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Autore: LivMontana    22/06/2016    2 recensioni
Un momento di malinconica poesia nella vita di Bilbo Baggins, dell'inchiostro, il fruscio della carta.
"Sento ancora le loro voci cantare nella penombra, come nel giorno in cui la mia vita cambiò. Come il giorno in cui io stesso iniziai a cambiare."
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una piccola one-shot su Bilbo Baggins. È ambientata dopo la Battaglia dei cinque eserciti (o delle cinque armate, come preferite). Attenzione, potrebbero esserci SPOILER per chi non ha "visto il libro o letto il film" (sì, mi è capitato davvero di dirlo!).
Ovviamente, tutti i personaggi appartengono a Tolkien.
Bene, non mi resta che augurarvi buona lettura!

 

Mi avvicino al tavolino di legno sotto la finestra, illuminato dagli ultimi raggi di sole. In mezzo alle mille scartoffie che comprendono alberi genealogici, lettere e mappe qualcosa attira la mia attenzione. È poco più di un angolino che sbuca in mezzo al disordine, ma è uno dei miei ricordi più cari. La estraggo delicatamente, facendo attenzione a non sciuparla. Sfioro dolcemente la pergamena, mentre l'accarezzo con lo sguardo, e percorro con il dito il contorno della montagna solitaria. Nonostante i suoi anni, l'inchiostro non accenna a sbiadire. Così come il ricordo.

Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalla memoria, che mi porta lontano, ad est, oltre pianure, montagne, fiumi e foreste, oltre agli alti picchi dei monti nebbiosi e l'oscurità di Bosco Atro.

"Lontano su...
...nebbiosi monti gelati...
"


Sento ancora le loro voci cantare nella penombra, come nel giorno in cui la mia vita cambiò. Come il giorno in cui io stesso iniziai a cambiare. Come il giorno in cui li incontrai, anni e anni fa. Ero giovane e ingenuo. Un normalissimo Hobbit che non era mai stato lontano da casa, un tipo tranquillo che aveva da tempo smesso di sognare avventure, e che mai e poi mai sarebbe partito di corsa, senza nemmeno un fazzoletto da taschino. Cosa che invece feci e di cui, dopotutto, non mi pentii.
Quante emozioni...
Nessuna di esse lascerà mai il mio cuore. E, soprattutto, nessuno di loro.

Li ricordo uno ad uno, i miei compagni. Ricordo i loro visi, i loro sguardi, le loro risate, la loro lealtà. Qualcuno di loro è già tornato più di una volta a farmi visita. Altri, invece, li ho salutati per l'ultima volta quel freddo giorno d'inverno, in silenzio, lasciando che le mie lacrime scorressero sulla gelida pietra.
Ma la loro memoria non svanirà come un sogno che sfugge tra le dita con le prime luci dell'alba, no. Loro saranno ricordati.

Apro un pesante volume dalla raffinata copertina rossa e ne osservo le pagine bianche, avvolte dalla luce morbida del tramonto. Pagine bianche, vuoti che attendono di essere riempiti. Intingo dolcemente la piuma nel calamaio, attento a non macchiare. È un momento solenne. Al centro della prima pagina, a caratteri aggraziati, vergo poche, semplici parole:

"Andata e ritorno

Un racconto hobbit, di
Bilbo Baggins"

   
 
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