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Autore: 5AM_    27/06/2016    3 recensioni
Chiara è una studentessa universitaria alle prese con un nuovo mondo e una vita totalmente diversa da quella precedente, che sarà sconvolta ulteriormente dall'incontro con una persona che presto diventerà il centro dei suoi pensieri. Ha una grande passione: la musica, che sarà il sottofondo di tutta la storia.
Buona lettura.
"Non sento nulla se non brividi. Brividi. Più le note si espandono più i miei occhi si incatenano ai i suoi"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Passeggiare per le vie del centro dopo cena è una di quelle abitudini che difficilmente mi toglierò mai.
Soprattutto ora che è estate, ora che il cielo a quest’ora possiede i colori del tramonto e la brezza delicata ti avvolge.  Se anche il resto della giornata fosse così potrei affermare con certezza che l’estate è la mia stagione preferita. Invece, purtroppo, le giornate restano comunque di un afoso insopportabile che cerco di combattere in ogni modo: docce fredde, ventilatori e gelati. Ma sappiamo che sono solo dei metodi temporanei, per questo mia cara estate non raggiungerai mai il livello dell’autunno.
La mia camminata serale arriva alla meta prestabilita: una di quelle piazze poco conosciute in città, una di quelle che vengono apprezzate solo da pochi fortunati. Piccola e raccolta ma piena di storia e arte. Una possente statua, di una bellezza che mi sconvolge sempre, si prende la parte centrale della pizza contornata da una serie di panchine. I palazzi che la circondano risalgono a diversi periodi architettonici, facendola così diventare un tripudio di correnti di pensiero.
Mentre la musica scorre veloce nelle mie orecchie, decido di sedermi su una panchina. Misterioso come la musica, o in particolare una canzone, possa rendere ciò che si ha intorno, ciò che si sta guardando, diverso e più bello. Per esempio, in questo preciso istante con questo preciso sottofondo, questa piazza sembra ancora più magica e ci si può solo sentire piccoli ed insignificanti di fronte a così tanta bellezza.
I miei occhi si perdono a guardare i giochi di colore che fa il cielo sui palazzi. Di colpo la musica si ferma e sento qualcuno che mi sfila le cuffie dalle orecchie.
-Ti rendi conto di ciò che hai appena stoppato?- dico di riflesso.
-Ehy! Buonasera anche a te!-
-Buonasera Eleonora. Ripeto, hai idea di cosa hai appena stoppato?-
-Su non farla tragica. Di sicuro, vista la tua faccia seria e pensierosa, era qualcosa di super triste visto che non fai altro che ascoltare quel genere depresso ultimamente-
-Il pop-punk non è un genere depresso, cioè per certi versi lo è. Okay, forse alcune band lo sono un po’- dico alzando le mani in segno di resa.
-Per la miseria! Dov’è finita la cazzutaggine che avevi?-
Sentendo questa domanda rido di gusto.
Eleonora non capisce che ci sono momenti per alcune canzoni e altri per altri tipi di canzoni, semplicemente. Per questo la musica è così bella e completa.
-Senti, per recuperare la tua cazzutaggine devi assolutamente venire a vedere una band domani sera. Sono fortissimi, credimi!-
-Dai Eleonora lo so che non è una missione “facciamo recuperare la cazzutaggine perduta a Chiara”, ma è più una missione “Devo trovare qualcuno con cui andare al concerto”- dico prendendola in giro.
-Ehy, no è una missione che porta vantaggi a tutte e due: io ho un’accompagnatrice e tu riprendi la tua cattiveria- mi dice spingendomi giocosamente.
-Va bene, ci vengo volentieri-
-Grazie Chiara, sono sicura che ti piaceranno. Poi sono molto seria… non ce la faccio a vederti così. Quella emh... faccenda ti ha davvero buttato giù e non è giusto-
-Credimi, va tutto bene. Acqua passata- le sorrido rassicurandola.
-Lo so che è acqua passata, ma so anche che alla fine uno ritorna sempre a pensarci-
-Davvero, non ti devi preoccupare-
Acqua passata più o meno, ma questo particolare non è importante.
Dopo aver passato un’oretta insieme a parlare dei vari piani per questa estate ci salutiamo dandoci appuntamento per il giorno dopo.
Io e Eleonora ci siamo conosciute durante questo primo anno di università. Lei veniva da una piccola città ad un’ora da qua e per caso il primo giorno di lezione ci siamo incontrate. Io, come lei, ero persa nell’intricato palazzo che sembrava infinito. Arrivata ad un livello di panico altissimo ho deciso di chiedere informazioni al primo studente che passava di lì. Chiesi proprio a lei, e guarda un po’ che fortuna era nella mia stessa identica situazione! (da qua possiamo capire il mio rapporto  problematico con la fortuna e derivati) Ma si sa che comunque essere in due è sempre meglio che esser da soli, quindi ci siamo messe a cercare l’aula, per poi scoprire che c’era una portineria e una bacheca su cui era tutto ben scritto con tanto di mappa dettagliata. Da quel giorno abbiamo iniziato a sederci vicine, a parlare del più e del meno e a studiare insieme. L’ho aiutata a conoscere la città, a trovare un piccolo alloggio dove stare e lei in compenso mi ha aiutato a farmi degli amici. Insieme abbiamo cominciato a parlare con altre persone, conoscere i nostri compagni e compagne di corso. E ammetto: da sola non l’avrei mai fatto. Siamo diventati così un piccolo gruppo affiatato, in cui si scherza, si ride, ci si dispera prima degli esami e con cui soprattutto bere una buona birra il venerdì sera. Così ora, essendo finito questo primo anno di università, posso fare un piccolo bilancio e questo bilancio è decisamente positivo. Ma forse più in generale sono cresciuta e ho conosciuto persone mature, e questa vita da “quasi adulti” non mi dispiace affatto.

