aveva detto che la malattie sono i flagelli con cui gli Dei puniscono gli uomini, ma quando gli aveva chiesto per quali colpe, quel vecchio non aveva saputo rispondere.
Alessandro tossì e Tolomeo lo fissò triste: da quando avevano lasciato la Macedonia tanti anni fa, avevano visto posti nuovi e meravigliosi, avevano vinto eserciti immensi ed invincibili, avevano sofferto la giungla dell'India ed i deserti della Gedrosia, aveva visto Tebe e Persepoli date alle fiamme e rase al suolo, ed Alessandro sognare un mondo dove greci e barbari avrebbero formato un unico popolo, lo aveva visto uccidere Clito in uno scatto d'ira dovuto all'ubriachezza e poi disperarsi di tale gesto, struggersi per la morte del suo caro amico Efestione. Ed ora eccolo lì: vinto da qualcosa che nemmeno il medico Filippo poteva curare.
I suoi soldati uno ad uno avevano sfilato davanti al letto per vedere un'ultima volta il loro re.
Girò lo sguardo sui suoi compagni che avevano seguito il loro re e compagno di tante battaglie, che attendavano affranti in piedi l'ora in cui la sua anima sarebbe scivolata nell'Ade trasportata sull'Acheronte dal nocchiere Caronte. Ed allora l'impero che Alessandro aveva costruito con tale fatica...
Già, chi avrebbe ereditato ora il regno? O meglio l’impero?
I suoi occhi si posarono su Roxanne, la bella tra le belle, seduta lì non molto lontano che osservava affranta il suo sposo, passando di tanto la mano sul ventre in cui il loro erede attendeva di venire al mondo.
Non andava bene, proprio per niente: non vi era documento che attestava che fosse proprio quel bambino il suo erede.
“Re, re!” disse, “A chi lascerai il tuo regno?”
Un rantolo uscì dalla bocca del morente, mentre tutti, in assoluto silenzio cercando di ascoltare le parole del re.
“Al… al migliore…”
Tolomeo alzò lo sguardo appena in tempo per cogliere un particolare lampo nello sguardo negli altri compagni: ognuno di loro da Seleuco a Perdicca si riteneva quel “migliore”.
Ed anche lui stesso, ammise, si riteneva, in fondo al cuore, quel “migliore”.
   
 
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