Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: Eve79    25/06/2016    1 recensioni
"Sai che ti dico Chris?" chiesi arrabbiata, "puoi fingere che non sia così, puoi mettere su i muscoli che vuoi ed avere costantemente l'aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti" proseguii, "perciò non avrei carattere" trasse le sue conclusioni, "Bhè vedo che ci arrivi... Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti" dissi indicando la porta, "sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, una vera fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per l'amicizia e l'affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto mai l'intenzione di capire." disse prendendomi il braccio, "Chris per favore vattene non voglio vederti" dissi fra le lacrime. "Io credo che questa sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me" sussurò.
[Dal capitolo 3]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

“Avanti… Nicole sei la mia migliore amica, non lasciarmi come un salame” il ragazzo mi implorò, mi girai di scatto e lo guardai, “Oh dai, Chris, seriamente, mi ci vedi con un abito lungo a sfoggiare diamanti e dire quanto sia fantastico essere agli Oscar? Fallo tu per me, smettila di implorarmi per qualcosa che sai che non farò mai!” dissi continuando a mettere le magliette negli scaffali, “Niks, ho un’idea!” disse ruffiano, mi abbracciò da dietro e mi baciò la guancia, “Oh Chris, pendo dalle tue labbra!” dissi teatrale, “Facciamoci vedere insieme, come una coppia, poi vieni agli Oscar e per magia due giorni dopo esce la notizia che ci siamo lasciati, ma abbiamo mantenuto i rapporti” disse serio, “Sai qual è il problema Chris?” dissi mettendo le mani sui fianchi, alzò la testa per dire di continuare, “che ci credi seriamente nelle cose che dici, come puoi pensare che io e te potremmo fingere una relazione?” chiesi continuando a sistemare, si sedette su un gradino della scala a libretto, “così mi ferisci, credi seriamente che io possa essere un fidanzato così male?” chiese sorseggiando il mio thè, “Oh Chris, ma che devo fare con te? Il mio thè, il mio tempo, la mia pazienza! Non mi va di intraprendere una relazione finta con te ok? Non voglio essere sotto i riflettori, questa è la vita che hai scelto tu! Lasciamene fuori per favore! Porta tua sorella, tua madre, tua cugina, la tua vicina, una escort… ma non scocciare me! Io non fingerò una relazione con te.” Dissi secca, “sei stata chiara” alzò le mani in segno di resa e prese le sue chiavi dal bancone, “dove vai?” chiesi presa dai rimorsi, “probabilmente da qualcuno meno acido” disse aprendo la porta, “dai Chris, è che…” venni interrotta, “è che hai paura Nicole” disse puntandomi un dito, “e di cosa?” chiesi, “che tutto questo stare sotto i riflettori, che essere sempre fotografato, che qualcuno ti fermi per strada e ti renda grazie perché con una sola battuta in un film sei riuscito a strappargli un sorriso in una giornata di merda, in fondo in fondo ti possa piacere.” Disse sedendosi di nuovo, “Sai cosa penso io invece? Che odio tutto questo, lavorare per essere sottopagata, dire ma come stai bene a tutte le clienti, ma sono certa che non sarei mai capace di fare la diva” dissi scuotendo la testa, “io penso che invece saresti perfetta, cioè hai un viso stupendo, uno stile da principessa Disney un po’ alternativa con tatuaggi e dilatatori, e poi hai un corpo da urlo” disse avvicinandosi, diventai rossa e cominciai a sistemare i vestiti nervosamente, lui si grattò violentemente la nuca, “ per favore fallo per me” disse implorandomi, “Aaaaaaaah va bene! Quando è?” chiesi ancora rossa, “Aaaaaah lo sapevo! Grande Nicks, ti amo!” disse alzandomi da terra in un abbraccio, “Eh eh vacci piano Coccodè” dissi abbracciandolo, “è tra un mese, domani ti do il codice della carta e vai a comprare il vestito dove vuoi, non voglio vederlo!” disse sorridendo mettendomi giù, “perché non posso pagarmelo da sola?” chiesi, “no, visto che mi stai facendo un favore io voglio che abbia il vestito più costoso e pagato da me, prendilo come un regalo” disse sorridendo, “non c’è modo di arrestarti vero?” chiesi “direi di no” mi diede un bacio sulla guancia e sorseggiò l’ultimo goccio di thè rimasto, “ci sentiamo dopo, se mai sento anche gli altri e una cenetta da John’s Pizza?” Chiese sulla porta, “ Va bene”, uscì e dalla vetrina continuava a mandarmi baci.

