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Autore: Mavimat    29/06/2016    3 recensioni
Non sempre sappiamo cosa ci può accadere. La maggior parte delle volte la vita cambia quando meno ce l'aspettiamo: quando stiamo camminando per strada, quando siamo ad una festa alla quale non volevamo andare, quando perdiamo un treno. O, semplicemente, quando siamo "solo una ragazza in un bar".
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A vederle lì, l’una di fronte all’altra, una in piedi con le braccia incrociate, l’altra con le braccia sulle gambe a riprendere fiato, sembravano le due persone più lontane e più vicine allo stesso tempo. Il mondo intorno a loro sembrava non esistere. Il tempo, in quel momento, sembrava fermo immobile, ad aspettare che qualcuna delle due parlasse in quel silenzio interminabile che era arrivato dopo le parole di Piper.

Piper alzò lo sguardo. Vedeva gli occhi di Alex attraverso i suoi occhiali. Il volto di Alex inespressivo.

“E’ finita”, pensò, “sta cercando le parole adatte per dirmi che è finita”.

Ma poi accadde un qualcosa di simile ad un miracolo ed Alex sorrise.

“Ti amo anch’io, Pipes”, disse Alex.

Piper non era sicura di aver capito bene.

“Scusa, puoi ripetere?”

“Ti amo”

“E non devi dirmi altro?”, disse con un’espressione di stupore.

“No. Non ho mai avuto dubbi su di te, Piper. Forse all’inizio sì, quando mi hai raccontato di Stella e quando ti vedevo un po’ schiva nei miei confronti, ammetto di essermi preoccupata un po’. Ma ogni volta che ci vedevamo, anche se non eravamo sole, guardavo i tuoi occhi e vedevo che non avevi niente da nascondermi o qualcosa che ti facesse paura. Quindi mi sono tranquillizzata. Ho pensato che stessi cercando di risolvere la situazione a modo tuo, quindi ho voluto lasciarti lo spazio di cui avevi bisogno, senza farti troppe domande. Ma io, su di te, non ho più avuto dubbi”, ed avvicinandosi a lei, l’abbracciò.

Per Piper fu il momento più bello dopo un interminabile periodo di tempo. Stare lontano da Alex, dal suo profumo, dai suoi baci, dalle sue braccia, era stato difficile. Oltre alla mancanza fisica, le mancava parlare con Alex, il continuo confronto che aveva con lei riguardo l’università, la Matematica, la cucina, i problemi del mondo, i posti da vedere insieme, i loro sogni, le loro opinioni. Alex era il suo complementare, lo sapeva da sempre. Questo non voleva dire che andassero d’accordo su ogni cosa, anzi, spesso e volentieri litigavano per avere una diversa visione delle cose ma anche da quei piccoli litigi ne uscivano con qualcosa in più, come se le loro vite fossero dei bagagli da riempirsi l’una con l’altra, a vicenda. Le mancava Alex con i suoi capelli arruffati la mattina e ad Alex mancavano gli occhi socchiusi di Piper prima di addormentarsi la notte. Piper piegava le pagine per tenere il segno nei libri, Alex lo odiava e quindi quando trovava un libro di Piper a casa, toglieva l’orecchia che le aveva fatto e metteva un segnalibro. Alex lasciava libri ovunque sparsi per casa e Piper quando Alex doveva ancora svegliarsi o era fuori o sotto la doccia, li raccoglieva e glieli metteva tutti sulla scrivania. A Piper piacevano i gelati alla frutta, Alex adorava il pistacchio e la nocciola. Alex era sempre puntuale, Piper ogni tanto ritardava (“E’ colpa di Merida, lei è sempre in ritardo e quindi non sono abituata ad essere puntuale!”). Erano tutte piccole cose che facevano parte dell’ordinarietà della vita e che loro avrebbero voluto condividere ogni giorno. Vivere ogni giorno così come veniva, con le cose belle e le cose brutte. L’importante era essere insieme.

“Aspetta un attimo. Mi spieghi perché sei corsa via?”, disse Piper.

“Non sopportavo di aver visto Stella baciarti. Tutto qui”

“Un semplice gesto di gelosia?”

“Sì”, Alex le sorrise e stava per baciarla ma Piper la fermò.

“Aspetta”

“Cosa c’è?”, chiese Alex.

Piper si mise a rovistare nella borsa ed estrasse due sacchettini.

“Tieni, apri”, disse ad Alex porgendole uno dei due.

Alex lo preso e lo scartò. Dentro vi era una collana con un ciondolo con sopra disegnato un mandala.

