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Autore: Crilu_98    27/06/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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François osservava con la coda dell'occhio Amélie e James che chiacchieravano a bassa voce mentre cavalcavano. Avendo solo tre cavalli per sei persone avevano deciso di procedere a coppie: Mouchoire Rouge con Renard, François con Claire e lo scozzese con Amélie. Ciò aveva causato un notevole rallentamento nel viaggiare, in quanto le cavalcature si stancavano di più e prima.
Il moschettiere non sapeva bene interpretare il rapporto creatosi tra sua sorella e quello sconosciuto soldato, né sapeva dare un giudizio univoco su di lui: non sembrava una persona raccomandabile, ma aveva protetto Amélie arrivando addirittura a sacrificarsi per lei.
Gli occhi grigi dello scozzese seguivano sua sorella in ogni sua mossa, quasi catturati dalla piccola Marchand, e François si scoprì sospettoso ed incredibilmente geloso di lei.
Dato il suo carattere difficile e l'età già avanzata credeva che Amélie non si sarebbe mai sposata: qualche volta aveva anche pensato a come predisporre il testamento in suo favore, nel caso di una sua prematura scomparsa...
Invece adesso sua sorella sembrava non avere occhi che per James: era a lui che si appoggiava e se da un lato il moschettiere non poteva biasimarla (era grazie allo scozzese che Amélie era ancora viva), dall'altro avrebbe voluto proteggerla anche da lui.
La voce di Claire lo colse di sorpresa:
-Se continui a guardarli così storto se ne accorgeranno, prima o poi!-
Avevano continuato di tacito accordo di continuare a darsi del tu e la cosa riempiva François di serenità, perché gli sembrava di aver finalmente trovato una confidente sincera, dopo Antoine e Madie.
-Non posso sopportarlo: quell'uomo la guarda come se la volesse spogliare con lo sguardo! E' indecente!-
-Secondo me stai esagerando!- replicò lei con uno sbuffo, voltandosi a guardarlo -Dimmi, moschettiere, sarebbe così tremendo se tua sorella si innamorasse?-
-Non è di amore che stiamo parlando!- borbottò François, corrugando la fronte -Stiamo parlando di un estraneo che potrebbe attentare alla virtù di mia sorella facendo leva sulla sua indole ingenua...-
-Con permesso parlando, Amélie è tutto tranne che ingenua. Seconda cosa, monsieur MacMallon non mi sembra un attentatore di fanciulle illibate, anche perché avrebbe avuto tutto il tempo di farlo in queste settimane, senza dover poi affrontare tanti e tali pericoli per salvare tua sorella... Infine, è proprio d'amore che stiamo parlando: non vedi le occhiate che si lanciano quei due?-
-Sì, sono esattamente quelle che ci scambiavamo io e Madie! Non capisci che tutto quello che voglio fare è evitare un dolore ad Amélie? Come potrebbe amare un uomo del genere, come farebbe a sposarlo, eh? Soffrirebbe e basta, come ho fatto io ogni volta in cui vedevo quella donna al fianco del marito!-
Claire lo scrutò a lungo, compassionevole.
-Mi dispiace...- mormorò, prendendo la mano del moschettiere tra le sue.
-L'amavi molto?-
-Sì. Almeno fino a quando non ho compreso la sua vera natura è stata il centro della mia vita. Mi sarei buttato tra le fiamme dell'inferno per lei... E guarda dove mi ha portato!-
La ragazza rimase in silenzio, ragionando su François e su sé stessa: le parole pronunciate per James ed Amélie valevano forse anche per lui?
La corte serrata di Mouchoir Rouge e lo stretto contatto con il corpo del moschettiere nel piccolo spazio di una sella l'avevano condotta ad un'amara presa di coscienza: si era lentamente innamorata di François Marchand.
Era un amore impossibile e silenzioso, che non aveva mai attraversato i confini della sua mente: rimaneva lì, gelosamente riposto e custodito. François era attratto da lei, lo sapeva, ma non sapendo gestire quella scomoda emozione aveva cercato di dimenticarla, trattandola sempre con il massimo rispetto e non chiedendo più nulla su di lei o sul suo passato. Forse, se avesse saputo...
"No! Se sapesse chi sei si infurierebbe con te e non ti vorrebbe più vedere! E poi, chi te l'ha detto che prova qualcosa per te? Probabilmente vuole solo averti, forse in fondo è ancora innamorato della Contessa..."
Improvvisamente taciturna e cupa, si sfiorò distrattamente gli orecchini d'ambra: un giorno avrebbe dovuto rivelargli il suo segreto, ne era consapevole. Ma non era ancora pronta...
 