“Ciao… Quello era Chris che ti mandava baci?” chiese Grace, la proprietaria del negozio, una signora sulla cinquantina. “Ehm sì” risposi imbarazzata, “c’è qualcosa che dovrei sapere?” chiese sogghignando, “No…” risi, “ragazza, che aspettate a mettervi insieme? Lui ti sbava dietro, tu diventi rossa ogni volta che si parla di lui…” scosse la testa, “questi giovani d’oggi” disse ridendo, “ma non ci piacciamo, siamo amici” dissi sperando che entrasse qualche cliente per strapparmi a quella conversazione imbarazzante, “Nicole, lui è pazzo di te… come fai a non vederlo!” si mise dietro la cassa e sorrise, “naah” dissi ripensando ai complimenti di poco prima, arrossii di nuovo e Grace lo notò, “la faccia di chi realizza che ho ragione” annunciò teatralmente, risi e finalmente entrò un cliente.

“Buongiorno” esordii, “buongiorno, posso chiedere a lei?” chiese un ragazzo più o meno alto un metro e novanta, “certo” risposi, “cercavo una camicia bianca non elegantissima, semplice”, “perciò elegante” borbottò Grace, “scusi?” chiese il ragazzo, “eleganza è semplicità” disse alzandosi, “venga le faccio vedere una camicia che a me piace particolarmente” disse facendosi seguire, certamente lei sapeva come farsi seguire. Tornò dopo venti minuti, “sono 100$, se vuole può pagare con carta” disse sorridendo, “sì” il ragazzo era soddisfatto e io li guardai attonita, non sarei mai riuscita a fargli comprare l’articolo più costoso di tutto il negozio. Il ragazzo uscì, “ci sai fare” dissi ridendo, “puoi contarci” scherzò tornando dietro la cassa.

Era una giornata tranquilla, clienti sporatici e decisi. “Hai visto Di Caprio è candidato di nuovo agli Oscar” annunciò Grace sfogliando le pagine di un giornale, “ah sì?” chiesi nervosa, non doveva uscire che avrei accompagnato Chris, “che hai?” chiese ridendo, non risposi, “chi porterà Chris?” chiese di nuovo, “non ne ho idea, non so neanche se ci va” mentii, “porterà te vero?” chiese fissandomi con sguardo indagatore, “no” mentii di nuovo, “che metterai?” chiese, “non lo so” risposi di rimando, “aaaaah porterà te” disse avvicinandosi, merda mi ero messa nei guai, “ehm sì” dissi arrossendo, “ti aiuterò io a trovarlo” disse mettendomi una mano sulla spalla, “grazie” dissi mettendo le giacche sulle stampelle, “è cotto” disse aiutandomi, “Cotto? Non direi… Non sapeva chi portare e ha chiesto all’ultima spiaggia” dissi scrollando le spalle, “ecco, dobbiamo lavorare anche ai tuoi atteggiamenti, smettila di pensare di non essere all’altezza, sei donna e le donne sono all’altezza di ogni cosa se lo vogliono. Possiamo essere chi vogliamo essere, e poi secondo me ha chiesto a te sapendo benissimo che poteva essere accompagnato da chiunque altro” disse dolcemente, si comportava da mamma e questo mi piaceva, “Non ho scelto di essere l’accompagnatrice di un attore agli Oscar, e poi che importanza ha? Non ci può andare da solo?” chiesi, “La smetti? Appunto perché ci può andare benissimo da solo è un incentivo in più a pensare che sia cotto di te” disse mettendo in ordine i vestiti sul bancone, “questi vanno nel retro” disse portandoli via.

Rimasi sola a riflettere, non dico che presi coscienza che Chris era cotto di me, ma pensai che aveva ragione, Grace aveva ragione, poteva benissimo chiederlo a chiunque altro, ma aveva chiesto a me.