Giro le chiavi nella toppa. Mi butto sul divano e accendo la tv. Il bello di viver da soli è che in sostanza puoi fare quel che vuoi. E credetemi, non riuscire a dormire e avere la libertà di potersi vedere Penny Dreadful alle 4 del mattino non ha prezzo. Oh beh, forse ha il prezzo dell’affitto. Sta di fatto che non tornerei mai più nella mia piccola cittadina fuori città. È da agosto che vivo qua e sento già che questa sta diventando la mia casa.
Giro i canali svogliatamente senza trovare nulla che mi piaccia. Così decido di prendere la mia chitarra e suonare senza impegno per un po’. Le corde iniziano a vibrare e il resto è pura magia per me. Suonare sarà per sempre una di quelle cose che mi faranno stare meglio, qualunque cosa accada. È un po’ come uno sfogo per me, un momento in cui la testa è da un’altra parte e le dita diventano il tuo cervello, le note diventano le emozioni.
Passare delle serate così è la cosa migliore che ci sia. Io e la mia chitarra, non ho bisogno di niente altro.



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Buonasera. Questa è la prima storia che scrivo, quindi vi prego di essere buoni, di lasciarmi qualche consiglio e parere per migliorare. 
È da molto tempo che frequento questo sito, ma non mi ero mai iscritta e non avevo neanche mai pensato di scrivere una storia. Ma visto che sto aspettando aggiornamenti dalle storie che seguo ho deciso di scriverne una io. Come ho scritto nell'introduzione, sarà una storia basata soprattutto sulla musica e sul personaggio di Chiara. Ovviamente i luoghi, i personaggi che vi propongo sono inventati. 
Questa è solo una breve introduzione, spero che comunque vi piaccia e vi abbia incuriosito. Grazie a chiunque la leggerà! 
Ci vediamo presto con un nuovo capitolo. 

Ah, il titolo della storia è preso da una bellissima canzone che appunto si intitola Shiver degli Amber Run. 
   
 
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