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Autore: nojoy    29/06/2016    1 recensioni
Non c'è più nulla da fare. Sono quella che aiuta le persone. Loro cercano aiuto, loro hanno bisogno di qualcuno. Io ci sono per loro. Ci sarò sempre. Questo è il mio compito.
Ma ci sarà mai qualcuno per me? aiuto la gente perché so che molti non possono farcela da soli. Io sono stata da sola, nessuno mi è venuto in aiuto.
Vorrei che ci fosse qualcuno per me. Parlami. Fatti sentire. Non sono più invisibile.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un raggio di sole splenderà anche per te: è sempre stata una frase che ho detto a tutti.
Ero sicura che ci sarebbe stata della gioia dopo mesi, o anni di sofferenza.
Non so perchè lo pensavo. La vita non è giusta, ma ero sicura che ci fosse quel momento in cui tutto sarebbe andato per il meglio, quel momento in cui il dolore sarebbe cessato.
Ho detto quella frase alle persone che ho aiutato, volevo infondere un po' di speranza in loro, perché la speranza è ciò che ci tiene in vita.
Ho fatto qualsiasi cosa per aiutarli, volevo aiutarli a liberarsi di quella nuvola nera che li opprimeva.
Sapevo di non essere abbastanza, ma almeno non erano soli, La solitudine uccide.
Ho fatto in modo che loro non fossero più soli, li ho aiutati a liberarsi dalla loro gabbia. Li ho aiutati a sentirsi al sicuro attorno alle persone, ho tenuto loro la mano e non la lasciavo finchè non la lasciavano loro. Mi sono sentita orgoglioso quando queste persone hanno iniziato a sentirsi meglio, erano felici.

Sono passati anni da quanto è cambiato tutto, ho perso la mia sanità mentale sei anni fa, ho perso tutto. Ho perso il controllo, non potevo andare avanti, non potevo camminare e non riuscivo ad uscire fuori dalla mia gabbia in cui mi ero imprigionata. Ho gettato via la chiave, non volevo andare fuori. Perchè mai avrei dovuto?
Sei anni fa ho rifiutato di vivere una vita normale, ho rifiutato di essere un'adolescente come tutti gli altri.
Ho perso i miei amici. I miei genitori e i miei familiari non mi parlavano più perché avevano paura. Hanno fatto quello che ho voluto: mi hanno lasciato da sola. Era sia giusto che sbagliato, ma non gliene faccio una colpa: avevano paura di perdermi.
Avevo paura di essere lasciata da sola e alla fine è successo perchè io l'ho fatto succedere.
Gli amici... loro non sono stata colpa mia. Ancora mi chiedo perchè non mi hanno più parlato.
Stavo davvero tanto male. Loro sapevano che avevo bisogno di loro. Ero giovane e da sola. Loro avrebbero potuto aiutarmi. Perchè non lo hanno fatto? Avevano il mio numero, sapevano dove abitavo.
Nessuno di loro mi è mai venuto a trovare. Mi chiedo se ancora si ricordano di me. Magari pensano che sono morta. Onestamente sono sorpresa che non lo sono ancora.
Avevo 15 anni, ero ingenua. Ero ancora piccola, una bambina. Ero felice.
Improvvisamente tutto è cambiato. Non ero più una bambina. Stavo sperimentando qualcosa di diverso. Non era piacevole. Mi stava distruggendo.
Tutto era difficile. Mi sono forzata di andare a scuola, mi sono obbligata a parlare con la gente. Ho falsificato la mia felicità. volevo uscire fuori da quella depressione. Ho fatto tutto, ero stanca di vivere così, volevo solo divertirmi.
Volevo essere normale.
Non ha funzionato. Non potevo falsificare la mia felicità. Ero ancora una piccola bambina spezzata.
Ho desiderato che qualcuno stesse con me. Ho invidiato quelli che avevano amici. Volevo uscire con loro e divertirmi.
Non avevo nessuno con cui parlare dei miei problemi. Ero completamente da sola. Sì, avevo i miei genitori, ma come potevo spergar loro cosa stava succedendo dentro di me?
Loro mi hanno aiutato, ovviamente. Mi hanno aiutato con le cure.
L'unico conforto che avevo erano le pasticche e i dottori. amavo stare all'ospedale perchè mi sentivo umana. Dottori e infermieri si sono presi cura di me. Mi sono sentita amata. Era solo un'illusione, loro stavano eseguendo il proprio lavoro ma è sempre stato qualcosa che mi manca provare ancora oggi.
Ricordo un'infermiera che era entrata nella mia camera e ha speso dieci minuti del suo tempo libero per parlarmi e intrecciarmi i capelli. Quello è statp un giorno magnifico.

Non potevo aiutarmi. Ho dovuto interrompere i farmaci, stavano distruggendo il mio corpo. Ero sola di nuovo senza supporto, niente aiuto.
Cosa dovevo fare?
Sapevo cosa. Sapevo cose che molti ignoravano.
Volevo aiutare me stessa. Ho aiutato persone simili a me. Stavo con loro. Parlavo con loro, non li facevo sentire da soli.
Sapevo quanto fosse importante per loro avere qualcuno accanto. Non ero stata tanto fortunata io.
E ora non ce la posso fare più. Non posso più fare finta. La nuvola sta ancora qua e mi sta strozzando.
Inizio a pensare che tutto sia una bugia: c'è davvero speranza per tutti? C'è davvero qualcosa di buono? Forse la mia fetta di felicità l'ho già avuta, forse è troppo chiedere di sentire ancora gioia prima che sia troppo tardi.
Cosa mi da sollievo? Tutto è falso. L'alcol è l'unica cosa che mi procura gioia, ma non è vera. è una goia temporanea che svanirà nel nulla. Una falsa gioia che ti ucciderà.
Cosa devo fare? Mi sono forzata di andare fuori, lavorare, studiare e studiare ancora. Cosa può aiutarmi? Gli psicologi dicono che solo io posso aiutare me stessa. Ma è vero? Come è possibile? è qualcosa che non puoi fare da solo. Non puoi stare da solo in questo mondo. Hai sempre bisogno di qualcuno.
Sono felice di aver aiutato queste persone. Sono stata contenta di averle viste andare via con sorrisi sui loro visi. Mi sono chiesta: quando sarà il mio turno? 
Qualcuno mi aiuterà? Verrà qualcuno a tenermi la mano e guidarmi verso la luce? 
Sono passati sei anni, forse è troppo tardi. 








 
   
 
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