“Buonasera” una voce famigliare entrò nel negozio, “Ciao Chris” risposi, “buonasera” disse delicata Grace, sorrise e mi fece l’occhiolino, “senti Nicks, gli altri hanno detto che ci aspettano al ristorante, tu devi passare a casa?” chiese avvicinandosi a me, “no” risposi mettendo i cartellini alle magliette, “va bene allora ti aspetto qui” disse sedendosi sulla scala come poche ore prima, lo guardai, era bellissimo nel suo cardigan nero e i suoi jeans chiari, i suoi occhi incontrarono i mei e mi sorrise, rimasi come una ebete a guardare i suoi occhi. “Nicole… che c’è?” chiese ridendo, “no… niente” mi girai di scatto e continuai il mio lavoro, “buonasera” entrò un ragazzo alto moro con occhi verdi, si diresse verso di me scavalcando del tutto Grace, “posso chiedere a te” chiese, “sì” risposi, “un jeans che non sia troppo stretto sul cavallo, sai…” disse allusivo, “eeeh… addirittura” sbottò Chris, Grace rise, “bhè insomma lo avete?” chiese a me, “possiamo cercarlo” risposi, mi feci seguire e sentii lo sguardo del ragazzo dritto nel retro bottega del mio corpo, “abbiamo questo” dissi spiegando un jeans blu scuro, “comodo, elastico e…” mi interruppe, “vuoi uscire con me?” chiese, “no” risposi secca, “lo prende il pantalone? Siamo in chiusura” chiesi acida, “no che non lo prendo era una scusa, esci con me?” chiese insistente, “ti ha detto di no…” disse Chris da dietro di lui, era minaccioso, “e tu saresti?” chiese il ragazzo, “il suo ragazzo” rispose avvicinandosi a me, “perciò o prendi i pantaloni o te ne vai” disse serio, “non comprerò proprio nulla qui” rispose andandosene, “ah e da quando state insieme?” chiese Grace ridendo, “oooh da anni” rispose Chris teatrale, “e quindi… nessuno fa la prima mossa, ci morirete così…” disse tornando al suo amato posto, “eh?” chiese Chris guardandomi, “no niente…” dissi scrollando le spalle, lo guardai camminare, tornammo di là. “Allora facciamo la chiusura e ce ne andiamo ok?” chiese Grace, “va bene” dissi mettendo i scatoloni da aprire il giorno dopo sul bancone e passando la scopa a terra. “ok andiamo” disse prendendo i soldi dalla cassa, uscimmo tutti e lei mise l’allarme, Chris mi guardò e mi spostò una ciocca di capelli dal viso a dietro l’orecchio. “allora buon divertimento piccioncini” disse salutando Grace, “Ciao Grace” rispondemmo in coro.

“Ci aspettano lì” disse Chris aprendo lo sportello della sua macchina, “Lo so, già me lo hai detto” risi, “senti ciccia, smettila di fare l’acidella oggi” disse puntandomi un dito ridendo, “senti bello, smettila di farmi fare l’acida allora” risposi mettendomi la cintura, “come è andata la giornata?” chiese, “bene… non c’è stato molto lavoro, a te?” chiesi, “bene…” disse, “dovevo uscire con una ragazza ma…” lo interruppi, “ti ha dato buca?” risi, “no… gliel’ho data io” disse serio, “come mai? Non è da te Latin Lover” dissi dandogli un cazzotto sul braccio, “perché mi sta cominciando a piacere una ragazza, ormai è tanto che ci esco.” Disse grattandosi la nuca, “e allora? Ancora non ci hai concluso niente?” chiesi, “no… con lei non ci riesco a fare niente” disse arrossendo, “mi stai diventando timido Cap?” chiesi accarezzandolo, “Temo di sì” rispose sorridendo, “mmm e perché non porti lei agli Oscar?” consigliai, “perché voglio che ci sia tu con me quel giorno” rispose dolcemente.

Arrivammo al ristorante e erano tutti lì. Salutammo tutti e entrammo, ci sedemmo ad un tavolo isolato e dopo diversi minuti ordinammo. “Allora ragazzi? Che raccontate?” chiese Zachary, si abbracciava con Maya, la sua ragazza, nonché una delle mie due migliori amiche, e per un attimo mi balenò l’attenzione su Amanda l’altra migliore amica, stringere la mano di Ryan, e per un attimo sperai che Chris mi abbracciasse con amore come facevano loro. Scossi la testa, ma che caspita mi succede, è Chris e io ci fantastico sopra? Oddio. “Nicole… Stai bene?” chiese Maya, “Eh? Ah sì.. Scusate” dissi alzandomi, “vado a fumare una sigaretta” annunciai, “veniamo anche noi” dissero in coro Amanda e Maya, “mm ok” dissi continuando a camminare, “Nicole…” Chris mi chiamò, “le sigarette” disse porgendomele, “ah sì, grazie” dissi uscendo fuori, il vento mi scompigliò i capelli e mi sedetti sul vaso difronte, le ragazze si misero davanti e accendemmo le sigarette in silenzio.