Amélie sentiva il cuore più leggero man mano che si avvicinavano a Parigi: sebbene ci fossero ancora molti interrogativi e pericoli sulla loro strada, tornare nella capitale la faceva sentire più sicura e speranzosa. E poi la vista di James completamente guarito e in forze la riempiva di serenità; appoggiarsi a lui durante il viaggio, ascoltare la voce burbera che la prendeva in giro ed incrociare quello sguardo severo le donavano una pace che aveva sperimentato solo da bambina.
Certo, questo finché non pensava all'omicidio che aveva commesso per lui e al bacio disperato che le aveva dato prima di buttarsi contro Schmitt e i suoi uomini: quelli erano ricordi che la rendevano nervosa e smaniosa, agitata e sensibile ad ogni mossa dello scozzese.
-Miss, vi sentite bene?- le chiese infatti lui, quando la vide torturare con forza alcuni fili strappati della sella: si stava scheggiando le unghie e graffiando la pelle.
Amélie sospirò  e lanciò un'occhiata a suo fratello, davanti a loro: se François avesse saputo, sarebbe andato su tutte le furie, ne era certa. E per quanto fosse di animo mite, la ragazza sapeva per esperienza che la sua ira non era da sottovalutare: aveva distrutto il mobilio di un'intera stanza, quando la relazione con la Contessa di Clairmont si era interrotta.
Perciò si voltò verso James e bisbigliò seria e concitata:
-C'è una cosa che devo chiedervi...-
-Parlate, dunque!-
-Perché mi avete baciata, Monsieur MacMallon? Perché proprio prima di farvi quasi uccidere? E poi, quello che avete detto nella foresta, quella notte...-
Lo scozzese le poggiò un dito ruvido sulle labbra, intimandole il silenzio, poi corrugò la fronte e sembrò riflettere sulla domanda.
-Io... Credo sia una cosa sciocca, una mera fantasia, ma avete lo stesso il diritto di saperla. Fin da quando vi ho vista in quella cella mi siete sembrata un angelo, miss, una creatura superiore a coloro che la tenevano imprigionata, me compreso. Anzi, io tra tutti ero il più miserabile e il più vile, perché credevo, sapevo, che ciò che stavo facendo non era giusto... Per questo vi ho risparmiata, per questo vi ho aiutato a fuggire. Ma mi sono incastrato da solo perché una volta assaggiate le vostre labbra, Amélie, non se ne può più fare a meno: volevo portare il ricordo di quel sapore e di quella dolcezza nella tomba, non so se mi spiego... E poi eravate così spaventata e tremante che non ho trovato altro modo per rassicurarvi! Nel delirio della febbre continuavo a vedere il vostro volto, sempre: il volto del mio angelo. Ciò che ho detto in quel fosso è la verità, miss, farei di tutto per proteggervi.-
-Perché?- balbettò la ragazza, con le guance arrossate e gli occhi lucidi. Lo scozzese sembrava in seria difficoltà, mentre lei era invasa da emozioni nuove e deliziose. Non si era mai sentita così bella e felice come in quel momento, sporca e stanca per un viaggio infinito, seduta tra le braccia di uno straniero.
-Perché io... Credo di amarvi, miss.- borbottò brusco James, evitando di fissarla. Amélie poggiò il palmo della mano sulla sua guancia ed esercitò una breve pressione per costringerlo a guardarla.
Erano ad un soffio l'uno dall'altra e i loro nasi quasi si sfioravano: avrebbe voluto dire tante di quelle cose che la voce moriva prima ancora di arrivare alle labbra, confusa ed eccitata.
La voce divertita di Mouchoir Rouge al loro fianco li fece sussultare:
-Ci fermiamo per la notte: vedete di ricomporvi, mademoiselle, se non volete che monsieur Marchand sfidi il vostro salvatore a singolar tenzone!-
 
