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Autore: Hitchhiked    26/06/2016    2 recensioni
Le conseguenze de "la crema solare è cosa per fighette".
Un momento completamente Random che forse doveva rimanere privato.
Scusa Elia.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell'estate ci prendemmo tutti una scottatura: io sulla schiena, Dan sui piedi ed Elia, diciamo solo che Elia sembrava un pezzo di carne ben cotto, o un' aragosta, a voi la scelta.
“Crema solare? Roba per fighette" aveva detto quella mattina, tirando fuori dallo zaino un flacone di olio abbronzante.
Ora, un bel po’ dopo il tramonto, girava per la stanza, scomodando tutti i santi del paradiso, e credo che se avessimo spento la luce l'avremmo comunque visto al buio, tanto era arancione; dovevo mordermi le labbra maledettamente forte per non fare una battuta al riguardo.
Sussultava ogni volta che faceva un passo.
Elia è iperattivo, non riesce a stare fermo nemmeno se gli punti una pistola alla testa, quindi di passi ne fa molti.
Decise di andare a dormire, era abbastanza presto, ma esisteva un motivo anche per questo: giacché non riusciva a stare fermo un attimo, proprio come i bambini, andava anche a dormire presto, come un bambino, ed era tanto se stava in piedi fino alle due di notte.
Comunque, rischiava un grido ogni volta che si girava nel letto, e questo non gli permetteva di prendere sonno.
Dan, che lo guardava, era sempre più nervoso.
Tanto si può dire del buon vecchio Dan, tante qualità positive: tanta passione, tanta forza, tanto impegno, ma sicuramente non che avesse tanta pazienza.
Dirò di più, quella poca forza di sopportazione che aveva era stata uccisa brutalmente il pomeriggio stesso dai rimproveri della Sign. Delora, la quale aveva passato ore ad affermare che entrando in piscina con ancora addosso il sale del mare, questa (la piscina) si sporcasse.
Dato il cattivo umore di Dan, Elia in quel momento rischiava un bel pugno in faccia o di ritrovarsi a dormire con Le Romane, due piani più sotto.
Chissà se erano simpatiche, quelle Romane.
O se il dottore era effettivamente un buon diavolo in questo centro di spiagge, casinò e bordelli?
Sapendo che la risposta a entrambe le domande era negativa, presi dal frigo una Schweppes e lanciai a Dan una sigaretta.
 
Il fumo non dovrebbe turbare il vostro animo pio, ma se così fosse, vi prego di sostituire mentalmente la parola sigaretta e tutti gli annessi e connessi con la parola panino e tutti gli annessi e connessi.
 
Comunque, durante quel periodo specifico Dan fumava come una ciminiera (o era un avido mangiatore di panini, fate voi).
Una cosa che dovete sapere al riguardo è che a Dan, a differenza della maggior parte delle persone che fumano, non bastava solo una sigaretta per rilassarsi: gli piaceva bere qualcosa nel tra una boccata e l’altra (o tra un morso e l’altro).
Dan amava il Jack Daniel’ s, ma dato che la stanza era stata prenotata per dei minorenni, i piani alti avevano provveduto a togliere i superalcolici, per questo motivo la Schweppes.
Quindi, ricapitolando: Elia sul letto, che si lamentava, io sulla finestra, che facevo oscillare le gambe e Dan seduto sul bancone del bar, che fumava e beveva Schweppes, fregandosene altamente del segnale di divieto di fumo.
L'atmosfera era maledettamente tesa.
Andai a letto.
Elia si era addormentato e finalmente stava zitto e buono.
Dan rimase seduto, il mozzicone di sigaretta spento pendeva dalla bocca.
Probabilmente pensava.
Stavo quasi per addormentarmi.
Un altro sussulto da parte di Elia.
"Per l’amor del cazzo, la vuoi smettere?"
Dan scivolò giù dal piano e in due rumorosi passi era davanti al letto di Elia.
Non pensate che io sia egoista, ma la prima cosa che pensai fu: ”Cazzo. Elia dorme di fianco a me, mi sporcherò di sangue”.
Vi dico che non sono egoista perché se fosse successo qualcosa a Elia sarebbe toccato a me accompagnarlo dal medico, Dan sarebbe rimasto in camera a dormire tranquillo.
Non che non si preoccupasse, il vecchio Dan, solo che le sue priorità non erano quelle di una persona normale.
Comunque il problema non si pose poiché Dan non colpì Elia.
Invece, con mia sorpresa, lo sollevò stile sposa e uscì dalla mia vista.
"Cazzo Dan lasciami". I modi raffinati di Elia non smettevano mai di sorprendermi.
“Dai, coglione, che riesco a camminare anche da solo". Ok, questa era una balla: non avevamo preso parte alla festa di quella sera perché Elia non voleva rimanere solo e faceva pena perfino a Dan lasciarlo lì in stanza abbandonato a se stesso.
Comunque Dan camminava nel corridoio, con Elia che si dimenava e tutto e pensai che alla fin fine Le Romane non sembrassero nemmeno tanto male rispetto ad un pugno.
Non stava ancora uscendo dalla suite, però.
Era entrato in bagno, con Elia ancora in braccio.
Si sentì un colpo. E i lamenti di Elia cessarono. Poi l'acqua cominciò a scorrere.
In quel momento la possibilità che Dan volesse affogare Elia non mi parve nemmeno così improbabile.
Con uno scatto uscii dal letto, rischiando di cadere a causa del lenzuolo, aggrovigliatosi addosso.
Non so bene cosa pensassi di fare precisamente contro Dan.
Per capirci: io non sono proprio un fuscello, ma Dan aveva praticato pugilato per anni.
Ed era arrivato anche a livelli abbastanza alti.
Mi affacciai al bagno e guardai Dan.
Stava tendendo la testa di Elia, che era inconscio e ancora vestito, fuori dall’ acqua.
Sorrisi. Il buon vecchio Dan, Premuroso e tutto.
E io che pensavo che volesse accoppare Elia.
Andai a prendere un cuscino, tipo quelli a ciambella che ti vendono in aeroporto, e lo misi sotto la testa di Elia. Si inzuppò e tutto, ma almeno teneva la testa del cazzone a galla.
La cosa importante era che Elia non rischiasse di morire affogato.
Quindi, ricapitolando: Elia che dormiva nella vasca, Dan sul pavimento, appoggiando la testa al cesso, collo scoperto e il pomo di Adamo che si muoveva leggermente e poi io, schiena contro la vasca, in una delle posizioni più scomode che si conoscano.
Il tutto solo per assicurarmi che quel coglione non annegasse.
Le gambe di Dan erano lunghe e ossute e s’intrecciavano con le mie.
Le scapole facevano male contro la superfice della vasca.
I respiri rimbombavano nel bagno.
La luce della luna si rifletteva, rendendo la stanza quasi luminosa, specchiandosi negli specchi e sul lampadario.
Il rubinetto gocciolava.
Dormimmo tutti benissimo.






Le recensioni fanno girare il mio piccolo mondo.
Sarebbe fantastico se scriveste anche solo "ciao", ma ancora di più se fosse una vera recensione, con critiche e tutto, intendo. 
   
 
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