“Che succede?” ruppe il silenzio Amanda, “Non faccio che altro che sbavare dietro a Chris oggi, e la cosa stupenda è che prima fantasticavo sul fatto che mi abbracciasse come fanno Ryan e Zac.” Dissi buttando fuori il fumo nervosamente, “Nicole… a dire il vero è una vita che lo fai” disse Maya, “Cosa?” chiesi, “sbavare dietro Chris” rispose Amanda, “e chiariamo, non hai tutti i torti, ma svegliati, non starà sempre ad aspettarti.” proseguì sedendosi affianco a me, “a dire il vero è già cotto di un’altra” dissi fissandola, “Nicole… Ancora ci credi?” Maya mi sorrise e accarezzò i capelli, lasciai uscire una lacrima, “non voglio rovinare la splendida amicizia che mi lega a lui” dissi, “ragazz… ma che è successo?” Chris si avvicinò a noi, spostò Maya e si mise seduto affianco a me, “se volete entrare sono arrivate le pizze” disse accarezzandomi i capelli, le ragazze annuirono e entrarono, rimanemmo in silenzio, mi teneva stretta e mi accarezzava, “Alex?” chiese asciugandomi le lacrime, “sì” mentii alla grande, “smettila di piangere… per favore, lo sai che lo ucciderei per come si è comportato” disse accarezzandomi, “non ci riesco” dissi abbracciandolo, “piccola…” lo sentii respirare vicino al mio orecchio, mi accarezzò i capelli, “se vuoi sta notte sto con te” disse sussurrando, annuii e lui mi baciò la guancia, “sai che facciamo? Ci vediamo il mio film ok?” chiese asciugando l’ultima lacrima, “va bene” risposi, mi persi nei suoi occhi, e per un attimo mi sembrò come se anche lui fosse perso nei miei, poi mi tirò su, “mi farai mangiare la pizza gelato” disse ridendo, “scusa” sussurrai, mi prese la mano e la strinse, “non devi chiedermi scusa” sussurrò e mi diede un bacio sulla guancia. Entrammo e cominciammo a mangiare le nostre pizze gentilmente cambiate con delle pizze calde. “Ora che siamo tutti vorremmo dare una notizia” disse Maya, “Ci sposiamo” annunciarono in coro, mi alzai di scatto e l’abbracciai, “oddio che belloooo” disse Amanda, i ragazzi strinsero la mano a Zac e Maya, e la serata trascorse con discorsi sui preparativi.

“Nicks forse è il caso che noi andiamo a casa, tu domani devi lavorare…” disse Chris mettendomi un braccio sulle spalle, “Ehm sì…” dissi imbarazzata, “buonanotte ragazzi” disse sorridendo, salutai con un cenno della mano e salimmo in macchina, “si sposano… incredibile, gli unici single siamo noi…” disse sorridendo, “già” abbassai la testa e cominciai a torturarmi le unghie, “oddio no… scusa… ti prego non fare così” disse avvicinandosi a me, mi scansò i capelli dal volto e mi accarezzò la guancia, “non volevo ricordarti…” disse triste, “no… è tutto ok” dissi mettendomi la cintura, perché non capiva che non era per Alex ma per lui, perché non mi baciava? “Vuoi un gelato?” chiese rallentando sotto il mio portone di casa, “no grazie” risposi guardando il suo profilo illuminato dalla luce fioca dei lampioni, “va bene” disse parcheggiando la macchina. Scendemmo e lui mi rimise il braccio sulle spalle, “ci stai prendendo gusto?” chiesi ammirandolo, “diciamo di sì” disse sorridendo, sorrisi di rimando e ci mettemmo ad aspettare l’ascensore, “Ciao Nicole” una voce di uomo mi salutò, mi girai di scatto e il mio vicino mi sorrise, “Ciao Adam” salutai, Chris mi guardò e guardò lui, “bhè… carino, perché non ti fai avanti?” chiese una volta entrati in ascensore, “perché è sposato” dissi scuotendo la testa, “bhè?” chiese ridendo, “con un uomo” lo guardai fisso, scoppiammo a ridere, “allora in tal caso mi faccio avanti io… credo che riuscirei a riscuotere molto più successo con gli uomini” scherzò, “avanti… non puoi essere una totale frana” risposi, “frana?” chiese serio, “a letto… se le ragazze non ti vogliono non è di certo per il fisico o il viso, e per il carattere non c’è male” dissi ridendo, “oh baby, se vuoi provare” disse aprendo le braccia, “Oh… oh ho colpito il tuo orgoglio Cap?” chiesi ridendo, “Non sia mai che puoi darmi qualche lezione” disse scrollando le spalle, “ti farei diventare un vero esperto” dissi alzando il sopracciglio, “disse la porno star” ridemmo e gli arrivò un cazzotto in piena spalla, uscimmo dall’ascensore e aprii la porta di casa, Chris si buttò sul divano e mi sorrise, mi tolsi le scarpe e andai in cucina, “vuoi qualcosa?” urlai “ma che urli” disse lui baciandomi il collo, “Oh oh… Chris ma che fai?” scattai, “un assaggio di come sono inesperto” disse malizioso, “vuoi seriamente un consiglio?” chiesi, annuì e si mise a braccia conserte, “non muoverti velocemente, più sei lento più sei sexy” dissi avvicinandomi lentamente, “e quando le sei vicino respira lentamente e sussurra, molto meglio se nell’orecchio, e poi per l’amor del cielo metti i boxer a tinta unita” dissi tirandogli l’elastico, “Nicole…” sussurrò, si mosse piano avvicinandosi, “dici… che va bene così?” sussurrò nel mio orecchio, “sì direi di sì” sussurrai, “ehm… ok” disse allontanandosi, andò in bagno, “falla da seduto” scherzai, lo sentii ridere e aprii il frigo per bere qualcosa, c’era seriamente troppa tensione in quella stanza.