La cattedrale di Notre-Dame de Paris era avvolta nella consueta penombra quando una figura robusta entrò da un'entrata laterale e, ignorati i canti religiosi che si alzavano verso il soffitto, proseguì deciso fino ad un banco nascosto, dove lo attendeva una donna coperta dal velo.
La Marche sbuffò sonoramente mentre si sedeva accanto a lei e faceva finta di pregare: gli sembrava oltremodo fastidioso dover ricorrere a tutti quegli stratagemmi per parlare con la Contessa.
-Ebbene, perché volevate vedermi?- sibilò lei con voce fredda e suadente, mentre le iridi castane scintillavano nella semioscurità.
-Almeno una parte del nostro piano è andata a buon fine: una delle guardie del Cardinale è disposta ad ucciderlo dietro un cospicuo compenso. Il suo nome è Balthazar Faure.-
Le labbra rosse e carnose della Contessa si aprirono in un sorriso:
-Molto bene. Immagino che invece non abbiate fatto progressi sul versante dei moschettieri?-
-No: sono tutti nobili cadetti fedeli alla corona o ricchi in ascesa che non butterebbero mai via la loro unica possibilità di successo... L'unica speranza era raggiungere François Marchand con il ricatto ma come ben sapete non è andata  a buon fine!-
Madie Lefevre fece un gesto vago con la mano:
-Lasciate stare, Conte, non è più importante: c'è stato un cambiamento, voluto direttamente da... Lui. Mi ha mandato una missiva con le nostre nuove istruzioni.-
-E quali sarebbero, di grazia?-
-Lasciare calmare le acque per un po'... Poi manderà lui un sicario, molto abile, che dovremo far infiltrare a corte durante il compleanno della regina, a settembre: come sapete Anna adora i balli in maschera e sono sicura che organizzerà una festa del genere per festeggiare l'anniversario della sua nascita... Sarà allora che colpiremo! Vedete di istruire adeguatamente questo Faure, Conte La Marche.-
-Provvederò immediatamente. E, ditemi, non siete preoccupata per ciò che potrebbe fare Marchand?-
-François è ricercato adesso, è un criminale: le sue proprietà sono state confiscate e la sua faccia è stata diramata per tutta la Francia con un ordine di cattura... No, non credo proprio che potrà darci problemi! Probabilmente entro la fine del mese verremo a sapere della sua cattura o anche della sua morte per mano dei gendarmi!-
Dopo essersi congedato, mentre usciva dalla chiesa, La Marche rifletté sulle ultime parole della Contessa: con sorpresa, gli era parso quasi di captare un'intonazione dolente nella sua voce. Ma era sicuro di essersi sbagliato: la corrotta e sensuale Madie Lefevre non si sarebbe certo piegata per la morte di uno dei suoi amanti.  
 
Il messaggero entrò al galoppo nel cortile del Louvre e si precipitò all'interno dopo aver mostrato il sigillo che portava sempre con sé alle guardie dell'ingresso. Corse a perdifiato tra i corridoi fino a quando non si imbatté in un servo perplesso:
-Sua Eminenza... Il Cardinale!- balbettò senza fiato.
Dopo poco fu introdotto alla presenza di Richelieu, che lo fissò con curiosità.
-Ebbene?- domandò.
-Vostra Eminenza, sono qui per conto di Francois du... Di padre Giuseppe.-
Gli occhi del prelato si accesero d'interesse:
-Parla, ragazzo!- esclamò con malcelata soddisfazione -Cosa mi riporta il mio buon vecchio amico?-
-Ha scoperto chi è il vostro nemico, Eccellenza.-
 
Angolo Autrice:
Lentamente (molto lentamente) anche questa storia ha ripreso ad andare avanti... Gli aggiornamenti saranno perciò molto saltuari.
L'unica precisazione di questo capitolo è l'accenno a "padre Giuseppe" delle ultime righe: si tratta di François Leclerc du Tremblay, in religione Padre Giuseppe da Parigi, un frate cappuccino amico intimo di Richelieu, per il quale svolse il compito di diplomatico (e spia) in vari Paesi. Veniva detto "eminenza grigia" per il contrasto tra il suo abito monacale e la tunica cardinalizia dell'"eminenza rossa", cioè Richelieu. Alla sua morte, Giuseppe Mazzarino divenne il nuovo interlocutore prediletto del Cardinale.
A presto (spero)
 
Crilu 

 
   
 
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