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Autore: EchelonDeathbat    27/06/2016    1 recensioni
Questo per me è il finale di questo meraviglioso manga. In attesa di leggere quello vero di Ai Yazawa.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Nana Komatsui, Nana Osaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Sai Nana, l’estate che tu desideravi con tutta te stessa e che quella volta non era ritornata, ora è qui. Io continuo ad aspettare e continuerò, dovessero passare dieci, venti, cinquant’anni”. Nana “Hachi” Komatsu nell’anime NANA di Ai Yazawa

 

 

Capitolo 1: Nana se ne va.

 

Quella mattina mi svegliai prima di tutti gli altri, ancor prima di Hachi, che dormiva beata di fianco a me. Non voleva mai lasciarmi sola, preoccupata che potessi fare qualche scemenza.

“Ren, perché mi hai abbandonata ancora?” pensai, mentre mi accesi una Seven Stars. Non potevo farci niente, razionalmente sapevo che era stato un incidente, che Ren non sarebbe mai morto senza di me se lo avesse voluto. Ma dentro di me pensavo che mi avesse tradita, per questo non riuscivo a piangerlo, ero arrabbiata con lui come mai prima d’allora.

 

-Se io morissi, tu moriresti con me?-

-Certo-.

 

Bugiardo.

Ce l’avevo con lui e con me stessa. Avremmo potuto fare di più, ma siamo stati troppo egoisti, ed ora io ne stavo pagando il prezzo.

Ripensai alle parole di quella stronzetta di Yuri: “Quindi non hai più bisogno della moglie di Takumi al tuo fianco, no?”

Tirai un pugno sul tavolo. Non potevano portarmi via anche Hachi, era tutto quello che mi era rimasto di vero nella mia vita!

Ma questo gli altri non riuscivano a comprenderlo davvero, pensavano che io la volessi tenere legata a me per forza, ma non sapevano che quello che provavo per lei è un sentimento che si avvicinava molto all’amore. L’unico che l’aveva capito era Ren.

Nel pensare ancora a lui guardai all’improvviso il vaso con dentro lei sue ceneri. Nobu mi aveva pregato di tenerle, perché Ren avrebbe voluto così. Ma il posto di Ren non era più accanto a me.

Mi vestii in fretta e mi misi su il giubbino di pelle. Dovevo uscire, prendere una boccata d’aria, stare in mezzo alla neve, mi sarebbe sembrato di sentirlo vicino a me come la notte del nostro primo bacio.

Mi accesi un’altra sigaretta ed andai in direzione del mare, dove le ceneri di Ren erano state sparse, pronta a spargere quelle che rimanevano.

“Forse sarebbe meglio se anch’io lasciassi questo posto”. Pensai d’un tratto.

“Non posso più dipendere dagli altri. Hachi tra poco partorirà e dovrà stare con il bambino e con Takumi, nonostante io non sia d’accordo, loro sono comunque una famiglia, di cui io non faccio parte. Hachi avrà molto meno tempo per me. Yasu non potrà starmi più vicino e Nobu e Shin hanno già i loro problemi. Io sarei solo d’impiccio a tutti”.

Mentre ero in balia di questi pensieri, arrivai in riva al mare.

Aprii il vasetto e versai le ceneri dell’amore della mia in mare.

-E’ sempre stato questo il tuo posto, Ren-. Mormorai. -Ora io devo trovare il mio-.

Rimasi a rimuginare per un bel po' guardando il mare che accoglieva dentro di sé i fiocchi di neve. Ad un certo punto il cellulare iniziò a suonare e il senso di pace che stavo provando finì.

-Scusa Ren, devo rispondere. È Hachi-. Sospirai.

Appena accettai la chiamata, Hachi cominciò a parlare, aveva la voce un po' tremante. -Nana, dove sei?-

-Sono in riva al mare. Tra poco torno, sta tranquilla-.

-Devi tornare subito. Ecco...c’è una persona qui che vuole vederti…-

-Non fare la misteriosa, Hachiko, dimmi chi è. Se è uno che vuole un’intervista se la sogna, mandalo via-.

-Non è un giornalista, ma non posso dirti chi è, devi vedere tu stessa. Ti prego, torna a casa-.

Tirai su il fumo dalla sigaretta e rassegnata risposi: -Ok, Hachi, ora arrivo-.

Percorsi la strada per tornare indietro con un po' di ansia. Chi era la persona che voleva vedermi? Io non volevo vedere nessuno, volevo stare sola, insieme ad Hachi, solo con lei.

Appena entrai in casa, trovai Nobu con una faccia scioccata.

-Bhe, perché quella faccia?- gli domandai.

Non mi disse niente, ma mi prese la mano ed insieme entrammo nel salotto. Lì c’erano Hachi, Yasu, Shin e una donna che non avevo visto prima.

-Nana-. Mi chiamò Hachi alzandosi da una sedia correndomi incontro per cingermi il braccio come faceva sempre.

-Che succede? Chi è questa donna?- domandai seccata.

La sconosciuta sentendosi chiama in causa su alzò anch’essa dalla sedia e mi guardò dritta negli occhi. Ed in quell’istante capii.

Era lei.

Era troppo simile a me per non accorgermi che fosse mia madre.

Iniziai ad avere uno dei miei attacchi d’asma, il collarino con le borchie si faceva sempre più stretto attorno al mio collo. Hachi e gli altri se ne accorsero subito e pian piano riuscirono a calmarmi facendomi stendere sul divano.

Hachi cominciò ad accarezzarmi la testa dolcemente. Forse al suo fianco sarei riuscita ad affrontare mia madre.

-Ch-che ci fai qui?- domandai debolmente ma con la voce dura e arrabbiata.