“Nicks secondo te… io ho qualcosa che non va?” chiese entrando in cucina, mi girai per rispondere e lo trovai senza maglietta e pantaloni, deglutii a fatica e lo guardai negli occhi, “Chris…” risposi scuotendo la testa, “sono serio” disse, “no, non hai nulla che non va… ma che caspita di problema hai?” chiesi girandomi a mettere la bottiglia d’acqua al suo posto, “perché allora le donne non mi vogliono?” chiese triste, “oh fidati… non è vero” dissi pentendomene subito dopo, “ci esco, sembra andare tutto bene e poi puff… la seconda uscita un fiasco totale” disse sedendosi, “perché hai standard troppo alti tesoro, tu le cerchi perfette, ed hai ragione, ma se la cerchi simpatica, dolce, bellissima, che sappia darti consigli e che sia anche estremamente autoironica ti devi accontentare della tua migliore amica” dissi indicandomi, “no… Nicole… io non la voglio una come te” disse scuotendo la testa, “perché cosa avrebbe una come me che non va?” chiesi offesa, “perché non esiste, e poi mi basti tu… Io… ti… voglio un mondo di bene” e le mie speranze che dicesse di amarmi andarono in fumo, “anche io ti voglio bene Chris, ma fidati accontentati di chi sa regalarti una giornata bellissima, di chi sa farti ridere di cuore” dissi accarezzandogli i capelli, “impossibile” disse scuotendo la testa, “perché?” chiesi, “perché nessuna fa ridere, cioè le prime battute ma poi sono sciape, insipide, e il loro umorismo sfuma” mi prese la mano e se la portò tra le sue mani, “che cosa mi prende?” chiese, “eh…” quello che stavo per dire faceva male, “che sei innamorato di una donna, ma non lo accetti” dissi guardandolo bene, “ma io lo so di essere innamorato di lei, ma lei non lo è di me” disse lasciandomi le mani, mi sedetti affianco a lui, davvero stavo consigliando la sua vita amorosa? “Chris, ma se non ti butti come fai a sapere se non lo è… insomma ok... magari non ti dà segnali ma pure tu non fai niente per aiutarti, può essere che lei ti dica oh anche io ti amo e baci baci baci come nei film, o può essere che prendi una botta che la metà basta per chiuderti in casa con le canzoni di Adele per giorni, ma poi passa e prima o poi arriva quella giusta… ma devi saper essere uomo e dirlo” sospirai ecco, lo avevo spinto nelle braccia di qualcun altro, e mi sentii un po’ cattiva nello sperare che lei le dicesse di no. “Domani la porto a cena fuori e glielo dico” disse alzandosi, “A cena? Domani?” chiesi, “Sì” disse sorridendo, “scontato” dissi alzandomi, “e dove la dovrei portare?” chiese, “stupiscila.” Risposi andando in bagno, aprii l’acqua della doccia e mi sedetti a terra, che cazzo di deficiente che sono, è tutto il giorno che ho preso coscienza di esserne totalmente e perdutamente cotta e lui che fa? Si innamora di un’altra… bhè sì Nicole hai decisamente fortuna nella vita. Mi spogliai e mi buttai nella doccia, mi diressi in camera con i capelli bagnati, maglietta nera dei Coldplay e pantaloncini grigi. “Ce lo vediamo questo film?” chiesi sdraiandomi affianco a lui, “me lo sono dimenticato in macchina” rispose colpevole, “mmm va bene…” risposi accoccolandomi vicino a lui, “mi sento protetta vicino a te” dissi abbracciandolo, “sei decisamente l’unica” rispose sorridendo, “non è vero… tu sei un gigante buono” dissi accarezzando il suo petto, “cosa farei senza di te” disse stringendomi a sé.

Ci addormentammo così.

  
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