“Un mandala?”

“Sì. Per dirti che tutto in questo mondo finisce. Le cose belle, i momenti difficili, alcune amicizie, gli amori, i giorni. Tutto finisce. Ma io mi impegnerò sempre a ricostruire qualcosa dopo che si sarà rotto, anche se non sarà la stessa cosa, sarò sempre pronta a creare qualcosa di nuovo insieme a te, perché amare non è “non dire mai mi dispiace”, come dicevano in “West Side Story”. Amare è avere delle responsabilità verso l’altra persona, amare non succede per caso, amare è qualcosa che alimenti, qualcosa che fai, qualcosa che ti aiuta ad andare avanti quando tutto intorno a te sembra trascinarti in un baratro. Amare è dire “mi dispiace” quando hai fatto qualcosa che non volevi fare. Amare è preoccuparsi per qualcun altro prima ancora di preoccuparsi per sé stessi. Amare è condividere lo stesso ombrello quando piove e stare stese su un prato quando c’è il sole. Amare ha un significato ogni volta che ti guardo negli occhi, che ti abbraccio, che ti bacio, che ti accarezzo. Amare è vederti per i corridoi dell’università e mettermi a guardarti un po’ in disparte, è guardarti mentre sei concentrata sui libri per preparare una lezione. Amare è l’unica cosa che mi viene in mente quando penso a te”.

Alex guardò Piper. Quella ragazza che aveva conosciuto e che in così poco tempo stava diventando una donna. Prese la collana e se la infilò, poi prese quella di Piper e gliela mise.

“Continueremo ad essere un perfetto disastro insieme?”, disse Piper.

“Non abbiamo mai smesso di esserlo. Un meraviglioso disastro insieme”

“Insieme”

“Insieme”

Alex prese il viso di Piper tra le sue mani e la baciò.

Il buio della notte avvolgeva quelle due anime, mentre l’amore avvolgeva i loro cuori.

Alex si staccò da Piper e la guardò negli occhi. Nei suoi splendidi occhi azzurri.

“Andiamo a casa, Pipes?”

“Assolutamente”

“Red ci sta aspettando giù”

“E Merida?”

“E’ rimasta al bar”

“Ah, ma c’era ancora Stella quando te ne sei andata?”

“Certo”

“E anche Merida c’era?”

“Ahia”

“Perché?”

“Ecco Merida aveva delle strane idee su Stella”

“In che senso?”

“Nel senso che spero non sia servita un’ambulanza per Stella”, e si mise a ridere. Piper non si curò nemmeno di quello che aveva dello Alex, perché era sentire la sua risata la cosa più bella. La risata di Alex, in quell’istante, era la cosa più bella che potesse sentire. Si presero per mano, e si incamminarono lungo la discesa, restando in silenzio e guardandosi negli occhi di tanto in tanto, sorridendosi e rubandosi qualche bacio fugace.

Si erano incontrate, si erano avvicinate, si erano perse, si erano ritrovate e adesso si sarebbero amate ogni giorno, nello loro ordinarietà e nella loro straordinarietà.

Insieme.

FINE

Miei cari lettori, ebbene, siamo giunti alla "fine" di "Alex and Piper". Metto quel "fine" tra virgolette perchè può essere che quando avrò un attimo di tempo sistemi i vari capitoli, o chissà, magari deciderò di continuare la storia, ma come il mandala ci ricorda, tutto prima o poi finisce, così come anche la mia storia. Non è stato facile mettere la parola fine, perchè questa storia la scrivo da quasi un anno e i miei personaggi, come me, si sono evoluti, sono cambiati, hanno affrontato bei momenti e brutti momenti, quindi c'è anche un po' di me in loro, e dire "fine" ad una cosa che ho praticamente costruito, non è stato facile.

Un ringraziamento particolare va ad Elisa, che oltre ad avermi ispirato il personaggio di Merida, mi è stata vicina in questa impresa, consigliandomi, esortandomi, spronandomi in tutto questo tempo. Grazie, a te, che sei stata la prima a leggere queste parole e ad appoggiarmi nelle mie innumerevoli pazzie. Grazie per la tua sincerità e la tua schiettezza, senza le quali non avrei avuto modo di farmi delle domande e migliorarmi. Grazie a te, per essere la mia Merida, sempre, da quando ci siamo conosciute.

Grazie poi a tutti quelli che si sono avventurati nell'avventura della lettura di questa mio opera, per i vostri commenti e per tutto il tempo che avete impiegato per darci anche solo un occhio.

  
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