-Ecco...io lo so che ce l’hai con me, e hai tutte le ragioni del mondo. Capisco che non mi vuoi tra i piedi, ma ho saputo cos’è successo al tuo ragazzo e volevo solo dirti che per qualsiasi cosa ora sono qui. Sono stata una pessima madre, ma ora sono pronta a rimediare-.

Osservai la foto di Ren che si trovava ora sopra il camino. Io non avevo bisogno di mia madre, avevo bisogno di lui.

-Vattene-. Mormorai piano. -Io non voglio che tu stia vicino a me, non ne hai il diritto. Non sei degna di essere mia madre, sei solo una puttana che ha preferito un uomo qualsiasi a sua figlia. Vattene da questa casa e non farti più rivedere-. Mentre parlavo continuavo a guardare la foto di Ren per mantenere la calma.

Sentii dei passi che si allontanavano.

-L’accompagno fuori, signora-. Disse Yasu, la sua voce era gentile come al solito, ma secca, che non ammetteva un “no” come risposta.

Solo in quel momento mi voltai verso di lei per osservarla ad andare via. Era già verso la soglia della porta quando si voltò per osservarmi ancora per dirmi: -Hai un fratello e una sorella, Nana. Lo so che non dovrei dirtelo così, ma credo che tu lo debba sapere. Credo addirittura che tu conosca già tua sorella, si chiama Misato-. Nel sentire quel nome rimasi pietrificata.

Tutto mi fu improvvisamente chiaro.

Quella ragazzina che assomigliava tanto a me, che mi vedeva come un idolo, un’eroina da imitare, era mia sorella.

-Se ne vada signora, lei non è la benvenuta qui-. Questa volta fu Shin a parlare. Il suo volto era nero, lui più di tutti sapeva cosa stessi provando in quel momento.

Yasu accompagnò quella donna fuori di casa ed io non la vidi più.

Vidi Hachi rannicchiarsi su sé stessa, stava per iniziare a piangere. Notai che tutti avevano un’espressione colpevole dipinta in volto, persino Yasu, che era tornato nel salotto.

-Ma si può sapere che avete? Sono io che ho appena rivisto mia madre dopo anni che non la vedevo! Non siete voi ad avere appena saputo di avere dei fratelli!- esclamai alterata con tutti.

-Nana, perdonaci. Perdonaci tutti!- gridò Hachi con le lacrime agli occhi.

-Ma per cosa, non capisco…- le parole mi morivano in gola.

Poi mi venne in mente Misato. Quella ragazzina...Yasu mi aveva detto di non darle troppa confidenza…

-Lo sapevate-. Bisbigliai.

Hachi iniziò a piangere più forte.

Guardai tutti i presenti negli occhi, avevano tutti lo sguardo a terra perché non sapevano reggere il mio.

-Perché non me l’avevate detto?!- urlai. -Avevo il diritto di sapere che quella ragazzina è mia sorella!-

-Ci dispiace, Nana. Pensavamo di fare la scelta giusta per te. Stavi passando un periodo difficile e poi Ren…-

Interruppi le scuse di Nobu sbraitando con le lacrime agli occhi: -Non ti azzardare a pronunciare il suo nome!-

Corsi subito in camera mia con Hachi alle spalle che urlava il mio nome in mezzo ai singhiozzi.

Mi chiusi a chiave dentro la stanza e ci rimasi per tutto il giorno.

Dovevo andarmene da lì, dovevo abbandonare quella vita.

Non era rimasto più niente lì per me.

Vedere mia madre e sapere in un modo così freddo che avevo dei fratelli mi aveva fatto paura.

Non potevo più dipendere dai miei amici, dovevo imparare a cavarmela da sola.

Così decisi di scappare. Dove non lo sapevo ancora, ma poco importava in quel momento.

Non avrei lasciato nessuna traccia di me, gli altri potevano anche credermi morta, e sarebbe andato bene così.

In fondo, una parte di me era già morta insieme a Ren.

Nel pomeriggio sentii Hachi parlare con Takumi al telefono, era disperata. Voleva stare con me e gli altri ancora per qualche giorno, fino a che non mi sarei sentita meglio, ma lui la voleva a casa ad ogni costo.

Alla sera entrò in camera mia e mormorò mentre piangeva ancora: -Domani mattina Takumi mi viene a prendere. Mi dispiace, Nana. Io voglio restare qui con tutta me stessa, ma...ma...Takumi...io…- e scoppiò in lacrime.

L’abbracciai stretta stretta, sapendo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto farlo.

-Non piangere così, Hachiko. Non fa bene al bambino, devi essere felice. Domani torna a casa con Takumi, è quello il tuo posto-.

Restammo abbracciate ancora per un bel po', finché Hachi non smise di piangere.

E così di notte me ne andai senza farmi scoprire.

Diedi un leggero bacio sulla guancia di Hachi che si girò dall’altra parte mentre dormiva e poi partii, lasciandomi tutto alle spalle.

Lasciai le mie sigarette, i miei anelli di Vivienne Westwood e la chitarra che mi regalò Ren.

Lasciai un biglietto di fianco alla sua foto sul camino con su scritto: “Perdonatemi, ma è meglio così per tutti”.

 

NdA: torno dopo un pò di mesi di assenza. Stavo scrivendo un'altra storia, ma mi sono fermata. Ho il blocco dello scrittore in questo periodo T.T ma questa storia la finisco per forza. Ho guardato l'anime di NANA quest'inverno e da un pò di mesi ho finito anche il manga. Non sapere come va a finire mi mette addosso una tristezza infinta, quindi ho provato a pensare a come potrebbe finire. Sono piuttosto felice del mio finale, quindi ho deciso di scriverlo. Ditemi cosa ne pensate di questo primo capitolo e ditemi se i personaggi sono IC oppure no. Alla prossima!!

The ring guardian

   
 
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